LASCIA TUTTO, E SEGUITI! (F. Battiato) Dove tutto è enigma (storia, natura, cosmo) la certezza dell'insolubilità pone un invisibile seme di speranza. (Guido Ceronetti)

di-segno di Sacrilegio Tempesta
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pARTICOLARE DI "Autunno", quadro di Diogene senza l'anima?. Foto di Sacrilegio Tempesta.
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venerdì 7 febbraio 2014
Lama Gyurme & Jean-Philippe Rykiel
Mantra tradizionali del Buddhismo Tibetano, accompagnati da bellissima musica elettronica.
Una musica che ti fa fermare. A riflettere, ad ascoltare, a rilassarsi, a essere, a meditare sul senso delle cose.
A meditare e ad ascoltare l'armonia e la Pace che si può trovare al di sotto, o al di sopra, o comunque al di là delle frenesia quotidiana. Mantra che, rilassando, accendono, fanno baluginare, svegliano anche l'attenzione e la capacità più-che-egoica di guardare al di là della propria piccola visuale abitudinariamente soggettiva, ascoltare e osservare con equanimità tutto ciò che si presenta alla coscienza, e interrogarsi sul senso e sulla direzione da dare alle nostre vite.
https://www.youtube.com/watch?v=vDvEt2qSFbU&list=PL0ABDC60F3FC58C7D
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lunedì 9 dicembre 2013
"Sacro mi sia, allora, lo sterpaio disordinato dove trovano rifugio le serpi e le vipere, che del loro veleno ho decisamente meno paura e più rispetto."
"Era primavera e tanto giallo abbaglia. Giorgio rimase estasiato e fermò l'auto per avvicinarsi, guardare, camminarci in mezzo. Immaginava di poter cogliere il ronzio degli insetti già a distanza, com'era capitato anni prima, ma non fu così. Immaginava che nuvole di api abitassero gli stimmi soleggiati, ubriache di nettare e pollini squisiti. Rimase attonito quando si rese conto che l'unico rumore era quello dei petali e delle foglie tenere al vento.
Annusò l'aria, e un odore acre e pungente lo ferì.
La terra era vuota di qualsiasi altra vita che non fossero lei, la Colza. Allora capì: su quella coltura era stato sparso con dovizia un insetticida. Giorgio prese alcuni fiori, e li portò al laboratorio. L'insetticida utilizzato era un derivato della dieldrina.
Non sono ancora finiti i tempi in cui l'uso di pesticidi, prospettato come necessario alle produzioni agricole dalle multinazionali, assume le forme di vero e proprio consumismo. Gli agricoltori, plagiati dalle pressioni di mercato e dalla paura di veder perduto un raccolto su cui, erroneamente, son già stati spinti a investire più del dovuto, finiscono per attuare interventi pesanti senza rendersi conto delle reali conseguenze dei loro atti. In questo caso, ad esempio, la sola presenza delle api garantirebbe alla Colza un'impollinazione massiccia e un incremento della produzione fino al 90%; somministrare insetticidi per abbattere minacce spesso solo ipotetiche e sovrastimate in grado di compromettere il 30% della produzione per rinunciare al 90% è un pò come darsi la zappa sui piedi. E per un agricoltore è davvero il colmo. Ma, tant'è....
Il Giorgio del racconto è Giorgio Celli, etologo, studioso e scienziato. Lui è ancora vivo, ma le api e gli altri insetti del racconto sono tutti morti. E la dieldrina è finita nella terra, nella Colza, nell'aria, nelle falde acquifere.
Quando ci fermiamo estasiati a mirare un campo esteso di fiori tutti uguali, per quanto bella possa essere quell'immagine, ricordiamoci che forse nasconde un veleno. O più di uno.
Sacro mi sia, allora, lo sterpaio disordinato dove trovano rifugio le serpi e le vipere, che del loro veleno ho decisamente meno paura e più rispetto." (Primiana Leonardini Pieri, dalla sua pagina Facebook, con il permesso dell'autrice)
Annusò l'aria, e un odore acre e pungente lo ferì.
La terra era vuota di qualsiasi altra vita che non fossero lei, la Colza. Allora capì: su quella coltura era stato sparso con dovizia un insetticida. Giorgio prese alcuni fiori, e li portò al laboratorio. L'insetticida utilizzato era un derivato della dieldrina.
Non sono ancora finiti i tempi in cui l'uso di pesticidi, prospettato come necessario alle produzioni agricole dalle multinazionali, assume le forme di vero e proprio consumismo. Gli agricoltori, plagiati dalle pressioni di mercato e dalla paura di veder perduto un raccolto su cui, erroneamente, son già stati spinti a investire più del dovuto, finiscono per attuare interventi pesanti senza rendersi conto delle reali conseguenze dei loro atti. In questo caso, ad esempio, la sola presenza delle api garantirebbe alla Colza un'impollinazione massiccia e un incremento della produzione fino al 90%; somministrare insetticidi per abbattere minacce spesso solo ipotetiche e sovrastimate in grado di compromettere il 30% della produzione per rinunciare al 90% è un pò come darsi la zappa sui piedi. E per un agricoltore è davvero il colmo. Ma, tant'è....
Il Giorgio del racconto è Giorgio Celli, etologo, studioso e scienziato. Lui è ancora vivo, ma le api e gli altri insetti del racconto sono tutti morti. E la dieldrina è finita nella terra, nella Colza, nell'aria, nelle falde acquifere.
Quando ci fermiamo estasiati a mirare un campo esteso di fiori tutti uguali, per quanto bella possa essere quell'immagine, ricordiamoci che forse nasconde un veleno. O più di uno.
Sacro mi sia, allora, lo sterpaio disordinato dove trovano rifugio le serpi e le vipere, che del loro veleno ho decisamente meno paura e più rispetto." (Primiana Leonardini Pieri, dalla sua pagina Facebook, con il permesso dell'autrice)
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martedì 22 ottobre 2013
ICARO DEL DIO-SOLE
ICARO DEL DIO-SOLE¹
SOLE-TUONO EROMPE COLORI
FULMINE TAMBURO ERUZIONE ESPLOSIONE BATTITO BOATO
VULCANO MUSICA URAGANO RUMORE STREPITO
GIAGUARO ROMBO VENTO TEMPESTA CONDOR RUPE
SPACCA BRUCIA BATTI PULSA DANZA CANTA!
VOLA SGUARDO OCCHIO CIELO AQUILA SCIAMANO
PIETRA SERPENTE FOLGORE DIVELTA
TERRA, FORESTA, ANIMALI, E CIELO-SOLE-VENTO DIVENTA
FUOCO INCENDIO CUORE RITMO MUSCOLO VISCERE ISTINTO GAMBE BRACCIA DANZA SUDORE URLO LANCIA TAMBURO ASCIA CALORE!
ESPLODI CUORE!
DIVENTA UNO COL SOLE!
ESPLODI ANIMA!
DIVENTA UNO COL TUONO!
ESPLODI CORPO!
DIVENTA UNO COL CIELO!
ESPLODI SPIRITO!
DIVENTA UNO COL VENTO!
ESPLODETE PIEDI!!!!
DIVENTATE ALI!!!!!
ESPLODETE GINOCCHIA!!!!!!!!
DIVENTATE AQUILE!!!!!!!!!!!!
ESPLODETE BRACCIA!!!!!!
DIVENTATE FRECCIE!!!!!!!!!!!!
ESPLODI PAURA!!!!!!!!!!!!!!!!!
DIVENTA GIOIA GUERRIERA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
ESPLODETE LIMITI!!!!!!!!!
DIVENTATE AMORE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
ESPLODI MIA ESSENZA!!!!!!!
DIVIENI-UNO-CON-TUTTO!!!!!!!!
ESPLODI E RINASCI!!!!!!!!!!!
COME GUERRIERO INNAMORATO SENZA PAURA, CONNESSO-CON-OGNI-COSA, RINASCI!!!!!!!
ARCO
CHE TENDI L'INTERO
MIO ESSERE
DAL CENTRO-ABISSO
DI MADRE TERRA
VERSO LE STELLE,
SCOCCA LA TUA FRECCIA!!!!!!!
FULMINE SIDERALE, SPACCA LA ROCCIA!!!!!!!!
L'UNIVERSO-IO-SONO!!!!
CIELO-E-TERRA-SONO!!!!!
UNO-IO-SONO-E-TANTI, INFINITI!!!
E UNO-SONO-CON-OGNI-COSA!!!!!!!!!
(Diogene senza l'anima?)
1. Chiedo scusa agli eventuali lettori di cultura indio-amazzonica, o ai lettori occidentali che in qualche maniera si rifanno alla spiritualità amazzonica, per l'uso improprio del termine "Icaro". Gli "Icaros" sono canti sciamanici della cultura india amazzonica, ispirati dagli spiriti, secondo questa cultura, a dei curanderos. E' chiaro che questo qui sopra non è un Icaro, ma una semplice poesia. Ho scelto questo termine, tuttavia, perchè mi sono ispirato alla cultura sciamanica e alla foresta amazzonica. Molto probabilmente il contenuto di questa poesia non è coerente con la spiritualità e i miti amazzonici, visto che li conosco ben poco, ma ho voluto comunque rendere un omaggio a questo tipo di cultura scrivendo dei versi che sono semplicemente frutto delle mie personali suggestioni emotive partendo dall'ascolto di alcuni Icaros, da alcune conoscenze sparse e dalla mia rielaborazione di tutto questo attraverso l'immaginazione e l'ispirazione poetica.
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