di-segno di Sacrilegio Tempesta

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pARTICOLARE DI "Autunno", quadro di Diogene senza l'anima?. Foto di Sacrilegio Tempesta.
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domenica 3 marzo 2013

Sulle tracce di Wilhelm Reich.

"In Matrix le macchine hanno bisogno di far “dormire” gli uomini per tenerli sotto controllo e a volte sono costrette a liquefare i morti affinché nutrano i vivi per via endovenosa. In un modo o nell’altro ciò che viene impedito è la possibilità di accesso a qualcosa di vitale, per mezzo della quale l’uomo esprime se stesso, la propria personalità e la propria stessa essenza, qualcosa attraverso cui l’uomo vive. Uomini messi sotto controllo, quindi, impediti di esprimersi, uomini “morti”, che ricordano il “normopata”, il “mortovivo”, “l’uomo normale” di J. A. Gaiarsa, uomini schiavi, ma schiavi di cosa?

(...) 

Dal mito della caverna, contenuto nella Repubblica di Platone, al velo leggerissimo, che c’impedisce di “vedere” un oltre, descritto da William James, dalla danza dell’illusione di Maya al genio maligno e ingannatore di Cartesio, dalla trappola di Reich alla ruota dei pensieri collettivi di Gaiarsa o alla prigionia dell’ego descritta dagli psicologi transpersonali, tutti noi possiamo essere prigionieri di matrix.

Il film dei fratelli Wachowski ci ammonisce a non credere in ciò che si vede, c’invita a porre in dubbio ogni cosa, ciò che si percepisce come realtà. Tutto questo potrebbe essere facilmente definito come una condizione paranoica, una follia vera e propria. Se non è reale quello che noi crediamo sia reale, sani e pazzi potrebbero scambiarsi i ruoli.

(...)
 

Le parole d’ordine della controcultura sono: “lasciarsi andare” e scardinare le porte chiuse di un pensiero controllato e organizzato dall’alto, proprio come avviene in matrix, parole, queste, che hanno segnato la nascita, a partire dagli anni sessanta, di una nuova etica e una nuova morale, basate sulla libertà di pensiero. L’individuo viene chiamato a cercare se stesso, a cercare i propri valori, senza lasciarsi condizionare da una visione del mondo preconfezionata. Il film dei fratelli Wachowski ripropone questo invito ad un viaggio individuale che potrebbe anche diventare un viaggio collettivo, il cui fine è quello di cogliere la parte più umana di se stessi, affinché assuma il proprio compito esistenziale. 

(...)
 
Nell’ultimo decennio il problema della realtà è riemerso in ambito letterario nella rivalutazione di autori come Philip K. Dick, che ricercava una vera realtà, nascosta dietro le apparenze e, nel cinema, in pellicole come Dark City di Alex Proyas e The Truman Show di Peter Weir che descrivono mondi abitati da persone che vengono deliberatamente tenute all’oscuro dell’artificialità della propria esistenza, mondi artefatti e illusori, mondi dai quali si vuole fuggire e nei quali il protagonista lotta eroicamente per la propria liberazione. In questi film vengono descritte la lotta e la fuga da tali mondi, mondi nei quali l’artificiosità è prodotta dalla manipolazione della realtà a opera del potere: politico, economico, psicologico e d’informazione."


                                                                                  
                                                                        
                                                                                     (Virginia Salles, dall'articolo Wilhelm Reich, passeggero della Nebuchadnezzar, qui sotto al primo link)





  nel secondo link Orgonauti, evviva!!! - un cortometraggio di delirantemente iper-lucido anti-cinema di A. Grifi ispirato a Reich e alle sue teorie- 







 http://www.centrostudipsicologiaeletteratura.org/arsal57.html








 https://www.youtube.com/watch?v=iuRGr8TsoBY







 

giovedì 21 febbraio 2013

Nudi verso la follia.

Uno dei documentari più belli, forse il più bello, che ho mai visto (insieme a "Lia") sui movimenti studenteschi e giovanili degli anni '70 in Italia.

C'è tutto, le contraddizioni, i sogni, la contrapposizione fra "compagni" poveri e "compagni" ricchi, fra caos anarchico e "nuova polizia", fra "fantasia al potere" e comunismo pragmatico, fra fricchettoni e politicizzati, fra femministe e leader uomini del movimento, fra mode e ideologie politiche e concreta, viscerale, reale, radicale esigenza di libertà, di vitalità spasmodica, di creatività vitale, di amore, di liberazione dalle gabbie e maschere e catene di un'esistenza percepita come falsa, repressa, costretta e inautentica (e come gabbie molti percepivano anche l'organizzazione gerarchica dei movimenti organizzati, con i loro capi, il loro servizio d'ordine, i divi della musica alternativa sul palco, etc...) - fra creatività libera sfrenata sognante e anarchica e reali concreti pragmatici problemi sociali, fra sogni di libertà e aspetto nichilista, distruttivo, anarchico in senso degradato, assurdo, insensato. Ciò che può apparire come estrema libertà e autenticità e autoorganizzazione libera e amore, etc... da un altro punto di vista può essere percepito come sperpero insensato e folle. Alla stesa maniera, tutto in questo documentario può essere visto in decine di maniere diverse contraddittorie. Personalmente ho visto questo documentario con un misto contraddittorio di simpatia e spaesamento, entusiasmo e orrore, sfiducia e divertimento, amarezza e risate, sguardo lucido ironico e nostalgia per una vitalità collettiva mai vissuta, paura per il degrado a cui può arrivare la folla nella condizione anarchica e identificazione nella radicale esigenza di libertà, di amore, di urlo, di autenticità, di spezzare le catene anche se in maniera folle e disordinata. 

In ogni caso, un documentario dai mille spunti di riflessione, su molti piani diversi.

Sicuramente estremamente divertente e liberatorio.

Segue un altro documentario realizzato oggi sempre con il girato di Grifi, sicuramente meno bello e fresco, ma con il pregio di presentare anche il punto di vista di oggi di alcuni dei protagonisti del documentario. Inoltre il secondo documentario, meno ricco di girati lunghi, "freschi", senza interruzione o montaggio - i girati non interrotti (così come sono presentati nel primo documentario) catturano molto meglio quel che dev'essere stato essere là allora - è però più ricco di eccezionali pezzi musicali.




mercoledì 20 febbraio 2013