di-segno di Sacrilegio Tempesta

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pARTICOLARE DI "Autunno", quadro di Diogene senza l'anima?. Foto di Sacrilegio Tempesta.

domenica 13 gennaio 2013

CONTRO IL FASCISMO MUSICALE.

Fascismo musicale è l'applicazione alla musica della logica cartesiana, aristotelica, basata sul principio di identità, o di non-contraddizione, o, detto in termini contemporanei, principio di realtà.

Vero/falso.

Che diventa: brutto/bello.

Bravo/incapace.

Stonato/intonato.

Giusto/sbagliato.

O anche: di mio gusto/ non di mio gusto.

Il fascismo musicale è onnipresente, invade la mente anche dei più "alternativi" appassionati di musica sperimentale. Perchè lo stesso concetto di genere - per non parlare del punto di vista razional/opinionistico "io sono appassionato di tal genere" - è già fascismo musicale.

La musica è un'altra cosa.

"Desiderii infiniti
 e visioni altere
 crea nel vago pensiere,
 per natural virtù, dotto concento;
 onde per mar delizioso, arcano
 erra lo spirito umano,
 quasi come a diporto
 ardito notator per l’Oceano."

                                          (Leopardi, Sopra il ritratto di una bella donna scolpito nel monumento 
                                            sepolcrale della medesima)

E' quel mare aperto, indefinito, di suono, di magma sonoro informe, quel gioco libero di rumori avventurandosi nel quale scompare ogni determinazione, ogni semplificante contrapposizione, ogni facile dualismo, ogni verità, ogni falsità, nella pura libertà dell'immaginazione.

C'è più autentica musica nel puro cazzeggio aritmico divertito di rumori casuali che non nel più eccelso pezzo musicale diligentemente eseguito in maniera tecnicamente perfetta, e meccanica.

Per questo, fra l'altro - a volte, stufi dei mille amplificatori musicali che ci attorniano dappertutto, ci mettiamo ad ascoltare semplicemente il casuale rumore del vento - musica sublime, e superiore perchè avulsa da qualsiasi giudizio, volontà o intenzione umane.

Qualsiasi esibizione musicale capace di far veramente vibrare e fremere le corde dell'animo umano partecipa di questo mistero: la musica non ha a che fare con scale, pentagrammi, tecnica, solfeggio, ma è un dàimon, un duende che ti rapisce e si impossessa di te, tecnica o non tecnica, è il dàimon che suona o canta, non il musicista - è qualcosa che trascende la volontà e la personalità del musicista e ne guida prepotentemente l'ispirazione. Oppure, come direbbe Garcia Lorca, è un duende con cui il musicista ingaggia un duello mortale. O infine, può essere un puro gioco di sperimentare cazzuto. In ogni caso, è qualcosa che trascende la tecnica e la stessa volontà del musicista. E' qualcosa anzi, che l'eccessiva attenzione alla tecnica e alla teoria non fa che bloccare.

La musica ha più a che fare con la magia, col sovrannaturale, con l'ispirazione poetica, col mistero di abissi/spazi sconfinati che si aprono in noi senza che che lo vogliamo, con l'enigma del nostro istinto più selvatico, selvaggio, animale, incatalogabile, non razionale, e infine col puro libero gioco tanto per giocare.

Le scuole di musica dovrebbero partire dal puro gioco di suoni e rumori e ritmi - perchè quella è la base, e forse l'essenza - della musica.

Dopo molti anni a non fare altro che giocare, a caso, tanto per divertirsi, allora, se ne hai voglia, puoi dedicarti a studiare la tecnica di uno strumento - ma sempre giocando, d'istinto, con l'approccio di un jazzista analfabeta dei primi del novecento a New Orleans. Allora ci può essere Musica.

La Musica, più di tutto, è superamento del meccanicismo, della logica binaria, del giudizio raziocinante.

Ma tecnica, teoria e giudizio critico sono espressioni della meccanica, della logica, del giudizio.

La Musica è per Schopenhauer, immediata rivelazione della volontà a sè stessa.

La Musica è Mistero, e sulla Musica, certo intesa in senso viscerale, animico, erano basati molti Misteri nell'antichità.

Ricordo che a 17 anni ho formulato questo pensiero:

"Mi capita, di sentire delle canzoni, senza ricordarmi di chi sono. Mi capita anche di non ricordarmi neanche quale giudizio ho formulato in passato su di esse. In questi casi, la musica mi evoca sensazioni e emozioni assolutamente indefinite, pure, puramente sensibili, senza traccia di un giudizio razionale. Poi mi ricordo l'autore della canzone e scompare la magia e l'indeterminatezza."

Un possibile punto di partenza per cercare di uscire dal fascismo musicale.

(la musica è - sentire - e non sapere a cosa collegare la sensazione, non andare a guardare, lasciare l'indeterminato nell'indeterminato, e il vago vagare libero nell'in-definito, il finito sbrindellarsi e cominciare a danzare libero nell'in-finito selvaggio, selvatico, enigmatico, tamburellante, casuale, forestico, animale, animico, senza controllo, senza categoria, senza giudizio, senza giudice-)

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