Un video che vale molto più di un'infinità di libri di sociologia, politica e antropologia.
Medicine Story parla della società alienata del dominio e dell'idea di Cerchio di eguali come unica possibile alternativa.
“Concentrati su ciò che vuoi dire a te stesso e
ai tuoi amici. Segui il tuo chiaro di luna interiore; non nascondere la
tua follia. Puoi dire quello che vuoi quando non ti preoccupi di chi ti
ascolta.”
"Le nostre teste sono rotonde, così che i pensieri possono cambiare direzione."
(Allen Ginsberg)
The weight of the world
is love.
Under the burden
of solitude,
under the burden
of dissatisfaction
the weight
the weight we carry
is love.
Il peso del mondo
è amore.
Sotto il fardello
della solitudine
sotto il fardello
dell'insoddisfazione
il peso,
il peso che portiamo
è amore.
(Allen Ginsberg, dalla poesia Song)
Foto: Allen
Ginsberg e membri della Rocky Flats Truth Force meditano sulle rotaie
mentre si avvicina un treno che trasporta residui radioattivi.
LASCIA TUTTO, E SEGUITI! (F. Battiato) Dove tutto è enigma (storia, natura, cosmo) la certezza dell'insolubilità pone un invisibile seme di speranza. (Guido Ceronetti)

di-segno di Sacrilegio Tempesta
?
pARTICOLARE DI "Autunno", quadro di Diogene senza l'anima?. Foto di Sacrilegio Tempesta.
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martedì 3 giugno 2014
Un anziano uomo-medicina nativo nordamericano parla della nostra società alienata e delle alternative a tutto questo.
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sabato 8 marzo 2014
Quando vidi lo Skianto-
Siamo a fine anni '90. Forse '99.
E' il 25 Aprile e insieme a un gruppo di amici e compagni di università abbiamo deciso di prendere la macchina e andare, da Pavia, a un paesino sui colli emiliani alla cui Festa della Liberazione avrebbero suonato gli Skiantos.
Arriviamo, l'auditorium è pieno di gente di ogni età, vecchi ex-partigiani dell'Anpi, giovani, la popolazione è raccolta in festa a prescindere da differenze generazionali, e si respira un clima di festa realmente sentita in maniera molto forte: qui sembra che il 25 Aprile sia ancora qualcosa che coinvolge a livello profondo, una vera Festa che coinvolge realmente la comunità, non solo un rito di facciata. Fuori dall'auditorium è pieno di banchetti di associazioni di ogni tipo. Io mi fermo al banchetto di un'associazione animalista e parlo per almeno una mezz'ora di vegetarianismo con un tizio molto informato (e forse un po' fanatico).
Intanto è cominciato il concerto, suonano diversi gruppi più o meno sconosciuti.
C'è anche un breve spettacolo teatrale sulla Via Campesina e il ritorno alla Terra, messo in scena da alcune ragazze - uno spettacolo intensissimo, quasi un rituale, fatto di movimenti lenti, danzati, sorta di spiritualità, sacralità femminile e nativa antica ed eterna nel suo rapporto con la Terra, rivolto però al presente, alla politica, al futuro.
Poi arriva il pezzo forte: gli Skiantos sul palco.
Freak Antoni arriva e dopo aver salutato il pubblico si volta a braccia conserte: sul retro della maglietta c'è scritto: "PUBBLICO DI MERDA". Canta la prima canzone voltato di spalle.
Il concerto è molto bello, divertentissimo. Ogni tanto Freak alza cartelli con su scritto: "PUBBLICO DI MERDA", "PUBBLICO ACRITICO", "APPLAUSI", "RISATE", "APPLAUDITE A COMANDO" (qualcuno forse l'ho inventato io, ma lo spirito era quello). L'effetto è comico-estraniante-surrealista, e nel divertimento surreale fa riflettere sui meccanismi automatici e passivi del "pubblico" nella società dello spettacolo.
Ma le provocazioni sarcastico-dadaiste di Freak scatenano la rabbia di un tizio, non so se ubriaco o fatto o fuori, che si avvicina al palco gridandogli contro come un matto, incazzatissimo.
Ed è qui che viene fuori la natura di sciamano-clown del Freak.
Quando il tizio si avvicina al palco gridando, Freak scappa nelle retrovie del palco con aria pagliaccescamente terrorizzata e urla nel microfono: "No!!!! Non ti avvicinare!!!!!!! Mi fai paura!!!!!!! Aiuto!!!!!!! Stai lontano!!!!!!!!!!!!!!!" con voce strozzata, e mimica grottescamente spaventata.
Col risultato che il tizio "fuori" si calma. Salvo poi tornare alla carica un quarto d'ora dopo. La scenetta si ripetè 4 o 5 volte, sempre con la stessa pacificazione finale, poi il tizio rinuncia.
- Coup de theatre dadaista - vero e proprio rituale di esorcismo sciamanico, messo in opera dallo stregone rock con l'aiuto del Dio del Punk e delle risate della tribù del pubblico.
Finito il concerto, usciamo fuori, c'è un immenso prato collinare che poco più in là scende verso un torrente, e un immenso sole. Ci sdraiamo sull'erba a prendere il sole. Qualcuno cerca di insegnarmi qualche esercizio e il passo base di Capoeira. Qualcuno si mette a fare capriole. Qualcuno si bacia. Molti ridono. Molti sparano cazzate e assurdità varie (il tasso alcolico di molti è piuttosto alto). Siamo felici.
E' stato davvero un gran bel pomeriggio, una gran bella Festa.
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martedì 11 febbraio 2014
Un disco di Bill Frisell dedicato ai cani
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lunedì 27 gennaio 2014
AL MIO CANE
IL MIO CANE
NON E’ MIO
E’ DELLA MIA RAGAZZA-
IL MIO CANE
NON E’
DI
NESSUNO-
APPARTIENE
ALLA
VITA,
AL GRANDE BRANCO
COSMICO
DEI VIVENTI,
ALLA MAREA- PLANCTON
DEL TEMPO,
ALLE ONDATE DI ESSERE
CHE FIUTA NEL VENTO,
CONTENTO
AL CLAN DEI LUPI
DELLA
VIA LATTEA.
APPARTIENE
AL
SECONDO
IN
CUI
ODORA
UN
BUON
ODORE.
ALL’ARIA
FRESCA
CHE
GLI
SFERZA
IL
MUSO
QUANDO
CORRE,
QUANDO
SI
ROTOLA
FELICE
SU
UNA
CARCASSA,
QUANDO
SALTA
VERSO
UN
BUON
BOCCONE
CHE GLI
LANCIO.
APPARTIENE
A
MORFEO-CANE
(COLUI- CHE-
ULULA-
SILENZIO)
QUANDO
DORME,
NEL
NONPENSIERO
DEL
SUO
BEL MUSO NERO.
A VOLTE
SORRIDE,
MA
CHISSA’
COSA
SIGNIFICA,
NELL’IDIOMA
DEI
CANIDI
DI
QUESTO
PIANETA.
APPARTIENE
AL
FRESCO
DELLA
SERA,
CHE
ASCOLTA
STRAVACCATO
SUL
PAVIMENTO,
QUANDO
E’
STANCO.
APPARTIENE
AL SAPORE
D’UN OSSO,
AD UN
FIORE
CHE SI
FERMA
A
ODORARE,
ROSSO.
AL LATRATO-ULULATO
CHE LANCIA VERSO
IL CIELO STELLATO,
O A TE CHE SEI RIENTRATO.
ODORA
IL
MONDO,
E
GLI
PIACE.
GLI
PIACE
QUESTO
MONDO,
E
TACE.
NON SA NIENTE.
E SA
ESATTAMENTE
COSA FARE,
SE SEI
IN PERICOLO,
SE
PIANGI,
SE TI
VUOLE
DIRE
IL SUO AMARE
SENZA
VERGOGNA
NE’
CREDO
NE’
ALCUNO
STRANO
UMANO
COMPLICARE.
(Diogene senza l'anima?)
("Nel/nonpensiero/del/suo/bel muso nero", foto di Sacrilegio Tempesta)
Nella foto: Sgrinchomannus.

Quest' opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia.
GRAZIE.
P.S.: NATURALMENTE, IN CASO QUESTO NON VENISSE RISPETTATO, CIOE' IN CASO DI "FURTO" DEL MATERIALE, NON ESITEREI A PASSARE ALLE VIE LEGALI.
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VALIDO PER TUTTE LE MIE OPERE (SCRITTI, FOTOGRAFIE O OPERE GRAFICHE) PRESENTI SU QUESTO BLOG (TUTTI
GLI SCRITTI NON FIRMATI SONO OVVIAMENTE MIEI - a parte il caso, raro,
di titoli di post che sono citazioni dai link subito seguenti) -
E ANCHE PER LE OPERE FIRMATE "FELPATA FANNY" O "FANNY" O "SACRILEGIO" O
"SACRILEGIO TEMPESTA" (è la mia ragazza, che semplicemente me le ha
"prestate" per il blog).
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3. E' ASSOLUTAMENTE VIETATO MODIFICARLE O UTILIZZARLE PER PRODURRE ALTRE OPERE.)
In più, chiedo a chiunque volesse riprodurre mie opere o della mia ragazza, o loro parti (nel caso degli scritti), di INFORMARMI E CHIEDERMENE IL PERMESSO. Nel 99,9% dei casi sarà senza problemi accordato.GRAZIE.
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giovedì 23 gennaio 2014
Un'esperienza con il Drum Circle Spirit
Drum Circle Spirit è una maniera di giocare con le percussioni e il ritmo, accessibile a chiunque, anche senza nessuna conoscenza delle tecniche o teorie musicali; è un cerchio di percussioni, guidato o meglio "facilitato" (perchè il cerchio trova presto una sua spontaneità armonica autonoma) da un facilitatore che propone ritmi, giochi di chiamate e risposte, inserimenti di cori, giochi di stop e ripresa, esperimenti di abbassamento e crescita di volume, di alternanza nel suonare di diversi gruppi (prima suonano le donne poi gli uomini, prima suonano i tamburi poi campane e maracas, prima suona una metà del cerchio poi l'altra, etc...)... ma appunto il facilitatore si inserisce solo saltuariamente per tenere vivo il ritmo la fiamma energetica lo spirito e l'attenzione (i giochi servono anche ad essere desti, lucidi, oltre che istintivi - per "non suonare come dei robottini"): il gruppo trova facilmente appunto una sua autonoma spontanea Armonia, grazie a quest'approccio in cui non vengono richieste competenze tecniche e c'è un clima di non giudizio e il principio è essere istintivi e divertirsi (oltre che naturalmente andare a ritmo! Ma in queste condizioni viene naturale anche per chi non ha esperienza).
Il risultato è (o almeno è stato per me) un grandissimo divertimento, un'enorme sfogo creativo (come nelle arti marziali, le percussioni sono una delle maniere più creative di sfogare le energie represse in una maniera in cui la potenza del singolo può esprimersi liberamente ma nello stesso tempo relazionandosi agli altri in maniera creativa e inserendosi spontaneamente in un'armonia superiore) un grandissimo senso (non mentale ma fisico, energetico, reale) di coesione, affiatamento tribale di gruppo (nonostante non conoscessi nessuno nel cerchio) una liberazione delle energie fisiche creative e musicali in armonia sottile e viscerale con le energie degli altri e soprattutto un grandissimo rilassamento, un grandissimo sospiro di sollievo, caduta di barriere tra le persone, senso di poter essere sè stessi in maniera naturale spontanea rilassata (a molti viene da sorridere e sorridersi in maniera realmente gioiosa, aperta) e celebrare la Vita con energia armonia istinto magia Bellezza amicizia Potenza gioia Coesione senso di poter Essere, e poter Essere insieme agli altri, e quanto ci manca a tutti tutto questo nelle nostre nevrotiche, individualiste, ipermentali vite!!!!!!!
alla fine, silenzio. Si chiudono gli occhi. Si ascolta il corpo, tutta questa splendida energia che è rinata, il corpo rinato, rivitalizzato, vivo, presente, la mente in pace. Una bambina piccola presente, in onore della quale poco prima avevamo suonato (e che a tratti mentre suonavamo batteva le mani incredula meravigliata e felice) ride. Un sorriso esagerato gigantesco spropositato mi si imprime sul volto mentre ad occhi chiusi ascolto il silenzio - anch'io meravigliato - anche noi meravigliati come bambini - tribù temporanea di individui moderni solitari ma anche antichi tribali gioiosi guerrieri in festa.
Un'esperienza che consiglio fortemente.
Qui informazioni sul Drum Circle Spirit e sull'eccellente facilitatore Harshil che ha guidato ieri sera il Cerchio.
http://www.drumcirclespirit.it/
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martedì 31 dicembre 2013
LA PIU' PROFONDA, VINCENTE, UTILE, FERTILE FORMA DI PENSIERO E' IL PARADOSSO-
"La più alta forma di arte marziale è il sorriso." (Morihei Ueshiba, fondatore dell'Ai Ki Do, o "Via dell'Energia Pacifica")
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lunedì 23 dicembre 2013
Una storiella sciamanica della tradizione dei nativi nordamericani.
"La leggenda dei due lupi.
Una sera un anziano capo Cherokee raccontò al nipote la battaglia che avviene dentro di noi.
Gli disse: "Figlio mio la battaglia è fra due lupi che vivono dentro di noi.
Uno è infelicità, paura, preoccupazione, gelosia, dispiacere, autocommiserazione, rancore, senso di inferiorità.
L'altro è felicità, amore, speranza, serenità, gentilezza, generosità, verità, compassione.
...il piccolo ci pensò su un minuto poi chiese: "Quale lupo vince?"
L'anziano Cherokee rispose semplicemente: "Quello a cui dai da mangiare". "
(storia raccontata - tra gli altri - da Manitonquat, detto anche "Medicine Story", uomo-medicina e raccontatore di storie della tradizione nativa nordamericana)
lunedì 7 ottobre 2013
Da "Geografia commossa dell'Italia interna" di Franco Arminio
"Concedetevi una vacanza
intorno a un filo d'erba,
dove non c'è il troppo di ogni cosa,
dove il poco ancora ti festeggia
con il pane e la luce,
con la muta lussuria di una rosa."
(Franco Arminio)
"Aria di terra
(...)
Chi dobbiamo imputare per questo delirio della crescita infinita che sta distruggendo la Terra? La mentalità capitalistica o il cristianesimo. Cristo ha parlato di povertà, ma ci hanno messo in testa una vita che mette a frutto tutto, una vita che non spreca niente, orientata ad accrescere la propria spiritualità, orientata al fine di arrivare in paradiso. E' un capitalismo dal volto umano, ma sempre capitalismo è, sempre si è schiavi di questa ossessione di mettere a frutto la giornata.
(...)
Usare il mondo come una cava, scavarci dentro, non potremo mai fare altro se non ci arrendiamo. La paesologia è una scienza arresa, è una scienza radicalmente ecologica. Piuttosto che militare per la ricchezza, meglio militare per il fallimento dell'arroganza, per la morte, per Dio, per la poesia. Il pensiero della morte è il più ecologico che esista. Per salvare il mondo dobbiamo pensare che siamo mortali, dobbiamo usare i nostri corpi, camminare, abbracciarci, stenderci al sole e sgretolarci, annusarci, danzare, suonare, salutare il sole, scrivere poesie, non ci sono altre strade, dobbiamo congedarci da ogni idea di progresso, dobbiamo congedarci da ogni fissità, muoverci sciolti, muoverci nel provvisorio, scatenare immaginazioni, lasciare i caselli delle mete obbligate, muoverci verso l'impensato, tenere il miracolo del mondo nel nostro fiato, raccontarci la meraviglia di essere qui assieme ai cani, ai vermi, ai conigli, alle nuvole, alle foglie, ai pesci, agli uccelli, assieme alla pioggia, assieme al vento, stare qui a sentire l'aria che gira senza mai fermarsi, raccontarci storie belle, mutilare l'efficienza, l'indifferenza, sgangherare l'idea del profitto, disarmare il disincanto. Con queste munizioni dello spirito possiamo guarire qualcosa, il nostro compito non è allungare la permanenza a niente e a nessuno, ma rendere più lieve e lieto quello che c'è e quello che siamo. Poi tutto avrà fine e buona notte."
(da Franco Arminio, Geografia commossa dell'Italia interna)
"Comunità provvisorie", il blog di Franco Arminio e dei paesologi:
http://comunitaprovvisorie.wordpress.com/
intorno a un filo d'erba,
dove non c'è il troppo di ogni cosa,
dove il poco ancora ti festeggia
con il pane e la luce,
con la muta lussuria di una rosa."
(Franco Arminio)
"Aria di terra
(...)
Chi dobbiamo imputare per questo delirio della crescita infinita che sta distruggendo la Terra? La mentalità capitalistica o il cristianesimo. Cristo ha parlato di povertà, ma ci hanno messo in testa una vita che mette a frutto tutto, una vita che non spreca niente, orientata ad accrescere la propria spiritualità, orientata al fine di arrivare in paradiso. E' un capitalismo dal volto umano, ma sempre capitalismo è, sempre si è schiavi di questa ossessione di mettere a frutto la giornata.
(...)
Usare il mondo come una cava, scavarci dentro, non potremo mai fare altro se non ci arrendiamo. La paesologia è una scienza arresa, è una scienza radicalmente ecologica. Piuttosto che militare per la ricchezza, meglio militare per il fallimento dell'arroganza, per la morte, per Dio, per la poesia. Il pensiero della morte è il più ecologico che esista. Per salvare il mondo dobbiamo pensare che siamo mortali, dobbiamo usare i nostri corpi, camminare, abbracciarci, stenderci al sole e sgretolarci, annusarci, danzare, suonare, salutare il sole, scrivere poesie, non ci sono altre strade, dobbiamo congedarci da ogni idea di progresso, dobbiamo congedarci da ogni fissità, muoverci sciolti, muoverci nel provvisorio, scatenare immaginazioni, lasciare i caselli delle mete obbligate, muoverci verso l'impensato, tenere il miracolo del mondo nel nostro fiato, raccontarci la meraviglia di essere qui assieme ai cani, ai vermi, ai conigli, alle nuvole, alle foglie, ai pesci, agli uccelli, assieme alla pioggia, assieme al vento, stare qui a sentire l'aria che gira senza mai fermarsi, raccontarci storie belle, mutilare l'efficienza, l'indifferenza, sgangherare l'idea del profitto, disarmare il disincanto. Con queste munizioni dello spirito possiamo guarire qualcosa, il nostro compito non è allungare la permanenza a niente e a nessuno, ma rendere più lieve e lieto quello che c'è e quello che siamo. Poi tutto avrà fine e buona notte."
(da Franco Arminio, Geografia commossa dell'Italia interna)
"Comunità provvisorie", il blog di Franco Arminio e dei paesologi:
http://comunitaprovvisorie.wordpress.com/
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lunedì 2 settembre 2013
"La paesologia come rivoluzione erotica e viandante"
Jaspere Diaspro, sul suo blog, nel post "le città di oggi piacciono?" si interroga sulla città contemporanea, su questa giungla crudele d'asfalto, indifferenza, rumore e plastica, e si chiede come possa davvero a qualcuno piacere.
"Rimanendo fermi alle regole dell' evoluzione, arrivati ad un certo punto non poteva che competere con se stesso per migliorarsi. L'uomo è la specie più adattabile che si trova in natura. Sopravvive ovunque, sia nella giungla verde che in quella di cemento, nei deserti,nelle oasi..... Mi domando se tutto questo non sia insito in noi come una macchia scura, siamo cooperativi certo. Ma siamo anche competitivi e non trovando nessun altro sul pianeta con cui competere, competiamo tra noi!"
(dal post di Jaspere: http://animadidiaspro.weebly.com/1/post/2013/08/le-citt-di-oggi-piacciono.html )
Rispondo su Facebook così:
A me piacerebbero dei paesi immersi nella natura, ma culturalmente, artisticamente e
spiritualmente vivi, e certo, in cui si possa recuperare il senso della comunità cooperativa.
Paesi con le radici nella propria tradizione storica ma in cui nascano nuove forme di vitalità
e socialità aperte, creative.
Poi oggi trovo questo splendido articolo sul blog "Comunità provvisorie", il blog della
paesologia.
Cito:
"Quando si pensa alla rivoluzione si pensa ai cortei, alle urla e invece la rivoluzione si può fare anche a bassa voce, è un compito per gli angoli bui della giornata, una faccenda intima prima che corale. La rivoluzione forse si può fare con mitezza, uscire dal mondo delle merci poco alla volta, con le forze che abbiamo, senza arroganze, senza proclami, uscire fuori e salutare chi arriva e chi parte, guardare la morte e la bellezza, usare il silenzio e la parola, farlo con calma e con urgenza, c’è ancora tempo, ad Aliano c’è ancora tempo.
Venite ad Aliano per “un eros vago, lontano, come una stretta di mano”.
La paesologia è camminare nei paesi. Camminare fa bene quindi fanno bene anche i paesi. Se gli italiani andassero in giro per i paesi, se camminassero tre ore al giorno la farmacie e i medici guadagnerebbero assai meno. Un governo occidentale oggi dovrebbe come prima cosa far camminare le persone."
(...)
(...)
"Aliano dice all’Italia fatti dolce e lontana e silenziosa, torna agli ulivi, al grano, al fazzoletto pieno di sudore quando la giornata era una cosa sola: serpente fischio pianto sole e non il mosaico di plastica che c’è adesso. Aliano dice all’Italia che molto abbiamo perso, forse l’essenziale, e dobbiamo sentirlo e piangere e ridere e tornare davvero alla nostra terra, stare davvero qui dov’eravamo.
La modernità incivile ha ancora i suoi fanatici, la miseria spirituale dilaga. Chi è in esilio, chi è orfano, chi è a disagio deve trovare compagnia alla sua solitudine, non deve buttarla. L’idea della morte non si può diluire col divertimento o con l’orgia delle merci. L’idea della morte si sostiene con la poesia, con l’esposizione di quel che siamo. E se esponiamo la nostra paura o il nostro delirio o la nostra ossessione, se esponiamo il gioco profondo che ci muove, dobbiamo incontrarci nello squarcio, non sulla vernice fresca del compiacimento e del conformismo. Ad Aliano io penso a una comunità di squarci, a una comunità delle fessure, a un abbraccio degli orli. Dunque un festival del bilico, una cerimonia dei sensi che all’improvviso si verticalizza, si fa notturna, metafisica. Dal vuoto dei calanchi al vuoto della luna. Un festival lieto e dolente, per chi non vuole dissolvere misteri con l’abbaglio della ragione, per chi non vuole irrigare il mondo con le proprie opinioni, ma vuole solo guardarlo."
(Franco Arminio)
Qui lo splendido articolo integrale:
Ho commentato sul blog dei paesologi così:
Che articolo! Se Pasolini lo potesse leggere, forse metterebbe in dubbio la propria disperazione e le proprie considerazioni sull'inesorabilità del “fascismo realizzato” della società dei consumi. Un incontro di squarci, di abissi in cui la poesia mormora, echeggia, susurra, canta, urla ancora, nel fruscio del vento della solitudine, nei baluccichii nella notte oscura. Peccato non essere riuscito a venire. Ci saranno prossimamente altre eventualità ipotetiche di creare “comunità provvisorie”, per “venire in vacanza intorno a un filo d’erba”?
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