di-segno di Sacrilegio Tempesta

?

?
pARTICOLARE DI "Autunno", quadro di Diogene senza l'anima?. Foto di Sacrilegio Tempesta.
Visualizzazione post con etichetta comunità. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta comunità. Mostra tutti i post

venerdì 31 gennaio 2014

Serata collettiva di poesia lunedì 3 febbraio a Milano



Il Cam Ponte delle Gabelle, organizza delle belle serate collettive di poesia, in cui diversi poeti leggono alcune loro poesie. Ho già partecipato due volte e ho trovato un bel clima creativo, molti bravissimi poeti, alcuni dei quali anche con un bel senso teatrale del reading che aumenta la vitalità della serata.
La trovo una bellissima iniziativa, è una bella esperienza ritrovarsi con un 10-15 poeti, senza conoscersi, a dirsi versi (i più diversi - stili diversissimi) - i poeti, queste bestie strane e solitarie, si ritrovano insieme, all'inizio spesso con una forte diffidenza, poi in certi momenti con una reale condivisione emotiva e lirica intensa, potente, un rito teatrale collettivo, un talismano/antidoto/medicamento contro la cultura della superficialità obbligatoria - condividere poesie con altri che scrivono poesie, direi un'esperienza rara in quest'epoca di internet, porno e pubblicità.


Chi fosse interessato, sia per leggere sue poesie (anche se in realtà bisognerebbe iscriversi, provate a contattare il Cam oppure comunque penso vi facciano leggere lo stesso) sia per ascoltare le mie poesie insieme a quelle di tutti gli altri poeti presenti, è benvenuto!






Serata collettiva di poesia, lunedì 3 Febbraio 2014, ore 21,00, Cam Ponte delle Gabelle, Via San Marco 45, Milano.

martedì 1 ottobre 2013

Terra corsa-


Le struggenti, splendide polifonie corse, figlie di una terra bellissima, aspra, dolce come il mirto, selvaggia, selvatica, sofferente e maltrattata nella storia da numerosi punti di vista, insieme al suo popolo.

https://www.youtube.com/watch?v=FU-wBJ4r3f0


lunedì 2 settembre 2013

"La paesologia come rivoluzione erotica e viandante"


Jaspere Diaspro, sul suo blog, nel post "le città di oggi piacciono?" si interroga sulla città contemporanea, su questa giungla crudele d'asfalto, indifferenza, rumore e plastica, e si chiede come possa davvero a qualcuno piacere.

"Rimanendo fermi alle regole dell' evoluzione, arrivati ad un certo punto non poteva che competere con se stesso per migliorarsi. L'uomo è la specie più adattabile che si trova in natura. Sopravvive ovunque, sia nella giungla verde che in quella di cemento, nei deserti,nelle oasi..... Mi domando se tutto questo non sia insito in noi come una macchia scura, siamo cooperativi certo. Ma siamo anche competitivi e non trovando nessun altro sul pianeta con cui competere, competiamo tra noi!"

(dal post di Jaspere: http://animadidiaspro.weebly.com/1/post/2013/08/le-citt-di-oggi-piacciono.html )

Rispondo su Facebook così:

A me piacerebbero dei paesi immersi nella natura, ma culturalmente, artisticamente e 

spiritualmente vivi, e certo, in cui si possa recuperare il senso della comunità cooperativa.

Paesi con le radici nella propria tradizione storica ma in cui nascano nuove forme di vitalità 

e socialità aperte, creative.



Poi oggi trovo questo splendido articolo sul blog "Comunità provvisorie", il blog della 

paesologia.


Cito:



"Quando si pensa alla rivoluzione si pensa ai cortei, alle urla e invece la rivoluzione si può fare anche a bassa voce, è un compito per gli angoli bui della giornata, una faccenda intima prima che corale. La rivoluzione forse si può fare con mitezza, uscire dal mondo delle merci poco alla volta, con le forze che abbiamo, senza arroganze, senza proclami, uscire fuori e salutare chi arriva e chi parte, guardare la morte e la bellezza, usare il silenzio e la parola, farlo con calma e con urgenza, c’è ancora tempo, ad Aliano c’è ancora tempo.
Venite ad Aliano per “un eros vago, lontano, come una stretta di mano”.
La paesologia è camminare nei paesi. Camminare fa bene quindi fanno bene anche i paesi. Se gli italiani andassero in giro per i paesi, se camminassero tre ore al giorno la farmacie e i medici guadagnerebbero assai meno. Un governo occidentale oggi dovrebbe come prima cosa far camminare le persone."

(...)

"Aliano dice all’Italia fatti dolce e lontana e silenziosa, torna agli ulivi, al grano, al fazzoletto pieno di sudore quando la giornata era una cosa sola: serpente fischio pianto sole e non il mosaico di plastica che c’è adesso. Aliano dice all’Italia che molto abbiamo perso, forse l’essenziale, e dobbiamo sentirlo e piangere e ridere e tornare davvero alla nostra terra, stare davvero qui dov’eravamo.
La modernità incivile ha ancora i suoi fanatici, la miseria spirituale dilaga. Chi è in esilio, chi è orfano, chi è a disagio deve trovare compagnia alla sua solitudine, non deve buttarla. L’idea della morte non si può diluire col divertimento o con l’orgia delle merci. L’idea della morte si sostiene con la poesia, con l’esposizione di quel che siamo. E se esponiamo la nostra paura o il nostro delirio o la nostra ossessione, se esponiamo il gioco profondo che ci muove, dobbiamo incontrarci nello squarcio, non sulla vernice fresca del compiacimento e del conformismo. Ad Aliano io penso a una comunità di squarci, a una comunità delle fessure, a un abbraccio degli orli. Dunque un festival del bilico, una cerimonia dei sensi che all’improvviso si verticalizza, si fa notturna, metafisica. Dal vuoto dei calanchi al vuoto della luna. Un festival lieto e dolente, per chi non vuole dissolvere misteri con l’abbaglio della ragione, per chi non vuole irrigare il mondo con le proprie opinioni, ma vuole solo guardarlo."

                                                                                          (Franco Arminio)

Qui lo splendido articolo integrale:


Ho commentato sul blog dei paesologi così: 

Che articolo! Se Pasolini lo potesse leggere, forse metterebbe in dubbio la propria disperazione e le proprie considerazioni sull'inesorabilità del “fascismo realizzato” della società dei consumi. Un incontro di squarci, di abissi in cui la poesia mormora, echeggia, susurra, canta, urla ancora, nel fruscio del vento della solitudine, nei baluccichii nella notte oscura. Peccato non essere riuscito a venire. Ci saranno prossimamente altre eventualità ipotetiche di creare “comunità provvisorie”, per “venire in vacanza intorno a un filo d’erba”?





sabato 13 luglio 2013

cantare come parlare bisogno comunicativo universale necessario fondamentale - musica come capacità comunicativa universale fondamentale.

  •  bello... alcune parti commoventi, come quella del malato di alzheimer che non capisce più nente ma che canta ancora volare...
    la musica come una delle strutture più profonde della nostra mente, della nostra cultura, della nostra società, della nostra capacità o incapacità di comunicare... forse la più profonda.
     la musica non solo come fenomeno per addetti ai lavori, fenomeno "performativo", professionale, tecnico, questione di "bravura" e di società dello spettacolo, ma molto più in profondità come linguaggio universale quotidiano che era (e dovrebbe essere ancora) parte integrante del tessuto sociale umano relazionale quotidiano..
    ... parte dell'universale bisogno di comunicare umano, di tutti, fenomeno relazionale, vitale, comunicativo come le parole, e come le parole dovrebbe essere parte della vita e della comunicazione di tutti i giorni di tutti....... al di là dei tecnicismi e delle separazioni della società dello spettacolo. 
    sulle riviste alternative degli anni 70 si profetizzava proprio questo, la morte della musica come fenomeno sociale e sua istituzionalizzazione industriale consumistica/meccanica/automatica come fabbrica di registrazioni riprodotte sempre uguali dappertutto, ovunque...
    .. sempre meno gente che canta e suona in famiglia nelle case nelle strade, muratori che cantano mentre lavorano, vecchi che suonano la fisarmonica agli angoli delle strade, gente qualsiasi che si esprime cantando per strada...
    .... e la musica sempre più come fenomeno separato, fatto dello showbuziness separato dalla società e dalla vita, e sempre più "registrato" e riprodotto industrialmente in maniera automatica onnipresente, molto più che eseguito anche a livello amatoriale nella vita diffusa.......

    http://www.youtube.com/watch?v=Qah_963szog&feature=youtu.be 


    musicisti/pupazzi dello showbiz di fronte a spettatori/pupazzi inerti ipnotizzati passivi. La musica non è questo. 


     La musica nacque nei popoli antichi come fenomeno tribale a cui partecipava tutta la comunità. fenomeno comunitario, religioso, salvifico, pubblico, mistico, escatologico-corporeo, sacrale, terapia sciamanica di tutta la comunità...


    "La musica nasce dalla natura."


    "la musica è nel nostro corpo."




    "la musica è l'unica medicina senza controindicazioni!" 

lunedì 24 giugno 2013

REPORTAGE FOTOGRAFICO DA VIA DELL'IRONIA, MILANO./1




Prima puntata del reportage fotografico da Via dell'Ironia, Milano.

Tutte le foto di Diogene senza l'anima?, tranne quelle (dove indicato) di Sacrilegio Tempesta.

Tutti i diritti riservati.

























P.s.: tutti i volantini con poesie sono firmati con sigle. In tutti è indicato questo sito di riferimento:









(La foto qui sopra è di Sacrilegio Tempesta)






(La foto qui sopra è di Sacrilegio Tempesta)






















giovedì 6 dicembre 2012

Interessante romanzo a puntate.

Segnalo questo interessante romanzo - splendidamente scritto - e, almeno per il momento, avvincente - che compare a puntate su questo blog di cose sarde.

Il blog in generale è interessantissimo, gli articoli di ottima qualità toccano temi molto diversi: dall'archeologia nuragica, alla politica, fino appunto agli scrittori emergenti sardi.

Mi sembra poi interessante e innovativo - un tipo di innovazione che sa essere contemporaneamente radicata nella tradizione e aperta al futuro - anche il fatto che il sito è scritto in tre lingue: si alternano articoli in sardo, in italiano e in inglese - come a significare che difendere la propria specificità linguistico-culturale-territoriale non vuol dire essere chiusi al mondo e alla storia.


http://monteprama.blogspot.it/2012/12/arega-pon-pon-1-di-16.html

Articolo/testimonianza/racconto interessante sugli Usa oggi.

Articolo interessante e soprattutto godibilmente narrato, a metà fra inchiesta da inviato e testimonianza personale/racconto letterario, ben scritto e con un ritmo che porta facilmente all'identificazione vivida nel vissuto del narratore.

Parla degli Stati Uniti e delle più importanti vicende lì recentemente successe.
Ha un tono per quanto mi riguarda apologetico fino a tratti al ridicolo - e ugualmente eccessiva e retorica mi sembra l'apologia di Obama e dei Democratici - e, tuttavia, in quanto testimonianza/racconto, rimane godibilissimo ed estremamente interessante. Niente di particolarmente nuovo, nè dal punto di vista informativo nè da quello descrittivo/sociologico, cose sentite e risentite, sui giornali, nei libri, nei film.
Ma tuttavia, resta la freschezza vivida del vissuto dell'autore, resa con la sua ottima scrittura narrativo-giornalistica, grazie alla quale riesce - forse - a farci fare un breve viaggio negli Usa attraverso i suoi occhi - senza dover prendere un aereo e passare dall'ufficio doganale.




http://rinabrundu.com/2012/11/29/guido-mattioni-da-sandy-alla-star-and-stripes-vi-racconto-la-mia-america/

venerdì 16 dicembre 2011

com'unità

com-un-ità-come-un'-unità-com'-unità-mi sta stretta? è scomoda? mi sta stretta la comodità? vorrei restringerla, 'sta comunità? a quanti? a 10, a 7, a 5? e se poi non ci sto dentro? ma può un'unità essere numerata? se la scindo-se la separo è unità? se escludo è unità? se non metto il limen all'uno, si perde per strada? senza porte, senza steccati, l'uno si trova? con le porte, con gli steccati, è uno? - e posso essere-unità-con alcunchè? con alcun chi? con me stesso? e se sono uno con me, il fuori da me è fuori dall'uno? e se non sono uno con me, dov'è il chi dell'essere uno con qualcosa? communitas= mai data, è per definizione la trascendenza del già dato - se c'è stato, non è-con, se è definito, non con-è - del già numerato, del già ristretto, oppure del già disperso?


e se l'agorà diventa logorroica? posso scappare?



e soprattutto nella comunità muoio come individuo libero o nasco come com-uni-cante libero? Pedina di un sistema o libero cittadino che si realizza pienamente nella libera falange armonica e organica? e se ce ne fosse una terza, di possibilità? essere individuo libero, liberamente comunicante, che afferma fieramente la sua unicità nella libera riunione degli eguali-ma-sempre-diversi, come un branco, una banda di jazzisti sperimentali ognuno totalmente fedele alla propria spontanea e radicalmente sincera-sconnessa-naturale improvvisazione anarchica, ma allo stesso tempo completamente connesso e partecipe con la sincope ritmata in levare della jam rumorosa roca e furente? realizzando insieme, ognuno fuori tempo a suo modo, ma allo stesso tempo tutti stranamente a tempo in un fantastico rumore jazz vibrante, una libertà non separata.


E se le comunità dei puri, degli aderenti a una qualsiasi forma di causa giusta e sacra, principio di esclusione, di verità nettamente scandita e di identificazione di gregge in un codice pre-stabilito; - se queste sono per loro natura totalitarie in quanto sistematiche e definitorie; può invece esistere una "comunità degli impuri", "comunità degli individui", "comunità dei liberi", "comunità dei senza-comunità", branco di impuri senza un teorema da dimostrare o un'apparenza da esibire perchè sia riconosciuta, lupi-ronin, lupi-angeli, banda di ladri, banda sconclusionata di pittori squattrinati, affratellati da scorribande di simboli o da prassi pragmatica, banda di artisti-avant-guarde, banda di scrittori affratellati da suggestioni etiche, banda di filosofi affratellati dalla visceralità con cui ricercano la verità, e non da un concetto, banda di sperimentatori delle potenzialità nascoste della mente, affratellati solo da una cosa: il totale niente di qualsiasi cosa, banda di rocker punk'n'roll noise che si ritrovano a spaccare il ritmo nei garage, quasi di nascosto, gruppo di persone non riunite come pedine identiche sotto l'egida di un'idea, di un dovere o di una convenzione, ma ritrovatisi insieme per una serie di obiettivi comuni, concreti, che affratellano molto di più di qualsiasi bandiera-

E questa "banda di ladri", può avere una sua peculiare, coerente, profondissima ispirazione etica?

E se anche una foglia può stupire, se è vero che non è necessaria una scultura dadaista o un film surrealista perchè lo stupore si manifesti, allora forse questa fratellanza intima può essere basata anche su cose minime, impercettibili, imperscrutabili, indecifrabili. Invisibili anche forse.

se la fretta è forse la peggiore nemica della fratellanza, l'urgenza ne è forse il più chiaro e inequivocabile sigillo.

"La Pace ha origine/con il fluire delle cose;/il suo cuore è come il movimento/del vento e delle onde.": la comunità ha origine con il fluire dell'indeterminato verso l'indeterminato: il suo cuore è come il movimento dello spazio siderale verso le stelle infuocate, e ancora più in là verso il vuoto sempre più spinto, che vortica sempre più rapido verso il cuore-vuoto luminoso-oscuro-pulsante 
 dell'universo pulsante. E mentre danzando precipita verso questo centro, pensa, e sa: "questo centro non esiste."