LASCIA TUTTO, E SEGUITI! (F. Battiato) Dove tutto è enigma (storia, natura, cosmo) la certezza dell'insolubilità pone un invisibile seme di speranza. (Guido Ceronetti)

di-segno di Sacrilegio Tempesta
?
pARTICOLARE DI "Autunno", quadro di Diogene senza l'anima?. Foto di Sacrilegio Tempesta.
Visualizzazione post con etichetta sogni. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta sogni. Mostra tutti i post
martedì 27 maggio 2014
ANCIENT SHAMANIC ROCK-
IL COMPITO DELL'ARTISTA E' SALVARE L'ANIMA DELL'UMANITA'
SE GLI ARTISTI NON TROVANO LA VIA, LA VIA NON PUO' ESSERE TROVATA.
(Terence Mc Kenna)
(Immagine: Paintbrush Warrior, di Mark Henson, riprodotta con l'esplicito consenso - da me richiesto - dell'autore. Tutti i diritti riservati. Per altri quadri di questo pittore che rappresenta l'oggi in maniera caoticamente visionaria, tra realtà socio-politica violenta tremenda ipertecnologica antropocentrica e sogno incantato spirituale, vedi il suo sito)
(Image: Paintbrush Warrior, by Mark Henson, reproduced with explicit ageement - asked by me - of the author. All rights protected by copyright. If you want to see other paintings by this painter who represent the present in a chaotic, visionary way, between tremendous violent hypertecnological anthropocentric socio-political reality and spiritual enchanted dream, go to his website)
Dire che l'arte (musica, poesia, etc...) debba servire a qualcosa è una bestemmia.
Ciò che caratterizza l'arte è esattamente un essere-fine-a-sé-stessa, un fare libero, un gioco liberato, tremendamente serio ma tremendamente autosufficiente, un fare completamente libero da scopi, un non-fare che ha nel proprio manifestarsi la sua autosufficente ragione di essere.
Tuttavia l'arte ha delle conseguenze (a cui non bisogna pensare nell'atto della libera espressione o della libera fruizione - due cose che poi sono la stessa).
L'arte, il canto, la danza, il proto-teatro, la musica, la poesia sono sempre state nelle culture antiche e nelle culture tribali maniere di curare, non nel senso strumentale di oggi, ma nel senso di riconnettere le identità spezzate e separate degli individui con un'Unità, divina, naturale, spirituale, emotiva, corporea, istintiva, che senza queste storie sacre, questi canti sacri, queste danze, musiche, rituali, simboli, immagini, colori, suoni, rischiava di essere perduta.
Per gli aborigeni d'Australia addirittura la Terra-di-Sogno è tenuta in vita e continuamente ri-creata proprio da rituali artistici in cui in luoghi sacri ciclicamente venivano ridipinte scene di storie mitologiche. Senza questo atto di ri-dipingere la realtà divina, la stessa realtà divina rischiava di estinguersi.
L'arte, la poesia, la musica sono sciamanesimo, ancora oggi, sono la vera più potente forma di sciamanesimo. Non servono a curare, a far star bene, perché non sono serve, ma imperatrici, ma curano, perché fanno vivere, fanno rivivere l'eroe dai mille volti che si contorce dentro di noi e grida per esprimersi, per essere ascoltato, ridanno vita alle parti più nascoste e abissali e profonde e viscerali e paradossali e luminose o oscure e selvatiche di noi stessi, ci riconsegnano alla nostra libertà.
Se la pizzica è (era, o è ancora) un rituale di esorcismo, così lo può essere il rock più selvaggio e autentico o una jam session di percussioni.
Se la danza balinese è una maniera di richiamare e rendere presente, fisico, davanti agli occhi il divino, il mito, reale, ora, qui - così può farci entrare nella stessa dimensione rituale esatta e assoluta, gioiosa o terrificante, la migliore poesia o il migliore teatro d'avanguardia.
Certo, esistono differenze, e radicali, tra un'arte propriamente rituale inserita in un quadro cosmologico, mitologico e religioso definito, condiviso unanimemente da una società o una tribù, e l'impresa individuale di un artista o un poeta che si avventura nella terra di nessuno della notte dell'anima, del caos danzante interiore, avendo come alleati e come rete di simboli solo un deserto squassato di una cultura dilaniata, disorientata, dispersa, cinica, materialista, economicista, idolatrante l'utile la convenienza, la misurazione la quantità l'osservabile lo strumentale tecnico il gioco di un potere abbrutito edonismo dell'illimite con ragnatele di brandelli di sensi di colpa atavici post-cristiani.
Ma in realtà l'artista, come lo sciamano, è sempre stato solo.
Deve partire per il suo viaggio da solo e affrontare il gioco di specchi e labirinti senza soluzione possibile apparente, affrontare i demoni nella prateria dei simboli dove infuriano venti inumani, attraversare il deserto della nientificazione, inerpicarsi su vette rocciose inospitali ed aliene, pericolose, a volte ammalianti, a volte meravigliose, seguire il sentiero avventuroso del suo mito personale, e dipanare forme-talismano con lo scalpello della propria sensibilità, con la lama della propria autenticità, poi deve sapersi rilassare, ridere di tutto questo e di sè stesso, semplificare, alleggerire, togliere importanza, rasserenare, sciogliersi in un lago placido specchio oggettivo del mondo, evaporare in una nuvola bianca che si lascia trasportare dal vento, o un profumo di legna bruciata, o fumo fugace che scompare in pochi secondi, sciogliere il nodo dell'impossibile in una pozzanghera di niente, in una goccia di pioggia che si frantuma nella terra ingravidandola di vuoto fertile, disegnare miniature e arabeschi nell'aria, riagganciare il centro esatto del cuore, farlo rinascere, lasciarlo gridare, cantare, pulsare battere potentemente il proprio vasto Petto-Tamburo, perdersi in un frammento inutile e indescrivibile, poi ribaltare tutto, dimenticare tutto, annientare tutto, perdere di nuovo tutto, e ricominciare da capo da un altro punto di vista, inventare linguaggi strumenti musicali codici preghiere parole magiche ritmi percussivi completamente inediti, e così potrà tornare con in mano una valigia di visioni, sogni, assurde asce sciamaniche disintegra-finzioni, fantascientifiche ali immaginarie impermanenti e orologi a molla sputa-meraviglia da donare ai suoi simili, perché anch'essi trovino le proprie buone piste.
Gli artisti, insieme ai pochi testimoni rimasti di culture orientate da divinità profondamente diverse dal Moloch della Ragione Tecnico-Economica, sono gli unici alchimisti rimasti ancora in grado di riconnetterci con la Ragnatela Cosmica della Vita, con il ventre gravido della Madre Terra, col nostro istinto sano e naturale, saggio, potente di uomini e donne selvatici.
Gli artisti, come gli sciamani, esprimono e aiutano a riprendere contatto con parti di noi o dell'inconscio collettivo rimosse, emozioni represse, dimenticate, negate, cancellate, imprigionate, oscurate, genocidizzate, incatenate, azzittite, schiacciate, mandate al confino, segregate, immobilizzate, paralizzate, uccise, ridicolizzate, annientate, svuotate, desertificate - o con realtà della società e della vita magari violentemente evidenti ma nascoste e messe a tacere - che il poeta, il musicista o il pittore aiutano ad urlare profeticamente la propria innegabilità.
L'arte cioè per esempio può essere la versione contemporanea della caccia all'anima della cultura sciamanica, in cui gli sciamani "cacciavano" pezzi di anima che la persona da curare aveva perso per strada, che erano rimasti impigliati in altrove, altre dimensioni o epoche in seguito a traumi, ferite, sofferenze incapaci di esprimersi.
Mi viene in mente per esempio quel che dice Igor Sibaldi sulle nostre età sconfitte: l'archetipo contemporaneo del Capo Indiano sconfitto, quelle fotografie terribili di questi volti disperatamente tristi e sconvolti, eppure che conservano una dignità assoluta, indiscutibile, non alterabile, impassibile, statuaria, a volte immersa in una sconsolazione infinita ma ancora perfettamente saggia, a volte che guardano nell'obiettivo ancora con sfida, sprezzo guerriero pieno di rabbia e dignità - rappresenterebbero per Sibaldi, nel nostro immaginario, le nostre età sconfitte: infanzia e adolescenza, tutti i loro sogni dimenticati e messi a tacere, messi in riga dal realismo adulto, dal pragmatismo deluso e cinico. L'Arte ci rimette di fronte, se il nostro cuore non è inaridito, con il mondo incantato, popolato da elfi fate gnomi miracoli magie alberi parlanti meraviglia stupore emozioni primordiali capacità innocente di credere all'incredibile e lo spirito eternamente ciclico e atemporale, sognante del Gioco - che appartenevano alla nostra infanzia - e allo spirito guerriero ribelle sognante indomito, non inquadrabile, indomabile, inquieto, impossibile da collocare in confini angusti pensieri dogmatici e ruoli assegnati, capace di spaccare tutto e lottare per i Sogni che pulsano selvaggi nel proprio cuore - che appartenevano alla nostra adolescenza.
L'arte, per concludere dà voce a ciò che nella nostra società e in noi non ha voce: al selvatico, agli animali, al fantastico, all'irreale, al profetico, a ciò che sta sotto il sottile velo della realtà socialmente e politicamente precostituita e accettata, al paradossale, alla sofferenza, alle contraddizioni laceranti della nostra società e all'urlo ribelle dell'urgenza di trovare vie alternative; al misterioso, all'enigmatico, all'impossibile, a tutto ciò che non ha risposta, a tutto ciò che non può essere detto in un linguaggio quotidiano, all'angoscia del vivere in una società irregimentata in maschere e finzioni e costrizioni rigide, oppressive e iper-razionali; alla gioia del semplice essere vivi come animali, con un corpo, un sano istinto, una vocazione alla libertà, un'Anima tribale guerriera sanguigna e sognante; alla Terra e al sentirci suoi figli; all'antico, al non attuale, a logiche incomprensibili per la mentalità imperante del pensiero unico; alla capacità di creare, esprimersi liberamente, e inventare sentieri e logiche extra-ordinarie, assurde, paradossali, nuove, impensate, folli per vivere e affrontare questo caotico presente e tracciare piste imprevedibili e non catalogabili, non inquadrabili dal pensiero binario, per il futuro.
P.s.: per esempio, Mark Henson (vedi quadro sopra) riesce sia a rappresentare espressionisticamente il caos violento e insensato, infetto, distruttivo, cinico, nichilista, ingiusto in cui viviamo ( vedi qui o qui ) oppure l'aspetto folle avido e catastrofico, antropocentricamente distruttore del progresso ( "La marcia del progresso" ) ma anche a dare Visioni serene, sognanti, utopiche del futuro ( bellissimo questo "Risanare il futuro" oppure "Nuovi pionieri" ) ma mira in altri quadri direttamente al cuore del Sogno spirituale, irrelato da condizionamenti sociali ( "Viaggiatori di luce" o questo splendido quadro sull'archetipo del volo) o a una visione magica, animista della natura (per esempio qui ).
Di questo abbiamo bisogno in questi tempi caotici: di riconnetterci col Sogno con la Terra, anche in maniere selvagge nuove e impensate - "Tempi furiosi richiedono danze furiose", e Visioni lucide, e desideri folli, e creazioni coraggiose e inedite, e musica potente e indomita, e una Poesia che travalichi la logica e la rassegnazione.
Come dice Patti Smith: BELIEVE, OR EXPLODE!!!!
Ancient shamanic rock/1
Ancient shamanic rock/2
Contemporary shamanic rock/1
Contemporary shamanic rock/2
Contemporary shamanic rock/3
Contemporary shamanic rock/4
Contemporary shamanic rock/5
ipnosi sciamanica
Riti guerrieri di purificazione
leggere nenie di sottili flauti arcani
Lo Spirito della Danza si s-catena
again
Celebrazione conclusiva
Etichette:
Anima,
animismo,
arte,
Arte come Gioco,
corpo,
culture antiche,
istinto,
libertà,
Madre Terra,
mito,
oltre la linea,
pancia,
potere terapeutico dell'arte,
rock,
sciamanesimo,
sogni,
storie,
Wilderness
domenica 11 maggio 2014
Post-Circus (Rivoluzioni della sensibilità/1)
- FORGET ABOUT CIRCUS -
Questo video ( https://www.youtube.com/watch?annotation_id=annotation_704843&feature=iv&index=1&list=PLFB9A067AEE309436&src_vid=UdLt70d-4kQ&v=eHQqBgjGkSw ) comincia con i giovani artisti neo-circensi russi Raw Art che intervistano gente a caso per la strada chiedendo: "Cosè il circo?". Le risposte più ricorrenti sono: "Orsi", "Clown", e "Pagliacci che da bambino mi facevano paura". Segue un filmato in stile videoclip musicale in cui gli artisti si esibiscono in un mix cinematico di prestazioni fisiche che fondono giocoleria, acrobazie circensi, parkour, danza hip-hop, break dance e altro, accompagnati da una canzone rock molto potente e incazzata a tutto volume. Rabbia generazionale, frattura di codici, sensibilità in rivoluzione, insofferenza verso il dato, innovazione sperimentale, volontà consapevole di fondere tradizioni e cose nuove diverse secondo l'insindacabile giudizio della propria urgenza creativa.
Ma anche un'estrema precisione ed eleganza tecnica e una notevole raffinatezza e bellezza artistiche e poetiche, come si vede da questi video per esempio:
https://www.youtube.com/watch?v=WaGueqsQ4P0&list=PLFB9A067AEE309436
https://www.youtube.com/watch?v=JLkU1kZrsWU&list=PLFB9A067AEE309436
https://www.youtube.com/watch?v=UdLt70d-4kQ&list=PLFB9A067AEE309436
https://www.youtube.com/watch?v=l38tl_X-hFQ&list=PLFB9A067AEE309436
Nei video successivi, invece, tratti quasi tutti dalle performances di varie compagnie al festival neo-circense Festival UP!, lo stile e la sostanza sono ancora diversi: qui la contaminazione è con le forme più vitali del teatro sperimentale e anche a volte della danza contemporanea.
In registri e modulazioni estremamente vari, queste compagnie fondono la ricerca estrema di un'espressività fisico-mimico-ritmico-gestuale intensa e precisa di certo teatro (e danza) d'avanguardia con la magia immemore, smemorata, antica del circo, la sua malinconia incantata, la sua allegria assurda, le sue acrobazie funambolesche, la sua clownerie sconclusionata, la sua gioia di vivere al contempo grottesca, surrealista, a volte violentemente espressionista, e pur sempre ipnoticamente stupefacente, capace di entusiasmare il fanciullo coraggioso sulla pista di sogni avventurosi che è in noi.
https://www.youtube.com/watch?v=MM1tflELD9o
https://www.youtube.com/watch?v=bn8UUAK2kpE
https://www.youtube.com/watch?v=9SHAxrcDVHQ
Una ricerca artistica rivoluzionaria - i circhi di una volta con elefanti leoni clown e freaks sono estremamente lontani, anche se sempre fantasmi presenti sulla scena - di cui esempi più famosi (e ancora diversi) sono il Cirque du Soleil e il Cirque Eloize; che condensa in forme spesso visionarie e stralunate sensibilità in radicale rivoluzione, mutazioni mentali e trasfigurazioni di pensiero e di valori in cui il nostro oggi oscilla. E tutti noi con lui.
Etichette:
andare oltre i limiti,
arte,
circo,
circo alternativo,
clownerie,
corpo,
Energia,
funamboli,
futuro,
gioco,
giocoleria,
innovazione,
oltre la linea,
post-circo,
pratiche fisiche,
sogni,
sperimentazione,
teatro
venerdì 9 maggio 2014
Trasmutazione di dolore in Energia
Trasmutazione di dolore in Energia, quadro di Diogene senza l'Anima? (dettaglio). (cliccando l'immagine è possibile ingrandirla)
Etichette:
alchimia,
Anima,
arte,
Arte come Gioco,
caleidoscopi interiori,
colori,
Energia,
energia zigana,
pancia,
percorsi zigzaganti,
quadri di Diogene senza l'anima?,
sogni,
sole,
succhiareilmidollodellavita!
sabato 19 aprile 2014
Un convalescente scampato alla morte parla
Amatevi, il tempo è breve.
Potrebbe anche darsi il caso che sia lungo, ma è comunque
limitato.
Osate, i giorni sono contati.
Potrebbero essere anche molte migliaia, ma sono comunque
contati.
Potrebbero anche non essere contati,
Può darsi che i bivi della vita portino a diversi esiti,
Che si possa rimandare la fine,
Ma in ogni caso la fine
Prima o poi arriverà.
Non rimandate. Fate ciò che sentite. Parlate, dite ciò che
vi preme, non aspettate domani,
La sera arriva presto, e potrebbe non ripetersi l’attimo.
CARPE DIEM!
Fate quella telefonata, rispondete a quell’annuncio, fate
una passeggiata a piedi nudi nel parco
Non lasciate che le chiacchiere della gente vi blocchino, vi
limitino in nessuna maniera!
Perchè è la vostra vita, e solo voi ne siete responsabili!
Solo voi soffrite e gioite della vostra vita!
Perciò sganciate gli ormeggi!
Fregatevene!
Salpate verso il largo!
Verso nuovi continenti inesplorati, nuove avventure!
Siate come un fiume! Un fiume in piena!
Rompete ogni indugio!
Imparate a suonare la chitarra, riprendete quel clarinetto
buttato in un armadio per anni tra la polvere,
comportatevi ancora come quindicenni
ma con lucida responsabilità!
Sognate, urlate, danzate, amate, ridete, osate, sbagliate, chiedete
perdono, perdonate, fate tentativi, imparate, esplorate, cogliete qualche fiore, riempitevi gli occhi e le narici di
tutti gli altri, parlate con la luna, pregate con i vostri piedi la terra, amate molte persone, lasciate perdere
quelle che non vi amano, lottate con ogni atomo del vostro essere e delle
vostre viscere per un amore per cui vale la pena vivere, per un libro che dev’essere
pubblicato, per una mostra di pittura che la vostra arte merita, per il sogno
di una fattoria biodinamica sperimentale, suonate, cantate, divertitevi, non
lasciate scappare il tempo senza riempirlo della vostra gioia, della vostra
allegria, poesia, tristezza, disperazione, rabbia, volontà di vivere, di vivere
di vivere completamente, senza mezze misure, affrontate quel libro difficile
che sapete che dovete leggere, affrontate finalmente a viso aperto il vostro
capufficio, affrontate la vita con sincerità frontale e pienezza assolute,
radicali, ripiantate una piantina sradicata, date da mangiare a un piccione,
prendetevi un cane, amatelo, dategli da mangiare, portatelo in giro spesso, respirate,
respirate, respirate, a pieni polmoni, amate ogni minuto, ogni secondo ogni
secondo riempitelo di coraggio di follia di improvvisazione di libertà di
risate di pancia di forza di istinto di vastità di salute spirituale!
Non aspettate!
Oggi è il giorno!
E domani sarà vera la stessa cosa: oggi è il giorno!
Amate l’attimo, fate molti progetti, realizzateli!
Non lasciatevi scappare la sottile delicata straordinaria
vulcanica esplosiva paradossale eclettica selvatica profumata fresca gigantesca granitica fluida libera
tellurica temporalesca eco irripetibile del sogno.
fate cose assurde se lo sentite!
fregatevene dei giudizi!
Non perdeten tempo coi rimpianti!
Vivete!
Non barattate un singolo secondo di felicità intensità radicalità gioia allegria pienezza autenticità con niente al mondo!
Amiamo la terra, celebriamo la pulsazione della vita, danziamo l'assurdo splendore dell'essere, non tratteniamo mai le lacrime, crediamo, crediamo, crediamo a tutto, tranne che alle certezze, esploriamo, sperimentiamo, viviamo, viviamo con coraggio, amiamoci, perdoniamoci, lasciamo perdere le complicazioni, le faide, i dubbi, e rilassiamoci in questa splendido flusso della vita in cui si perde ogni centro fino allo smarrimento del dolore, dell'insensatezza, dell'inceppo dell'amore.
Etichette:
antiprocrastination,
coglil'attimo!,
coraggio libertario,
creazione,
fare qualcosa di diverso,
Fleetwood Mac,
istinto,
libertà,
osare,
pancia,
rompere gli schemi,
SCEGLIERE,
sogni,
spiazzare la morte,
vita
martedì 21 gennaio 2014
Il "Tempo di altre Leggi"
Nel sonno a volte ci ricordiamo del "Tempo di altre Leggi", di profumi rumori suoni e ritmi evanescenti che paiono provenire da misteriose Età dell'Oro dimenticate, che hanno la sottile aura e l'odore inidentificabile dei miracoli, sapori arcani aurei delicati infiniti di nettari inimmaginabili, la fragranza santa eterna e sacra, magica, pura, ineffabile di albe in Giardini di Eden sconosciuti, echi antichi di canti arcani innominabili impossibili indefinibili inconoscibili dolcissimi armoniosi incantati impossibili a credersi in cui ci pare di riconoscerci, noi o una versione ancestrale antica di noi stessi di cui ci eravamo dimenticati, di cui ci pareva di aver perso ogni
traccia.
Sogni in cui voliamo, in cui ritroviamo pezzi di Anima perduti, in cui corriamo liberi in una foresta, in cui ci bagnamo e beviamo a piene mani in sorgenti di elisir medicamentosi miracolosi, in cui galleggiamo nello Spazio, ci riconnettiamo a una impensabile Fonte Cosmica Eterna, in cui ci sprofondiamo senza bombole in Abissi Oceanici immensi, nell'oscurità fertile avvolgente calorosa accogliente (o nelle fredde sterminate distese) dei quali ci perdiamo, incontriamo esseri incredibili, nuotiamo verso il Centro della Terra, troviamo antichi Tesori nascosti in galeoni pirata, danziamo con sirene e delfini, cantiamo insieme a balene, voliamo verso il Centro del Sole, bruciamo, rinasciamo, facciamo capriole nel cielo, beviamo Cielo, nuotiamo tra le nuvole, abbracciamo Dei, navighiamo verso continenti sconosciuti alla deriva, viaggiamo alla velocità della luce in astronavi intergalattiche, riviviamo tutte le età passate e possibili,
erriamo, ritroviamo noi stessi, la
Terra originaria della nostra Anima,
di nuovo integra, piena, alla ricerca dei suoi
sentieri
avventure interrogativi viaggi metafisici da portare a
compimento,
forzieri da trovare ed aprire con chiavi magiche,
Storia Infinita di sentieri interrotti che sempre
ricominciano.
http://www.jamendo.com/it/track/1092891/music-for-cloud-of-concepts
Etichette:
Armonia,
atemporalità,
canto,
il Tempo di altre Leggi,
inconscio,
magia,
Mantra,
minimalismo,
miracoli,
Morfeo,
musica,
Notte,
preghiera,
rilassamento,
ripetizione,
rumore,
silenzio,
sogni,
suono,
Tempo circolare
venerdì 22 novembre 2013
Alcuni Icaros amazzonici -
http://www.youtube.com/watch?v=3BKFdwekV0E
http://www.youtube.com/watch?v=hXWnngIJA28
http://www.youtube.com/watch?v=bVTIC6XkBAQ
Abrete Corazon
Abrete Sentimiento
Abrete Entendimiento
Deja a un lado la razon
y deja brillar el Sol
escondido en tu Interior
abrete Memoria Antigua
escondida en la Tierra
http://www.youtube.com/watch?v=cGykpSisDJo
http://www.youtube.com/watch?v=7aX0seKrKOo
http://www.youtube.com/watch?v=jQB-E-xIcTA
http://www.youtube.com/watch?v=EaM2tuc4YFw
http://www.youtube.com/watch?v=-WHr4BLIjaE
Etichette:
ali,
Anima,
animali,
Cosmo Visionario,
fluire,
Foresta Amazzonica,
Il pianeta verde,
Madre Terra,
radicinellaterra,
realtà,
rilassatezza,
sciamanesimo,
simulacri,
sogni,
stare qui,
Verso un'ecologia della mente
lunedì 12 agosto 2013
Giocoleria Animica-
AL PIANETA NON SERVONO ULTERIORI UOMINI DI SUCCESSO.
IL PIANETA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI PIU' GIOCOLIERI DELL'ANIMA: ARTISTI, RISOLUTORI PACIFICI, TRASFORMATORI D'ENERGIA, GUARITORI, PORTATORI SANI DI ENTUSIASMO, SOGNATORI, RISANATORI DI SOGNI, PIRATI DELLA FANTASIA, LIBERI PENSATORI, SPRIGIONATORI DI POTENZA E IMMAGINAZIONE, MALATI DI BELLEZZA, ESPLORATORI/RISCOPRITORI DI MERAVIGLIA, AVVENTURIERI, IMPROVVIS'ATTORI, MUSICOMANI POSSEDUTI DAL DAIMON DELLA MUSICA SELVAGGIA, BARDI, CANTORI, POETI, CONTASTORIE, SENSITIVI SENSIBILI ALLA VOCE DELLA NATURA, AMANTI DI OGNI
TIPO E FORMA,
"...MARZIANI, ANIMALI, FUORILEGGE
BRIGANTI, GUERRIGLIERI, SOGNATORI
CAPITANI DELLO SPAZIO, VIAGGIATORI
VISIONARI, ANARCHICI, TROVATORI
ABITANTI DELLO SPAZIO, VIAGGIATORI
VISIONARI, ANARCHICI, CERCATORI.."
...il che è più o meno il contrario di ciò che si intende normalmente con "uomo di successo"...
(Frase di David Orr rielaborata da Anima Libera, ulteriormente abbondantemente rielaborata da me. I versi tra virgolette sono presi invece da La Ballata dell'invasione degli Extraterrestri, canzone di Alberto Camerini)
(il blog di Anima Libera: http://obiettivi.wordpress.com/2013/08/12/cercasi-disperatamente-portatori-sani-dentusiamo/
http://www.youtube.com/watch?v=Gg_Yhre3RAs
http://www.youtube.com/watch?v=sHQJvPpVXJQ
Etichette:
?,
allegria,
amore,
anarchia?,
Anima,
azione,
bellezza,
coraggio,
futuro,
magia,
meraviglia,
musica,
poesia,
ricerca,
rilassatezza,
SCEGLIERE,
sogni,
sperimentazione,
spontaneità,
surrealtà
mercoledì 5 giugno 2013
Un ottimo articolo contro il grillismo.
Un ottimo articolo contro Grillo e il grillismo sul blog http://www.quitthedoner.com.
Chiaro, efficace e ben argomentato.
Da far leggere a chiunque sia entrato nel tunnel della cieca adesione al grillo parlante.
Ecco il link:
http://www.quitthedoner.com/?p=1268
Un breve estratto:
"Grillo in questi anni ha detto tutto e il contrario di tutto, ha distrutto sul palco dei computer poi ha esaltato la rete come panacea di tutti i mali. Come diceva Daniele Luttazzi (...) quando la gente applaude Grillo non applaude il contenuto applaude la foga. I cani pastore e Mario Monti obbediscono a chi dà ordini in tedesco, gli italiani invece danno ragione a chi urla di più, deve essere una specie di riflesso genetico. Qualsiasi cazzata detta con convinzione e movimento delle mani sufficientemente concitato fa nascere nell’italiano il sospetto che diventa in fretta una certezza che quello che sta ascoltando abbia un senso.
Altrimenti perché quel tizio urlerebbe così tanto?
Se ti fa ridere, sotto sotto almeno una piccola parte di te è convinta che il fascismo non fosse proprio tutto da buttare. Magari sei uno di quello che ripete le solite fregnacce dei treni in orario e le bonifiche. Tutte cose che di solito nascondono il sottotesto “non riesco ad avere un’erezione decente se non appoggio la mia virilità su una sovrastruttura politica totalitaria che mentre mi annulla come essere umano mi dà l’illusione di avere un senso all’interno di un progetto più ampio che mi trascende, nel tempo e nello spazio, e sul quale non ho alcun controllo reale”. "
(dall'articolo:
http://www.quitthedoner.com/?p=1268 )
Chiaro, efficace e ben argomentato.
Da far leggere a chiunque sia entrato nel tunnel della cieca adesione al grillo parlante.
Ecco il link:
http://www.quitthedoner.com/?p=1268
Un breve estratto:
"Grillo in questi anni ha detto tutto e il contrario di tutto, ha distrutto sul palco dei computer poi ha esaltato la rete come panacea di tutti i mali. Come diceva Daniele Luttazzi (...) quando la gente applaude Grillo non applaude il contenuto applaude la foga. I cani pastore e Mario Monti obbediscono a chi dà ordini in tedesco, gli italiani invece danno ragione a chi urla di più, deve essere una specie di riflesso genetico. Qualsiasi cazzata detta con convinzione e movimento delle mani sufficientemente concitato fa nascere nell’italiano il sospetto che diventa in fretta una certezza che quello che sta ascoltando abbia un senso.
Altrimenti perché quel tizio urlerebbe così tanto?
Questa è una cosa che ha scoperto Mussolini e per provarla ai suoi amici metteva dentro i suoi discorsi cose assurde. Prendiamo ad esempio il discorso dopo la conquista dell’Etiopia nel 1936
Mussolini: Tutti i nodi furono tagliati dalla nostra spada lucente
Popolo: yeahhh
Mussolini (girato verso i suoi gerarchi): Visto?
Quando Grillo dice “Italiani!” alla maniera del duce non fa satira, mostra per un istante quello che vorrebbe essere veramente. Chi è allenato alle discipline satiriche lo aveva capito da subito, per un semplicissimo motivo: quella gag non fa ridere, fa accapponare la pelle.Se ti fa ridere, sotto sotto almeno una piccola parte di te è convinta che il fascismo non fosse proprio tutto da buttare. Magari sei uno di quello che ripete le solite fregnacce dei treni in orario e le bonifiche. Tutte cose che di solito nascondono il sottotesto “non riesco ad avere un’erezione decente se non appoggio la mia virilità su una sovrastruttura politica totalitaria che mentre mi annulla come essere umano mi dà l’illusione di avere un senso all’interno di un progetto più ampio che mi trascende, nel tempo e nello spazio, e sul quale non ho alcun controllo reale”. "
(dall'articolo:
http://www.quitthedoner.com/?p=1268 )
Etichette:
?,
autoritarismo,
condizionamento,
conformismo,
contraddizione,
Farsa,
futuro,
illusioni,
lavaggio del cervello,
libertà,
massa,
nichilismo,
non-senso,
simulacri,
sogni,
trappole
giovedì 30 maggio 2013
Due splendidi siti di fumetto, poesia, arte, resistenza.
L'Albero Sfregiato, il blog di Rocco Lombardi: uno sguardo visionario, apocalittico ma poetico ecologista e sognante - favole, poesie acide e surrealiste/espressioniste in cui spesso la Natura ha la meglio e ritorna padrona.
Fumetti, illustrazione, parole, un diorama post-atomico onirico per "scovare rifugi".
http://lalberosfregiato.blogspot.it/2013/04/dino-campana-e-i-boschi-verticali.html
http://lalberosfregiato.blogspot.it/p/stampe-prints.html
Noce Moscata, il blog di Marina Girardi: fumetto, poesia, animismo, anima, animali, mostri colorati allegri e guide a fumetti per on the road in bici sull'Appennino, e, come si sarebbe detto qualche anno fa, "resistenza umana"!
http://www.magira.altervista.org/2013/04/nostra-signora-degli-alberi-dimenticati/
http://www.magira.altervista.org/2013/04/peio-viva-viva-i-popi/
http://www.magira.altervista.org/2012/12/sulakfaht-di-natale/
Fumetti, illustrazione, parole, un diorama post-atomico onirico per "scovare rifugi".
http://lalberosfregiato.blogspot.it/2013/04/dino-campana-e-i-boschi-verticali.html
http://lalberosfregiato.blogspot.it/p/stampe-prints.html
Noce Moscata, il blog di Marina Girardi: fumetto, poesia, animismo, anima, animali, mostri colorati allegri e guide a fumetti per on the road in bici sull'Appennino, e, come si sarebbe detto qualche anno fa, "resistenza umana"!
http://www.magira.altervista.org/2013/04/nostra-signora-degli-alberi-dimenticati/
http://www.magira.altervista.org/2013/04/peio-viva-viva-i-popi/
http://www.magira.altervista.org/2012/12/sulakfaht-di-natale/
Etichette:
?,
anarchia?,
arte,
blog,
ecologia profonda,
fumetto,
futuro,
Il pianeta verde,
immaginazione,
inceppamento dei meccanismi,
ingranaggi,
lentezza,
pancia,
poesia,
selvatichezza,
sogni,
viaggio,
viandanti
lunedì 15 aprile 2013
Libero o arbitrio?
Si potrebbe ardire questa ipotesi: nel momento in cui un essere umano è convinto di avere il libero arbitrio, di avere effettivamente la possibilità di scelta tra diverse opzioni, significa che in quel momento non è dotato di libero arbitrio. Nei momenti invece in cui un essere umano ha la sensazione di non avere scelta, nel senso che tutto sta avvenendo spontaneamente come deve andare, senza sforzo, senza opzioni, senza decisione, tutto va da sè nella direzione in cui deve andare (ma questo in profonda sintonia col sentire più autentico e viscerale della persona, senza nemmeno una traccia di sensazione di costrizione esterna) ebbene solo in quei momenti l'uomo è dotato di libero arbitrio: non come capacità completamente astratta e formale di scegliere tra diverse opzioni in base a valutazioni razionali - ma come Connessione con la Forza della propria Libera Volontà, che è qualcosa di istintivo che sa già perfettamente dove andare e come fare, e se ci connettiamo ad essa va da sola, spontaneamente, senza ostacoli, senza fatica, senza "arbitrio" (che appunto è "arbitrario"), senza bisogno di "scegliere" niente.
Etichette:
?,
aforismi,
corpo,
empirismo eretico,
fluidità,
ignoto,
libertà,
meraviglia,
non-azione,
pancia,
pulsazione,
SCEGLIERE,
selvatichezza,
sogni,
sperimentazione,
spontaneità,
Tao,
vita,
Volontà di Potenza,
W. Reich
lunedì 8 aprile 2013
Vedendosi, di spalle partire-
Le anime belle e salve che cantava De Andrè.
(Marlene Kuntz)
http://www.youtube.com/watch?v=3sLAMUAHIBs
(Marlene Kuntz)
http://www.youtube.com/watch?v=3sLAMUAHIBs
Etichette:
?,
amore,
anarchia?,
anime salve,
asimmetrie,
contraddizione,
Fabrizio De Andrè,
il simile conosce il suo simile,
Marlene Kuntz,
siamotutticlown,
sogni,
solitudine,
speranza,
sperimentazione,
unicum,
urlo,
volti
venerdì 22 marzo 2013
W. Herzog: Dove sognano le Formiche Verdi-
Un film sul Silenzio.
Il Silenzio della Fine.
Il silenzio del Deserto, della Terra spaccata dalla nostra dinamite, dai nostri ascensori, dai nostri supermercati, dai nostri cellulari, dal nostro rumore, dalle nostre chiacchere inutili.
Il Silenzio della Terra, che si prepara a deflagrare per annientare i suoi carnefici.
Il Silenzio delle Formiche Verdi, che hanno smesso di Sognare, e, sveglie, volano a sciami enormi, giganteschi, oscurando il cielo, per distruggerci, per distruggere chi ha ferito mortalmente la Terra e dissacrato i suoi Luoghi Sacri.
Un margine, è lasciato, per sognare, la possibilità, che oltre l'orizzonte, oltre la Fine, nel Silenzio, nuovi Inizi - stanno incubando nella Terra del Sogno.
Ma ovunque regna e regnerà il Silenzio.
Le chiacchere non bastano più a coprire l'assordante frastuono del suo enigma, quel frastuono che riempie di terrore di disperazione e di abisso i volti degli aborigeni australiani in questo film, volti scavati nella roccia, nella terra, nell'orrore di chi questo Abisso lo percepisce chiaramente, perchè è da sempre connesso con la terra, le radici della Visione sprofondate nell'Anima del Deserto.
Sguardi persi nella Visione dell'Apocalissi.
Guardiani del Tempio.
Immobili seduti a guardare in silenzio la Fine che avanza, cercando di difendere lo Spazio Sacro, la Terra Sacra fuori e dentro di loro-
Guardiani inerti, inermi, con le mani incatenate-
-O forse non tanto-
Guardiani che sapranno difendere il Cuore della Terra, il Sogno, attraversando l'Apocalissi verso la terra oltre l'orizzonte dove sono volate le Formiche Verdi.
-traghettatori, forse-
-Forse solo apparentemente impotenti-
-
-Intanto, le parole si inceppano, gli ascensori si fermano, gli orologi digitali cominciano a squillare all'improvviso, la Macchina si spacca, gli ingranaggi vanno in tilt, il sistema economico impazzisce, l'Automa collassa, e appare sempre più evidente che ogni parola, ogni discorso, ogni azione sono completamente inutili e fuori luogo, nel moltiplicarsi fragoroso del Silenzio che si approssima.
"Ma allora è tutto inutile?" commenta a fine film Sacrilegio.
Dopo un po' di titubazione, nell'inquietudine estrema che lascia questo film, con poc voglia di parlare, di dire una cosa qualsiasi, provo a mormorare il detto ebraico: "Chi salva una vita salva il mondo intero."
-Risuona incerto questo filo di speranza.
Ma forse, nel prenderci cura di un cane, una persona o una pianta, nel coltivare piccoli Sogni con la nostra piccola, attenta, microscopica passione, possiamo - io spero - farci simili ai Guardiani delle Formiche Verdi, inamovibili moniti sacri con il cuore sprofondato nel Cuore della Terra. Custodi esili. Sacerdoti minimi. Silenziosi strambi sacerdoti del piccolo.
"Anche per Dostoevskij [oltre che per Nietzsche] la prognosi è ottimistica; egli non vede nel nichilismo la fase ultima, mortale, ma anzi lo ritiene guaribile e, precisamente, guaribile attraverso il dolore. Il destino di Raskol'nikov fa vedere, prefigurandola, la grande trasformazione che coinvolgerà milioni di uomini. Anche qui si ha l'impressione che il nichilismo sia concepito come fase necessaria all'interno di un movimento orientato a scopi ben precisi.
(...)
L'ottimismo, come anche il pessimismo, di questa risposta, si abbarbica, è vero, alle prove, ma non si fonda su di esse. Si tratta di ordini diversi; ciò che conferisce forza di persuasione all'ottimismo è la profondità, alla prova è la chiarezza. L'ottimismo può raggiungere strati in cui il futuro, ancora assopito, viene fecondato. In tal caso lo si incontra come un sapere che raggiunge profondità maggiori che non la forza dei fatti - che addirittura può suscitarli. Il suo fulcro è più nel carattere che nel mondo. Un ottimismo fondato su queste basi va apprezzato in se stesso, dal momento che proprio la volontà la speranza e la stessa prospettiva futura devono dare a chi lo professa la forza di resistere nel mutevole corso della storia e dei suoi pericoli. Molte cose dipendono da questo." (E. Junger, Oltre la linea [scritto del 1950], in E. Junger - M. Heidegger, Oltre la linea. Sottolineatura in corsivo mia.)
P.S.: Chiedo scusa per essermi permesso di scrivere questo breve articolo nella quasi totale ignoranza sulla cultura degli Aborigeni d'Australia.
Chiedo scusa se, come è probabile, le mie parole non sono coerenti con queste Tradizioni.
Questo articolo vuole solo esprimere le mie suggestioni emotivo-analogiche di fronte alla visione di questo film, che comunque penso abbia anche un valore e un linguaggio universali.
Il Silenzio della Fine.
Il silenzio del Deserto, della Terra spaccata dalla nostra dinamite, dai nostri ascensori, dai nostri supermercati, dai nostri cellulari, dal nostro rumore, dalle nostre chiacchere inutili.
Il Silenzio della Terra, che si prepara a deflagrare per annientare i suoi carnefici.
Il Silenzio delle Formiche Verdi, che hanno smesso di Sognare, e, sveglie, volano a sciami enormi, giganteschi, oscurando il cielo, per distruggerci, per distruggere chi ha ferito mortalmente la Terra e dissacrato i suoi Luoghi Sacri.
Un margine, è lasciato, per sognare, la possibilità, che oltre l'orizzonte, oltre la Fine, nel Silenzio, nuovi Inizi - stanno incubando nella Terra del Sogno.
Ma ovunque regna e regnerà il Silenzio.
Le chiacchere non bastano più a coprire l'assordante frastuono del suo enigma, quel frastuono che riempie di terrore di disperazione e di abisso i volti degli aborigeni australiani in questo film, volti scavati nella roccia, nella terra, nell'orrore di chi questo Abisso lo percepisce chiaramente, perchè è da sempre connesso con la terra, le radici della Visione sprofondate nell'Anima del Deserto.
Sguardi persi nella Visione dell'Apocalissi.
Guardiani del Tempio.
Immobili seduti a guardare in silenzio la Fine che avanza, cercando di difendere lo Spazio Sacro, la Terra Sacra fuori e dentro di loro-
Guardiani inerti, inermi, con le mani incatenate-
-O forse non tanto-
Guardiani che sapranno difendere il Cuore della Terra, il Sogno, attraversando l'Apocalissi verso la terra oltre l'orizzonte dove sono volate le Formiche Verdi.
-traghettatori, forse-
-Forse solo apparentemente impotenti-
-
-Intanto, le parole si inceppano, gli ascensori si fermano, gli orologi digitali cominciano a squillare all'improvviso, la Macchina si spacca, gli ingranaggi vanno in tilt, il sistema economico impazzisce, l'Automa collassa, e appare sempre più evidente che ogni parola, ogni discorso, ogni azione sono completamente inutili e fuori luogo, nel moltiplicarsi fragoroso del Silenzio che si approssima.
"Ma allora è tutto inutile?" commenta a fine film Sacrilegio.
Dopo un po' di titubazione, nell'inquietudine estrema che lascia questo film, con poc voglia di parlare, di dire una cosa qualsiasi, provo a mormorare il detto ebraico: "Chi salva una vita salva il mondo intero."
-Risuona incerto questo filo di speranza.
Ma forse, nel prenderci cura di un cane, una persona o una pianta, nel coltivare piccoli Sogni con la nostra piccola, attenta, microscopica passione, possiamo - io spero - farci simili ai Guardiani delle Formiche Verdi, inamovibili moniti sacri con il cuore sprofondato nel Cuore della Terra. Custodi esili. Sacerdoti minimi. Silenziosi strambi sacerdoti del piccolo.
"Anche per Dostoevskij [oltre che per Nietzsche] la prognosi è ottimistica; egli non vede nel nichilismo la fase ultima, mortale, ma anzi lo ritiene guaribile e, precisamente, guaribile attraverso il dolore. Il destino di Raskol'nikov fa vedere, prefigurandola, la grande trasformazione che coinvolgerà milioni di uomini. Anche qui si ha l'impressione che il nichilismo sia concepito come fase necessaria all'interno di un movimento orientato a scopi ben precisi.
(...)
L'ottimismo, come anche il pessimismo, di questa risposta, si abbarbica, è vero, alle prove, ma non si fonda su di esse. Si tratta di ordini diversi; ciò che conferisce forza di persuasione all'ottimismo è la profondità, alla prova è la chiarezza. L'ottimismo può raggiungere strati in cui il futuro, ancora assopito, viene fecondato. In tal caso lo si incontra come un sapere che raggiunge profondità maggiori che non la forza dei fatti - che addirittura può suscitarli. Il suo fulcro è più nel carattere che nel mondo. Un ottimismo fondato su queste basi va apprezzato in se stesso, dal momento che proprio la volontà la speranza e la stessa prospettiva futura devono dare a chi lo professa la forza di resistere nel mutevole corso della storia e dei suoi pericoli. Molte cose dipendono da questo." (E. Junger, Oltre la linea [scritto del 1950], in E. Junger - M. Heidegger, Oltre la linea. Sottolineatura in corsivo mia.)
P.S.: Chiedo scusa per essermi permesso di scrivere questo breve articolo nella quasi totale ignoranza sulla cultura degli Aborigeni d'Australia.
Chiedo scusa se, come è probabile, le mie parole non sono coerenti con queste Tradizioni.
Questo articolo vuole solo esprimere le mie suggestioni emotivo-analogiche di fronte alla visione di questo film, che comunque penso abbia anche un valore e un linguaggio universali.
Etichette:
aborigeni d'Australia,
cinema,
deserto,
disastro,
ecologia profonda,
Ernst Junger,
filosofia,
frammenti,
futuro,
Herzog,
ignoto,
libertà,
nichilismo,
preghiera,
radicinellaterra,
ritmi,
sogni,
speranza,
voci antiche
mercoledì 20 marzo 2013
Un frammento di Epitteto.
"Ciò che è nostro, che è noi stessi, non sono le idee o le rappresentazioni, ma l'uso di esse." (Epitteto. Frammento trovato sul retro dell'album prog "Abbiamo tutti un blues da piangere" dei Perigeo, del 1973)
Etichette:
aforismi,
anni 70,
asimmetrie,
empirismo eretico,
Epitteto,
filosofia,
frammenti,
immaginazione,
in-definito,
ingranaggi,
istinto,
jazz,
labirinti,
libertà,
pancia,
prog rock,
simulacri,
sogni,
sperimentazione,
suono
sabato 26 gennaio 2013
BELIEVE, OR EXPLODE!
(pATTI SmITH)
(pATTI SmITH)
Etichette:
arte,
azione,
caos,
coraggio,
crisi,
desideri,
fede,
futuro,
ignoto,
koan,
mare,
meraviglia,
Patti Smith,
pulsazione,
SCEGLIERE,
senso,
sogni,
speranza,
sperimentazione,
voci antiche
giovedì 24 gennaio 2013
Ma io come persona sono ancora qui.
in un tempo di rassegnata decadenza
serpeggia la paura
nascosta dall'indifferenza.
in un tempo tremendo
in un tempo così tremendo.
in ogni parte del mondo.
con così tanta informazione
che alla fine uno non sa niente.
a non scegliere mai.
a non scegliere mai.
a non scegliere mai.
vogliamo ancora fare qualcosa,
ma non possiamo fare niente.
non possiamo fare niente.
ma io, come persona, sono ancora qui.
(G. Gaber)
http://www.youtube.com/watch?v=LEeX5HtzX7I
http://www.youtube.com/watch?v=i8mPWeX5zJA&NR=1
serpeggia la paura
nascosta dall'indifferenza.
in un tempo tremendo
in un tempo così tremendo.
in ogni parte del mondo.
con così tanta informazione
che alla fine uno non sa niente.
a non scegliere mai.
a non scegliere mai.
a non scegliere mai.
vogliamo ancora fare qualcosa,
ma non possiamo fare niente.
non possiamo fare niente.
ma io, come persona, sono ancora qui.
(G. Gaber)
http://www.youtube.com/watch?v=LEeX5HtzX7I
http://www.youtube.com/watch?v=i8mPWeX5zJA&NR=1
Etichette:
contraddizione,
coraggio,
crisi,
fede,
futuro,
Giorgio Gaber,
ingranaggi,
libertà,
mancanza,
musica,
nichilismo,
non-azione,
non-senso,
Patti Smith,
pulsazione,
rock,
SCEGLIERE,
sogni,
speranza
martedì 15 gennaio 2013
UTOPIA RANDAGIA-
"Nell'evoluzione di tutti gli artisti, il germe delle opere successive è sempre contenuto nelle prime. Il nucleo intorno al quale l'intelletto dell'artista costruisce la propria opera è il suo io. L'unica influenza che io abbia mai avuto sono io stesso." (Edward Hopper)
"Gli adolescenti avvertono dentro di sè una segreta e speciale grandezza che lotta per esprimersi. E quando cercano di spiegare questa cosa, istintivamente portano la mano al cuore: non è un indizio significativo?" (Joseph Chilton Pearce, Evolutions End)
"E' dunque questo che chiamiamo vocazione: la cosa che fai con gioia, come se avessi il fuoco nel cuore e il diavolo in corpo?" (Josephine Baker)
"Io non mi evolvo: io sono." (Pablo Picasso)
(tutti citati in: James Hillman, Il codice dell'anima)
Un discorso analogo a quanto scritto qui sotto sulla musica, vale per qualsiasi ambito educativo, e in generale per qualsiasi ambito dell'arte, del sapere, delle innumerevoli attività umane.
"Tout ce que le monde a fait de meilleur/ca vien de là, juste pour le plaisir", "tutto ciò che il mondo ha fatto di migliore/viene da qui, giusto per il piacere", cantavano un bel po' di anni fa gli Zebda, gruppo franco-algerino, in una canzone contro ogni forma di fondamentalismo o di fanatismo.
Mi sembra il principio fondamentale di ogni successo, di ogni buona e utile attività umana, di ogni progetto destinato a produrre qualcosa di buono, il segreto di ogni forma di genio, di ogni grande artista, o in generale di chiunque abbia fatto qualcosa di significativo nella storia del genere umano.
La scuola ci insegna il Dovere -imparare a memoria elenchi infiniti di nozioni di cui ci sfugge il significato ultimo, imparare meccanicamente teorie a pappagallo - o imparare altrettanto meccanicamente e a pappagallo a copiare, a fare cose che non sfiorano neanche di lontano la sete infinita di Vita, di autenticità, di vero, di viscerale bellezza che rode la nostra anima.
E così, nella maggior parte dei casi è la vita adulta: ci sovrasta il Dover Essere, la Competizione, il dover dimostrare di valere di fronte agli occhi del Giudice esteriore o interiore, la Performatività, il Dover-raggiungere-standard-di-Produzione "adeguati". Produci-consuma-crepa-
ma il genio che è in ognuno di noi in questa maniera viene schiacciato, incatenato, azzittito, messo in punizione in un cantuccio e lasciato a morire d'inedia, assiderato, dimenticato, abbandonato, negato, picchiato.
il genio cresce ovunque l'individuo sia lasciato libero di fare nient'altro che quello che gli dà piacere, con i suoi modi, i suoi ritmi, le sue forme e la sua forma specifica di follia, direbbe Hillman, cioè d'ispirazione, anche con le stranezze, le ossesioni e le specifiche manie che sono parte integrante di questa ispirazione, il suo speciale linguiaggio magico, la sua maniera di esistere, unica, irripetibile e geniale. "Il suo marchio speciale di speciale disperazione", direbbe Faber, ma non necessariamente ha da essere disperato, 'sto canto irriducibile della nostra Anima!
L'Arte, per esempio, è necessariamente un'esperienza bastarda, randagia, al di fuori di un codice predefinito, un inseguire un destino di cui solo l'individuo conosce i segreti, un destino strappato all'anonimia meccanica dalla potenza, dalla prepotenza del dàimon dell'artista, che lo chiama, lo sfida, lo tormenta, gli impedisce di allinearsi a codici non suoi, imposti dall'esterno, gli impedisce di acquietarsi e rinunciare al proprio enigma, lo chiama, lo trascina, lo ferisce, lo dilania fino a far nascere il fiore del suo Genio.
Ma mi piace seguire un filo associativo che neanch'io so dove va a parare, perciò, a proposito di bastardi e randagi, voglio scrivere qualche riga su una splendida conferenza che ho sentito ieri sulle dinamiche e la comunicazione nei branchi di cani randagi, con il vago presentimento che qualcosa c'entri.
Splendida conferenza, dal titolo appunto Esperienza randagia, tenuta da Michele Minunno, educatore cinofilo, che ha studiato da vicino e ripreso numerosi branchi di cani randagi nel sud Italia, dove il fenomeno è comune.
Più di tutto mi ha colpito il discorso di Minunno a favore dei branchi randagi, chiaramente nel caso che non mettano in pericolo sè stessi o altri. Nella maggior parte dei casi, queste "famiglie" di cani sono perfettamente adattate al territorio e ai suoi abitanti, umani e canini, e si gestiscono perfettamente, sono molto tranquilli - se incontrano altri cani sanno perfettamente come regolarsi: sono i nostri cani d'appartamento e di città, che hanno parzialmente perso la capacità di comunicare e di confrontarsi liberamente con gli altri, e per questo sono così aggressivi, iper-eccitati, e riproducono l'ansia dei loro padroni innervosendosi, spesso, all'incontro con altri cani sconosciuti.
I cani liberi sono diversi: se incontrano cani sconosciuti, mettono in gioco le loro sviluppatisime capacità comunicative: si studiano, s'abbaiano un po', si annusano, si allontanano, sbadigliano, marchiano il terriorio, si riallontanano, si riavvicinano, finchè trovano un equilibrio. Sono molto più tranquilli dei nostri cani, e sanno sempre come regolarsi, seguendo sapientemente codici di comportamento e di comunicazione istintivi che portano al naturale "ordinamento", fluido, spontaneo e non imposto, di ogni individuo. Minunno possiede un cane che è stato per cinque anni "capo" di un branco di randagi: è un cane eccezionale, su cui non funziona nessuna forma di controllo, non sa fare nemmeno il "seduto" - eppure in questo caso il controllo è completamente inutile, perchè si tratta di un cane capace di adattarsi con estrema tranquillità e grandissima funzionalità a qualsiasi situazione, da solo, spontaneamente.
I cosiddetti "capobranco" non hanno comportamenti aggressivi, è sufficiente la loro presenza e la loro autorevolezza per creare ordine e affiatamento nel branco.
I cosiddetti "cani dominanti", invece - detti così dalla nostra ignorante cultura nevrotica cittadina - cioè cani aggressivi, sempre tesi alla competizione, sempre iper-eccitati, mettono in atto un comportamento da cane adolescente, che deve sempre dimostrare di valere di più in quanto insicuro - e se questo comportamento è presente in cani adulti è indice di una profonda insicurezza, debolezza, sofferenza, carenza di capacità comunicative "adeguate".
I personaggi più divertenti, comici di questi filmati sono: un lupo cecoslovacco adolescente, non randagio, che si trova sempre comicamente in bilico fra bisogno adolescenziale di fare il gradasso, e il confronto con questi cani randagi, molto più sgamati di lui, che, anche se spesso di taglia molto più piccola, finiscono sempre per fargli abbassare la cresta. E poi: quello che Minunno chiama il "vice-sindaco" del paesino dove sono stati girati i filmati: un piccolo simpatico bassotto, che si fa rispettare da tutti, e "gestisce" l'intera vita sociale canina del paese, a cui tutti chiedono di "metterci una buona parola" se hanno bisogno di qualcosa, che se ne scorrazza sempre da una parte all'altra del paese per i suoi innumerevoli impegni sociali. La cosa che colpisce è che il "vice-sindaco" è un cane sempre tranquillo, rilassato, che non si tende , non si stressa mai per niente e si adatta a qualsiasi interlocutore, e deve il suo ruolo alle sue abilità sociali e comunicative, estremamente affinate, alla sua estroversione, simpatia e socievolezza, si potrebbe dire, e non certo alla sua aggressività.
Ne conseguono due cose: 1) nella maggior parte dei casi, è assurdo prendere questi cani, perfettamente inseriti nel territorio e con i "vicini" canini e umani - e rinchiuderli in un canile, un lager in cui probabilemte resteranno rinchiusi tutta la vita;
2) comicissimamente appare, chiara e limpida, l'analogia fra la società dei cani e la società degli esseri umani.
Le società moderne metropolitane sono società di adolescenti insicuri, tutti tesi e stressati dall'idea di competizione, tutti terrorizzati dall'idea di poter non "valere" agli occhi degli altri, tutti sempre iper-eccitati (e in più, frenetici), tutti costantemente, meccanicamente incastrati nella modalità aggressiva, nervosa, cinica come modalità di base nel proprio rapporto col mondo e con gli altri (iper-aggressivi, e in più anche repressi).
Un lupo adulto non abbaia mai. E' un verso da lupo cucciolo, o adolescente, insicuro, che ha bisogno di fare la voce grossa per richiamare l'aiuto del branco. Un lupo adulto non ne ha bisogno, non ha bisogno di dimostrare la sua forza, proprio perchè è estremamente sicuro della sua forza.
La società degli esseri umani di oggi è invece una società di adolescenti che abbaiano in continuazione, senza fermarsi un attimo, senza una pausa di rilassamento realmente umano in cui ricominicare a tirare un reale respiro, senza un momento di una risata realmente franca, realmente affratellante, lasciando perdere le cazzate, lo stress e la competizione ininterrotti, inutili.
Dietro alle facce sgargianti di top-manager, modelle-vamp, impiegati cinici, alternativi fighetti, pompati cocainomani palestrati, o donne in carriera senza scrupoli, si apre l'abisso di anime perse, alla deriva, senza un perchè, senza una filo di poesia che gli sgorghi a fiotti imprevisto dal cuore, persone che hanno perso il contatto con la propria Anima, il proprio dàimon.
Al mondo serve un'utopia randagia!
- che ci liberi dalle catene del Dover-Apparire e ci permetta di reincontrarci, nel mondo, con lo sguardo libero da pregiudizi e la sapienza trasparente, serena, tranquilla, rilassata, aperta alla comunicazione, di anime randagie, bastarde, senza niente da dimostrare, senza tic da imporre o ideologie da difendere, senza gabbie-doveri in cui auto-immolarsi o con cui schiavizzare altri, senza stress meccanico da propagandare come "forza" (hahahahahahhaah!!!!!!!!) con niente da perdere e tutto da guadagnare nello stare al mondo insieme agli altri, seguendo ciò che ad ognuno dà piacere, gioia, allegria, divertimento, benessere, realizzazione, felicità, aritmica soddisfazione bastarda non-allineata, ognuno a stretto contatto fedele col proprio istinto, libero, sano, forte, vivo, rilassato, e con la voce della propria anima, liberata da fardelli di iper-razionalità e dal peso oppressivo di dover squadrare sempre da ogni lato in maniera mutilante l'enigma inquieto del proprio esserci indefinibile.
Gli animali, questi fratelli oscuri e leali di mistero, possono essere i migliori maestri per questo.
Foto: Sacrilegio, "Nel nonpensiero/del suo bel muso nero"
Nella foto: Sgrinchomannus.
Il titolo della foto sono due versi di una poesia di Diogene senza l'anima?
"Gli adolescenti avvertono dentro di sè una segreta e speciale grandezza che lotta per esprimersi. E quando cercano di spiegare questa cosa, istintivamente portano la mano al cuore: non è un indizio significativo?" (Joseph Chilton Pearce, Evolutions End)
"E' dunque questo che chiamiamo vocazione: la cosa che fai con gioia, come se avessi il fuoco nel cuore e il diavolo in corpo?" (Josephine Baker)
"Io non mi evolvo: io sono." (Pablo Picasso)
(tutti citati in: James Hillman, Il codice dell'anima)
Un discorso analogo a quanto scritto qui sotto sulla musica, vale per qualsiasi ambito educativo, e in generale per qualsiasi ambito dell'arte, del sapere, delle innumerevoli attività umane.
"Tout ce que le monde a fait de meilleur/ca vien de là, juste pour le plaisir", "tutto ciò che il mondo ha fatto di migliore/viene da qui, giusto per il piacere", cantavano un bel po' di anni fa gli Zebda, gruppo franco-algerino, in una canzone contro ogni forma di fondamentalismo o di fanatismo.
Mi sembra il principio fondamentale di ogni successo, di ogni buona e utile attività umana, di ogni progetto destinato a produrre qualcosa di buono, il segreto di ogni forma di genio, di ogni grande artista, o in generale di chiunque abbia fatto qualcosa di significativo nella storia del genere umano.
La scuola ci insegna il Dovere -imparare a memoria elenchi infiniti di nozioni di cui ci sfugge il significato ultimo, imparare meccanicamente teorie a pappagallo - o imparare altrettanto meccanicamente e a pappagallo a copiare, a fare cose che non sfiorano neanche di lontano la sete infinita di Vita, di autenticità, di vero, di viscerale bellezza che rode la nostra anima.
E così, nella maggior parte dei casi è la vita adulta: ci sovrasta il Dover Essere, la Competizione, il dover dimostrare di valere di fronte agli occhi del Giudice esteriore o interiore, la Performatività, il Dover-raggiungere-standard-di-Produzione "adeguati". Produci-consuma-crepa-
ma il genio che è in ognuno di noi in questa maniera viene schiacciato, incatenato, azzittito, messo in punizione in un cantuccio e lasciato a morire d'inedia, assiderato, dimenticato, abbandonato, negato, picchiato.
il genio cresce ovunque l'individuo sia lasciato libero di fare nient'altro che quello che gli dà piacere, con i suoi modi, i suoi ritmi, le sue forme e la sua forma specifica di follia, direbbe Hillman, cioè d'ispirazione, anche con le stranezze, le ossesioni e le specifiche manie che sono parte integrante di questa ispirazione, il suo speciale linguiaggio magico, la sua maniera di esistere, unica, irripetibile e geniale. "Il suo marchio speciale di speciale disperazione", direbbe Faber, ma non necessariamente ha da essere disperato, 'sto canto irriducibile della nostra Anima!
L'Arte, per esempio, è necessariamente un'esperienza bastarda, randagia, al di fuori di un codice predefinito, un inseguire un destino di cui solo l'individuo conosce i segreti, un destino strappato all'anonimia meccanica dalla potenza, dalla prepotenza del dàimon dell'artista, che lo chiama, lo sfida, lo tormenta, gli impedisce di allinearsi a codici non suoi, imposti dall'esterno, gli impedisce di acquietarsi e rinunciare al proprio enigma, lo chiama, lo trascina, lo ferisce, lo dilania fino a far nascere il fiore del suo Genio.
Ma mi piace seguire un filo associativo che neanch'io so dove va a parare, perciò, a proposito di bastardi e randagi, voglio scrivere qualche riga su una splendida conferenza che ho sentito ieri sulle dinamiche e la comunicazione nei branchi di cani randagi, con il vago presentimento che qualcosa c'entri.
Splendida conferenza, dal titolo appunto Esperienza randagia, tenuta da Michele Minunno, educatore cinofilo, che ha studiato da vicino e ripreso numerosi branchi di cani randagi nel sud Italia, dove il fenomeno è comune.
Più di tutto mi ha colpito il discorso di Minunno a favore dei branchi randagi, chiaramente nel caso che non mettano in pericolo sè stessi o altri. Nella maggior parte dei casi, queste "famiglie" di cani sono perfettamente adattate al territorio e ai suoi abitanti, umani e canini, e si gestiscono perfettamente, sono molto tranquilli - se incontrano altri cani sanno perfettamente come regolarsi: sono i nostri cani d'appartamento e di città, che hanno parzialmente perso la capacità di comunicare e di confrontarsi liberamente con gli altri, e per questo sono così aggressivi, iper-eccitati, e riproducono l'ansia dei loro padroni innervosendosi, spesso, all'incontro con altri cani sconosciuti.
I cani liberi sono diversi: se incontrano cani sconosciuti, mettono in gioco le loro sviluppatisime capacità comunicative: si studiano, s'abbaiano un po', si annusano, si allontanano, sbadigliano, marchiano il terriorio, si riallontanano, si riavvicinano, finchè trovano un equilibrio. Sono molto più tranquilli dei nostri cani, e sanno sempre come regolarsi, seguendo sapientemente codici di comportamento e di comunicazione istintivi che portano al naturale "ordinamento", fluido, spontaneo e non imposto, di ogni individuo. Minunno possiede un cane che è stato per cinque anni "capo" di un branco di randagi: è un cane eccezionale, su cui non funziona nessuna forma di controllo, non sa fare nemmeno il "seduto" - eppure in questo caso il controllo è completamente inutile, perchè si tratta di un cane capace di adattarsi con estrema tranquillità e grandissima funzionalità a qualsiasi situazione, da solo, spontaneamente.
I cosiddetti "capobranco" non hanno comportamenti aggressivi, è sufficiente la loro presenza e la loro autorevolezza per creare ordine e affiatamento nel branco.
I cosiddetti "cani dominanti", invece - detti così dalla nostra ignorante cultura nevrotica cittadina - cioè cani aggressivi, sempre tesi alla competizione, sempre iper-eccitati, mettono in atto un comportamento da cane adolescente, che deve sempre dimostrare di valere di più in quanto insicuro - e se questo comportamento è presente in cani adulti è indice di una profonda insicurezza, debolezza, sofferenza, carenza di capacità comunicative "adeguate".
I personaggi più divertenti, comici di questi filmati sono: un lupo cecoslovacco adolescente, non randagio, che si trova sempre comicamente in bilico fra bisogno adolescenziale di fare il gradasso, e il confronto con questi cani randagi, molto più sgamati di lui, che, anche se spesso di taglia molto più piccola, finiscono sempre per fargli abbassare la cresta. E poi: quello che Minunno chiama il "vice-sindaco" del paesino dove sono stati girati i filmati: un piccolo simpatico bassotto, che si fa rispettare da tutti, e "gestisce" l'intera vita sociale canina del paese, a cui tutti chiedono di "metterci una buona parola" se hanno bisogno di qualcosa, che se ne scorrazza sempre da una parte all'altra del paese per i suoi innumerevoli impegni sociali. La cosa che colpisce è che il "vice-sindaco" è un cane sempre tranquillo, rilassato, che non si tende , non si stressa mai per niente e si adatta a qualsiasi interlocutore, e deve il suo ruolo alle sue abilità sociali e comunicative, estremamente affinate, alla sua estroversione, simpatia e socievolezza, si potrebbe dire, e non certo alla sua aggressività.
Ne conseguono due cose: 1) nella maggior parte dei casi, è assurdo prendere questi cani, perfettamente inseriti nel territorio e con i "vicini" canini e umani - e rinchiuderli in un canile, un lager in cui probabilemte resteranno rinchiusi tutta la vita;
2) comicissimamente appare, chiara e limpida, l'analogia fra la società dei cani e la società degli esseri umani.
Le società moderne metropolitane sono società di adolescenti insicuri, tutti tesi e stressati dall'idea di competizione, tutti terrorizzati dall'idea di poter non "valere" agli occhi degli altri, tutti sempre iper-eccitati (e in più, frenetici), tutti costantemente, meccanicamente incastrati nella modalità aggressiva, nervosa, cinica come modalità di base nel proprio rapporto col mondo e con gli altri (iper-aggressivi, e in più anche repressi).
Un lupo adulto non abbaia mai. E' un verso da lupo cucciolo, o adolescente, insicuro, che ha bisogno di fare la voce grossa per richiamare l'aiuto del branco. Un lupo adulto non ne ha bisogno, non ha bisogno di dimostrare la sua forza, proprio perchè è estremamente sicuro della sua forza.
La società degli esseri umani di oggi è invece una società di adolescenti che abbaiano in continuazione, senza fermarsi un attimo, senza una pausa di rilassamento realmente umano in cui ricominicare a tirare un reale respiro, senza un momento di una risata realmente franca, realmente affratellante, lasciando perdere le cazzate, lo stress e la competizione ininterrotti, inutili.
Dietro alle facce sgargianti di top-manager, modelle-vamp, impiegati cinici, alternativi fighetti, pompati cocainomani palestrati, o donne in carriera senza scrupoli, si apre l'abisso di anime perse, alla deriva, senza un perchè, senza una filo di poesia che gli sgorghi a fiotti imprevisto dal cuore, persone che hanno perso il contatto con la propria Anima, il proprio dàimon.
Al mondo serve un'utopia randagia!
- che ci liberi dalle catene del Dover-Apparire e ci permetta di reincontrarci, nel mondo, con lo sguardo libero da pregiudizi e la sapienza trasparente, serena, tranquilla, rilassata, aperta alla comunicazione, di anime randagie, bastarde, senza niente da dimostrare, senza tic da imporre o ideologie da difendere, senza gabbie-doveri in cui auto-immolarsi o con cui schiavizzare altri, senza stress meccanico da propagandare come "forza" (hahahahahahhaah!!!!!!!!) con niente da perdere e tutto da guadagnare nello stare al mondo insieme agli altri, seguendo ciò che ad ognuno dà piacere, gioia, allegria, divertimento, benessere, realizzazione, felicità, aritmica soddisfazione bastarda non-allineata, ognuno a stretto contatto fedele col proprio istinto, libero, sano, forte, vivo, rilassato, e con la voce della propria anima, liberata da fardelli di iper-razionalità e dal peso oppressivo di dover squadrare sempre da ogni lato in maniera mutilante l'enigma inquieto del proprio esserci indefinibile.
Gli animali, questi fratelli oscuri e leali di mistero, possono essere i migliori maestri per questo.
Foto: Sacrilegio, "Nel nonpensiero/del suo bel muso nero"
Nella foto: Sgrinchomannus.
Il titolo della foto sono due versi di una poesia di Diogene senza l'anima?
Etichette:
animali,
cane,
caos,
Diogene il Cane,
Dioniso,
Il codice dell'anima,
ingranaggi,
James Hillman,
Sacrilegio/Felpata Fanny,
siamotutticlown,
simulacri,
sogni,
sperimentazione,
spontaneità,
utopia,
voci antiche
sabato 12 gennaio 2013
Ritorneranno le quattro stagioni!
http://www.youtube.com/watch?v=Ia7CNAte3Dw&feature=youtu.be
ps: il titolo è preso a prestito dall'omonimo libro di Mauro Corona, che niente ha a che vedere con l'argomento del video... a parte un comune sentimento di rispetto, amore e venerazione verso la natura, e un sottile filo di speranza (nel caso del video invece un torrente in pienadi speranza) ancorato alla fiducia nell'antica alleanza fra gli uomini e la loro Madre...
ps: il titolo è preso a prestito dall'omonimo libro di Mauro Corona, che niente ha a che vedere con l'argomento del video... a parte un comune sentimento di rispetto, amore e venerazione verso la natura, e un sottile filo di speranza (nel caso del video invece un torrente in pienadi speranza) ancorato alla fiducia nell'antica alleanza fra gli uomini e la loro Madre...
Etichette:
alberi,
allegria,
amore,
animali,
caos,
crisi,
ecologia profonda,
futuro,
Il pianeta verde,
insetti,
lentezza,
meraviglia,
rilassamento,
riso,
ritmi,
silenzio,
sogni,
speranza,
spontaneità,
voci antiche
martedì 8 gennaio 2013
"La Bottega dei Suicidi" e l'eresia dell'entusiasmo di vivere.
"La bottega dei suicidi", ultimo film di Patrice Leconte - e suo primo film d'animazione - è chiaramente un film jodorowskyano.
Non certo perché assomigli ai film di Alejandro Jodorowsky, ma perché è una chiara, superba esemplificazione delle sue teorie psicologiche.
In una metropoli contemporanea (Parigi? Milano?) tutto ormai è grigio, spento, senza senso: i suoi abitanti, tristi larve svuotate di esseri umani, si trascinano stancamente per le sue strade buie senza un reale motivo, senza uno straccio di sogno o entusiasmo, senza nessuna voglia di vivere o respirare, i volti incavati segnati da paure prive ormai di un oggetto, esili fantocci sconfitti schiacciati da fantasmi senza nome, trafitti da una rassegnazione esausta, oltre il nichilismo verso il semplice incenerimento di qualsiasi desiderio o slancio o sussulto anche casuale di vita, verso la putrefazione dell'anima, il completo oblio di un qualsiasi ricordo di un lontano senso.
I suicidi aumentano ogni giorno.
Ma perfino suicidarsi, in questa cupa Metropoli del Dover-Essere, del Vietato Essere, è vietato.
O, perlomeno, suicidarsi in pubblico. L'Apparenza - Ciò Conta - dev'essere salvaguardata, e chi si suicida per strada - molti, moltissimi - ricevono come unica reazione dell'apparato pubblico una multa ficcata a forza nella bocca del suicida da una volante subito accorsa - e che subito si dilegua.
Per risolvere i problemi di questi cittadini stanchi di vivere ma che giustamente preferirebbero evitare multe postume, né certo vorrebbero intralciare il traffico, c'è la Bottega dei Suicidi: un negozio fornitissimo, assolutamente legale, anzi fornito di regolare licenza, dove si può trovare qualsiasi strumento - dai più ordinari ai più originali - per liberarsi definitivamente di una vita percepita ormai come un peso inutile - ma rispettando pur sempre doverosamente il comune senso del pudore, ponendo fine ai propri giorni nel proprio privato alveo, nascosto agli occhi di chi, pur condividendo magari l'assunto filosofico di base del suicida, potrebbe trovare sconveniente una morte violenta in pubblico, sotto un'auto o giù da un ponte. La vita non ha senso, ma le forme, almeno quelle, per Dio! - non vanno assolutamente dimenticate - siamo o non siamo pur sempre un continente civile???!?
I clienti si aggirano attoniti, incuriositi, affascinati fra le moltissime chincaglierie letali del fortunatissimo esercizio, molto alla moda. Alcuni acquistano la prima cosa che gli viene proposta dai gestori, tutto gli sembra indifferente - altri invece sembrano affascinati dall'abilità dialettico-commerciale della coppia proprietaria dell'attività, e seguono con interesse e quasi con occhi che brillano i loro discorsi sul "veleno, che è una scelta molto femminile - tutto sommato assomiglia a un profumo, no?" o sulla katana giapponese che "è molto virile", sull'estetica dei prodotti, alcuni incisi a mano, sull'essere "all'ultima moda" di alcune soluzioni. L'apparenza e il consumismo seguono le persone fino al loro salto nel buio. Tutti poi si preoccupano del prezzo: "Mah, mi sembra un po' caro..." ma sono rincuorati dallo slogan "Trapassati o rimborsati!".
Ma ecco l'elemento psicogenalogico, o jodorowskyano.
Cosa meglio di una famiglia, una coppia che, anche con l'aiuto dei figli, un bambino e una bambina, gestisce un'attività il cui core-business è la negazione della vita, la disperazione, e fa questo perché segue una tradizione familiare inaugurata da un bisnonno che aprì il negozio nell'ottocento, venerato come una specie di santo - una famiglia che ha fatto dell'assioma che la vita è triste, disperata, senza senso non solo il fulcro, il centro dell'ideologia familiare, della religione familiare - ma addirittura lo scopo di tutta la vita, anche professionale, un assunto da promuovere e difendere nel mondo, alla cui fortuna è legata la stessa fortuna materiale della famiglia; cosa, dunque, più di questo, può rappresentare il concetto jodorowskyano di albero genealogico, cioè il fatto che ogni individuo eredita molto di più che non semplicemente geni e influenza ambientale dalla famiglia, ma un'intero intreccio di malattie, nevrosi, sogni imposti, demoni nel sangue, superstizioni, blocchi, follie, paure, angosce, imposizioni, ammonizioni, plagi, false ambizioni, paranoie immaginarie, mostri psichici di vario tipo, divieti, sabotaggi, valori da venerare, idoli, pesi millenari, millenarie sconfitte che si ripetono sempre identiche nella storia dell'albero genealogico, oppressioni, ceppi, catene psichiche, ragnatele psichiche, offuscamenti, credenze obbligatorie, incapacità compiaciute, miserie ereditarie che vanno al di là dell'influenza di genitori e altri parenti effettivamente conosciuti, ma si ereditano misteriosamente anche da antenati vissuti secoli prima?
La stessa Bottega mi sembra una magnifica rappresentazione dell'albero genealogico: una casa/negozio molto grande, e piena zeppa di ogni sorta di orrore, paccottiglia mortifera di ogni tipo, catalogata, messa in bella mostra su scaffali immensi, un Museo degli Orrori ricchissimo e estremamente vario, di cui però andare fieri, messo come diaframma fra la casa e il mondo.
Bellissima anche la scena in cui una rapida carrellata mostra una parete infinita con le foto grottesche e disperate dei clienti già trapassati. Ad un livello simbolico profondo, mi sembra che invece questa parete rappresenti proprio gli antenati dell'albero.
E anche qui - in questa famiglia così ortodossamente ligia ai suoi doveri di disperazione - arriva la pecora nera: che è come dice Jodorowsky, la persona che nasce in un albero genealogico ma è diversa: non si allinea, non accetta i dogmi familiari, si ribella, e lo fa perché qualcosa di più forte, e non minimizzabile, incoercibile, incontenibile, lo divora e gli impedisce di conformarsi: un artista in una famiglia di ragionieri o di banchieri, un rockettaro in una famiglia di benpensanti che hanno la musica classica e l'opera come culto, un filosofo radicale in una famiglia estremamente cattolica, o chessò, un genio della boxe in una famiglia di intellettuali sedentari che detestano attività fisica e qualsiasi cosa che richiami anche di lontano una forma di lotta e di violenza, o un poeta in una famiglia di fisici teorici, o un fisico teorico in una famiglia di letterati.
Nel caso del film, nasce un bambino felice. Un tipo allegro, che ride sempre, ha sempre voglia di giocare e divertirsi, vede sempre tutto in positivo, nonostante l'ambiente in cui è nato.
I genitori sono sconsolati: non sopportano l'allegria e l'ottimismo di questo bambino "disobbediente alle leggi del branco" (De Andrè) e lo rimproverano e mortificano continuamente, creando spesso una forte delusione nel bambino, che però non si arrende e ogni volta si tira su, pensa a qualcosa di bello e continua a cercare di portare allegria in questa famiglia di venditori-di-morte.
Il bambino cresce e la sua vergognosa diversità non accenna a diminuire: è sempre più allegro, anche se ha dei momenti di profondo sconforto per la immodificabile, rassegnata tristezza della sua famiglia (e della sua città).
Ma non si arrende, non vuole, non si può arrendere. Il suo dàimon, direbbe James Hillman, glie lo impedisce.
Anche questo mi sembra molto jodoroskyano: la pecora nera non sceglie semplicemente la via della ribellione, del seguire un'altra strada (via che rischia di finire per riprodurre semplicemente le stesse identiche cose in un altro paese, o in un'altra veste ideologica) ma sceglie una via molto più impegnativa e risolutiva: quella dell'affrontare i problemi nella famiglia, non allontanandosi dalla famiglia.
Il bambino, coraggioso e determinato, non vuole arrendersi all'evidenza, e decide che, insieme ai suoi amici, deve assolutamente far qualcosa per cambiare la sua famiglia e la sua città.
La soluzione è semplice ma efficacissima: insieme ai suoi amici, e con l'aiuto dello zio di uno di loro, che fa il meccanico, portano davanti al negozio un'auto dotata di un impianto stereo ultra-professionale con casse esterne potentissime: molto semplicemente, le nostre teppe ribelli accendono un'assordante musica da discoteca, fragorosa vitale ma con chitarre elettriche arrabbiatissime, di fronte al negozio, a tutto volume.
Questa è la scena più geniale del film, dal punto di vista simbolico, psicogenealogico: la casa trema, a ritmo, sembra poter crollare da un momento all'altro, i clienti assordati non capiscono cosa succede, la madre urla impazzita, la sorella adolescente prima sbalordita poi invece comincia a ballare con un ragazzo sconosciuto, di cui si innamora. Le boccette di veleno, gli acquari con i piranas e tutte le altre preziosissime chincaglierie nichiliste cadono da tutte le parti, sfracellandosi a terra. Alla fine, il negozio è ancora in piedi, ma tutta la merce è completamente distrutta.
Il finale: la Bottega viene trasformata in una creperia "Au Bons Vivants"! La persone della famiglia cambiano, cominciano a ridere di più, ad avere voglia di vivere, a non vedere tutto nero. La figlia sposa il ragazzo conosciuto durante il "crollo", che è bravissimo a fare le crepes.
Il nostro eroe è più felice che mai.
Anche la conclusione è jodorowskyana.
Si tratta del tema dell'albero luminoso.
Cioè del fatto che nell'albero genealogico, oltre agli spettri, malattie, blocchi, etc... di cui sopra, vengono tramandate anche capacità, talenti, forme di genio, di creatività, di amore, segreti positivi appannaggio dell'albero in base ai quali è possibile avere successo, sogni, utopie, luce, speranza, coraggio, passioni, saggezza, determinazione, sapienza, sostegno per la realizzazione di sé stessi e della propria unicità.
Mi viene da dire: la maniera per neutralizzare l'albero dell'oppressione millenaria e far emergere invece l'albero luminoso non può che essere - e qui mi richiamo a Jodorowsky ma soprattutto a Hillman - una sola: ascoltare quello che Hillman chiama il proprio dàimon: e cioè la propria diversità, la propria irriducibile, non-omologabile, unica, irripetibile forma specifica di ispirazione, di sogno, di visione, di talento, di scopo dello stare al mondo. E' uno scopo che - direbbe Hillman - è già contenuto nella ghianda della tua anima fin da prima della tua nascita.
Mi sembra probabile.
Jodorowsky penso aggiungerebbe: se ascolti e segui il tuo dàimon, in maniera inesorabile, mai arresa, inarrestabile, viscerale, se ti affidi a lui completamente, allora i tuoi antenati da nemici diventeranno misteriosamente i tuoi più potenti alleati.
p.s.: splendide le canzoncine!!!! In puro stile Nightmare before Christmas!!!! Direi dello stesso livello. E ottimamente tradotte e cantate anche in italiano!!!!!!!!
P.s.: In realtà Jodorowsky, da quello che ho capito, non consiglia necessariamente la soluzione dei problemi nella famiglia, ma dice che - nella famiglia o per conto proprio - bisogna affrontare e risolvere blocchi e nodi irrisolti andando alla radice: invece il semplice scegliere una "ideologia", un "gusto", un insieme di opinioni o di abitudini contrapposte a quelle della famiglia di origine non è risolutivo. Traduco in termini miei, filo-Hillmaniani: non è necessario neanche fare chissà quali strani e costosi seminari di terapia psicogenealogica: basta ascoltare il proprio dàimon - e non la semplice contrapposizione a tutti i costi allo "stile" familiare: il proprio dàimon ha uno "stile" suo, unico nella storia dell'universo, segue la sua via, inesorabile e incondizionato: che poi questa via sia più o meno - in apparenza - lontana o vicina allo stile della famiglia, è completamente irrilevante.
Etichette:
Alejandro Jodorowsky,
allegria,
cinema,
credenze,
crisi,
Il codice dell'anima,
James Hillman,
nichilismo,
non-senso,
passioni,
Patrice Leconte,
rilassamento,
riso,
SCEGLIERE,
senso,
sogni,
spontaneità,
utopia
lunedì 31 dicembre 2012
fuori dai cortei/dalla burocrazia/fuori dalle chiese dentro ai formicai.
Etichette:
contraddizione,
crisi,
fantascienza,
ignoto,
ingranaggi,
mancanza,
Ministri,
musica,
nichilismo,
non-senso,
rock,
senso,
silenzio,
simulacri,
sogni,
viandanti
giovedì 6 dicembre 2012
Articolo/testimonianza/racconto interessante sugli Usa oggi.
Articolo interessante e soprattutto godibilmente narrato, a metà fra inchiesta da inviato e testimonianza personale/racconto letterario, ben scritto e con un ritmo che porta facilmente all'identificazione vivida nel vissuto del narratore.
Parla degli Stati Uniti e delle più importanti vicende lì recentemente successe.
Ha un tono per quanto mi riguarda apologetico fino a tratti al ridicolo - e ugualmente eccessiva e retorica mi sembra l'apologia di Obama e dei Democratici - e, tuttavia, in quanto testimonianza/racconto, rimane godibilissimo ed estremamente interessante. Niente di particolarmente nuovo, nè dal punto di vista informativo nè da quello descrittivo/sociologico, cose sentite e risentite, sui giornali, nei libri, nei film.
Ma tuttavia, resta la freschezza vivida del vissuto dell'autore, resa con la sua ottima scrittura narrativo-giornalistica, grazie alla quale riesce - forse - a farci fare un breve viaggio negli Usa attraverso i suoi occhi - senza dover prendere un aereo e passare dall'ufficio doganale.
http://rinabrundu.com/2012/11/29/guido-mattioni-da-sandy-alla-star-and-stripes-vi-racconto-la-mia-america/
Parla degli Stati Uniti e delle più importanti vicende lì recentemente successe.
Ha un tono per quanto mi riguarda apologetico fino a tratti al ridicolo - e ugualmente eccessiva e retorica mi sembra l'apologia di Obama e dei Democratici - e, tuttavia, in quanto testimonianza/racconto, rimane godibilissimo ed estremamente interessante. Niente di particolarmente nuovo, nè dal punto di vista informativo nè da quello descrittivo/sociologico, cose sentite e risentite, sui giornali, nei libri, nei film.
Ma tuttavia, resta la freschezza vivida del vissuto dell'autore, resa con la sua ottima scrittura narrativo-giornalistica, grazie alla quale riesce - forse - a farci fare un breve viaggio negli Usa attraverso i suoi occhi - senza dover prendere un aereo e passare dall'ufficio doganale.
http://rinabrundu.com/2012/11/29/guido-mattioni-da-sandy-alla-star-and-stripes-vi-racconto-la-mia-america/
Etichette:
comunità,
giornalismo,
interdipendenza,
ipotesi Gaia,
La rete della vita,
libertà,
mito,
nonsempresonod'accordoconlamiaopinione,
Pachamama,
panteismo,
politeismo,
scrittura,
simulacri,
sogni,
storie,
Usa
Iscriviti a:
Post (Atom)