LASCIA TUTTO, E SEGUITI! (F. Battiato) Dove tutto è enigma (storia, natura, cosmo) la certezza dell'insolubilità pone un invisibile seme di speranza. (Guido Ceronetti)

di-segno di Sacrilegio Tempesta
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pARTICOLARE DI "Autunno", quadro di Diogene senza l'anima?. Foto di Sacrilegio Tempesta.
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giovedì 23 gennaio 2014
Un'esperienza con il Drum Circle Spirit
Drum Circle Spirit è una maniera di giocare con le percussioni e il ritmo, accessibile a chiunque, anche senza nessuna conoscenza delle tecniche o teorie musicali; è un cerchio di percussioni, guidato o meglio "facilitato" (perchè il cerchio trova presto una sua spontaneità armonica autonoma) da un facilitatore che propone ritmi, giochi di chiamate e risposte, inserimenti di cori, giochi di stop e ripresa, esperimenti di abbassamento e crescita di volume, di alternanza nel suonare di diversi gruppi (prima suonano le donne poi gli uomini, prima suonano i tamburi poi campane e maracas, prima suona una metà del cerchio poi l'altra, etc...)... ma appunto il facilitatore si inserisce solo saltuariamente per tenere vivo il ritmo la fiamma energetica lo spirito e l'attenzione (i giochi servono anche ad essere desti, lucidi, oltre che istintivi - per "non suonare come dei robottini"): il gruppo trova facilmente appunto una sua autonoma spontanea Armonia, grazie a quest'approccio in cui non vengono richieste competenze tecniche e c'è un clima di non giudizio e il principio è essere istintivi e divertirsi (oltre che naturalmente andare a ritmo! Ma in queste condizioni viene naturale anche per chi non ha esperienza).
Il risultato è (o almeno è stato per me) un grandissimo divertimento, un'enorme sfogo creativo (come nelle arti marziali, le percussioni sono una delle maniere più creative di sfogare le energie represse in una maniera in cui la potenza del singolo può esprimersi liberamente ma nello stesso tempo relazionandosi agli altri in maniera creativa e inserendosi spontaneamente in un'armonia superiore) un grandissimo senso (non mentale ma fisico, energetico, reale) di coesione, affiatamento tribale di gruppo (nonostante non conoscessi nessuno nel cerchio) una liberazione delle energie fisiche creative e musicali in armonia sottile e viscerale con le energie degli altri e soprattutto un grandissimo rilassamento, un grandissimo sospiro di sollievo, caduta di barriere tra le persone, senso di poter essere sè stessi in maniera naturale spontanea rilassata (a molti viene da sorridere e sorridersi in maniera realmente gioiosa, aperta) e celebrare la Vita con energia armonia istinto magia Bellezza amicizia Potenza gioia Coesione senso di poter Essere, e poter Essere insieme agli altri, e quanto ci manca a tutti tutto questo nelle nostre nevrotiche, individualiste, ipermentali vite!!!!!!!
alla fine, silenzio. Si chiudono gli occhi. Si ascolta il corpo, tutta questa splendida energia che è rinata, il corpo rinato, rivitalizzato, vivo, presente, la mente in pace. Una bambina piccola presente, in onore della quale poco prima avevamo suonato (e che a tratti mentre suonavamo batteva le mani incredula meravigliata e felice) ride. Un sorriso esagerato gigantesco spropositato mi si imprime sul volto mentre ad occhi chiusi ascolto il silenzio - anch'io meravigliato - anche noi meravigliati come bambini - tribù temporanea di individui moderni solitari ma anche antichi tribali gioiosi guerrieri in festa.
Un'esperienza che consiglio fortemente.
Qui informazioni sul Drum Circle Spirit e sull'eccellente facilitatore Harshil che ha guidato ieri sera il Cerchio.
http://www.drumcirclespirit.it/
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martedì 13 agosto 2013
Su donu.
"Una leggenda sarda, molto suggestiva, attribuisce a Dio lo strano nome di Eu-su-primu-cantende, Io-il-primo-che-canta, stabilendo esplicitamente un legame diretto tra il canto e l'atto divino della creazione."
(Michela Murgia, Viaggio in Sardegna)
"Dopo aver parlottato e sputato al centro del cerchio per un paio di minuti, attaccavano il preludio con una specie di accompagnamento cupo: un suono come di cornamusa, con un tocco di calore profondo; a volte mi ricorda il suono dell'organo in chiesa. Dopo un po' il solista sembrava aver trovato l'ispirazione e cominciava la canzone vera e propria. In genere era un baritono o un tenore, con una bella voce vibrante. Ma tra i sardi la voce, per quanto apprezzata, non è la cosa più essenziale. Il cantadore deve possedere prima di tutto su donu, quel qualcosa che gli consente di trascinare gli altri quando è portato dallo spirito della canzone."
(Amelie Posse Brazdova, Interludio di Sardegna, citato nel libro della Murgia)
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lunedì 1 luglio 2013
"Solo la fame fa l'uomo ecologico"
"L'uomo non vuole vivere felice. Perchè desidera sempre quello che non ha.
E' quel passo in più che ci frega."
(Mauro Corona)
http://www.youtube.com/watch?v=HW-ncD1ffnY
http://www.youtube.com/watch?v=Vz8JBrlzsA0&feature=endscreen&NR=1
E' quel passo in più che ci frega."
(Mauro Corona)
http://www.youtube.com/watch?v=HW-ncD1ffnY
http://www.youtube.com/watch?v=Vz8JBrlzsA0&feature=endscreen&NR=1
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venerdì 22 marzo 2013
W. Herzog: Dove sognano le Formiche Verdi-
Un film sul Silenzio.
Il Silenzio della Fine.
Il silenzio del Deserto, della Terra spaccata dalla nostra dinamite, dai nostri ascensori, dai nostri supermercati, dai nostri cellulari, dal nostro rumore, dalle nostre chiacchere inutili.
Il Silenzio della Terra, che si prepara a deflagrare per annientare i suoi carnefici.
Il Silenzio delle Formiche Verdi, che hanno smesso di Sognare, e, sveglie, volano a sciami enormi, giganteschi, oscurando il cielo, per distruggerci, per distruggere chi ha ferito mortalmente la Terra e dissacrato i suoi Luoghi Sacri.
Un margine, è lasciato, per sognare, la possibilità, che oltre l'orizzonte, oltre la Fine, nel Silenzio, nuovi Inizi - stanno incubando nella Terra del Sogno.
Ma ovunque regna e regnerà il Silenzio.
Le chiacchere non bastano più a coprire l'assordante frastuono del suo enigma, quel frastuono che riempie di terrore di disperazione e di abisso i volti degli aborigeni australiani in questo film, volti scavati nella roccia, nella terra, nell'orrore di chi questo Abisso lo percepisce chiaramente, perchè è da sempre connesso con la terra, le radici della Visione sprofondate nell'Anima del Deserto.
Sguardi persi nella Visione dell'Apocalissi.
Guardiani del Tempio.
Immobili seduti a guardare in silenzio la Fine che avanza, cercando di difendere lo Spazio Sacro, la Terra Sacra fuori e dentro di loro-
Guardiani inerti, inermi, con le mani incatenate-
-O forse non tanto-
Guardiani che sapranno difendere il Cuore della Terra, il Sogno, attraversando l'Apocalissi verso la terra oltre l'orizzonte dove sono volate le Formiche Verdi.
-traghettatori, forse-
-Forse solo apparentemente impotenti-
-
-Intanto, le parole si inceppano, gli ascensori si fermano, gli orologi digitali cominciano a squillare all'improvviso, la Macchina si spacca, gli ingranaggi vanno in tilt, il sistema economico impazzisce, l'Automa collassa, e appare sempre più evidente che ogni parola, ogni discorso, ogni azione sono completamente inutili e fuori luogo, nel moltiplicarsi fragoroso del Silenzio che si approssima.
"Ma allora è tutto inutile?" commenta a fine film Sacrilegio.
Dopo un po' di titubazione, nell'inquietudine estrema che lascia questo film, con poc voglia di parlare, di dire una cosa qualsiasi, provo a mormorare il detto ebraico: "Chi salva una vita salva il mondo intero."
-Risuona incerto questo filo di speranza.
Ma forse, nel prenderci cura di un cane, una persona o una pianta, nel coltivare piccoli Sogni con la nostra piccola, attenta, microscopica passione, possiamo - io spero - farci simili ai Guardiani delle Formiche Verdi, inamovibili moniti sacri con il cuore sprofondato nel Cuore della Terra. Custodi esili. Sacerdoti minimi. Silenziosi strambi sacerdoti del piccolo.
"Anche per Dostoevskij [oltre che per Nietzsche] la prognosi è ottimistica; egli non vede nel nichilismo la fase ultima, mortale, ma anzi lo ritiene guaribile e, precisamente, guaribile attraverso il dolore. Il destino di Raskol'nikov fa vedere, prefigurandola, la grande trasformazione che coinvolgerà milioni di uomini. Anche qui si ha l'impressione che il nichilismo sia concepito come fase necessaria all'interno di un movimento orientato a scopi ben precisi.
(...)
L'ottimismo, come anche il pessimismo, di questa risposta, si abbarbica, è vero, alle prove, ma non si fonda su di esse. Si tratta di ordini diversi; ciò che conferisce forza di persuasione all'ottimismo è la profondità, alla prova è la chiarezza. L'ottimismo può raggiungere strati in cui il futuro, ancora assopito, viene fecondato. In tal caso lo si incontra come un sapere che raggiunge profondità maggiori che non la forza dei fatti - che addirittura può suscitarli. Il suo fulcro è più nel carattere che nel mondo. Un ottimismo fondato su queste basi va apprezzato in se stesso, dal momento che proprio la volontà la speranza e la stessa prospettiva futura devono dare a chi lo professa la forza di resistere nel mutevole corso della storia e dei suoi pericoli. Molte cose dipendono da questo." (E. Junger, Oltre la linea [scritto del 1950], in E. Junger - M. Heidegger, Oltre la linea. Sottolineatura in corsivo mia.)
P.S.: Chiedo scusa per essermi permesso di scrivere questo breve articolo nella quasi totale ignoranza sulla cultura degli Aborigeni d'Australia.
Chiedo scusa se, come è probabile, le mie parole non sono coerenti con queste Tradizioni.
Questo articolo vuole solo esprimere le mie suggestioni emotivo-analogiche di fronte alla visione di questo film, che comunque penso abbia anche un valore e un linguaggio universali.
Il Silenzio della Fine.
Il silenzio del Deserto, della Terra spaccata dalla nostra dinamite, dai nostri ascensori, dai nostri supermercati, dai nostri cellulari, dal nostro rumore, dalle nostre chiacchere inutili.
Il Silenzio della Terra, che si prepara a deflagrare per annientare i suoi carnefici.
Il Silenzio delle Formiche Verdi, che hanno smesso di Sognare, e, sveglie, volano a sciami enormi, giganteschi, oscurando il cielo, per distruggerci, per distruggere chi ha ferito mortalmente la Terra e dissacrato i suoi Luoghi Sacri.
Un margine, è lasciato, per sognare, la possibilità, che oltre l'orizzonte, oltre la Fine, nel Silenzio, nuovi Inizi - stanno incubando nella Terra del Sogno.
Ma ovunque regna e regnerà il Silenzio.
Le chiacchere non bastano più a coprire l'assordante frastuono del suo enigma, quel frastuono che riempie di terrore di disperazione e di abisso i volti degli aborigeni australiani in questo film, volti scavati nella roccia, nella terra, nell'orrore di chi questo Abisso lo percepisce chiaramente, perchè è da sempre connesso con la terra, le radici della Visione sprofondate nell'Anima del Deserto.
Sguardi persi nella Visione dell'Apocalissi.
Guardiani del Tempio.
Immobili seduti a guardare in silenzio la Fine che avanza, cercando di difendere lo Spazio Sacro, la Terra Sacra fuori e dentro di loro-
Guardiani inerti, inermi, con le mani incatenate-
-O forse non tanto-
Guardiani che sapranno difendere il Cuore della Terra, il Sogno, attraversando l'Apocalissi verso la terra oltre l'orizzonte dove sono volate le Formiche Verdi.
-traghettatori, forse-
-Forse solo apparentemente impotenti-
-
-Intanto, le parole si inceppano, gli ascensori si fermano, gli orologi digitali cominciano a squillare all'improvviso, la Macchina si spacca, gli ingranaggi vanno in tilt, il sistema economico impazzisce, l'Automa collassa, e appare sempre più evidente che ogni parola, ogni discorso, ogni azione sono completamente inutili e fuori luogo, nel moltiplicarsi fragoroso del Silenzio che si approssima.
"Ma allora è tutto inutile?" commenta a fine film Sacrilegio.
Dopo un po' di titubazione, nell'inquietudine estrema che lascia questo film, con poc voglia di parlare, di dire una cosa qualsiasi, provo a mormorare il detto ebraico: "Chi salva una vita salva il mondo intero."
-Risuona incerto questo filo di speranza.
Ma forse, nel prenderci cura di un cane, una persona o una pianta, nel coltivare piccoli Sogni con la nostra piccola, attenta, microscopica passione, possiamo - io spero - farci simili ai Guardiani delle Formiche Verdi, inamovibili moniti sacri con il cuore sprofondato nel Cuore della Terra. Custodi esili. Sacerdoti minimi. Silenziosi strambi sacerdoti del piccolo.
"Anche per Dostoevskij [oltre che per Nietzsche] la prognosi è ottimistica; egli non vede nel nichilismo la fase ultima, mortale, ma anzi lo ritiene guaribile e, precisamente, guaribile attraverso il dolore. Il destino di Raskol'nikov fa vedere, prefigurandola, la grande trasformazione che coinvolgerà milioni di uomini. Anche qui si ha l'impressione che il nichilismo sia concepito come fase necessaria all'interno di un movimento orientato a scopi ben precisi.
(...)
L'ottimismo, come anche il pessimismo, di questa risposta, si abbarbica, è vero, alle prove, ma non si fonda su di esse. Si tratta di ordini diversi; ciò che conferisce forza di persuasione all'ottimismo è la profondità, alla prova è la chiarezza. L'ottimismo può raggiungere strati in cui il futuro, ancora assopito, viene fecondato. In tal caso lo si incontra come un sapere che raggiunge profondità maggiori che non la forza dei fatti - che addirittura può suscitarli. Il suo fulcro è più nel carattere che nel mondo. Un ottimismo fondato su queste basi va apprezzato in se stesso, dal momento che proprio la volontà la speranza e la stessa prospettiva futura devono dare a chi lo professa la forza di resistere nel mutevole corso della storia e dei suoi pericoli. Molte cose dipendono da questo." (E. Junger, Oltre la linea [scritto del 1950], in E. Junger - M. Heidegger, Oltre la linea. Sottolineatura in corsivo mia.)
P.S.: Chiedo scusa per essermi permesso di scrivere questo breve articolo nella quasi totale ignoranza sulla cultura degli Aborigeni d'Australia.
Chiedo scusa se, come è probabile, le mie parole non sono coerenti con queste Tradizioni.
Questo articolo vuole solo esprimere le mie suggestioni emotivo-analogiche di fronte alla visione di questo film, che comunque penso abbia anche un valore e un linguaggio universali.
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lunedì 11 marzo 2013
Meta-gnomica.
Ricordo che
verso la fine dell'università, dopo diversi anni a studiare filosofia, entrai
in polemica con l'esistenzialismo e l'Heidegger di Essere e tempo, entrambe filosofie
che ruotano attorno al concetto di possibilità,
e quindi all'apertura al possibile per eccellenza, l'essere per la morte;
e in cui le cose del mondo, le semplici
presenze sono una specie di
nulla per l'Esserci che è
l'essere umano, che è un essere-per-le-possibilità, per il quale quindi le cose
in quanto tali non hanno alcun valore. Entrai contemporaneamente in polemica
anche con la teologia di Simone Weil, in cui il mondo è soltanto un magma senza
senso dominato dalla forza della pesantezza,
cioè della cieca e più bassa volontà di vita, incapace di un'etica e di un
senso; in cui l'unico senso possibile arriva dalla Grazia, che è una luce che
arriva da un Dio radicalmente trascendente, radicalmente estraneo alla logica
del mondo, che ci salva facendoci fare un salto, una trasfigurazione che ci toglie alla pesantezza mondana; e in cui perciò, di nuovo, il
mondo è una specie di nulla.
Immaginai che potesse esistere una forma di pensiero anti-metafisico, ma anche estraneo alle altrettanto astratte filosofie laiche; un pensiero anti-filosofico, anti-teologico che invece si occupasse dei volti, dei luoghi, dei personaggi, dei crocicchi, degli eventi irripetibili che si incontrano nel mondo.
Un pensiero-mappa del mondo, empirista ma irriducibile ai riduzionismi del pensiero scientifico moderno e anche dell'empirismo filosofico, che si occupasse delle singole stranezze, delle singole unicità che si incontrano vagando nelle vie del mondo, degli individui, delle case, delle strade, dei boschi, dei lampioni, dei gatti randagi, dei vicoli, degli angoli bui, delle crepe del mondo, dei sentieri, dei cani, dei cuculi, dei luoghi e delle loro energie, aure, delle cose insolite, irripetibili, dei monstra, degli angeli, delle persone e delle loro storie, disegnando mappe che sono anche bestiari, racconti, disegni. Codici che contengono gli eventi, le persone, gli animali, le piante, i luoghi e le cose viste nella loro unicità, strappati a ogni generalizzazione, ma non per questo ridotti a una concatenazione meccanica di fatti successivi inanellati dal principio di causa e effetto, ma connessi anche da associazioni misteriose, nessi invisibili, analogie intuitive.
Una mappa-pensiero in cui si incontrano brandelli di narrazioni e di idee differenti, irriducibili l'una all'altra, a volte non comunicanti, non traducibili, non accostabili, lingue diverse, segni, simboli, storie senza un sostrato filosofico comune.
Immaginai che potesse essere esistito un pensiero di questo tipo soprattutto nei ghetti ebraici, lontani dalle scuole di filosofia principali, ma in pensatori non strettamente legati neanche alle metafisiche e alla mistica ebraiche, sebbene magari le conoscessero bene, e neppure ai vari filosofi ebrei. Un pensiero più vicino ai vicoli alle ombre ai personaggi e alle storie del ghetto, e a tutte le possibili riflessioni associazioni e interpetazioni su di esse, che non a una qualsiasi metafisica definita.
Un pensiero a metà fra empirismo radicale e interrogazioni metafisiche. Interrogazioni senza risposte.
Un pensiero-mappa del mondo infinito, senza una fine, ma in cui ogni singolo volto di persona, animale, luogo, pianta o cosa
appare come un unicum, una sorta di miracolo irripetibile e inspiegabile, e in cui tutte le singole cose sono avvolte nel mistero, ma anche collegate da intrecci e nessi più o meno rappresentabili.
Un pensiero del mondo, mondano, ma non materialista.
Un pensiero del frammento incompleto: tutto è frammento, sentieri interrotti si diramano dalle crepe di ogni cosa, ogni cosa ogni volta la si incontra come per la prima volta, eppure tutto è storia. Anzi, storie.
Un pensiero-letteratura-antropologia-sociologia-contraddizione-enigma-scienza naturale-metafisica-aneddoto-geografia-filosofia-fiaba-osservazione-fisica-tragedia-farsa-azione-silenzio-storia-poesia-fisiognomica-alchimia-metamorfosi-ipotesi-dubbio-analisi-ottimismo-etica-etnica-pathos-patafisica-intuizione-associazione-mito-religione-leggende-scetticismo-simboli-sentimento-emozioni-racconto-pittura-biologia-esegesi-ermeneutica-fenomenologia-esistenza-magia-fatto-barzelletta-teatro-cinema-chiacchera.
Una grande enciclopedia mistica incompiuta dell'universo nel suo sbilenco, multicentrico, eterogeneo, bizzarro, poliglotta, stralunato, vorticante manifestarsi/brulicare in frammenti sempre diversi, collegati da nessi inspiegabili.
Per citare Pasolini, una forma di empirismo eretico.
Un pensiero in cui il volto di Dio è nascosto, assente, ma in cui indizi del divino, di Dei o di Dio, possono essere osservati in ogni cosa - tracce mute, orme strambe, rumori segreti, suono corale dissonante, polimorfici indizi, enigmi indicibili, segni vitali anarchici, musica storpia, ribollire inquieto, umana inquietudine rimestata nel limite, bellezza intraducibile, squarci-urlo verso Altrovi e polvere di luna trasportata dal vento insieme a voci lontane.
Immaginai che potesse esistere una forma di pensiero anti-metafisico, ma anche estraneo alle altrettanto astratte filosofie laiche; un pensiero anti-filosofico, anti-teologico che invece si occupasse dei volti, dei luoghi, dei personaggi, dei crocicchi, degli eventi irripetibili che si incontrano nel mondo.
Un pensiero-mappa del mondo, empirista ma irriducibile ai riduzionismi del pensiero scientifico moderno e anche dell'empirismo filosofico, che si occupasse delle singole stranezze, delle singole unicità che si incontrano vagando nelle vie del mondo, degli individui, delle case, delle strade, dei boschi, dei lampioni, dei gatti randagi, dei vicoli, degli angoli bui, delle crepe del mondo, dei sentieri, dei cani, dei cuculi, dei luoghi e delle loro energie, aure, delle cose insolite, irripetibili, dei monstra, degli angeli, delle persone e delle loro storie, disegnando mappe che sono anche bestiari, racconti, disegni. Codici che contengono gli eventi, le persone, gli animali, le piante, i luoghi e le cose viste nella loro unicità, strappati a ogni generalizzazione, ma non per questo ridotti a una concatenazione meccanica di fatti successivi inanellati dal principio di causa e effetto, ma connessi anche da associazioni misteriose, nessi invisibili, analogie intuitive.
Una mappa-pensiero in cui si incontrano brandelli di narrazioni e di idee differenti, irriducibili l'una all'altra, a volte non comunicanti, non traducibili, non accostabili, lingue diverse, segni, simboli, storie senza un sostrato filosofico comune.
Immaginai che potesse essere esistito un pensiero di questo tipo soprattutto nei ghetti ebraici, lontani dalle scuole di filosofia principali, ma in pensatori non strettamente legati neanche alle metafisiche e alla mistica ebraiche, sebbene magari le conoscessero bene, e neppure ai vari filosofi ebrei. Un pensiero più vicino ai vicoli alle ombre ai personaggi e alle storie del ghetto, e a tutte le possibili riflessioni associazioni e interpetazioni su di esse, che non a una qualsiasi metafisica definita.
Un pensiero a metà fra empirismo radicale e interrogazioni metafisiche. Interrogazioni senza risposte.
Un pensiero-mappa del mondo infinito, senza una fine, ma in cui ogni singolo volto di persona, animale, luogo, pianta o cosa
appare come un unicum, una sorta di miracolo irripetibile e inspiegabile, e in cui tutte le singole cose sono avvolte nel mistero, ma anche collegate da intrecci e nessi più o meno rappresentabili.
Un pensiero del mondo, mondano, ma non materialista.
Un pensiero del frammento incompleto: tutto è frammento, sentieri interrotti si diramano dalle crepe di ogni cosa, ogni cosa ogni volta la si incontra come per la prima volta, eppure tutto è storia. Anzi, storie.
Un pensiero-letteratura-antropologia-sociologia-contraddizione-enigma-scienza naturale-metafisica-aneddoto-geografia-filosofia-fiaba-osservazione-fisica-tragedia-farsa-azione-silenzio-storia-poesia-fisiognomica-alchimia-metamorfosi-ipotesi-dubbio-analisi-ottimismo-etica-etnica-pathos-patafisica-intuizione-associazione-mito-religione-leggende-scetticismo-simboli-sentimento-emozioni-racconto-pittura-biologia-esegesi-ermeneutica-fenomenologia-esistenza-magia-fatto-barzelletta-teatro-cinema-chiacchera.
Una grande enciclopedia mistica incompiuta dell'universo nel suo sbilenco, multicentrico, eterogeneo, bizzarro, poliglotta, stralunato, vorticante manifestarsi/brulicare in frammenti sempre diversi, collegati da nessi inspiegabili.
Per citare Pasolini, una forma di empirismo eretico.
Un pensiero in cui il volto di Dio è nascosto, assente, ma in cui indizi del divino, di Dei o di Dio, possono essere osservati in ogni cosa - tracce mute, orme strambe, rumori segreti, suono corale dissonante, polimorfici indizi, enigmi indicibili, segni vitali anarchici, musica storpia, ribollire inquieto, umana inquietudine rimestata nel limite, bellezza intraducibile, squarci-urlo verso Altrovi e polvere di luna trasportata dal vento insieme a voci lontane.
(Diogene senza l'anima?)
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unicum
mercoledì 20 febbraio 2013
Da "Psicologia di massa del fascismo" di Wilhelm Reich.
"Secondo il significato caratteriale "il fascismo" è l'atteggiamento emozionale fondamentale dell'uomo autoritariamente represso dalla civiltà delle macchine e dalla sua concezione meccanistico-mistica della vita. Il carattere meccanicistico-mistico degli uomini del nostro tempo crea i partiti fascisti e non viceversa. (...) Le mie esperienze analitico-caratteriali mi convinsero invece che oggi non esiste assolutamente nessuno che non porti in sè gli elementi del modo di pensare e sentire fascista. Il fascismo come movimento politico si differenzia da altri partiti reazionari per il fatto che viene sostenuto e diffuso dalle masse umane. Mi rendo perfettamente conto dell'enorme responsabilità che deriva da simili affermazioni. Augurerei, nell'interesse del nostro mondo tormentato, che le masse lavoratrici si rendessero conto con altrettanta chiarezza della loro responsabilità per quanto riguarda il fascismo. (...) Poichè il fascismo si manifesta sempre e ovunque come un movimento sorretto dalle masse umane, tradisce tutti i tratti e tutte le contraddizioni della struttura caratteriale delle masse umane: non è, come si crede generalmente, un movimento puramente reazionario, ma costituisce un amalgama tra emozioni ribelli e idee sociali reazionarie.
Se per rivoluzione si intende la ribellione razionale contro condizioni insopportabili nella società umana, la volontà razionale di "andare a fondo a tutte le cose" ("radicale" - "radix" - "radice") e di migliorarle, allora il fascismo non è mai rivoluzionario. Non vi è dubbio che esso può fare la sua comparsa ammantato di sentimenti rivoluzionari. Ma non si chiamerà rivoluzionario quel medico che combatte con sfrenate imprecazioni una malattia, ma al contrario quello che con calma, coraggiosamente e coscienziosamente, cerca e combatte le cause della malattia. La ribellione fascista nasce sempre laddove una emozione rivoluzionaria viene trasformata in illusione per paura della verità.
Il fascismo, nella sua forma più pura, è la somma di tutte le reazioni irrazionali del carattere umano medio. (...)
L'ideologia razziale è una tipica espressione caratteriale biopatica dell'uomo orgasticamente impotente.
Il carattere sadico-pervertito dell'ideologia razziale tradisce la sua natura anche nel suo atteggiamento di fronte alla religione. (...)
La mentalità fascista è la mentalità dell'"uomo della strada" mediocre, soggiogato, smanioso di sottomettersi ad un'autorità e allo stesso tempo ribelle. Non è casuale che tutti i dittatori fascisti escano dalla sfera sociale del piccolo uomo della strada reazionario. Il grande industriale e il militarista feudale approfittano di questa circostanza sociale per i propri scopi, dopo che questi si sono sviluppati nell'ambito della generale repressione vitale. La civiltà meccanicistica ed autoritaria raccoglie, sotto la forma del fascismo, solo dal piccolo borghese represso ciò che da secoli ha seminato, come mistica mentalità del caporale di giornata e automatismo fra le masse degli uomini mediocri e repressi. Questo piccolo borghese ha copiato fin troppo bene il comportamento del grande e lo riproduce in modo deformato e ingigantito. (...)
Ciò che è vivo può esistere senza il fascismo, ma il fascismo non può vivere senza ciò che è vivo. Il fascismo è il vampiro avvinghiato al corpo dei viventi che sfoga i suoi impulsi omicidi quando l'amore si ridesta in primavera invocando la naturale realizzazione.
(...)
Ciò che è vivo non può "prendere il potere con la violenza" perchè non saprebbe che farsene del potere. Forse questa conclusione significa che la vita sarà per sempre vittima e martire del gangsterismo politico e che il politicante continuerà a succhiare per sempre il suo sangue?
Questa conclusione sarebbe errata."
(Wilhelm Reich, "Psicologia di massa del fascismo - Come nasce e perchè si diffonde il misticismo organizzato", evidenziazioni in corsivo mie)
Se per rivoluzione si intende la ribellione razionale contro condizioni insopportabili nella società umana, la volontà razionale di "andare a fondo a tutte le cose" ("radicale" - "radix" - "radice") e di migliorarle, allora il fascismo non è mai rivoluzionario. Non vi è dubbio che esso può fare la sua comparsa ammantato di sentimenti rivoluzionari. Ma non si chiamerà rivoluzionario quel medico che combatte con sfrenate imprecazioni una malattia, ma al contrario quello che con calma, coraggiosamente e coscienziosamente, cerca e combatte le cause della malattia. La ribellione fascista nasce sempre laddove una emozione rivoluzionaria viene trasformata in illusione per paura della verità.
Il fascismo, nella sua forma più pura, è la somma di tutte le reazioni irrazionali del carattere umano medio. (...)
L'ideologia razziale è una tipica espressione caratteriale biopatica dell'uomo orgasticamente impotente.
Il carattere sadico-pervertito dell'ideologia razziale tradisce la sua natura anche nel suo atteggiamento di fronte alla religione. (...)
La mentalità fascista è la mentalità dell'"uomo della strada" mediocre, soggiogato, smanioso di sottomettersi ad un'autorità e allo stesso tempo ribelle. Non è casuale che tutti i dittatori fascisti escano dalla sfera sociale del piccolo uomo della strada reazionario. Il grande industriale e il militarista feudale approfittano di questa circostanza sociale per i propri scopi, dopo che questi si sono sviluppati nell'ambito della generale repressione vitale. La civiltà meccanicistica ed autoritaria raccoglie, sotto la forma del fascismo, solo dal piccolo borghese represso ciò che da secoli ha seminato, come mistica mentalità del caporale di giornata e automatismo fra le masse degli uomini mediocri e repressi. Questo piccolo borghese ha copiato fin troppo bene il comportamento del grande e lo riproduce in modo deformato e ingigantito. (...)
Ciò che è vivo può esistere senza il fascismo, ma il fascismo non può vivere senza ciò che è vivo. Il fascismo è il vampiro avvinghiato al corpo dei viventi che sfoga i suoi impulsi omicidi quando l'amore si ridesta in primavera invocando la naturale realizzazione.
(...)
Ciò che è vivo non può "prendere il potere con la violenza" perchè non saprebbe che farsene del potere. Forse questa conclusione significa che la vita sarà per sempre vittima e martire del gangsterismo politico e che il politicante continuerà a succhiare per sempre il suo sangue?
Questa conclusione sarebbe errata."
(Wilhelm Reich, "Psicologia di massa del fascismo - Come nasce e perchè si diffonde il misticismo organizzato", evidenziazioni in corsivo mie)
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domenica 10 febbraio 2013
UN AFORISMA DI NIETZSCHE CONTRO IL FASCISMO ONTOLOGICO.
"Solo quando l'uomo si distoglierà da sè stesso, salterà al di là della sua stessa ombra e, davvero, nel suo sole." (F. Nietzsche)
Un frammento mi pare quasi induista.
Non certo in un senso dogmatico-religioso-moralistico sicuramente, ma un invito al superamento dell'ego e dei suoi attaccamenti in un senso più viscerale, radicale, ontologico.
Un'esortazione al superamento di quello che io chiamerei fascismo ontologico.
Come già accennato nel post contro il fascismo musicale, fascismo non è solo un'ideologia politica ben determinata, autoritaria e violenta. Fascismo è anche l'impostazione filosofica, ideologica di tutta la nostra maniera di pensare, di essere.
Definisco fascismo ontologico tutta l'impostazione di pensiero fondata sul principio di non-contraddizione, che da Aristotele ha dominato la filosofia e il pensiero occidentali, e che forse non è stato ancora superato, nonostante le innumerevoli critiche a questo principio che a partire da Nietzsche sono state fatte da numerosissimi filosofi.
Il principio di non-contraddizione si può riassumere così: una cosa o è oppure non è in una determinata maniera. Le due cose si escludono. Oppure: una cosa o è sè stessa o è il suo contrario. O ancora: è impossibile che un cosa sia al contempo sè stessa e il suo contrario. Oppure ancora: il soggetto A ha la proprietà X, oppure non ce l'ha. O infine: A per definizione non può essere non-A. In tutti i casi in cui è vera la sentenza K, è falsa la sentenza non-K (la sua negazione) e viceversa. La sentenza K, o è vera o è falsa. La somma dei casi in cui è vera e di quelli in cui è falsa, dà la totalità dei casi, e fra i due insiemi non esistono intersezioni. L'ambito in cui questo principio è più evidentemente falso, grottesco e assurdo, è l'ambito psicologico: o sei triste, o sei allegro. O anche: o sei introverso, o sei estroverso, o sei intelligente o sei stupido, o sei forte o sei debole, o sei razionale o sei emotivo, etc...
Altri aspetti del fascismo ontologico sono: la teoria gnoseologica fondata sull'immagine dello specchio, sempre di matrice aristotelica, e il riduzionismo incasellante cartesiano che riduce tutto l'esistente a due categorie rigidamente separate e distinte: la res cogitans, o anima, e la res extensa, o materia. Il materialismo è poi un'ulteriore degradamento riduzionistico di questa teoria.
Il primo aspetto afferma che le facoltà conoscitive non fanno altro che rispecchiare oggettivamente la realtà.
Il secondo aspetto, strettamente correlato al primo, afferma che qualsiasi cosa esista può essere classificata, in maniera rigidamente esclusiva, nelle due categorie di mente e materia, categorie nettamente contrapposte e non interscambiabili, mai sfocianti una nell'altra, mai contaminantesi, mai mescolate, mai interrelate se non sulla base del principio rigido di causa e effetto.
La conseguenza più immediatamente criticabile di quest'ultimo principio è la - innumerevoli volte criticata da moltissimi filosofi del '900 - separazione netta fra soggetto e oggetto, messi l'uno di fronte all'altro come due campi distinti e connessi esclusivamente da una forma di conoscenza oggettivante.
Infine, altri due aspetti: il principio di ragion sufficiente, alla base per esempio di tutta la filosofia di Schopenhauer, in base al quale tutto è connesso solo in base a precisi nessi di causa ed effetto; e di nuovo il cartesiano cogito ergo sum, criticatissimo dai filosofi del '900 sia perchè afferma la dipendenza dell'esistere dal pensiero (mentre a partire da Nietzsche, poi per esempio anche da Freud, l'esistere precede il pensiero) sia perchè afferma la sostanzialità, una, indivisibile e nettamente separata dal resto del mondo e degli altri soggetti, del soggetto.
Ma torniamo al frammento di Nietzsche.
Distogliersi da sè stessi.
Saltare al di là della propria ombra.
Cioè, a me sembra: voltarsi rispetto alla propria immagine, rispetto allo sguardo incentrato, concentrato in sè stessi. Voltarsi e andare oltre. Nel mondo così com'è. Nel proprio sole.
Voltarsi verso il mondo, lasciandosi dietro di sè tutte le fissazioni, le ossessioni, i tic, le nevrosi, i pensieri continuamente rimuginati, le idee fisse, le opinioni, le lamentele, gli auto-vittimismi, le auto-narrazioni di grandezza e di superiorità, i mentalismi iper-analitici sterili, gli abbattimenti svuotati, gli auto-eccitamenti di esaltazioni narcisistiche, le definizioni, gli attaccamenti ideologici, pessimismi lamentosi, ottimismi forzati - tutto quello che si potrebbe chiamare un'ontologia, una maniera di esistere definita, una personalità definita, un essere statico, stagnante, auto-oppresso perchè continuamente auto-rivolto su sè stesso e sui propri pensieri-caselle attraverso cui si filtra il mondo, sè stessi, gli altri, tutte cose che così se ne restano in realtà lontane, distanti anni-luce, indifferenti, oggettificate, irrigidite, agghiacciate, conosciute solo attraverso lenti deformanti, attraverso filtri di schemi ideologici iper-mentali, pre-esperienziali, e mai vissuti direttamente, così come sono, così come si presentano al nostro esistere, parte stessa co-originaria di noi stessi, del nostro essere, pre-esistenti al nostro pensiero, co-sostanziali in uno stesso processo di vita-vite-spirito-spiriti-cose-desiderio-desideri-passione-passioni-azioni-emozioni-pensieri-storie-cuore-progetti-corpo-muscoli-nervi-corpi-percezioni-sentimenti-sensazioni-associazioni-simboli-segni-frammenti-intuizioni-nessi-esperienze-immagini-atomi-parole-interpretazioni-frammenti-sentieri-attimi in cui tutto è strettamente intrecciato e co-ontologico.
Distogliersi da qualsiasi scacco logico, qualsiasi loop cerebrale, corto-circuito esperienziale-vitale.
Lasciare perdere tutto e inoltrarsi nella vita, così com'è, inoggettivo flusso aperto, indeterminato essere in divenire.
Lasciare perdere tutte le cazzate in cui ci perdiamo, gli specchietti per le allodole che ci fabbrichiamo da soli per auto-immolarci, auto-ingabbiarci in templi-prigioni sacri alla negazione della vita, alla celebrazione del nulla, di simulacri, di inutili fissazioni mentali, ripetizioni inerti dell'eternamente identico per sottrarci alla Vita nella sua assurda, contradittoria, regale, lussureggiante, fragorosa, inquietante, strabordante, fitta, selvaggia, espansiva, meravigliosa, spaventosa ricchezza: infinito divenire sempre imprevedibile, magico, eruttante, infinito oceano in tempesta di pienezza contraddittoria e ridente, mai definibile.
Un esempio pratico: qualcuno è convinto di essere stonato.
Pensiero non-contraddittorio depresso-pessimista: "Sono stonato. Non c'è niente da fare."
Il positive-thinking proporrebbe a questa persona: mettiti davanti allo specchio, guardati bene negli occhi, e dì ad alta voce: "IO SONO UN GRANDISSIMO CANTANTE!!!!!!! IO SONO IL PIU' GRANDE CANTANTE DI TUTTI I TEMPI!!!!!!! IO SONO UN CANTANTE ECCEZIONALE, HO UNA VOCE ECCEZIONALE, SPLENDIDA, E TUTTI MI AMMIRANO PER QUESTO!!!!!!!!!"
Ora, non nego che questo tipo di esercizio possa, in certi casi, anche funzionare e dare dei risultati.
Tuttavia, il punto non è questo.
Facendo così, rimani nel principio di non-contraddizione.
Rimani sempre ingabbiato in un essere definito, una casella.
Pensiero non contraddittorio-positive thinking: "Io sono intonato." O meglio: "Io sono intonato!!!!!!"
Invece, distogliersi da sè stessi e saltare al di là della propria ombra significa: Dimentica di essere stonato! Dimentica di essere intonato! Dimentica ogni maniera pre-definita di essere, e comincia a VIVERE, ad inoltrarti nello spazio aperto della vita! Cioè: CREA!!!!! Emetti suoni, rumori, versi, sussurri, grida, vocalizzazioni, nenie, mantra, parole, bestemmie, canzoni, poesie, rantoli, ansimi, strepiti, note, gorgheggi, quello che ti viene!!!!! Se ti muovi al di fuori delle costrizioni dell'essere precostituito, definito, e ti inoltri nel mare aperto del non-essere, o essere libero, spontaneo, assurdo, creatore, affermativo, se affermi la vita senza nessun contenuto e crei cose mai viste sulla faccia della terra perchè semplicemente sgorganti spontaneamente dall'attimo libero in divenire inedito che vivi, quella è già Arte!!!! E' già Musica, nel suo senso più sublime, al di là dei risultati, al di là delle tecniche, al di là dell'essere musicale costituito coi suoi stereotipi!!!!!
L'arte nasce dove cessa di esistere il principio di non-contraddizione. Il resto è tecnica, ripetizione, esecuzioni ammaestrate.
L'arte è l'atteggiamento di chi invece di descrivere, ripetere, lamentarsi, elencare, inveire, reagire, puntualizzare, recriminare, incolpare, ribattere, sottolineare, indottrinare, affermare, ribadire, convertirsi, aizzare, discutere, battibeccare, attaccare, azzannare, perdersi in chiacchere, analizzare, pensare, criticare, giudicare, soppesare, valutare, conoscere, definire, esitare, sapere, CREA inedite, inesistenti, irripetibili, inesatte, imprecise, menefreghiste, allegre, affermative esperienze inclassificabili secondo i già noti dualismi contrappositivi: o così - oppure - così - principio di non contraddizione: il creatore - non certo semplice "creativo" - s'inventa invece una logica radicalmente diversa grazie alla quale vengono alla luce sulla Terra alternative nuove, mai pensate, non previste nè etichettabili - in questa maniera decreando l'esistente e aprendolo a nuove possibilità, che lui/lei afferma con gioia fregandosene delle caselline interpretative precostituite, delle credenze, superstizioni, definizioni logiche -
" "Mi sembra che tu abbia cattive intenzioni, si potrebbe credere che tu voglia rovinare l'uomo" - dissi una volta al dio Dioniso. "Forse" rispose il dio "ma solo in modo che ne venga fuori qualcosa per lui." - "E cosa mai?" domandai io curioso. - "Chi mai, dovresti chiedere". Così parlò Dioniso, tacendo poi al modo che gli è proprio, ossia con aria tentatrice. Avreste dovuto vederlo! - Era primavera e tutti gli alberi erano gonfi di giovane linfa. " (F. Nietzsche, Frammenti postumi)
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sabato 12 gennaio 2013
Ritorneranno le quattro stagioni!
http://www.youtube.com/watch?v=Ia7CNAte3Dw&feature=youtu.be
ps: il titolo è preso a prestito dall'omonimo libro di Mauro Corona, che niente ha a che vedere con l'argomento del video... a parte un comune sentimento di rispetto, amore e venerazione verso la natura, e un sottile filo di speranza (nel caso del video invece un torrente in pienadi speranza) ancorato alla fiducia nell'antica alleanza fra gli uomini e la loro Madre...
ps: il titolo è preso a prestito dall'omonimo libro di Mauro Corona, che niente ha a che vedere con l'argomento del video... a parte un comune sentimento di rispetto, amore e venerazione verso la natura, e un sottile filo di speranza (nel caso del video invece un torrente in pienadi speranza) ancorato alla fiducia nell'antica alleanza fra gli uomini e la loro Madre...
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venerdì 4 gennaio 2013
Filosofi guerrieri poeti giullari burloni.
“Il cane è una specie di giocoso guerriero che va avanti tra
imprese, burla, salvataggi, conquiste, eroismi.” (Antonio Faeti)
Foto: Sacrilegio, Al salvataggio!
Nella foto: Sgrinchomannus.
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giovedì 27 dicembre 2012
altre risa di Dioniso in forma di musica.
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Dialogo fra il Piccolo Sè e il Grande Sè (Mantra).
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mercoledì 23 maggio 2012
La Vita è un fenomeno strano, magico, multiforme, contraddittorio, meraviglioso, potente, misterioso, illimitato, a cui si ha accesso al costo di staccare la testa di netto, ogni singolo momento che viviamo, al demone/agnello sacrificale del nostro delirio di onnipotenza. E, cioè, scegliere.
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mercoledì 5 ottobre 2011
Non sempre sono d'accordo con la mia opinione. (Paul Valery)
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Posso resistere a tutto, tranne che a essere d'accordo con questo aforisma.
venerdì 19 agosto 2011
Simone Weil e gli Dei
Spogliandoci di tutto, dice Simone, di tutta l'immaginazione, di tutte le passioni, di tutte le attese del futuro, di tutti i rimpianti del passato, di tutta la farneticazione della mente, di tutto il rumore, di qualsiasi identità, di qualsiasi orgoglio e identificazione (soprattutto spirituali) di qualsiasi ricompensa e compiacimento, si produce un vuoto. un vuoto intollerabile, assoluto, che normalmente si riempie, subito, a qualsiasi costo con qualsiasi illusione di qualsiasi tipo, qualsiasi forma di narcisismo, o con l'esercitare potere sugli altri, "espandendosi come un gas" per non restare nel proprio vuoto. Oppure: si resta "immobili e attenti" di fronte a questo vuoto, così com'è, contraddizione che lacera le carni anche del semplice sussistere, deflagrazione di ogni illusione consolatoria. E così si resta. A quel punto, se si è veramente umili e onesti, e se non si cerca assolutamente di ottenere niente, forse, la Grazia soprannaturale riempie quel vuoto.
Ma, mi chiedo, può essere - almeno, può essere, per qualcuno - che sottoponendosi - sottoponendosi con rigore, spietatezza, lucidità esatta, umiltà, verità a questo processo di autodenudamento psicologico interiore, possa comparire, al posto di una Luce mistica cristiana, una Luce che abbia le forme di Passioni, Creatività, Danze di Colori e Vuoto, Voci Antiche, ritmi, sussurri animisti di creature animali-spiriti amici? Tutto il piacere è "inesistente" come dice Simone? O può esistere un piacere puro, che sia nella Grazia? Può esistere un'immaginazione, e quindi un'Arte, che venga veramente - ma veramente, al di là di qualsiasi compiacimento intellettuale o psicologico - dagli Dei, senza mediazione? Esiste veramente qualcosa come un daimon della poesia, a cui il poeta semplicemente ubbidisce sotto dettatura? esiste una musica che sgorghi direttamente dal silenzio del cuore dell'Anima? E se tutto ciò esiste, forse, è solo per un attimo, già a ripensarci l'hai ucciso.
Ma, mi chiedo, può essere - almeno, può essere, per qualcuno - che sottoponendosi - sottoponendosi con rigore, spietatezza, lucidità esatta, umiltà, verità a questo processo di autodenudamento psicologico interiore, possa comparire, al posto di una Luce mistica cristiana, una Luce che abbia le forme di Passioni, Creatività, Danze di Colori e Vuoto, Voci Antiche, ritmi, sussurri animisti di creature animali-spiriti amici? Tutto il piacere è "inesistente" come dice Simone? O può esistere un piacere puro, che sia nella Grazia? Può esistere un'immaginazione, e quindi un'Arte, che venga veramente - ma veramente, al di là di qualsiasi compiacimento intellettuale o psicologico - dagli Dei, senza mediazione? Esiste veramente qualcosa come un daimon della poesia, a cui il poeta semplicemente ubbidisce sotto dettatura? esiste una musica che sgorghi direttamente dal silenzio del cuore dell'Anima? E se tutto ciò esiste, forse, è solo per un attimo, già a ripensarci l'hai ucciso.
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