di-segno di Sacrilegio Tempesta

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pARTICOLARE DI "Autunno", quadro di Diogene senza l'anima?. Foto di Sacrilegio Tempesta.
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martedì 7 ottobre 2014

Metropoli-centrismo




"I popoli indigeni sono i migliori conservazionisti e custodi del mondo naturale. Conoscono le loro terre e ciò che accade su di esse meglio di chiunque altro” ha dichiarato il Direttore generale di Survival, Stephen Corry. “Se vogliamo che la conservazione funzioni, le organizzazioni conservazioniste come il WWF devono rispettare la legge internazionale, proteggere i diritti dei popoli indigeni sulle loro terre, chiedere a loro qual è il tipo di aiuto di cui hanno bisogno per proteggere l’ambiente, ascoltarli ed essere poi pronti a sostenerli il più possibile. In tema di conservazione, è necessario un radicale cambiamento di mentalità." 

I pigmei perseguitati sulle loro terre da squadre anti-bracconaggio organizzate dal Wwf 

Ho letto anche articoli (parzialmente) analoghi (sebbene manchino le violenze dirette presenti nel caso dei pigmei) riguardo all'intervento della PETA nei territori dei nativi dell'estremo nord americano (eschimesi, diciamo) nel tentativo di impedirgli la tradizionale caccia alle foche, da sempre il loro principale mezzo di sostentamento. 

Personalmente mi sto sempre più dirigendo verso il vegetarianesimo, ma qui si vede il lato oscuro e problematico dell'animalismo più intollerante e di un certo tipo di ambientalismo.

Sono convinto che i popoli "indigeni" hanno diritto a mantenere le loro tradizioni, il loro stile di vita millenario e la sovranità sulla loro terra, anche perché sono convinto che sono i depositari della più efficace, complessa, radicata e sperimentata sapienza e saggezza sulla conservazione e interazione ecologica con la propria terra - sapere locale unico, inalienabile rapporto di simbiosi con una specifica terra, che solo loro conoscono veramente. 

Da loro invece, noi livellatori culturali e distruttori di foreste, sperperatori di risorse limitate, creatori di deserti, dovremmo solo imparare. 

Più complessa, ma imprescindibile, la questione declinata in terra europea: se si è d'accordo con quanto esposto qua sopra, in nome di cosa non applicare questa consapevolezza dell'insostituibilità ecologica delle culture locali anche alle nostre? 

Certo, noi siamo figli di una cultura alienata che in gran parte ha perso le sue radici, ma non dovremmo preservare come linfa preziosa per esempio ciò che è rimasto delle culture rurali locali, invece di giudicarle dalla nostra iper-razionale, iper-moderna, saccente, omologante prospettiva metropoli-centrica?

domenica 7 settembre 2014

Goga e Magoga


Goga e Magoga: che significa? (spiegazione di Davide van De Sfroos)


"Ho questa fissazione: ...che il proiettarsi in avanti a una velocità smodata a tutti i costi non è il futuro possibile. ...Il tornare indietro e vivere nel passato è una gran cagata. Ma il coraggio di guardare avanti accettando di rallentare... e di capire cosa c'è stato prima, di ricordare cosa c'è stato insegnato dai tempi.. da tutti i tempi, possa essere una vaga.. e dico vaga, speranza."  (Davide Van De Sfroos)





Goga e Magoga, la canzone





Varda scià,semm rüaa,saraa dent ne l'aragusta curazada.
Giruaghen nella nebbia che süghen el diluvio cunt i strasc.
E vureum tüt quel che gh'erum menga,per cercà tüt quel che gh'erum piö
E scapaum de ogni sit in duè rüaum,per truà un oltru sit de lassa indree..

Goga e magoga, l'è una danza sö l'angoscia che la giüga.
Goga e magoga, la macumba sö la tera che sufega.
Goga e magoga, il futuro in barca a vela chi lo paga?
Goga e magoga, el to santo prutetur urmai se droga!

Varda scià,semm rüaa,ne la crapa gh'emm un pesce motosega.
La girandula sö i ball,e i sogn di oltri li sistemum cul mazzott.
Gh'emm i öcc a damigiana e quaranta mungulfier tüt piee de ball.
I ricami sul cuscino e mitragliatrici a nastro suta 'l lecc.

Goga e magoga, l'è una danza sö l'angoscia che la giüga.
Goga e magoga, la macumba sö la tera che sufega.
Goga e magoga, il futuro in barca a vela chi lo paga?
Goga e magoga, el to santo prutetur urmai se droga!

E vabè, fa nagott, vemm a burlà ma l'è culpa della crisi.
I rifiuti,quelli brutti,li ho scundüti e non li ritroverai.
Akuaduulza! Acqua stüfa! De sta che a quatà la mia vergogna.
Giù sul fondo c'è il passato,ma 'l rifless de quel che semm l'è in süperfis.
Verde rame! La speranza! E il cemento armato di pazienza.
E l'arcangel el te presta la sua ala,per sügà i lacrim di to öcc.
E l'arcangel el te presta la sua ala ma,nöm ghe se netum dent el naas.
E se non bastano quadri,fiori e picche,
duperum anca i cör cumè curtej.

Sulla scala dei ricordi, sulla scala dei ricordi c'è la melma
E l'è un sit in duè l'è facil, l'è un sit in duè l'è facil sbrissigà.

Goga e magoga, e se s'cepa anca la sfera della maga.
Goga e magoga ,l'è una danza per cantà chi se ne frega.
Goga e magoga, se spargiamo un po' di sangue dopo asciuga.
Goga e magoga, vören tücc fà tumbula, rüga!!

(Davide Van De Sfroos)


Guarda qua, siamo arrivati, rinchiusi nell'aragosta corazzata.
Girovagano nella nebbia e asciugano il diluvio con gli stracci.
E volevamo tutto quello che non avevamo, per cercare tutto quello che non avevamo più.
E scappavamo da ogni luogo in cui arrivavamo, per trovare un altro luogo da lasciarci dietro...

Goga e magoga, è una danza sull'angoscia che gioca.
Goga e magoga, la macumba sulla terra che soffoca.
Goga e magoga, il futuro in barca a vela chi lo paga?
Goga e magoga, il tuo santo protettore ormai si droga!

Guarda qua, siamo arrivati, nella testa abbiamo un pesce motosega.
La girandola sulle palle, e i sogni degli altri li sistemiamo con la mazza.
Abbiamo gli occhi a damigiana e quaranta mongolfiere tutte piene di balle.
I ricami sul cuscino e mitragliatrici a nastro sotto il letto.

Goga e magoga, è una danza sull'angoscia che gioca.
Goga e magoga, la macumba sulla terra che soffoca.
Goga e magoga, il futuro in barca a vela chi lo paga? 
Goga e magoga, il tuo santo protettore ormai si droga!

E vabè, non fa niente, ci suicidiamo ma è colpa della crisi.
I rifiuti, quelli brutti, li ho nascosti e non li ritroverai.
Acqua dolce, acqua stufa! Di star qui a coprir la mia vergogna.
Giù sul fondo c'è il passato, ma il riflesso di quello che siamo è in superfice.
Verde rame! La speranza! E il cemento armato di pazienza.
E l'arcangelo ti presta la sua ala, per asciugare le lacrime dei tuoi occhi.
E l'arcangelo ti presta la sua ala, ma noi ci puliamo il naso.
E se non bastano quadri, fiori e picche,
Usiamo anche i cuori come coltelli.

Sulla scala dei ricordi, sulla scala dei ricordi c'è la melma.
Ed è un luogo in cui è facile, è un luogo in cui è facile scivolare.

Goga e magoga, e si rompe anche la sfera della maga.
Goga e magoga, è una danza per cantar chi se ne frega.
Goga e magoga, se spargiamo un po' di sangue tanto asciuga.
Goga e magoga, vogliono tutti far tombola,mescola!!


(traduzione di Cane - testo e traduzione trovati a questo link:



















sabato 21 giugno 2014

una poesia di Gary Snider sul futuro




PER I BAMBINI



Le alte montagne, le creste
delle statistiche
sono sotto i nostri occhi.
La salita ripida
di ogni cosa, va su,
su, mentre tutti noi andiamo giù.

Nel prossimo secolo,
o in quello successivo,
dicono,
ci saranno valli, pascoli
in cui ci incontreremo in pace,

se ce la facciamo.

Per scalare queste cime,
un consiglio per te,
per te
e per i tuoi figli:

state assieme,
imparate dai fiori,
siate lievi


(Gary Snider, da Turtle Island)



FOR THE CHILDREN


The rising hills, the slopes,
of statistics
lie before us.
the steep climb
of everything, going up,
up, as we all
go down.


In the next century
or the one beyond that,
they say,
are valleys, pastures,
we can meet there in peace
if we make it.


To climb these coming crests
one word to you, to
you and your children:


stay together
learn the flowers
go light




(Gary Snider, poeta, ecologista, pensatore tra i fautori delle correnti dell'ecologia profonda e del bioregionalismo)



(tratto dal blog http://www.sagarana.net/rivista/numero33/poesia9.html )









martedì 27 maggio 2014

ANCIENT SHAMANIC ROCK-


IL COMPITO DELL'ARTISTA E' SALVARE L'ANIMA DELL'UMANITA'

SE GLI ARTISTI NON TROVANO LA VIA, LA VIA NON PUO' ESSERE TROVATA.

(Terence Mc Kenna)




(Immagine: Paintbrush Warrior, di Mark Henson, riprodotta con l'esplicito consenso - da me richiesto - dell'autore. Tutti i diritti riservati. Per altri quadri di questo pittore che rappresenta l'oggi in maniera caoticamente visionaria, tra realtà socio-politica violenta tremenda ipertecnologica antropocentrica e sogno incantato spirituale, vedi il suo sito)

(Image: Paintbrush Warrior, by Mark Henson, reproduced with explicit ageement - asked by me - of the author. All rights protected by copyright. If you want to see other paintings by this painter who represent the present in a chaotic, visionary way, between tremendous violent hypertecnological anthropocentric socio-political reality and spiritual enchanted dream, go to his website)








Dire che l'arte (musica, poesia, etc...) debba servire a qualcosa è una bestemmia.

Ciò che caratterizza l'arte è esattamente un essere-fine-a-sé-stessa, un fare libero, un gioco liberato, tremendamente serio ma tremendamente autosufficiente, un fare completamente libero da scopi, un non-fare che ha nel proprio manifestarsi la sua autosufficente ragione di essere.

Tuttavia l'arte ha delle conseguenze (a cui non bisogna pensare nell'atto della libera espressione o della libera fruizione - due cose che poi sono la stessa).

L'arte, il canto, la danza, il proto-teatro, la musica, la poesia sono sempre state nelle culture antiche e nelle culture tribali maniere di curare, non nel senso strumentale di oggi, ma nel senso di riconnettere le identità spezzate e separate degli individui con un'Unità, divina, naturale, spirituale, emotiva, corporea, istintiva, che senza queste storie sacre, questi canti sacri, queste danze, musiche, rituali, simboli, immagini, colori, suoni, rischiava di essere perduta.

Per gli aborigeni d'Australia addirittura la Terra-di-Sogno è tenuta in vita e continuamente ri-creata proprio da rituali artistici in cui in luoghi sacri ciclicamente venivano ridipinte scene di storie mitologiche. Senza questo atto di ri-dipingere la realtà divina, la stessa realtà divina rischiava di estinguersi.

L'arte, la poesia, la musica sono sciamanesimo, ancora oggi, sono la vera più potente forma di sciamanesimo. Non servono a curare, a far star bene, perché non sono serve, ma imperatrici, ma curano, perché fanno vivere, fanno rivivere l'eroe dai mille volti che si contorce dentro di noi e grida per esprimersi, per essere ascoltato, ridanno vita alle parti più nascoste e abissali e profonde e viscerali e paradossali e luminose o oscure e selvatiche di noi stessi, ci riconsegnano alla nostra libertà.

Se la pizzica è (era, o è ancora) un rituale di esorcismo, così lo può essere il rock più selvaggio e autentico o una jam session di percussioni.

Se la danza balinese è una maniera di richiamare e rendere presente, fisico, davanti agli occhi il divino, il mito, reale, ora, qui - così può farci entrare nella stessa dimensione rituale esatta e assoluta, gioiosa o terrificante, la migliore poesia o il migliore teatro d'avanguardia.

Certo, esistono differenze, e radicali, tra un'arte propriamente rituale inserita in un quadro cosmologico, mitologico e religioso definito, condiviso unanimemente da una società o una tribù, e l'impresa individuale di un artista o un poeta che si avventura nella terra di nessuno della notte dell'anima, del caos danzante interiore, avendo come alleati e come rete di simboli solo un deserto squassato di una cultura dilaniata, disorientata, dispersa, cinica, materialista, economicista, idolatrante l'utile la convenienza, la misurazione la quantità l'osservabile lo strumentale tecnico il gioco di un potere abbrutito edonismo dell'illimite con ragnatele di brandelli di sensi di colpa atavici post-cristiani.

Ma in realtà l'artista, come lo sciamano, è sempre stato solo.

Deve partire per il suo viaggio da solo e affrontare il gioco di specchi e labirinti senza soluzione possibile apparente, affrontare i demoni nella prateria dei simboli dove infuriano venti inumani, attraversare il deserto della nientificazione, inerpicarsi su vette rocciose inospitali ed aliene, pericolose, a volte ammalianti, a volte meravigliose, seguire il sentiero avventuroso del suo mito personale, e dipanare forme-talismano con lo scalpello della propria sensibilità, con la lama della propria autenticità, poi deve sapersi rilassare, ridere di tutto questo e di sè stesso, semplificare, alleggerire, togliere importanza, rasserenare, sciogliersi in un lago placido specchio oggettivo del mondo, evaporare in una nuvola bianca che si lascia trasportare dal vento, o un profumo di legna bruciata, o fumo fugace che scompare in pochi secondi, sciogliere il nodo dell'impossibile in una pozzanghera di niente, in una goccia di pioggia che si frantuma nella terra ingravidandola di vuoto fertile, disegnare miniature e arabeschi nell'aria, riagganciare il centro esatto del cuore, farlo rinascere, lasciarlo gridare, cantare, pulsare battere potentemente il proprio vasto Petto-Tamburo, perdersi in un frammento inutile e indescrivibile, poi ribaltare tutto, dimenticare tutto, annientare tutto, perdere di nuovo tutto, e ricominciare da capo da un altro punto di vista, inventare linguaggi strumenti musicali codici preghiere parole magiche ritmi percussivi completamente inediti, e così potrà tornare con in mano una valigia di visioni, sogni, assurde asce sciamaniche disintegra-finzioni, fantascientifiche ali immaginarie impermanenti e orologi a molla sputa-meraviglia da donare ai suoi simili, perché anch'essi trovino le proprie buone piste.

Gli artisti, insieme ai pochi testimoni rimasti di culture orientate da divinità profondamente diverse dal Moloch della Ragione Tecnico-Economica, sono gli unici alchimisti rimasti ancora in grado di riconnetterci con la Ragnatela Cosmica della Vita, con il ventre gravido della Madre Terra, col nostro istinto sano e naturale, saggio, potente di uomini e donne selvatici.

Gli artisti, come gli sciamani, esprimono e aiutano a riprendere contatto con parti di noi o dell'inconscio collettivo rimosse, emozioni represse, dimenticate, negate, cancellate, imprigionate, oscurate, genocidizzate, incatenate, azzittite, schiacciate, mandate al confino, segregate, immobilizzate, paralizzate, uccise, ridicolizzate, annientate, svuotate, desertificate - o con realtà della società e della vita magari violentemente evidenti ma nascoste e messe a tacere - che il poeta, il musicista o il pittore aiutano ad urlare profeticamente la propria innegabilità.

L'arte cioè per esempio può essere la versione contemporanea della caccia all'anima della cultura sciamanica, in cui gli sciamani "cacciavano" pezzi di anima che la persona da curare aveva perso per strada, che erano rimasti impigliati in altrove, altre dimensioni o epoche in seguito a traumi, ferite, sofferenze incapaci di esprimersi.

Mi viene in mente per esempio quel che dice Igor Sibaldi sulle nostre età sconfitte: l'archetipo contemporaneo del Capo Indiano sconfitto, quelle fotografie terribili di questi volti disperatamente tristi e sconvolti, eppure che conservano una dignità assoluta, indiscutibile, non alterabile, impassibile, statuaria, a volte immersa in una sconsolazione infinita ma ancora perfettamente saggia, a volte che guardano nell'obiettivo ancora con sfida, sprezzo guerriero pieno di rabbia e dignità - rappresenterebbero per Sibaldi, nel nostro immaginario, le nostre età sconfitte: infanzia e adolescenza, tutti i loro sogni dimenticati e messi a tacere, messi in riga dal realismo adulto, dal pragmatismo deluso e cinico. L'Arte ci rimette di fronte, se il nostro cuore non è inaridito, con il mondo incantato, popolato da elfi fate gnomi miracoli magie alberi parlanti meraviglia stupore emozioni primordiali capacità innocente di credere all'incredibile e lo spirito eternamente ciclico e atemporale, sognante del Gioco - che appartenevano alla nostra infanzia - e allo spirito guerriero ribelle sognante indomito, non inquadrabile, indomabile, inquieto, impossibile da collocare in confini angusti pensieri dogmatici e ruoli assegnati, capace di spaccare tutto e lottare per i Sogni che pulsano selvaggi nel proprio cuore - che appartenevano alla nostra adolescenza.

L'arte, per concludere dà voce a ciò che nella nostra società e in noi non ha voce: al selvatico, agli animali, al fantastico, all'irreale, al profetico, a ciò che sta sotto il sottile velo della realtà socialmente e politicamente precostituita e accettata, al paradossale, alla sofferenza, alle contraddizioni laceranti della nostra società e all'urlo ribelle dell'urgenza di trovare vie alternative; al misterioso, all'enigmatico, all'impossibile, a tutto ciò che non ha risposta, a tutto ciò che non può essere detto in un linguaggio quotidiano, all'angoscia del vivere in una società irregimentata in maschere e finzioni e costrizioni rigide, oppressive e iper-razionali; alla gioia del semplice essere vivi come animali, con un corpo, un sano istinto, una vocazione alla libertà, un'Anima tribale guerriera sanguigna e sognante; alla Terra e al sentirci suoi figli; all'antico, al non attuale, a logiche incomprensibili per la mentalità imperante del pensiero unico; alla capacità di creare, esprimersi liberamente, e inventare sentieri e logiche extra-ordinarie, assurde, paradossali, nuove, impensate, folli per vivere e affrontare questo caotico presente e tracciare piste imprevedibili e non catalogabili, non inquadrabili dal pensiero binario, per il futuro.


P.s.: per esempio, Mark Henson (vedi quadro sopra) riesce sia a rappresentare espressionisticamente il caos violento e insensato, infetto, distruttivo, cinico, nichilista, ingiusto in cui viviamo ( vedi qui  o qui ) oppure l'aspetto folle avido e catastrofico, antropocentricamente distruttore del progresso ( "La marcia del progresso"  ) ma anche a dare Visioni serene, sognanti, utopiche del futuro ( bellissimo questo "Risanare il futuro"  oppure  "Nuovi pionieri" ) ma mira in altri quadri direttamente al cuore del Sogno spirituale, irrelato da condizionamenti sociali ( "Viaggiatori di luce"  o questo splendido quadro sull'archetipo del volo) o a una visione magica, animista della natura (per esempio qui ).



Di questo abbiamo bisogno in questi tempi caotici: di riconnetterci col Sogno con la Terra, anche in maniere selvagge nuove e impensate - "Tempi furiosi richiedono danze furiose", e Visioni lucide, e desideri folli, e creazioni coraggiose e inedite, e musica potente e indomita, e una Poesia che travalichi la logica e la rassegnazione.

Come dice Patti Smith: BELIEVE, OR EXPLODE!!!!


Ancient shamanic rock/1

Ancient shamanic rock/2


Contemporary shamanic rock/1


Contemporary shamanic rock/2


Contemporary shamanic rock/3


Contemporary shamanic rock/4


Contemporary shamanic rock/5



ipnosi sciamanica




 Riti guerrieri di purificazione




leggere nenie di sottili flauti arcani




Lo Spirito della Danza si s-catena




again






Celebrazione conclusiva




















venerdì 14 febbraio 2014

Un mondo in pericolo


"Se l'ape si estinguesse, all'uomo resterebbero solo quattro anni di vita." (Albert Einstein)


Il 6 Marzo esce anche in Italia il dvd di "Un mondo in pericolo", un documentario pare molto bello sulle api, la loro società, il loro rischio di estinzione, e le possibili, disastrose conseguenze di questa funesta eventualità.


Qui il trailer:

http://www.youtube.com/watch?v=-KjfWbO4BX8&feature=c4-overview&list=UUi1KSLoeAe0bbB1FWCxLiNQ

La pagina Facebook dedicata al film:

https://www.facebook.com/unmondoinpericolo

lunedì 27 gennaio 2014

AL MIO CANE













IL MIO CANE

NON E’ MIO

E’ DELLA MIA RAGAZZA-

IL MIO CANE

NON E’

DI

NESSUNO-


APPARTIENE

ALLA

VITA,

AL GRANDE BRANCO

COSMICO

DEI VIVENTI,

ALLA MAREA- PLANCTON

DEL TEMPO,

ALLE ONDATE DI ESSERE

CHE FIUTA NEL VENTO,

CONTENTO




AL CLAN DEI LUPI

DELLA

VIA LATTEA.




APPARTIENE

AL

SECONDO

IN

CUI

ODORA

UN

BUON

ODORE.

ALL’ARIA

FRESCA

CHE

GLI

SFERZA

IL

MUSO

QUANDO

CORRE,

QUANDO

SI

ROTOLA

FELICE

SU

UNA

CARCASSA,

QUANDO

SALTA

VERSO

UN

BUON

BOCCONE

CHE GLI

LANCIO.





APPARTIENE

A

MORFEO-CANE

(COLUI- CHE-

ULULA-

SILENZIO)

QUANDO

DORME,

NEL

NONPENSIERO

DEL

 SUO

BEL MUSO NERO.






A VOLTE

SORRIDE,

MA

CHISSA’

COSA

SIGNIFICA,

NELL’IDIOMA

DEI

CANIDI

DI

QUESTO

PIANETA.






APPARTIENE

AL

FRESCO

DELLA

SERA,

CHE

ASCOLTA

STRAVACCATO

SUL

PAVIMENTO,

QUANDO

E’

STANCO.


APPARTIENE

AL SAPORE

D’UN OSSO,

AD UN

FIORE

CHE SI

FERMA

A

ODORARE,

ROSSO.



AL LATRATO-ULULATO

CHE LANCIA VERSO

IL CIELO STELLATO,

O A TE CHE SEI RIENTRATO.





ODORA

IL

MONDO,

E

GLI

PIACE.



GLI

PIACE

QUESTO

MONDO,

E

TACE.







NON SA NIENTE.



E SA

ESATTAMENTE

COSA FARE,

SE SEI

IN PERICOLO,

SE

PIANGI,

SE TI

VUOLE

DIRE

IL SUO AMARE

SENZA

VERGOGNA

NE’

CREDO

NE’

ALCUNO

STRANO

UMANO

COMPLICARE.




 (Diogene senza l'anima?)






 ("Nel/nonpensiero/del/suo/bel muso nero", foto di Sacrilegio Tempesta)



Nella foto: Sgrinchomannus.















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In più, chiedo a chiunque volesse riprodurre mie opere o della mia ragazza, o loro parti (nel caso degli scritti), di INFORMARMI E CHIEDERMENE IL PERMESSO. Nel 99,9% dei casi sarà senza problemi accordato.
GRAZIE.
P.S.: NATURALMENTE, IN CASO QUESTO NON VENISSE RISPETTATO, CIOE' IN CASO DI "FURTO" DEL MATERIALE, NON ESITEREI A PASSARE ALLE VIE LEGALI.

giovedì 23 gennaio 2014

Un'esperienza con il Drum Circle Spirit




 Drum Circle Spirit è una maniera di giocare con le percussioni e il ritmo, accessibile a chiunque, anche senza nessuna conoscenza delle tecniche o teorie musicali; è un cerchio di percussioni, guidato o meglio "facilitato" (perchè il cerchio trova presto una sua spontaneità armonica autonoma) da un facilitatore che propone ritmi, giochi di chiamate e risposte, inserimenti di cori, giochi di stop e ripresa, esperimenti di abbassamento e crescita di volume, di alternanza nel suonare di diversi gruppi (prima suonano le donne poi gli uomini, prima suonano i tamburi poi campane e maracas, prima suona una metà del cerchio poi l'altra, etc...)... ma appunto il facilitatore si inserisce solo saltuariamente per tenere vivo il ritmo la fiamma energetica lo spirito e l'attenzione (i giochi servono anche ad essere desti, lucidi, oltre che istintivi - per "non suonare come dei robottini"): il gruppo trova facilmente appunto una sua autonoma spontanea Armonia, grazie a quest'approccio in cui non vengono richieste competenze tecniche e c'è un clima di non giudizio e il principio è essere istintivi e divertirsi (oltre che naturalmente andare a ritmo! Ma in queste condizioni viene naturale anche per chi non ha esperienza).

Il risultato è  (o almeno è stato per me) un grandissimo divertimento, un'enorme sfogo creativo (come nelle arti marziali, le percussioni sono una delle maniere più creative di sfogare le energie represse in una maniera in cui la potenza del singolo può esprimersi liberamente ma nello stesso tempo relazionandosi agli altri in maniera creativa e inserendosi spontaneamente in un'armonia superiore) un grandissimo senso (non mentale ma fisico, energetico, reale) di coesione, affiatamento tribale di gruppo (nonostante non conoscessi nessuno nel cerchio) una liberazione delle energie fisiche creative e musicali in armonia sottile e viscerale con le energie degli altri e soprattutto un grandissimo rilassamento, un grandissimo sospiro di sollievo, caduta di barriere tra le persone, senso di poter essere sè stessi in maniera naturale spontanea rilassata (a molti viene da sorridere e sorridersi in maniera realmente gioiosa, aperta) e celebrare la Vita con energia armonia istinto magia Bellezza amicizia Potenza gioia Coesione senso di poter Essere, e poter Essere insieme agli altri, e quanto ci manca a tutti tutto questo nelle nostre nevrotiche, individualiste, ipermentali vite!!!!!!!

alla fine, silenzio. Si chiudono gli occhi. Si ascolta il corpo, tutta questa splendida energia che è rinata, il corpo rinato, rivitalizzato, vivo, presente, la mente in pace. Una bambina piccola presente, in onore della quale poco prima avevamo suonato (e che a tratti mentre suonavamo batteva le mani incredula meravigliata e felice) ride. Un sorriso esagerato gigantesco spropositato mi si imprime sul volto mentre ad occhi chiusi ascolto il silenzio - anch'io meravigliato - anche noi meravigliati come bambini - tribù temporanea di individui moderni solitari ma anche antichi tribali gioiosi guerrieri in festa.


Un'esperienza che consiglio fortemente.


Qui informazioni sul Drum Circle Spirit e sull'eccellente facilitatore Harshil che ha guidato ieri sera il Cerchio.




http://www.drumcirclespirit.it/


 

sabato 26 ottobre 2013

Proverbi dal futuro (o da antiche ere passate).

Chi va lontano, va sano e contromano.

Tanto cresce l'erba nel prato, che mi ci sdraio.

Tanto vanno i gatti nella notte a zonzo, che esco anch'io.

Can che abbaia t'aiuta a non demordere.

Can che abbaia morde la sfortuna.

Can che non abbaia è depresso.

Can che è depresso, aiutalo a mordere la morte!

Can che t'ama, che t'ama a fare  se non sei anche te un po' n'animale?

Passato passa, futuro fugge, presente non sa niente.

Lascia stare la gatta che va al lardo: ti benedirà col suo zampino.

Musica non mente. In vino musica. Buon sangue scongiura la mediocrità fetente.

Niente scompare. Se vuoi scampare alla morte, tracanna questa verità e abbandona il niente.

Sincronizza il tuo orologio interiore con la pulsazione del ritmo del cuore della Terra. Arriverai sempre in tempo.

Chi incontra un nano, e va piano e lo saluta, e non muta, e muta il suo accento in allegria gentile, e non mente, e organizza la sua mente in nuove dimensioni, e non s'incanta in paranoie stantie, e s'incanta davanti al suo cane, o a un gatto randagio o a un cielo prodigio, inganna la morte, e va sano e lontano.


lunedì 14 ottobre 2013

LETTERA A MADRE TERRA






Terra, Madre,

ti scrivo questa lettera perchè è tanto che non parliamo.






Mi è presa una nostalgia folle di te, del tuo corpo,

dei tuoi odori,

una smania di mangiare pane e fichi selvatici,

correre nell’erba,

rotolarmi in un prato,



sentire sentire che ci sei ancora, che ancora esisti,

che ancora il tuo cuore batte sotto di noi, attorno a noi,

che ci abbraccia,


che ci accarezza, che non ci odi tutti quanti,

che hai ancora hai ancora frutti per noi, frutti di amore,



di bellezza di pianto di allegria, di pienezza,



di materia, di vita,

che non ti hanno ancora uccisa,



che respiri,

che respiri ancora dentro ognuno di noi,





 

che canti, che ridi, che soffri, che speri, che gioisci, che parli, che t’innamori.









Ho bisogno di immergere le mie mani

nella tua terra,


ho bisogno di materia, di materia non quella no non quella però colorata-plastificata-codificata-
                                                       [etichettata



Prevedibile-meccanica-robotica-virtuale

Perfetta-confezionata-incellophanata-piana-asettica-lucida-stroboscopica-industriale






quella fango e germogli, foglie sassi erba corteccia humus rami fiori



quella con vermi, con locuste, con larve con

coccinelle con talpe con formiche con porcellini


d’india con lumache con lucciole con radici con emozioni con istinti





feroci con amore con amore di pancia, con amore vero, con





amore di viscera, con amore bestiale, con essere, essere,




con essere, ho voglia

 

di smettere di pensare,

piantarla di strapiroettarmi fra apparenze e parole

e immergermi

nel tuo cuore

nella tua materia viva,

nel tuo essere abissale,

nel tuo cupo cantare mormorante,



nella tua pancia taumaturgica




nella tua caverna oscura infinita



cavità apotropaica di Dea-della-Vita,




cuore-centro-della-vita,



centro-di-essere,



vita vita vita vita



che ama



altre forme di vita,


in una rete-della-vita,




di alleanze pre-logiche




in cui risprofondare





in arcaiche, antiche, oscure








pre-mentali assolutezze ctonie di co-essere.







                                                      (Diogene senza l'anima?)










lunedì 7 ottobre 2013

Da "Geografia commossa dell'Italia interna" di Franco Arminio

"Concedetevi una vacanza
intorno a un filo d'erba,
dove non c'è il troppo di ogni cosa,
dove il poco ancora ti festeggia
con il pane e la luce,
con la muta lussuria di una rosa."

                              (Franco Arminio)




"Aria di terra

 (...)

Chi dobbiamo imputare per questo delirio della crescita infinita che sta distruggendo la Terra? La mentalità capitalistica o il cristianesimo. Cristo ha parlato di povertà, ma ci hanno messo in testa una vita che mette a frutto tutto, una vita che non spreca niente, orientata ad accrescere la propria spiritualità, orientata al fine di arrivare in paradiso. E' un capitalismo dal volto umano, ma sempre capitalismo è, sempre si è schiavi di questa ossessione di mettere a frutto la giornata.

(...)

Usare il mondo come una cava, scavarci dentro, non potremo mai fare altro se non ci arrendiamo. La paesologia è una scienza arresa, è una scienza radicalmente ecologica. Piuttosto che militare per la ricchezza, meglio militare per il fallimento dell'arroganza, per la morte, per Dio, per la poesia. Il pensiero della morte è il più ecologico che esista. Per salvare il mondo dobbiamo pensare che siamo mortali, dobbiamo usare i nostri corpi, camminare, abbracciarci, stenderci al sole e sgretolarci, annusarci, danzare, suonare, salutare il sole, scrivere poesie, non ci sono altre strade, dobbiamo congedarci da ogni idea di progresso, dobbiamo congedarci da ogni fissità, muoverci sciolti, muoverci nel provvisorio, scatenare immaginazioni, lasciare i caselli delle mete obbligate, muoverci verso l'impensato, tenere il miracolo del mondo nel nostro fiato, raccontarci la meraviglia di essere qui assieme ai cani, ai vermi, ai conigli, alle nuvole, alle foglie, ai pesci, agli uccelli, assieme alla pioggia, assieme al vento, stare qui a sentire l'aria che gira senza mai fermarsi, raccontarci storie belle, mutilare l'efficienza, l'indifferenza, sgangherare l'idea del profitto, disarmare il disincanto. Con queste munizioni dello spirito possiamo guarire qualcosa, il nostro compito non è allungare la permanenza a niente e a nessuno, ma rendere più lieve e lieto quello che c'è e quello che siamo. Poi tutto avrà fine e buona notte."

                                  (da Franco Arminio, Geografia commossa dell'Italia interna)



"Comunità provvisorie", il blog di Franco Arminio e dei paesologi:


http://comunitaprovvisorie.wordpress.com/


mercoledì 17 luglio 2013

Ecologia profonda e animali-


Sulle tanto concitatamente dibattute diatribe tra vegetarianismo/veganismo/onnivorismo rurale/onnivorismo tout court devo ammettere che non ho per niente le idee chiare, anzi ce le ho parecchio confuse, e perciò sospendo ogni giudizio, almeno temporaneamente.

(Mi capita, mio malgrado, di non riuscire ad avere un'opinione sulla maggior parte delle questioni più dibattute e "opinionate" - e questo non nasce da uno snobismo fine a sè stesso, ma da una sincera incapacità di orientarmi in un mare di opinioni argomentate spesso con una visceralità passionale che è proporzionale alla parzialità non approfondente delle informazioni e dei ragionamenti)-

Mi interessa invece affrontare un altro nodo, più sottile, ma secondo me importantissimo, del nostro relazionarci agli animali.

Si potrebbe sintetizzare questo nodo, intricato, profondo, radicale, difficile da sciogliere, con questo slogan:

"Lasciar essere gli animali."

Lasciar essere: e cioè, innanzitutto: ritirarsi. Ritrarsi. Scappare in ritirata. Arrendersi, e decolonizzare, lasciare che sia come voglia essere.

Ridurre al minimo ogni possibile interferenza.

L'ecologia e l'animalsimo militanti si occupano, innanzitutto, di: "salvare" le specie in via di estinzione, "proteggerle", "salvare" i cani e i gatti randagi, "salvare" animali selvatici in difficoltà, "prendersi cura", "amare", "occuparsi di", diffondere informazioni, aiutare, attivarsi per, difendere, prendersi carico di, etc...

Io dico (senza negare la necessità delle cose elencate qui sopra, nella situazione in cui siamo) che forse invece un'ecologia profonda e un animalismo profondo, radicale dovrebbero mirare al ritiro, alla disfatta, alla debacle totale: ritirarsi il più possibile e interferire il meno possibile con la Natura e con gli Animali, in particolare con quelli selvatici.

Non: salvare, proteggere, prendersi cura, ma: lasciar liberi, lasciar essere, lasciar fare, lasciare che le cose accadano come vogliono accadere, rinunciando consapevolmente all'idea tecnocratica di dominare Natura e animali, ma quindi anche a quella di controllare, intervenire, alterare, aiutare, modificare, direzionare.

 Ritirare il più possibile la nostra colonizzazione e lasciar essere, lasciare che sia, lasciare che Natura e animali facciano ciò che vogliono, separati, lasciati autonomi, lasciati ininfluenzati, Altri, Enigmatici, lontani.

Estranei selvatici quali sono, non antropomorfizzate caricature da ecologismo buonista.



Il discorso è più complesso e delicato per gli animali domestici, ma anche lì il principio non cambia:

"Lasciar essere gli animali."

Il che non vuole dire che non sia possibile un rapporto di amore profondo con i nostri amati cani e gatti (o altri) ma significa fare questa presa di coscienza e assumerci questa responsabilità:

"Io sono consapevole che questo Essere, discendente di un lupo o di un felino selvatico, è un Essere selvatico radicalmente estraneo, una Alterità assoluta, radicale, un Enigma che appartiene ai regni della Natura selvaggia e che io ho portato in casa mia."

Va bene, è così e va bene così.

Ma bisogna avere la consapevolezza, il rispetto e l'ampiezza di vedute per capire che avere un animale in casa significa accogliere in casa l'Enigma, il non-familiare, il Selvatico (per quanto addomesticato da millenni) un Essere che appartiene ad un universo radicalmente altro, separato, misterioso, inaddomesticabile, incomprensibile, inappropriabile, Altero, Altro, misterioso, silenzioso, incomunicante con noi.

L'ultima espressione, in particolare, può sembrare un po' forte, e disturbante forse, forse addirittura traumatica, per chiunque ami profondamente il suo cane o il suo gatto (e sono uno di questi!).

E infatti è una provocazione: la comunicazione, l'amore, l'Incontro tra uomo e animale (anche eventualmente selvatico, se capita, quando capita) sono sicuramente possibili, ma per far sì che questi incontri siano reali ed autentici, dobbiamo ripristinare lo spazio, la distanza dell'Alterità siderale, assoluta, selvaggia, enigmatica, geroglifica tra noi e gli animali.

Incontrare l'altro è possibile solo se la radicale, fondamentale estraneità dell'essere-Altro è l'orizzonte di consapevolezza in cui ci muoviamo.

Incontrare è possibile, se accade, quando accade, ma non accade se pensiamo di muoverci in un orizzonte continuo di iper-familiarità snaturante in cui siamo convinti che l'incontro sia un già dato, scontato, che succede sempre.

Siamo noi a doverci adattare, noi abbiamo portato l'Estraneo in casa nostra: se il nostro cane ci cerca, cerchiamo di dargli tutto l'amore di cui siamo capaci, e insieme all'amore le cure, il divertimento, il gioco, etc...




Quando il nostro cane se ne sta per conto suo, lasciamolo per conto suo, nel Suo Regno.


Senza consapevolezza dell'Alterità Radicale dell'Estraneo Selvatico che abbiamo in casa, senza coscienza del fatto che appartiene e abita una Dimensione e un Linguaggio completamente estranei e separati da noi, per noi incomprensibili, rimaniamo nella dimensione antropocentrica, ego-centrica, antropomorfizzante e iper-affettivizzante in cui l'animale domestico è ridotto a oggetto, strumento per non sentirci soli.


Quando parlo di incomprensibilità e incomunicabilità, non sto dicendo che sia inutile leggere libri di etologia, fare corsi per esempio di educazione cinofila o simili (anzi, libri e corsi, se ben fatti, per esempio se si muovono nell'orizzonte teorico-pratico della Zooantropologia, danno molte spallate al nostro antropocentrismo e antropomorfismo): tuttavia la consapevolezza dell'Alterità Radicale è la base: noi possiamo imparare tantissimo sui nostri cani e gatti, imparare a relazionarci meglio a loro, capire i loro segnali, i loro bisogni, eccetera, e tuttavia il loro sguardo silenzioso, misterioso, istintivo e selvatico rimarrà in fin dei conti pur sempre un Enigma per noi: un Essere che appartiene a un'altra Dimensione, a un'altro Linguaggio.


Ma questo non ci deve scoraggiare, è secondo me anzi la base per incontrare, con più autenticità e più libertà reciproca l'Estraneo selvatico che abbiamo di fronte, quando l'abbiamo di fronte.

Questo è il punto di partenza per incontri ravvicinati con i "nostri" ("nostri"?????????") Selvatici-in-Casa rispettosi e consapevoli della Differenza, e quindi più liberi, più veri, con meno pretese, meno proiezioni, meno idealizzazioni forzate in cui costringerli, più autonomia, più distanza, più vero amore.


Qualsiasi forma di amore autentico ha uno stretto rapporto con il Mistero.


Infine un ultimo significato dello slogan.


"Lasciar essere gli animali."


Può, forse, avere un significato anche nel nostro relazionarci a noi stessi: lasciare che l'Estraneo Selvatico, l'Enigma silenzioso, il terrigno animale naturale corporeo istintivo intuitivo inaddomesticabile che vive dentro di noi, sia, respiri, pulsi, vibri, si esprima, dia segni, segnali, versi, parli, ma con il suo linguaggio, sia come sia, lontano e Altro rispetto al nostro ego iper-civilizzato.










lunedì 1 luglio 2013

COSE DA SALVARE.



SEGUIRE AQUILA RUOTARE

AMORE UNILINEARE

CANTARE LA PIOGGIA IN AMORE

TERRA, ODORARE FIORE

RUOTARE ONDE NEL MARE

RICORDARE L'ELEMENTALE

VIVERE PRIMITIVO

SPASIMARE BASILARE

BATTITO ARCAICO:

RESPIRO ESSERE

TUTTI ANIMALI BACIARE

RIDERE DI PANCIA/VISCERE

TEMPORALE

ATEMPORALE

COSMO SONNO

OCCHIO CENTRALE

TRASPARENTI SILENTI

FUOCO

PIANGERE

ESSERE DANZARE CUORE.

PROFUMO RUMORE SCROSCIARE

DILUVIO ESSERE

CONSERVARE

PROTEGGERE

VIVERE STRARIPARE SILENZIO.

NIENTE.

SUSURRO.

Z.

                  (dIOGENE SENZA L'ANIMA?)

mercoledì 19 giugno 2013

L'Uomo Selvatico, o Green Man, o Khidr.

"Nelle chiese e cattedrali della Spagna, della Francia, dell’Inghilterra e della Germania tra il 1000 e il 1500, cominciarono ad apparire nelle sculture decorative una figura che il folklore inglese conosce come il “Green Man”, “l’Uomo Verde”. In verità questa è una riapparizione, perché l’Uomo Verde ha le sue origini nella figura del dio figlio, amante e guardiano della Grande Dea dell’antica Europa, quello che Marija Gimbutas chiama “il dio mascherato ittifallico”, il dio sacrificato, sepolto e rinato, il dio della vita vegetativa, l’angelo dell’albero sacro che si ritrova in tutte le culture dai Veda alla mitologia nordica e in generale in tutta l’Europa pre-cristiana, dove la religione era una religione di luogo e il luogo era foresta. Ha precedenti nella Domus Aurea a Roma, nei dipinti descritti da Vitruvius: piante con piccole figure umane sedute fra le fronde. E’ molto strano come l’immagine dell’Uomo Verde sia riuscita ad entrare ai margini della cultura cristiana, nell’arte romanica, gotica e rinascimentale, nonostante la lotta cristiana contro il culto degli alberi sacri che è continuata fino al 1200 circa. Chi osserva le sculture in pietra sulle cattedrali (di Chartres, Le Mans, Auxerre, Freiburg im Breisgau, Ulm, Bomberg, Ely, Exeter, Norwich, S.Pietro in Toscania a Viterbo e S.Maria del Mar a Barcelona, per citarne solo alcune) può vedere centinaia di esempi del suo viso composto di foglie, con foglie che escono dalla bocca e dagli occhi: è un’immagine dell’unione dell’umanità con il mondo vegetale, un’immagine di vita esuberante, dì rinnovamento e di rinascita. Il Green Man conosce le segrete leggi della natura, le foglie che escono dalla sua bocca sono il canto con cui gli spiriti degli alberi parlano con gli esseri umani, parlano dell’intelligenza e dell’intenzionalità della natura. L’Uomo Verde è il guardiano e il rivelatore di misteri silenziosi. E’ l’immagine con cui gli esseri umani hanno cercato di visualizzare la loro intima esperienza del mondo vegetale come tramite intelligente dell’anima mundi. Negli ultimi anni sono stati fatti alcuni studi della figura dell’uomo Verde: uno da Kathleen Basford nel 1978 The Green Man, (Ipswich) e l’altro, Green Man (Harper Collins) da William Anderson e Clive Hicks nel 1990. E’ interessante che questo archetipo riemerga dalle ombre ora che sta riemergendo nella coscienza umana l’immagine della Dea. Mi sembra molto importante per l’immaginario di quegli uomini che stanno cercando in questi anni di ritrovare il rapporto arcaico ma forse più cosciente con la natura. Non è possibile che la Dea rappresenti l’unica immagine positiva per il nuovo abbraccio fra la terra e l’umanità, un abbraccio che richiede un’unione fertile e gioiosa fra uomini e donne. Nella chiesa di St. Bernard de Comminges c’è una scultura in legno della Grande Madre che partorisce Uomo Verde, un’immagine molto rara della loro connessione. E chiaro che queste immagini sono sopravvissute solo perché passavano per decorazioni attorno alle immagini cristiane, ma è interessante chiedersi quale ruolo avessero nell’immaginario degli artigiani che materialmente le hanno scolpite E’ possibile che ancora nelle loro vite il rapporto fra essere umano e natura non fosse del tutto spezzato e che le correnti pagane fossero vicine alla superficie del sentimento religioso, anche se questo era apparentemente cristiano?"



(dallo stupendo articolo di Etain Addey sull'ecologia profonda , nel bellissimo blog:



http://selvatici.wordpress.com/rete-bioregionale-italiana/lincontro-con-il-khidr/comment-page-1 /#comment-2877   )


Sacrilegio, ti ricordi??????? L'abbiamo visto sulla chiesa di Torno!!!!!



venerdì 24 maggio 2013

Due poesie di Jasper Diaspro.





PIOGGIA FRUSCIANTE DI MADRE TERRA

Pioggia frusciante
Che allontana L'ego dalla mia mente
Madre terra rimuove i suoi vincoli ed eccede in contraddizioni allarmanti
Porterà tragedie nell'uomo se non sarà ascoltata
Demetri spicca il volo
Stavolta non ci sarà josuè a salvarti.

(Jaspere)

http://animadidiaspro.weebly.com/1/post/2013/05/pioggia-frusciante-di-madre-terra.html


PACE

Pace
Questa stupenda danzatrice interiore
Che mi inebria di benessere
Che mi tinge di mille colori esorbitanti
Esorbitanti manifestazioni di luna a chiaro colle
Luna e stella
Rossa purpurea e bianco giallo
Luna e stella.
Sole è stella.

(Jaspere)

http://animadidiaspro.weebly.com/1/post/2013/05/pace.html




domenica 12 maggio 2013

Use your Illusions/1.

Credere.

Non credere.

Credere di credere.

Credere di non credere.


Illusioni.


Credere in qualcosa è un'illusione.

Credere di non credere, credere di poter non credere in niente, è un'illusione forse ancora maggiore.


Viviamo in un mondo di proiezioni della mente, fuochi fatui che dopo aver brillato per un tempo insignificante rivelano la loro natura di spettri evanescenti.

Chi può dire di aver creduto sempre nelle stesse cose negli ultimi vent'anni?

Forse qualche pazzo fanatico.

Tutti gli altri non possono non essere consapevoli della natura transitoria, evanescente, sfuggente e aleatoria - quindi illusoria - di qualsiasi forma di credenza.

Ma chi pensa di essersi emancipato in larga misura da questo gioco di specchi, questo velo di Maya polimorfo, e con distacco e disprezzo giudica con ironico sarcasmo chi crede con tutto sè stesso in qualcosa, "magari è perfino entusiasta..." - è inconsapevolmente doppiamente schiavo di questo teatro delle apparenze.

Schiavo primariamente perchè resta - come tutti - preda delle suggestioni caleidoscopiche delle sensazioni psicofisiche cangianti in cui è immerso - della cui sostanza è perfino lui fatto.

Schiavo secondariamente - ed esponenzialmente - perchè credendosi libero, superiore, distaccato, critico, capace di giudizio oggettivo, "centrato", stabile, razionale, autentico, capace di vedere le cose per come veramente sono - sta tradendo il naturale flusso di associazioni/volizioni/desideri/giudizi/azioni/emozioni/idee/interazioni per cercare vanamente di astrarsi, isolarsi, appartarsi in una dimensione di torre d'avorio/osservatorio imparziale perfettamente centrato, razionale e critico - e così facendo invece di liberarsi sta fissandosi sui singoli contenuti da negare/criticare/analizzare/ridimensionare, invece che perdersi nel naturale flusso della vita in cui queste illusioni si succedono con fluidità - e in questa maniera si sta legando in maniera molto più rigida e inattaccabile alle illusioni stesse: è molto più coinvolto e attaccato ad esse che non l'uomo comune naturale, visto che si sofferma su di esse per confutarle, dichiarando in questa maniera un segreto profondo innamoramento per queste, un'incapacità di lasciarle andare - mentre l'uomo comune vive, poi vive altro e lascia andare in un ciclo continuo più superficiale e quindi più capace di dire "lassa, passa, tir'a 'ccampa'!", voltando pagina ogni giorno.

Una volta quello che fu il mio Maestro di Yoga, disse che in realtà il sanscrito Maya non va tradotto come illusione o come apparenza, ma va reso in italiano con manifestazione.


Quale illusioni???? Quelle che ci fanno vivere ogni giorno, facendoci vivere "la risa" e "el llanto" come dice la stupenda canzone "Gracias a la vida", quelle che ci fanno vivere la sofferenza ma anche l'amore, gli istanti di felicità, che ci trasportano di fronte alla Bellezza, che creano le sottili vibrazioni di simpatia e risonanza profonda reciproca nei confronti della natura, o di animali, o di persone??????? quelle che ci portano a perderci nella Bellezza di un dipinto o di una foresta, che ci ispirano poesie, che ci ispirano frasi cariche di emozioni potenti e viscerali, che ci portano a fare follie mossi da amore passione o Sogni, ("Solo di una cosa nella vita non ci si pente mai: della follie. - O. Wilde, citato a braccio) che ci portano a commuoverci di fronte all'amore incondizionato di un cane o di fronte a una scena di imprevista e insperata solidarietà??????? Quelle che ci portano a fare errori, intraprendere progetti fallimentari, non capire cosa ci accade attorno in momenti importanti, non comprendere le persone che amiamo, dire la cosa sbagliata al momento sbagliato ma che ci portano anche a realizzare dei capolavori artistici o una singola parola sincera che smuove anni di repressione congelata??????? Ma quali illusioni???????????????

E' sì un gioco di specchi e di immagini mutevoli mutaforma, ma in questo spettacolo-diorama, in questo carnevalesca farsa, in questo teatro dell'assurdo e dell'incomprensione, segreti divini si manifestano e si rivelano nella successione degli scenari, prendendo parte all'azione e alla successione degli atti: entrando nella parte, entrando nel flusso, entrando in scena coraggiosamente e pienamente e sinceramente, autenticamente, visceralmente, troverai colpi di scena, porte segrete che si spalancano improvvisamente su verità inaspettate, alleati inattesi, guide che ti porteranno in luoghi di bellezza inaudita, Deus ex Machina e sciarade che contengono frammenti di Eterno.

Se credere è illusorio, e non credere è doppiamente illusorio, allora, invece di cercare di sottrarti al gioco delle illusioni:




attraversa, cavalca le Illusioni, sfruttane la potenza propulsiva, galoppa su di esse come un cavaliere che controlla il suo cavallo, ma che gli lascia le briglie sciolte, e si fida della direzione che vuole prendere!!!!

Usa con furbizia ma anche con un rispetto profondo il naturale funzionamento della tua mente, usalo per progredire, per fare eperienze, per imparare, sperimentare, crescere, esperire, imparare a fare cose nuove, viaggiare, procedere a tentativi, vivere, amare, cantare, ballare, improvvisare, spontaneitare, jamsessionare con irrequietezza e fluidità, tirare fuori tutte le emozioni, aprire il cuore, respirare, spaccare vecchi schemi, essere felici, tristi, incazzati, depressi, malinconici, nervosi, inquieti, folli, innamorati, ispirati, sereni, angosciati, gioiosi, allegri, creativi, creatori!!!!!!!!!!!!!!!


Non distaccandoti e cercando di allontanarti dall'immediato flusso diventerai regista della tua vita,

ma sarai il Regista dell'Opera vivendo, entrando in scena, prendendo parte al Gioco, osando, scommettendo, illudentoti, disilludendoti, agendo: vivendo, credendo, sentendo, agendo, facendo esperienze, buttandoti, provando, sarai contemporaneamente il Creatore della tua Vita, un Creatore situato, nella situazione, nel bel mezzo del gioco, compromesso, coinvolto, sbilanciato: solo così la Potenza Creatrice Spontanea della Vita sarà libera di esprimersi in te, l'Evoluzione Creatrice, pilotata dalla saggezza della tua Anima - Regista e Genio Sovrano  della tua Esistenza- sarà libera di agire.







Perciò, come dicevano molti anni fa i Guns'n'Roses:



"Use your Illusions!"