di-segno di Sacrilegio Tempesta

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pARTICOLARE DI "Autunno", quadro di Diogene senza l'anima?. Foto di Sacrilegio Tempesta.
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lunedì 1 luglio 2013

COSE DA SALVARE.



SEGUIRE AQUILA RUOTARE

AMORE UNILINEARE

CANTARE LA PIOGGIA IN AMORE

TERRA, ODORARE FIORE

RUOTARE ONDE NEL MARE

RICORDARE L'ELEMENTALE

VIVERE PRIMITIVO

SPASIMARE BASILARE

BATTITO ARCAICO:

RESPIRO ESSERE

TUTTI ANIMALI BACIARE

RIDERE DI PANCIA/VISCERE

TEMPORALE

ATEMPORALE

COSMO SONNO

OCCHIO CENTRALE

TRASPARENTI SILENTI

FUOCO

PIANGERE

ESSERE DANZARE CUORE.

PROFUMO RUMORE SCROSCIARE

DILUVIO ESSERE

CONSERVARE

PROTEGGERE

VIVERE STRARIPARE SILENZIO.

NIENTE.

SUSURRO.

Z.

                  (dIOGENE SENZA L'ANIMA?)

giovedì 20 dicembre 2012

Una poesia di Mariangela Gualtieri.

                                                                                             nescio qua dulcedine laetae
                                                                                     allegre di non so che dolcezza
                                                                                                                    VIRGILIO


 Le api tessevano
di miele un'invisibile rete.
Vibravano accese.
Le abbiamo viste palpitare nervose
volarci intorno, attaccare
le nostre mani indiscrete -
frugavamo nelle trame misteriose
dell'alveare. Le api a me parevano
discese dalla mente prodigiosa
d'un animale celeste

a me parevano cantare
una musica di grandi sfere
disegnare il sigillo della voce
che le ha create. Le api sono simili
alle stelle, se le guardo per bene
se le adoro, in quel loro
essere di polvere d'oro, in quella
loro movimentata luce.

                                                                                                          ad Alessandra B.


(dedica dell'autrice).

da Mariangela Gualtieri, Bestia di gioia, prima parte: Naturale sconosciuto.

martedì 4 dicembre 2012

Gaia.

Due di notte. Sto morendo di sonno, ma sono assorto nella lettura di un libro estremamente interessante. E' un libro sull'ipotesi Gaia. Un modello scientifico innovatore, proposto da diversi scienziati da molti anni, nel quale per esempio la Terra, chiamata evocativamente Gaia (nome antico della Dea Madre) è vista come un sistema interdipendente di esseri viventi e non viventi in cui le singole parti collaborano attivamente all'equilibrio del tutto. Per questo Gaia può essere descritta come un unico gigantesco essere vivente, del quale le singole parti sono gli organi. Organi che però, esattamente come gli organi che ci costituiscono o che costituiscono un qualsiasi animale, o come le comunità di batteri che ci abitano, hanno una loro libertà e una loro capacità di modificare, attraverso la loro azione, il sistema di cui sono parte. Il disegno d'insieme risulta perciò determinato da una specie di accordo, di risultante di un accordo fra diverse spinte di numerosissimi esseri. Il mondo biologico, quindi, per esempio, e quello umano che ne è parte, non è più visto in termini darwiniani come una lotta all'ultimo sangue per la sopravvivenza in cui sopravvive il più forte, ma, al di là delle apparenze, al di là in realtà soprattutto della vulgata scientifica attraverso la quale percepiamo il mondo, è un mondo in cui la collaborazione e la capacità di agire per un comune scopo, per un superiore equilibrio, di diversi esseri, ha spazio almeno quanto la competizione.
Assonnato, sono però tutto preso da questo mio sforzo intellettuale notturno, concentrandomi per comprendere le diverse implicazioni epistemologiche, politiche, esistenziali di questo modello scientifico: il mondo non è più un meccanismo, una macchina cartesiana che può essere descritta con leggi ferree, attraverso la conoscenza delle quali si può modificare l'ambiente, ma un organismo, in cui ogni minima cosa è interdipendente, legata per la vita e per la morte a tutte le altre; le nostre azioni non possono più essere descritte come atti di volontà autonomi di esseri totalmente distinti dagli altri, ma tutto è molto più strettamente interrelato... le conseguenze politiche, sociali di questo modello, poi, sono profondissime, mettono in discussione il modello capitalista in cui.........
.........a un tratto mi viene in mente una cosa: mentre sto riflettendo su tutte queste importantissime, complesse questioni sul superamento del meccanicismo, alle due di notte, stanco... forse sto trattando me stesso come un meccanismo. Che senso ha?

Chiudo il libro, spengo la luce, vado a dormire.

Sogno.

Sogno un cervello cosmico, che cerca il ritmo del suo cuore.
Il rimbombo assordante di un gigantesco orologio galattico lo distrae continuamente, impedendogli di risintonizzarsi sul suo proprio ritmo naturale.
Il cuore dell'universo, intanto, nel suo buio baratro pulsante, palpita profondo, musicale, vibrante, crepitante, fremente, tremolante, cupo, roco, lento, armonico, indifferente. Il suo battito risuona in ogni interstizio dell'universo, ogni cellula, ogni atomo si muove in sincrono a questo muscolo infinito. Che non ha nessuna consapevolezza di orologi o cervelli, e quindi non si cura di essi.

giovedì 21 giugno 2012

"Schiacciare un insetto aggrava il debito karmico.
Coccinelle, farfalle bianche e nere, lucciole notturne allontanano gli artigli invisibili delle Tenebre. I ronzii d'alveare, i cori delle cicale, il cantare dei grilli contribuiscono ad una elevata terapia musicale. Insetti senza frontiere ne diffonde registrazioni audiovisive al prezzo famigliare di un euro e cinquanta, nelle fiere, nei supermercati e nei suk.

Il Tao senza nome abita, sorride, medita in un piccolissimo guscio insieme a un insetto unico che ab aeterno pratica il Non-Agire."

(Guido Ceronetti, Insetti senza frontiere)

venerdì 19 agosto 2011

Simone Weil e gli Dei

Spogliandoci di tutto, dice Simone, di tutta l'immaginazione, di tutte le passioni, di tutte le attese del futuro, di tutti i rimpianti del passato, di tutta la farneticazione della mente, di tutto il rumore, di qualsiasi identità, di qualsiasi orgoglio e identificazione (soprattutto spirituali) di qualsiasi ricompensa e compiacimento, si produce un vuoto. un vuoto intollerabile, assoluto, che normalmente si riempie, subito, a qualsiasi costo con qualsiasi illusione di qualsiasi tipo, qualsiasi forma di narcisismo, o con l'esercitare potere sugli altri, "espandendosi come un gas" per non restare nel proprio vuoto. Oppure: si resta "immobili e attenti" di fronte a questo vuoto, così com'è, contraddizione che lacera le carni anche del semplice sussistere, deflagrazione di ogni illusione consolatoria. E così si resta. A quel punto, se si è veramente umili e onesti, e se non si cerca assolutamente di ottenere niente, forse, la Grazia soprannaturale riempie quel vuoto.

Ma, mi chiedo, può essere - almeno, può essere, per qualcuno - che sottoponendosi - sottoponendosi con rigore, spietatezza, lucidità esatta, umiltà, verità a questo processo di autodenudamento psicologico interiore, possa comparire, al posto di una Luce mistica cristiana, una Luce che abbia le forme di Passioni, Creatività, Danze di Colori e Vuoto, Voci Antiche, ritmi, sussurri animisti di creature animali-spiriti amici? Tutto il piacere è "inesistente" come dice Simone? O può esistere un piacere puro, che sia nella Grazia? Può esistere un'immaginazione, e quindi un'Arte, che venga veramente - ma veramente, al di là di qualsiasi compiacimento intellettuale o psicologico - dagli Dei, senza mediazione? Esiste veramente qualcosa come un daimon della poesia, a cui il poeta semplicemente ubbidisce sotto dettatura? esiste una musica che sgorghi direttamente dal silenzio del cuore dell'Anima? E se tutto ciò esiste, forse, è solo per un attimo, già a ripensarci l'hai ucciso.