di-segno di Sacrilegio Tempesta

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pARTICOLARE DI "Autunno", quadro di Diogene senza l'anima?. Foto di Sacrilegio Tempesta.
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mercoledì 25 giugno 2014

Corpus

"Strano come, appena pronunciata, una cosa perde il suo valore. Crediamo d'essere scesi sul fondo dell'abisso, ma quando risaliamo, le gocce rimaste sulle pallide punte delle nostre dita, non hanno più nulla del mare da cui provengono. Crediamo d'avere scoperto una fossa piena di tesori meravigliosi, ma, quando risaliamo alla luce, ci accorgiamo di avere con noi solo pietre false e frammenti di vetro. Nella tenebra, intanto, il tesoro continua a brillare, inalterato."

(Maeterlinck, citato da R. Musil come epigrafe de Il giovane Törless)







Corpus, oris
   1.   Corpo 
  2.    Carne 
    3. Individuo, essere vivente, persona 
   4. Corpo morto, cadavere, corpo inanimato 
 5. Sostanza, elemento, materia, massa
6. Ogni complesso unitario, corpo, organismo, struttura, insieme
7. Gruppo organizzato, società, corporazione, classe, casta, unione
 8.  Raccolta di scritti, opera, volume
9. Essenza, sostanza











Il corpo. Libro cangiante multiforme inrappresentabile che tutto contiene, da cui tutto parte, a cui tutto ritorna, da cui sale ogni interrogazione, che riceve ogni sfida e ogni invito e che si predispone ad ogni possibile risposta; luogo-crocicchio informe a cui giunge ogni traccia, da cui ha origine ogni concezione di ogni possibilità; luogo desolato, espanso, solitario, deserto, spazio vuoto indeterminabile, sordo e opaco, terra secca spaccata piena di crepe nelle quali incubano sogni e incubi; matrice numinosa del desiderio, della paura, delle luci intermittenti dell'intuizione inspiegabile, irriducibile a un concetto; patria incoercibile e inalienabile, intima, indicibile del dolore, del piacere, di sensazioni mai consumate e mai definite dalla significazione - ma a volte dalla significazione ferite, appassionate, svuotate, germinate, risvegliate, infettate, alienate, dissotterrate, rianimate, scosse, stravolte, terremotate, distillate alchemicamente nella loro più pura essenza (è quest'ultimo un caso miracolosamente raro). Luogo dell'assenza, della carenza, del bisogno, dell'impulso, della mancanza, della disperata feroce vacuità che spinge al relazionarsi, all'incontro, incontro che è già prima di ogni contatto reale, incontro che è ciò che il corpo è, incontro che è ciò che il corpo non è mai, incontro che è la nuda contraddittoria relazionalità nella lontananza insanabile, nuda contraddittoria relazionalità impossibile ma inscritta nell'essenza dell'essere un corpo. Punto informe, deforme, non collassabile in alcuna immagine, punto ottuso da cui nasce ogni punto interrogativo. De-siderio, lontananza dalle stelle, cumulo di ferite e cicatrici e organi e muscoli e tensioni e carne in movimento, in sussulto, in ascolto, in ristagno, in putrefazione autobloccante o in slancio o in fremito o in collasso o in quiete mormorante - proteso verso l'Altro - altri mondi - altri corpi - altre dimensioni - verso segnali insondabili di enigmi sottili.
Cavità inconoscibile, grotta dell'inumano, del bestiale, del mostruoso, dell'ostinatamente insensato - grotta oscura dove covano i sogni e si perdono le ragioni dell'argomentabile. Cavità misteriosa, profonda, abisso-Tempio-Ade in cui aleggiano spiriti, ricordi, desideri, feti di pensieri, barlumi di parole, proto-emozioni, impossibilità necessarie non dicibili e mai azzittibili, plancton di esseri intraducibili, poesie mute di sangue e vuoti, cellule sperdute, ognuna con un suo messaggio, con una sua preghiera da avverare, simboli imperscrutabili scritti nella notte delle molecole che gridano bestemmie oscenità o litanie sacre, ognuno in una direzione diversa, ognuno con un suo canto irriducibile, popolo confuso e policefalo dalle mille grida discordi, dalle mille voci inascoltate.














Trascendenza fallica del'abisso corpo - oceanica oscura infinità dioramica - che si erge come una stele, si fa direzione, azione, parola, e si auto-traghetta verso lo Spazio aperto espondendosi come un araldo, un messaggero totemico, un Totem individuale mandato avanti come un avamposto per nuove imprese, nuove guerre, nuove esplorazioni, nuove alleanze, nuovi baratti di simboli intimi con simboli sconosciuti da decifrare, nuove amicizie, nuovi viaggi, nuovi dialoghi, nuove scoperte, nuove iniziazioni, nuovi progetti, nuove asperità, nuove sfide, nuove delizie, nuovi incontri, nuovi stupori;  Spirito che si propaga, si espande negli spazi smisurati dell’Esterno; Dàimon tutelare che cavalca nella prateria aperta per cercare nuove sorgenti di acqua rivivificante, che si inerpica sui crinali e sulle creste dell’enigma, del Più-Che-Sensibile, vette vergini che generano una vertigine che è struggimento, sbigottimento e desiderio inarrestabile per la sua sete; che si inoltra nei territori dell’ignoto, dell'estraneo, dell'alterità, dello scambio, del mistero, dell'avventura ulteriore, dell'esperienza non già nota, dell'arte, del linguaggio, della conoscenza.






giovedì 6 febbraio 2014

Bill Frisell

Una musica, quella di Bill Frisell, che spesso confina, e sconfina, vasta, indicibile, imprendibile, invisibile, trascendente - col Silenzio - dilagante e immensamente rilassata, oceanica, come una prateria battuta da uno sconfinato, leggero vento mormorante, fischiante, danzante, vorticante. Una musica piena di Armonia, un'armonia che fa pensare a quella della Musica delle Sfere. Un suono confinante con l'impalpabile, l'impercettibile, l'aria, l'etere, il Nulla, spazi siderali smisurati deserti, l'angelico o il fatato, l'immateriale, lo spirituale, l'ignoto, l'enigma, l'inconoscibile. Un suono che, celandosi, si inciela. Sonorità armonica piena di Magia, eco di paesaggi immaginari indefinibili, risonanza di tempi perduti, di templi misteriosi obliati e luoghi inesistenti. Vibrazioni sottili trasparenti, vuote. Spirali di sogno nel Vuoto. Musica di confine, ai margini del sogno, del preconscio, dell'immacolato, dell'enigma, di Eden dimenticati, di sconfinate trascendenze. Una Musica che dà Potere alla Fantasia, colonna sonora per la libertà della mente, per la libertà dalla mente che mente, nella Non-Mente. Musica per volare, per sognare, per pensare, per immaginare, per rilassarsi nelle vastità, per pregare, meditare, correre nelle praterie dell'anima, per danzare con l'anima nei territori immacolati, bianchi, multicolori, della libertà sovrana dello Spirito. Vette da cui guardare il mondo, Cieli in cui tuffarsi ad ali spiegate, nuvole su cui sdraiarsi, Soli nei quali bagnarsi, Oceani in cui galleggiare misteriosamente, immotivatamente, incomprensibilmente felici.










                                 








  
                                                               



               


http://www.billfrisell.com/

mercoledì 27 novembre 2013

Assenza



Nell'Attenzione. Le pulsioni e le illusioni, gli impeti e le chiusure, le frane, le esplosioni e le fughe, le paralisi, gli assensi, gli entusiasmi e i rifiuti, non hanno più bisogno di urlare affannarsi affrettarsi, smaniare oppure reprimersi.

Senza più nè affermazione nè negazione.

Stanno.

Immobili, increduli, tremanti, tranquilli, profondi, stupefatti, de-costruiti, semplicemente presenti, s'ammutoliscono.

Fiamma di candela. Oscilla, con ritmo vario irregolare alterno.

Luci.

Ombre.

Rappresentazioni.

Teatro d'ombre.

Caverna platonica.

Maschere.

Curiosità, consapevole ignoranza diventa la pienezza - il senso - la verità - la certa determinazione.

Per non-sapere, occorre una con-versione.

Convertirsi al silenzio senza risposte.

All'attenzione senza un centro.

Al Tao senza dottrina.

Al grande vuoto senza teorie sul grande vuoto.

Alla Grande Disperazione.

Alla completa assenza di risposte.

Alla paura della morte.

Di fronte alla quale tutto sparisce, s'annulla, perde senso.

L'ipocrisia della Luce.

La falsità della musica.

Scomposti rumori appaiono e scompaiono senza nessuna logica o ordine.

L'anima grida.

Poi ammutolisce.

Quale anima?

Quale silenzio?

Polifonia di rumori casuali sovrapposti.

C'è un'armonia?

Contraddizioni, assurdità, rumore, non senso. Casualità insensata.

Non senso che invade ogni cosa.

Ogni barlume di senso è falso e contraddittorio.

Contraddizione/crocifissione.

Attenzione.

Anche di fronte a questo, Attenzione.

Non decidere, non commentare: osservare.

Attenzione in ogni direzione, verso ogni possibilità, ogni opzione, ogni scelta, ogni interpretazione.

Abbracciare la morte e la vita, contemporaneamente.



"Il mondo è fatto di sostanze grossolane e di sostanze sottili e fa da velo a sè stesso, di modo che non può vedere Iddio proprio perchè si vede. Dio resta sempre sconosciuto, così all'intuizione come alla contemplazione, poichè l'effimero non ha presa sull'eterno. Non è possibile avvicinare la divinità sicchè abbia accesso ai nostri occhi. Non è corredata di umana testa sulle membra, nè di piedi, nè di agili ginocchia, nè di vergogne pelose, ma è Intelletto, sacro ed ineffabile, che con rapidi pensieri, per l'universo intero si squaderna." (Ibn-Arabi)


Immotivati asimmetrici tonfi aritmici.

Ritmo spezzato.

Ritmo.

Cecità casuale.

Note/tessere/atomi/molecole/rapporti geometrici.

Scale.

Arpeggi.

Melodie, non prive di una loro dolcezza.

Armonie, non pre-costituite.

Assenza completa di risposte, di senso,

vuoto spinto siderale,

e, tra gli atomi dell'universo casuale,

un segreto immenso di Silenzio,

una melodia sconosciuta,

una nota imprevista che ci fa scuotere

il cuore verso l'Alto,

scoperchiare il cervello verso l'Altro,

verso l'inconoscibilità

della Divinità Ignota.






https://www.youtube.com/watch?v=xOltVjIR1yE







Post scriptum: ho steso questo testo durante l'ascolto dell'opera di Battiato "Gilgamesh" (vedi link). Si tratta delle sensazioni, impressioni e riflessioni generate dall'incontro con questa composizione sonora.