di-segno di Sacrilegio Tempesta

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pARTICOLARE DI "Autunno", quadro di Diogene senza l'anima?. Foto di Sacrilegio Tempesta.
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giovedì 30 maggio 2013

I partiti, il diavolo e il PARTITO 5 stelle.

I partiti e il diavolo
"Quando in un Paese esistono i partiti,
ne risulta prima o poi uno stato delle
cose tale che diventa impossibile
intervenire efficacemente negli affari
pubblici senza entrare a far parte di un
partito e stare al gioco. Chiunque si
interessi alla cosa pubblica desidera
interessarsene efficacemente. Così,
chiunque abbia un'inclinazione a
interessarsi al bene pubblico o rinuncia a
pensarci e si rivolge ad altro, o passa dal
laminatoio dei partiti. Anche in questo
caso sarà preso da preoccupazioni che
escludono quella per il bene pubblico. I
partiti sono un meraviglioso meccanismo
in virtù del quale, in tutta l'estensione di
un Paese, non uno spirito dedica la sua
attenzione allo sforzo di discernere, negli
affari pubblici, il bene, la giustizia, la
verità. Ne risulta che - eccezion fatta per
un piccolo numero di coincidenze fortuite
- vengono decise e intraprese soltanto
misure contrarie al bene pubblico, alla
giustizia e alla verità. Se si affidasse al
diavolo l'organizzazione della vita
pubblica, non saprebbe immaginare
nulla di più ingegnoso". Simone Weil,
Manifesto per la soppressione dei partiti
politici 


Una splendida citazione di Simone Weil sul blog di Beppe Grillo.........

......peccato però che la spietata disamina della Weil sulla inevitabile parzialità ed utilitarismo dei partiti, che per loro natura mirano all'interesse del partito, a vincere, ad avere potere, a prendere il potere..

.....e quindi non possono mirare al bene comune, perchè tutte le loro parole e decisioni saranno condizionati dalla "linea" del partito, dalle opinioni ufficialmente appoggiate dal partito, dalla difesa delle dichiarazioni dei leader del partito, dall'interesse del partito...........

.........E', IN MANIERA SEMPRE PIU' CHIARA ED INEQUIVOCABILE, VALIDA PIENAMENTE ED ANZI IN MANIERA ESPONENZIALE, PER IL CASO SPECIFICO DEL PARTITO 5 STELLE.


domenica 3 marzo 2013

Sulle tracce di Wilhelm Reich.

"In Matrix le macchine hanno bisogno di far “dormire” gli uomini per tenerli sotto controllo e a volte sono costrette a liquefare i morti affinché nutrano i vivi per via endovenosa. In un modo o nell’altro ciò che viene impedito è la possibilità di accesso a qualcosa di vitale, per mezzo della quale l’uomo esprime se stesso, la propria personalità e la propria stessa essenza, qualcosa attraverso cui l’uomo vive. Uomini messi sotto controllo, quindi, impediti di esprimersi, uomini “morti”, che ricordano il “normopata”, il “mortovivo”, “l’uomo normale” di J. A. Gaiarsa, uomini schiavi, ma schiavi di cosa?

(...) 

Dal mito della caverna, contenuto nella Repubblica di Platone, al velo leggerissimo, che c’impedisce di “vedere” un oltre, descritto da William James, dalla danza dell’illusione di Maya al genio maligno e ingannatore di Cartesio, dalla trappola di Reich alla ruota dei pensieri collettivi di Gaiarsa o alla prigionia dell’ego descritta dagli psicologi transpersonali, tutti noi possiamo essere prigionieri di matrix.

Il film dei fratelli Wachowski ci ammonisce a non credere in ciò che si vede, c’invita a porre in dubbio ogni cosa, ciò che si percepisce come realtà. Tutto questo potrebbe essere facilmente definito come una condizione paranoica, una follia vera e propria. Se non è reale quello che noi crediamo sia reale, sani e pazzi potrebbero scambiarsi i ruoli.

(...)
 

Le parole d’ordine della controcultura sono: “lasciarsi andare” e scardinare le porte chiuse di un pensiero controllato e organizzato dall’alto, proprio come avviene in matrix, parole, queste, che hanno segnato la nascita, a partire dagli anni sessanta, di una nuova etica e una nuova morale, basate sulla libertà di pensiero. L’individuo viene chiamato a cercare se stesso, a cercare i propri valori, senza lasciarsi condizionare da una visione del mondo preconfezionata. Il film dei fratelli Wachowski ripropone questo invito ad un viaggio individuale che potrebbe anche diventare un viaggio collettivo, il cui fine è quello di cogliere la parte più umana di se stessi, affinché assuma il proprio compito esistenziale. 

(...)
 
Nell’ultimo decennio il problema della realtà è riemerso in ambito letterario nella rivalutazione di autori come Philip K. Dick, che ricercava una vera realtà, nascosta dietro le apparenze e, nel cinema, in pellicole come Dark City di Alex Proyas e The Truman Show di Peter Weir che descrivono mondi abitati da persone che vengono deliberatamente tenute all’oscuro dell’artificialità della propria esistenza, mondi artefatti e illusori, mondi dai quali si vuole fuggire e nei quali il protagonista lotta eroicamente per la propria liberazione. In questi film vengono descritte la lotta e la fuga da tali mondi, mondi nei quali l’artificiosità è prodotta dalla manipolazione della realtà a opera del potere: politico, economico, psicologico e d’informazione."


                                                                                  
                                                                        
                                                                                     (Virginia Salles, dall'articolo Wilhelm Reich, passeggero della Nebuchadnezzar, qui sotto al primo link)





  nel secondo link Orgonauti, evviva!!! - un cortometraggio di delirantemente iper-lucido anti-cinema di A. Grifi ispirato a Reich e alle sue teorie- 







 http://www.centrostudipsicologiaeletteratura.org/arsal57.html








 https://www.youtube.com/watch?v=iuRGr8TsoBY







 

mercoledì 20 febbraio 2013

Da "Psicologia di massa del fascismo" di Wilhelm Reich.

"Secondo il significato caratteriale "il fascismo" è l'atteggiamento emozionale fondamentale dell'uomo autoritariamente represso dalla civiltà delle macchine e dalla sua concezione meccanistico-mistica della vita. Il carattere meccanicistico-mistico degli uomini del nostro tempo crea i partiti fascisti e non viceversa. (...) Le mie esperienze analitico-caratteriali mi convinsero invece che oggi non esiste assolutamente nessuno che non porti in sè gli elementi del modo di pensare e sentire fascista. Il fascismo come movimento politico si differenzia da altri partiti reazionari per il fatto che viene sostenuto e diffuso dalle masse umane. Mi rendo perfettamente conto dell'enorme responsabilità che deriva da simili affermazioni. Augurerei, nell'interesse del nostro mondo tormentato, che le masse lavoratrici si rendessero conto con altrettanta chiarezza della loro responsabilità per quanto riguarda il fascismo. (...) Poichè il fascismo si manifesta sempre e ovunque come un movimento sorretto dalle masse umane, tradisce tutti i tratti e tutte le contraddizioni della struttura caratteriale delle masse umane: non è, come si crede generalmente, un movimento puramente reazionario, ma costituisce un amalgama tra emozioni ribelli e idee sociali reazionarie.

Se per rivoluzione si intende la ribellione razionale contro condizioni insopportabili nella società umana, la volontà razionale di "andare a fondo a tutte le cose" ("radicale" - "radix" - "radice") e di migliorarle, allora il fascismo non è mai rivoluzionario. Non vi è dubbio che esso può fare la sua comparsa ammantato di sentimenti rivoluzionari. Ma non si chiamerà rivoluzionario quel medico che combatte con sfrenate imprecazioni una malattia, ma al contrario quello che con calma, coraggiosamente e coscienziosamente, cerca e combatte le cause della malattia. La ribellione fascista nasce sempre laddove una emozione rivoluzionaria viene trasformata in illusione per paura della verità.

Il fascismo, nella sua forma più pura, è la somma di tutte le reazioni irrazionali del carattere umano medio. (...)
L'ideologia razziale è una tipica espressione caratteriale biopatica dell'uomo orgasticamente impotente.
Il carattere sadico-pervertito dell'ideologia razziale tradisce la sua natura anche nel suo atteggiamento di fronte alla religione. (...)

La mentalità fascista è la mentalità dell'"uomo della strada" mediocre, soggiogato, smanioso di sottomettersi ad un'autorità e allo stesso tempo ribelle. Non è casuale che tutti i dittatori fascisti escano dalla sfera sociale del piccolo uomo della strada reazionario. Il grande industriale e il militarista feudale approfittano di questa circostanza sociale per i propri scopi, dopo che questi si sono sviluppati nell'ambito della generale repressione vitale. La civiltà meccanicistica ed autoritaria raccoglie, sotto la forma del fascismo, solo dal piccolo borghese represso ciò che da secoli ha seminato, come mistica mentalità del caporale di giornata e automatismo fra le masse degli uomini mediocri e repressi. Questo piccolo borghese ha copiato fin troppo bene il comportamento del grande e lo riproduce in modo deformato e ingigantito. (...)

Ciò che è vivo può esistere senza il fascismo, ma il fascismo non può vivere senza ciò che è vivo. Il fascismo è il vampiro avvinghiato al corpo dei viventi che sfoga i suoi impulsi omicidi quando l'amore si ridesta in primavera invocando la naturale realizzazione.
(...)

Ciò che è vivo non può "prendere il potere con la violenza" perchè non saprebbe che farsene del potere. Forse questa conclusione significa che la vita sarà per sempre vittima e martire del gangsterismo politico e che il politicante continuerà a succhiare per sempre il suo sangue?
Questa conclusione sarebbe errata."

(Wilhelm Reich, "Psicologia di massa del fascismo - Come nasce e perchè si diffonde il misticismo organizzato", evidenziazioni in corsivo mie)