I partiti e il diavolo
"Quando in un Paese esistono i partiti,
ne risulta prima o poi uno stato delle
cose tale che diventa impossibile
intervenire efficacemente negli affari
pubblici senza entrare a far parte di un
partito e stare al gioco. Chiunque si
interessi alla cosa pubblica desidera
interessarsene efficacemente. Così,
chiunque abbia un'inclinazione a
interessarsi al bene pubblico o rinuncia a
pensarci e si rivolge ad altro, o passa dal
laminatoio dei partiti. Anche in questo
caso sarà preso da preoccupazioni che
escludono quella per il bene pubblico. I
partiti sono un meraviglioso meccanismo
in virtù del quale, in tutta l'estensione di
un Paese, non uno spirito dedica la sua
attenzione allo sforzo di discernere, negli
affari pubblici, il bene, la giustizia, la
verità. Ne risulta che - eccezion fatta per
un piccolo numero di coincidenze fortuite
- vengono decise e intraprese soltanto
misure contrarie al bene pubblico, alla
giustizia e alla verità. Se si affidasse al
diavolo l'organizzazione della vita
pubblica, non saprebbe immaginare
nulla di più ingegnoso". Simone Weil,
Manifesto per la soppressione dei partiti
politici
Una
splendida citazione di Simone Weil sul blog di Beppe
Grillo.........
......peccato però che la spietata disamina della Weil
sulla inevitabile parzialità ed utilitarismo dei partiti, che per loro
natura mirano all'interesse del partito, a vincere, ad avere potere, a
prendere il potere..
.....e quindi non possono mirare al bene comune,
perchè tutte le loro parole e decisioni saranno condizionati dalla
"linea" del partito, dalle opinioni ufficialmente appoggiate dal
partito, dalla difesa delle dichiarazioni dei leader del partito,
dall'interesse del partito...........
.........E', IN MANIERA SEMPRE PIU'
CHIARA ED INEQUIVOCABILE, VALIDA PIENAMENTE ED ANZI IN MANIERA
ESPONENZIALE, PER IL CASO SPECIFICO DEL PARTITO 5 STELLE.
LASCIA TUTTO, E SEGUITI! (F. Battiato) Dove tutto è enigma (storia, natura, cosmo) la certezza dell'insolubilità pone un invisibile seme di speranza. (Guido Ceronetti)

di-segno di Sacrilegio Tempesta
?
pARTICOLARE DI "Autunno", quadro di Diogene senza l'anima?. Foto di Sacrilegio Tempesta.
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giovedì 30 maggio 2013
I partiti, il diavolo e il PARTITO 5 stelle.
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lunedì 20 maggio 2013
Mancanza.
"Per mancanza di intraprendenza e fede gli
uomini sono ciò che sono, impegnati a comprare e vendere, e passando la
vita come servi." (Henry David Thoreau)
https://www.youtube.com/watch?v=Ig124dG9E2c
P.s.: grazie a Jasper per la citazione di Thoreau e per avermi ricordato la faccenda del 432 Hz.
https://www.youtube.com/watch?v=Ig124dG9E2c
P.s.: grazie a Jasper per la citazione di Thoreau e per avermi ricordato la faccenda del 432 Hz.
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martedì 26 marzo 2013
a-volte invece, ci, tiene- com; pagnia-?- il, - Caos-.
Immagine tratta da un fumetto di Andrea Pazienza.
Immagine tratta da un fumetto di Massimo Mattioli.
http://www.youtube.com/watch?v=0xbkPdv4kNQ
http://www.youtube.com/watch?v=G2FgYGRxyIg
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W. Reich
domenica 3 marzo 2013
Sulle tracce di Wilhelm Reich.
"In Matrix le macchine hanno bisogno di far “dormire” gli
uomini per tenerli sotto controllo e a volte sono costrette a liquefare i
morti affinché nutrano i vivi per via endovenosa. In un modo o
nell’altro ciò che viene impedito è la possibilità di accesso a qualcosa
di vitale, per mezzo della quale l’uomo esprime se stesso, la propria
personalità e la propria stessa essenza, qualcosa attraverso cui l’uomo
vive. Uomini messi sotto controllo, quindi, impediti di esprimersi,
uomini “morti”, che ricordano il “normopata”, il “mortovivo”, “l’uomo
normale” di J. A. Gaiarsa, uomini schiavi, ma schiavi di cosa?
(...)
Dal mito della caverna, contenuto nella Repubblica di Platone, al velo leggerissimo, che c’impedisce di “vedere” un oltre, descritto da William James, dalla danza dell’illusione di Maya al genio maligno e ingannatore di Cartesio, dalla trappola di Reich alla ruota dei pensieri collettivi di Gaiarsa o alla prigionia dell’ego descritta dagli psicologi transpersonali, tutti noi possiamo essere prigionieri di matrix.
Le parole d’ordine della controcultura sono: “lasciarsi andare” e scardinare le porte chiuse di un pensiero controllato e organizzato dall’alto, proprio come avviene in matrix, parole, queste, che hanno segnato la nascita, a partire dagli anni sessanta, di una nuova etica e una nuova morale, basate sulla libertà di pensiero. L’individuo viene chiamato a cercare se stesso, a cercare i propri valori, senza lasciarsi condizionare da una visione del mondo preconfezionata. Il film dei fratelli Wachowski ripropone questo invito ad un viaggio individuale che potrebbe anche diventare un viaggio collettivo, il cui fine è quello di cogliere la parte più umana di se stessi, affinché assuma il proprio compito esistenziale.
(...)
(...)
Dal mito della caverna, contenuto nella Repubblica di Platone, al velo leggerissimo, che c’impedisce di “vedere” un oltre, descritto da William James, dalla danza dell’illusione di Maya al genio maligno e ingannatore di Cartesio, dalla trappola di Reich alla ruota dei pensieri collettivi di Gaiarsa o alla prigionia dell’ego descritta dagli psicologi transpersonali, tutti noi possiamo essere prigionieri di matrix.
Il film dei fratelli
Wachowski ci ammonisce a non credere in ciò che si vede, c’invita a
porre in dubbio ogni cosa, ciò che si percepisce come realtà. Tutto
questo potrebbe essere facilmente definito come una condizione
paranoica, una follia vera e propria. Se non è reale quello che noi
crediamo sia reale, sani e pazzi potrebbero scambiarsi i ruoli.
(...)
Le parole d’ordine della controcultura sono: “lasciarsi andare” e scardinare le porte chiuse di un pensiero controllato e organizzato dall’alto, proprio come avviene in matrix, parole, queste, che hanno segnato la nascita, a partire dagli anni sessanta, di una nuova etica e una nuova morale, basate sulla libertà di pensiero. L’individuo viene chiamato a cercare se stesso, a cercare i propri valori, senza lasciarsi condizionare da una visione del mondo preconfezionata. Il film dei fratelli Wachowski ripropone questo invito ad un viaggio individuale che potrebbe anche diventare un viaggio collettivo, il cui fine è quello di cogliere la parte più umana di se stessi, affinché assuma il proprio compito esistenziale.
(...)
Nell’ultimo decennio il
problema della realtà è riemerso in ambito letterario nella
rivalutazione di autori come Philip K. Dick, che ricercava una vera
realtà, nascosta dietro le apparenze e, nel cinema, in pellicole come
Dark City di Alex Proyas e The Truman Show di Peter Weir che descrivono
mondi abitati da persone che vengono deliberatamente tenute all’oscuro
dell’artificialità della propria esistenza, mondi artefatti e illusori,
mondi dai quali si vuole fuggire e nei quali il protagonista lotta
eroicamente per la propria liberazione. In questi film vengono descritte
la lotta e la fuga da tali mondi, mondi nei quali l’artificiosità è
prodotta dalla manipolazione della realtà a opera del potere: politico,
economico, psicologico e d’informazione."
(Virginia Salles, dall'articolo Wilhelm Reich, passeggero della Nebuchadnezzar, qui sotto al primo link)
nel secondo link Orgonauti, evviva!!! - un cortometraggio di delirantemente iper-lucido anti-cinema di A. Grifi ispirato a Reich e alle sue teorie-
http://www.centrostudipsicologiaeletteratura.org/arsal57.html
https://www.youtube.com/watch?v=iuRGr8TsoBY
http://www.centrostudipsicologiaeletteratura.org/arsal57.html
https://www.youtube.com/watch?v=iuRGr8TsoBY
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giovedì 21 febbraio 2013
Nudi verso la follia.
Uno dei documentari più belli, forse il più bello, che ho mai visto (insieme a "Lia") sui movimenti studenteschi e giovanili degli anni '70 in Italia.
C'è tutto, le contraddizioni, i sogni, la contrapposizione fra "compagni" poveri e "compagni" ricchi, fra caos anarchico e "nuova polizia", fra "fantasia al potere" e comunismo pragmatico, fra fricchettoni e politicizzati, fra femministe e leader uomini del movimento, fra mode e ideologie politiche e concreta, viscerale, reale, radicale esigenza di libertà, di vitalità spasmodica, di creatività vitale, di amore, di liberazione dalle gabbie e maschere e catene di un'esistenza percepita come falsa, repressa, costretta e inautentica (e come gabbie molti percepivano anche l'organizzazione gerarchica dei movimenti organizzati, con i loro capi, il loro servizio d'ordine, i divi della musica alternativa sul palco, etc...) - fra creatività libera sfrenata sognante e anarchica e reali concreti pragmatici problemi sociali, fra sogni di libertà e aspetto nichilista, distruttivo, anarchico in senso degradato, assurdo, insensato. Ciò che può apparire come estrema libertà e autenticità e autoorganizzazione libera e amore, etc... da un altro punto di vista può essere percepito come sperpero insensato e folle. Alla stesa maniera, tutto in questo documentario può essere visto in decine di maniere diverse contraddittorie. Personalmente ho visto questo documentario con un misto contraddittorio di simpatia e spaesamento, entusiasmo e orrore, sfiducia e divertimento, amarezza e risate, sguardo lucido ironico e nostalgia per una vitalità collettiva mai vissuta, paura per il degrado a cui può arrivare la folla nella condizione anarchica e identificazione nella radicale esigenza di libertà, di amore, di urlo, di autenticità, di spezzare le catene anche se in maniera folle e disordinata.
In ogni caso, un documentario dai mille spunti di riflessione, su molti piani diversi.
Sicuramente estremamente divertente e liberatorio.
Segue un altro documentario realizzato oggi sempre con il girato di Grifi, sicuramente meno bello e fresco, ma con il pregio di presentare anche il punto di vista di oggi di alcuni dei protagonisti del documentario. Inoltre il secondo documentario, meno ricco di girati lunghi, "freschi", senza interruzione o montaggio - i girati non interrotti (così come sono presentati nel primo documentario) catturano molto meglio quel che dev'essere stato essere là allora - è però più ricco di eccezionali pezzi musicali.
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sabato 26 gennaio 2013
qui, e ora.
guARDAre il mondo con i propri occhi
perchè la posta in gioco
è la nostra vita.
qui
e
ora.
(G. Gaber)
http://www.youtube.com/watch?NR=1&v=MnbTH8WJsWI&feature=endscreen
guardare le cose come se fosse la prima volta.
Dubitare delle risposte già pronte,
dubitare dei nostri pensieri fermi, sicuri,
inamovibili.
Dubitare delle nostre convinzioni presuntuose
e saccenti.
Smettere di sentirsi vittime
delle madri, dei padri, dei figli, dei mariti, delle mogli.
quando forse siamo vittime soltanto
della mancanza di potere su noi stessi.
smascherare la nostra falsa coscienza individuale.
smettere di piagnucolare, criticare, affermare, fare il tifo
e leggere i giornali.
essere certi solo di ciò che viviamo direttamente.
un uomo non può essere veramente vitale
se non si sente parte di qualche cosa.
abbandonare ogni facile soluzione
ma abbandonare anche il nostro appassionato pessimismo.
trovare l'audacia di frequentare il futuro con gioia.
perchè la spinta utopistica non è mai accorata
o piangente
la spinta utopistica non ha memoria
e non si cura di dolorose attese.
la spinta utopistica è subito.
qui.
e ora.
guardare il mondo con i nostri occhi.
(G. Gaber)
Io come uomo io vedo il mondo come un deserto di antiche rovine.
Leggi tutto il testo su: http://singring.virgilio.it/testi/giorgio-gaber/testo-una-nuova-coscienza.html
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Io come uomo io vedo il mondo come un deserto di antiche rovine.
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