di-segno di Sacrilegio Tempesta

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pARTICOLARE DI "Autunno", quadro di Diogene senza l'anima?. Foto di Sacrilegio Tempesta.
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domenica 7 settembre 2014

Goga e Magoga


Goga e Magoga: che significa? (spiegazione di Davide van De Sfroos)


"Ho questa fissazione: ...che il proiettarsi in avanti a una velocità smodata a tutti i costi non è il futuro possibile. ...Il tornare indietro e vivere nel passato è una gran cagata. Ma il coraggio di guardare avanti accettando di rallentare... e di capire cosa c'è stato prima, di ricordare cosa c'è stato insegnato dai tempi.. da tutti i tempi, possa essere una vaga.. e dico vaga, speranza."  (Davide Van De Sfroos)





Goga e Magoga, la canzone





Varda scià,semm rüaa,saraa dent ne l'aragusta curazada.
Giruaghen nella nebbia che süghen el diluvio cunt i strasc.
E vureum tüt quel che gh'erum menga,per cercà tüt quel che gh'erum piö
E scapaum de ogni sit in duè rüaum,per truà un oltru sit de lassa indree..

Goga e magoga, l'è una danza sö l'angoscia che la giüga.
Goga e magoga, la macumba sö la tera che sufega.
Goga e magoga, il futuro in barca a vela chi lo paga?
Goga e magoga, el to santo prutetur urmai se droga!

Varda scià,semm rüaa,ne la crapa gh'emm un pesce motosega.
La girandula sö i ball,e i sogn di oltri li sistemum cul mazzott.
Gh'emm i öcc a damigiana e quaranta mungulfier tüt piee de ball.
I ricami sul cuscino e mitragliatrici a nastro suta 'l lecc.

Goga e magoga, l'è una danza sö l'angoscia che la giüga.
Goga e magoga, la macumba sö la tera che sufega.
Goga e magoga, il futuro in barca a vela chi lo paga?
Goga e magoga, el to santo prutetur urmai se droga!

E vabè, fa nagott, vemm a burlà ma l'è culpa della crisi.
I rifiuti,quelli brutti,li ho scundüti e non li ritroverai.
Akuaduulza! Acqua stüfa! De sta che a quatà la mia vergogna.
Giù sul fondo c'è il passato,ma 'l rifless de quel che semm l'è in süperfis.
Verde rame! La speranza! E il cemento armato di pazienza.
E l'arcangel el te presta la sua ala,per sügà i lacrim di to öcc.
E l'arcangel el te presta la sua ala ma,nöm ghe se netum dent el naas.
E se non bastano quadri,fiori e picche,
duperum anca i cör cumè curtej.

Sulla scala dei ricordi, sulla scala dei ricordi c'è la melma
E l'è un sit in duè l'è facil, l'è un sit in duè l'è facil sbrissigà.

Goga e magoga, e se s'cepa anca la sfera della maga.
Goga e magoga ,l'è una danza per cantà chi se ne frega.
Goga e magoga, se spargiamo un po' di sangue dopo asciuga.
Goga e magoga, vören tücc fà tumbula, rüga!!

(Davide Van De Sfroos)


Guarda qua, siamo arrivati, rinchiusi nell'aragosta corazzata.
Girovagano nella nebbia e asciugano il diluvio con gli stracci.
E volevamo tutto quello che non avevamo, per cercare tutto quello che non avevamo più.
E scappavamo da ogni luogo in cui arrivavamo, per trovare un altro luogo da lasciarci dietro...

Goga e magoga, è una danza sull'angoscia che gioca.
Goga e magoga, la macumba sulla terra che soffoca.
Goga e magoga, il futuro in barca a vela chi lo paga?
Goga e magoga, il tuo santo protettore ormai si droga!

Guarda qua, siamo arrivati, nella testa abbiamo un pesce motosega.
La girandola sulle palle, e i sogni degli altri li sistemiamo con la mazza.
Abbiamo gli occhi a damigiana e quaranta mongolfiere tutte piene di balle.
I ricami sul cuscino e mitragliatrici a nastro sotto il letto.

Goga e magoga, è una danza sull'angoscia che gioca.
Goga e magoga, la macumba sulla terra che soffoca.
Goga e magoga, il futuro in barca a vela chi lo paga? 
Goga e magoga, il tuo santo protettore ormai si droga!

E vabè, non fa niente, ci suicidiamo ma è colpa della crisi.
I rifiuti, quelli brutti, li ho nascosti e non li ritroverai.
Acqua dolce, acqua stufa! Di star qui a coprir la mia vergogna.
Giù sul fondo c'è il passato, ma il riflesso di quello che siamo è in superfice.
Verde rame! La speranza! E il cemento armato di pazienza.
E l'arcangelo ti presta la sua ala, per asciugare le lacrime dei tuoi occhi.
E l'arcangelo ti presta la sua ala, ma noi ci puliamo il naso.
E se non bastano quadri, fiori e picche,
Usiamo anche i cuori come coltelli.

Sulla scala dei ricordi, sulla scala dei ricordi c'è la melma.
Ed è un luogo in cui è facile, è un luogo in cui è facile scivolare.

Goga e magoga, e si rompe anche la sfera della maga.
Goga e magoga, è una danza per cantar chi se ne frega.
Goga e magoga, se spargiamo un po' di sangue tanto asciuga.
Goga e magoga, vogliono tutti far tombola,mescola!!


(traduzione di Cane - testo e traduzione trovati a questo link:



















venerdì 22 marzo 2013

Manifesto del contadino impazzito

 


Amate pure il guadagno facile,
l'aumento annuale di stipendio, le ferie pagate.
Chiedete più cose prefabbricate,
abbiate paura di conoscere i vostri prossimi e di morire.
Quando vi vorranno far comprare qualcosa
vi chiameranno.
Quando vi vorranno far morire per il profitto,
ve lo faranno sapere.

Ma tu, amico,
ogni giorno fa qualcosa che non possa essere misurato.
Ama la vita. Ama la terra.
Conta su quello che hai e resta povero.
Ama chi non se lo merita.
Non ti fidare del governo, di nessun governo.
E abbraccia gli esseri umani:
nel tuo rapporto con ciascuno di loro riponi la tua speranza politica.

Approva nella natura quello che non capisci,
perché ciò che l'uomo non ha compreso non ha distrutto.
Fai quelle domande che non hanno risposta.
Investi nel millennio... pianta sequoie.
Sostieni che il tuo raccolto principale è la foresta che non hai seminato,
e che non vivrai per raccogliere.
Poni la tua fiducia nei cinque centimetri di humus
Che crescono sotto gli alberi ogni mille anni.

Finché la donna non ha molto potere,
dai retta alla donna più che all'uomo.
Domandati se quello che fai
potrà soddisfare la donna che è contenta di avere un bambino.
Domandati se quello che fai
disturberà il sonno della donna vicina a partorire.
Vai con il tuo amore nei campi.
Riposati all'ombra.

Quando vedi che i generali e i politicanti
riescono a prevedere i movimenti del tuo pensiero,
abbandonalo.
Lascialo come un segnale della falsa pista,
quella che non hai preso.
Fai come la volpe, che lascia molte più tracce del necessario,
diverse nella direzione sbagliata.
Pratica la resurrezione.


W E N D E L L   B E R R Y
traduzione di Giannozzo Pucci



(trovato sul bel blog del mio amico Jasper:




W. Herzog: Dove sognano le Formiche Verdi-

Un film sul Silenzio.

Il Silenzio della Fine.

Il silenzio del Deserto, della Terra spaccata dalla nostra dinamite, dai nostri ascensori, dai nostri supermercati, dai nostri cellulari, dal nostro rumore, dalle nostre chiacchere inutili.

Il Silenzio della Terra, che si prepara a deflagrare per annientare i suoi carnefici.

Il Silenzio delle Formiche Verdi, che hanno smesso di Sognare, e, sveglie, volano a sciami enormi, giganteschi, oscurando il cielo, per distruggerci, per distruggere chi ha ferito mortalmente la Terra e dissacrato i suoi Luoghi Sacri.





Un margine, è lasciato, per sognare, la possibilità, che oltre l'orizzonte, oltre la Fine, nel Silenzio, nuovi Inizi - stanno incubando nella Terra del Sogno.








Ma ovunque regna e regnerà il Silenzio.

Le chiacchere non bastano più a coprire l'assordante frastuono del suo enigma, quel frastuono che riempie di terrore di disperazione e di abisso i volti degli aborigeni australiani in questo film, volti scavati nella roccia, nella terra, nell'orrore di chi questo Abisso lo percepisce chiaramente, perchè è da sempre connesso con la terra, le radici della Visione sprofondate nell'Anima del Deserto.

Sguardi persi nella Visione dell'Apocalissi.



Guardiani del Tempio.



Immobili seduti a guardare in silenzio la Fine che avanza, cercando di difendere lo Spazio Sacro, la Terra Sacra fuori e dentro di loro-




Guardiani inerti, inermi, con le mani incatenate-






-O forse non tanto-


Guardiani che sapranno difendere il Cuore della Terra, il Sogno, attraversando l'Apocalissi verso la terra oltre l'orizzonte dove sono volate le Formiche Verdi.




-traghettatori, forse-

-Forse solo apparentemente impotenti-


-



-Intanto, le parole si inceppano, gli ascensori si fermano, gli orologi digitali cominciano a squillare all'improvviso, la Macchina si spacca, gli ingranaggi vanno in tilt, il sistema economico impazzisce, l'Automa collassa, e appare sempre più evidente che ogni parola, ogni discorso, ogni azione sono completamente inutili e fuori luogo, nel moltiplicarsi fragoroso del Silenzio che si approssima.








"Ma allora è tutto inutile?" commenta a fine film Sacrilegio.



Dopo un po' di titubazione, nell'inquietudine estrema che lascia questo film, con poc voglia di parlare, di dire una cosa qualsiasi, provo a mormorare il detto ebraico: "Chi salva una vita salva il mondo intero."





-Risuona incerto questo filo di speranza.








Ma forse, nel prenderci cura di un cane, una persona o una pianta, nel coltivare piccoli Sogni con la nostra piccola, attenta, microscopica passione, possiamo - io spero - farci simili ai Guardiani delle Formiche Verdi, inamovibili moniti sacri con il cuore sprofondato nel Cuore della Terra. Custodi esili. Sacerdoti minimi. Silenziosi strambi sacerdoti del piccolo.


"Anche per Dostoevskij [oltre che per Nietzsche] la prognosi è ottimistica; egli non vede nel nichilismo la fase ultima, mortale, ma anzi lo ritiene guaribile e, precisamente, guaribile attraverso il dolore. Il destino di Raskol'nikov fa vedere, prefigurandola, la grande trasformazione che coinvolgerà milioni di uomini. Anche qui si ha l'impressione che il nichilismo sia concepito come fase necessaria all'interno di un movimento orientato a scopi ben precisi.

(...)

L'ottimismo, come anche il pessimismo, di questa risposta, si abbarbica, è vero, alle prove, ma non si fonda su di esse. Si tratta di ordini diversi; ciò che conferisce forza di persuasione all'ottimismo è la profondità, alla prova è la chiarezza. L'ottimismo può raggiungere strati in cui il futuro, ancora assopito, viene fecondato. In tal caso lo si incontra come un sapere che raggiunge profondità maggiori che non la forza dei fatti - che addirittura può suscitarli. Il suo fulcro è più nel carattere che nel mondo. Un ottimismo fondato su queste basi va apprezzato in se stesso, dal momento che proprio la volontà la speranza e la stessa prospettiva futura devono dare a chi lo professa la forza di resistere nel mutevole corso della storia e dei suoi pericoli. Molte cose dipendono da questo." (E. Junger, Oltre la linea [scritto del 1950], in E. Junger - M. Heidegger, Oltre la linea. Sottolineatura in corsivo mia.)




P.S.: Chiedo scusa per essermi permesso di scrivere questo breve articolo nella quasi totale ignoranza sulla cultura degli Aborigeni d'Australia.

Chiedo scusa se, come è probabile, le mie parole non sono coerenti con queste Tradizioni.

Questo articolo vuole solo esprimere le mie suggestioni emotivo-analogiche di fronte alla visione di questo film, che comunque penso abbia anche un valore e un linguaggio universali.








sabato 26 gennaio 2013

giovedì 24 gennaio 2013

Ma io come persona sono ancora qui.

in un tempo di rassegnata decadenza

serpeggia la paura

nascosta dall'indifferenza.




in un tempo tremendo

in un tempo così tremendo.

 

in ogni parte del mondo.






con così tanta informazione

che alla fine uno non sa niente.






a non scegliere mai.

a non scegliere mai.

a non scegliere mai.








vogliamo ancora fare qualcosa,

ma non possiamo fare niente.



non possiamo fare niente.







ma io, come persona, sono ancora qui.


                                                                                (G. Gaber)


http://www.youtube.com/watch?v=LEeX5HtzX7I



http://www.youtube.com/watch?v=i8mPWeX5zJA&NR=1



sabato 12 gennaio 2013

Ritorneranno le quattro stagioni!

http://www.youtube.com/watch?v=Ia7CNAte3Dw&feature=youtu.be

ps: il titolo è preso a prestito dall'omonimo libro di Mauro Corona, che niente ha a che vedere con l'argomento del video... a parte un comune sentimento di rispetto, amore e venerazione verso la natura, e un sottile filo di speranza (nel caso del video invece un torrente in pienadi speranza) ancorato alla fiducia nell'antica alleanza fra gli uomini e la loro Madre...