di-segno di Sacrilegio Tempesta

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pARTICOLARE DI "Autunno", quadro di Diogene senza l'anima?. Foto di Sacrilegio Tempesta.

mercoledì 27 giugno 2012

panteismo pànico.

"Rido di te, di me, di tutto ciò che di mortale c'è -

- e che mi piace!" (Jovannotti)

Mi piacciono tutte le razze, tutti i credo religiosi e tutte le loro infinite declinazioni opinionistico-personali; tutte le opinioni ideologiche, tutte, anche le più bizzarre, formulazioni esistenzial-spiritual-filosofico-ateo-agnostico-superstizioso-fideistico-radical-conservatore-qualunquistico-rivoluzionarie, come anche gli atteggiamenti personali più diversi che se ne possono trarre, e qualsiasi altra particolarissima forma di idiosincrasia nevrotica parziale e selettiva.

Indagare i meandri sottotraccia di tutte queste infinite coniugazioni, sintesi e costruzioni dell'animo umano, sempre mutevoli, imprevedibili, sorprendenti, inesauribili - voler comprendere con intelligenza emotiva partecipe, non con semplice sguardo di analisi intellettuale, tutti questi innumerevoli fantasmi, è l'avventura filosofica più incredibile e affascinante che si possa concepire.

E allo stesso tempo, anche la più grande, totale, colossale perdita di tempo.

Io rido di tutto questo, rido di ognuna di queste cose, della loro indefinibile somma, rido del mio ridere e della serietà con cui rido del mio ridere.




E, allo stesso tempo, riconosco in tutto ciò un germe di Vita.









"Nessuno è perso, nell'infinito. Terribile è perdersi, sentire di essere persi, nel finito." Guido Ceronetti

















"Quando conferiamo al comune un senso più elevato, all'ordinario un aspetto misterioso, al noto la dignità dell'ignoto, al finito un'apparenza infinita allora io lo romanticizzo." (Novalis
























































































































































































































































































































































































surfare l'onda taoista.

"Sentire il vuoto del presente" (Vito Mancuso)

"È a causa dell'immaginazione e del movimento vorace che essa genera che «noi non ci atteniamo mai al presente», come scrive Pascal. Attenersi al presente significa incontrare il vuoto. Sapersi attenere al presente significa vincere l'immaginazione, la voglia di successo e la falsità che ne viene, e saper sopportare il vuoto. È infatti l'immaginazione, è l'Io naturale, che, all'interno dell'anima, genera il tempo, il ritmo del tempo, dirigendo l'anima o verso il futuro come suo territorio di conquista, o verso il passato, per rallegrarsene o dispiacersene. Il presente, invece, è il vuoto, e al vuoto l'anima naturale non sa e non vuole aderire. Chi aderisse veramente al vuoto del presente, avrebbe «rinnegato se stesso», spento l'egoismo primordiale che lo muove. «Il presente di solito ci ferisce». dice Pascal, e ci ferisce perché è la morte dell'Io. Nella stessa direzione questo altro pensiero: «Tutta l'infelicità degli uomini viene da una sola cosa, non sapersene stare in pace in una stanza». [...]
Questo desiderio smodato di evasione, di vacanza, di viaggi, di droghe di ogni tipo, è la condizione più chiara della nostra prigionia, anzi, è la nostra prigionia. Il vuoto del presente non si può non percepire. E infatti gli uomini, da sempre, sentono il vuoto dentro di sé. [...]
È positivo sentire il vuoto. [...] È la caduta degli idoli, il crepuscolo degli Dei. Solo che il vuoto, per non essere distruttivo, occorre saperlo portare, guardare, conoscere. Lo si può fare solo se non si è più attaccati al proprio Io, perché il vuoto che si sente non è altro che la vanità dell'Io [...]. Percepire il presente come vuoto è un grande atto spirituale. Fermarsi, zittirsi, oscurare l'immaginazione che sempre lavora in noi, e sentire il vuoto, il nulla [...]. Imparare a stare fermi, respirare profondamente, sentire il vuoto del presente, e noi che sprofondiamo in esso liberandoci da noi stessi: non dobbiamo andare più da nessuna parte, siamo arrivati, siamo a casa.
[...]
La vigilanza è il contrario dell'immaginazione, la grande dissipatrice dell'energia. [...]
Vigilare è saper guardare il vuoto di cui siamo costituiti, saperlo ascoltare, saper sostare ai suoi margini, senza subire il richiamo dell'immaginazione che lo vuole riempire, dell'immaginazione che è la voce dell'Io" (Vito Mancuso).



"ma i desideri - le passioni - l'immaginazione - la volontà di vita, di conquistare terre sconosciute, viaggiare, conoscere, creare, emozionarsi, muoversi seguendo il ritmo che ci viene dal nostro daimon interiore - scommettere, agire, scoprire, andare
all'avventura, entusiasmarsi! - innamorarsi, combattere, sconvolgere l'ordine costituito, vibrare, imbarcarsi in imprese sogni e divertirsi secondo il proprio estro - seguire anche rischiando la propria ispirazione, l'intuizione di un micro-attimo che ci detta la direzione, perdersi! provare, fare tentativi, errare, deragliare!- tutto ciò non è parte del "dato esperienziale" del presente??????? e cercare di bloccare artificialmente tutto questo, non è la peggiore delle fantasie astratte che ci sottraggono alla semplicità del presente????????" (Diogene senza l'anima?)

Ho scritto queste brevi righe dopo la lettura del brano di Mancuso, in un momento di entusiasmo, di esplosione di vitalità dopo una giornata faticosa di lavoro e di caldo - l'ultimo giorno di lavoro prima di una breve vacanza.

In realtà penso che ci sia una buona dose di verità anche nelle parole di Mancuso, che a rileggerle adesso, dopo qualche ora, mi sembrano bellissime.

Penso molto semplicemente, mi pare, che la vita - così sembra - sia fisiologicamente fatta di un'alternanza ciclica, un equilibrio funambolico fra entusiasmo e vuoto, nonsense ebbro di Vita e interrogazione sofferta sul Senso dell'Essere, risata e dubbio, impennarsi virile in grandi fantasie e progetti concreti di loro realizzazione, e frastagliata coscienza della contraddizione, lentezza e velocità, Eternità e modernità, "belle illusioni" leopardiane e leopardiano Nulla, o - perchè all'oscillare dello stato psico-fisico oscilla anche l'opinione filosofica - libera espressione dell'evoluzione creatrice e suo inaridente incagliarsi; fra felicità e tristezza, coraggio leonino e lucida paura, Arte e ordinarietà, tensione e rilassamento, movimento e sospensione osservatrice, "equanime", appunto.

Ma forse il Tao dei filosofi orientali comprende tutto questo, e "equilibrio" è danzare fra questi opposti vivendone di ognuno l'essenza, "senza togliere niente, senza aggiungere niente".

Come diceva Pierluigi Ighina, "Ciò che non pulsa, non vale niente."





Surfare l'onda taoista.





























martedì 26 giugno 2012

"Mille secoli di storia non valgono un attimo vissuto veramente." (jovannotti)

lunedì 25 giugno 2012

"L'Arte è lunga, e il tempo è troppo breve." (Baudelaire)

"Il tempo è così breve, che non voglio far altro che perdere tempo." (Felpata Fanny)

giovedì 21 giugno 2012

"Schiacciare un insetto aggrava il debito karmico.
Coccinelle, farfalle bianche e nere, lucciole notturne allontanano gli artigli invisibili delle Tenebre. I ronzii d'alveare, i cori delle cicale, il cantare dei grilli contribuiscono ad una elevata terapia musicale. Insetti senza frontiere ne diffonde registrazioni audiovisive al prezzo famigliare di un euro e cinquanta, nelle fiere, nei supermercati e nei suk.

Il Tao senza nome abita, sorride, medita in un piccolissimo guscio insieme a un insetto unico che ab aeterno pratica il Non-Agire."

(Guido Ceronetti, Insetti senza frontiere)

esercizi di scollegamento e connessione/2

andare a sessanta all'ora sulla tangenziale semideserta, di notte, prendendo il fresco col braccio fuori dal finestrino dopo una giornata di lavoro e di afa estiva, è stata una delle esperienze più rilassanti che mi siano capitate ultimamente.
quasi una vendetta verso questo mondo impazzito, drogato di velocità, frenesia, automatica, rabbiosa isteria collettiva coatta.
mi è sembrato che così dovrebbe essere l'anticonformismo: lento, rilassato, gaudente, sorridente, epicureo.
indifferente a tutto ciò che sfreccia intorno, dotato di una sana dose di menefreghismo, ma proprio per questo capace di reale attenzione a tutto ciò che accade, e capace di reale simpatia e collaborazione con i fratelli, umani, animali, vegetali, minerali.
scollegato, dai circuiti meccanici del pensiero unico.
connesso, con i profumi e le vibrazioni della terra, con le sensazioni, i suoni, le percezioni, il proprio corpo.
fisico, ma di una fisicità sottile, tolta ai nervosismi moderni.
semplice, come solo un animale sa essere.
mentre penso più o meno questo, quasi un segno, in un tratto di strada che per lavori in corso ha una sola corsia percorribile, io e altri autisti ci troviamo piazzato davanti un trasporto eccezionale che va a quaranta all'ora.

Che godimento!

poi, dopo il rilassamento e il piacere (e la soddisfazione) mi accorgo che succede qualcos'altro: i miei neuroni, in seguito al rallentamento, e soprattutto in seguito al rallentamento in quel luogo, in quel contesto, percorso tante volte in preda all'automatismo della velocità, cambiano anche loro marcia: divento estremamente più attento, più lucido, la mia vista e le altre percezioni sono più all'erta e la visuale è più rilassata e più ampia: una volta interrotto l'automatismo, guardo il mondo non più con quel quotidiano atteggiamento di "Sì, lo so già." per cui l'abitudine ci fa smettere di notare le cose, ma con una curiosità e uno spirito d'osservazione che raramente ho.
Aaaaahhhh, la gerarchia sulla Terra è in qualunque cosa: tutti sono capi, tutti si credono superiori a qualche cosa, gli uomini si credono superiori alle donne, la gente di città a quella di campagna, gli adulti ai bambini, gli umani agli animali e alle piante, e poi... ci sono le razze!!!!!!!! (dal film: "Il pianeta verde").

Everyone is a fuckin' Napoleon. (da una canzone rock sentita al mercatino hippie di Formentera).


Superiore = Super - Io - Re!!!!!!!

 Insomma, un bel delirio galoppante che ci ha contagiati tutti.

Chi, forse per difendersi, non si sente superiore agli altri, per reddito, per successo, per livello di istruzione, per razza, per cultura, per religione, per ideologia, per livello di "evoluzione spirituale", per livello di "evoluzione psicologica", per bellezza, fisica o morale, perchè si hanno tanti bei vestitini firmati, o una bella macchina, o un cervello capace di brillare in matematica o in filosofia, o perchè si canta, danza, suona bene, o perchè "tanto io ho ragione, loro non capiscono niente", o perchè si è bravi ad argomentare, o perchè si hanno tanti muscoli, o magari perchè si critica la tendenza a considerarsi superiori agli altri????

Competizione, superiorità, giudizio, guerricciuole di ogni tipo fra poveri di Vita.


Intendo dire: e se distratti da queste scaramuccie polemiche e competitive ci stessimo dimenticando di vivere???????


Ci stessimo perdendo questo istante che non tornerà mai più???????


Ci stessimo dimenticando i nostri sogni, chè se cercassimo di realizzarli veramente non ci sarebbe nè tempo nè energia per distrarsi da niente che non siano i nostri Autentici, Sacri Desideri, Ora, Adesso, ogni Istante guidato da una chiara netta Ispirazione che non ammette dubbi - ciò per cui ci siamo incarnati in questa Vita, ciò per cui siamo qui: non ci sarebbe tempo per fare altro che essere Felici o tormentati dalla reale incarnazione in atto dei nostri sogni - e questa possibilità - la possibilità di ESSERE e basta - è la cosa che ci terrorizza di più?????????


Per questo ci attacchiamo così tanto a cose senza nessuna importanza, scaramucce, guerricciuole, innervosimenti fra colleghi, faide, invidie, status symbol, successi, insuccessi, parodie di lotte per la realizzazione!!!!!



Se FOSSIMO  veramente, che è la cosa più semplice - e quanto ci terrorizza la semplicità!!!!!!! - di tutto questo non ci ricorderemmo forse neanche più.
Grande tra gli uomini e di gran terrore è la potenza del riso: contro il quale nessuno nella sua coscienza trova sè munito da ogni parte. Chi ha coraggio di ridere, è padrone del mondo, poco altrimenti di chi è preparato a morire. (Leopardi)
"Il tempo è così breve, che non voglio far altro che perdere tempo." (Felpata Fanny)

martedì 19 giugno 2012

ESERCIZI DI SCOLLEGAMENTO E CONNESSIONE

Jesus died for somebody's sins but not mine
meltin' in a pot of thieves
wild card up my sleeve
thick heart of stone
my sins my own
they belong to me, me
people say "beware!"
but I don't care
the words are just
rules and regulations to me, me

Patti Smith — 


 

"Gesù è morto per i peccati di qualcuno, ma non per i miei!" 

- ha un primo, immediato, semplice, anche bello, significato di ribellione rock e di furia


anticlericale.


Questo il primo significato che viene alla mente.


Se ne possono immaginare degli altri?


Potrebbe voler dire, forse:


"Io non sporcherò mai la mia anima col sangue ingiustamente versato di questo grandissimo 


predicatore anarchico!!!!!!!! Non mi mischierò mai a questa forma ipocrita di cannibalismo 


sacrificale!!!!!!!!!!!!!! Gesù non voleva morire, voleva vivere!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! E continuare a fare 


miracoli e "scollegare" la gente!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! E soprattutto non è morto per salvare le 


anime di chicchessia!!!!!!!! La salvezza dell'anima riguarda ognuno faccia a faccia con sè 


stesso!!!!!!!!!!!!!!!! E' responsabilità individuale!!!!!!!!!!! E perchè mai un omicidio potrebbe  


servire a qualcosa??????? Essere - utile?????????????????? E per che cosa, poi, per la 


salvezza delle anime????????????????? Non è solo un delirio assurdo da farisei, ma è 


anche esattamente la negazione del messaggio di questo profeta ribelle, che è venuto a 


"scollegare" innanzitutto proprio ogni moralismo formale e dualista, ogni distinzione 


benpensante e rituale fra "puro" e "impuro", e ogni logica sacrificale!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!



E' venuto a dire che la vera etica comincia dove ognuno si assume su di sè il proprio Tao, e 


la 


pianta di proiettare il negativo e lo scomodo su tutto ciò che è istituito come "impuro" e tutto 


ciò che è istituito come capro espiatorio!!!!!!!! "I miei peccati appartengono a me!!!!!!!" grida 


Patti - "Chi è senza peccato scagli la prima pietra!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!" - la incita 


facendogli coro il santo antimoralista - "Misericordia io chiedo, non 


sacrifici!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!" - continua urlando nel microfono e battendo mani e piedi come


 uno 


scalmanato invasato da Dio, improvvisando gorgheggi gospel e aizzando il pubblico con 


poesie 


d'amore per il Cosmo - buttandosi sopra la folla che fa cori da stadio "Ah com'è bbello 


poterselo 


abbracciare/ ah, com'è bbello portarselo a ballare!!!!!!!!" (Capossela, "L'uomo vivo - Inno alla 


gioia")".







Tutto questo è solo un esempio. 




Per dire la seguente cosa generale.



Se qualcosa genera in me sconforto, angoscia, orrore - nell'esempio, il moralismo ipocrita e 



violento di gran parte del cristianesimo contemporaneo - sembrerebbe che ho due 



possibilità: o 



rimuovo, faccio finta di niente, chiudo gli occhi, tiro innanzi come se niente fosse - o mi 



scandalizzo, mi infurio, polemizzo, mi scaglio con tutta la mia forza contro le cause di questo 



stato di cose.




Ma forse ce n'è una terza: invece di reagire e inveire contro qualcosa, e facendo così 


rimanere



nei confini delimitati da quel qualcosa, nella logica che vorrei criticare - io posso agire in 



maniera 



creativa, usando il linguaggio e lo stato di cose di quel qualcosa che desidero cambiare, ma 


in 



maniera viva, vitale, rivoluzionaria - "scollegando" e sommuovendo questo qualcosa 



dall'interno,


non chiamandomi fuori, ma



trasformando le sue frasi fatte in versi di poesia surrealista, usando i suoi slogan per 



trasfigurarli 



e farli diventare metafore vive, frasi in codice senza soluzione, enigmi, contraddizioni danzanti 



allegra musica grottesca, concerti di assurdità creatrici di sensi nuovi.



Questo post è in parte una risposta al post di Ettore Fobo "Pizza, mandolino e reality show" 


sul 


suo blog a cui rimando (http://ettorefobo.blogspot.it/), in parte la conseguenza della visione del film


"Il pianeta verde", che mi ha letteralmente, e positivamente, sconvolto.


In questo film, su un pianeta più piccolo del nostro, la popolazione, fisiologicamente identica a noi, ha


superato da migliaia di anni lo stadio industriale (la cui storia si studia come "archeologia") ed è tornata


ad una vita basata su stretto rapporto con la natura, frequente (e divertente!) esercizio fisico,


alimentazione semplice e vegetariana, democrazia diretta egualitaria perfettamente funzionante, sviluppo

 del potenziale della mente (intuizione, telepatia, teletrasporto), vita comunitaria armonica e, forse più

di tutto, comunicazione sincera, aperta e realmente disposta ad un ascolto profondo, emotivo,


possibilista.


Una abitante di questo pianeta decide di visitare il nostro arretrato pianeta per vedere a che punto siamo


con l'evoluzione. La cosa più divertente è il "programma scollegamento" di cui è stata dotata per questo


viaggio, che ha sui terrestri l'esilarante, spesso anche commovente effetto di frantumare il loro piccolo


ego quotidiano fatto di abitudine, falsità, meccanismi automatici coatti, nevrosi, logiche di potere,


e restituirli al loro essere semplicemente degli esseri umani, dotati di continenti interiori insospettati di


emozioni, sentimenti, intelligenza, creatività, meraviglia, gentilezza.



Dunque, perchè di fronte agli orrori della società dello spettacolo, invece di scandalizzarci e di inveire,


condannare, polemizzare, stigmatizzare, incraniarci, tirarci fuori - cosa che per sua natura non può che

 essere una reazione sterile,


inutile, dannosa, e soprattutto in quanto re-azione rimane nella logica a cui si contrappone: come può


una critica al nichilismo essere a sua volta nichilista????



- perchè dunque di fronte a questo orrore invece non agiamo in maniera creativa, cercando di 


"scollegare" i meccanismi infernali della società malata in cui viviamo dall'interno, usando il suo 


linguaggio per trasfigurarlo, per connetterci a qualcosa che questi meccanismi supera???????






Se vivo in un deserto di rottami di plastica, sono autorizzato solo per questo a dire all'Essere infinito


che mi abita, alle foreste vergini che mi abitano e che vogliono esprimere la loro gioia d'essere


attraverso di me: "No, grazie, non me la sento. Lo sapete anche voi, sono nato in un'epoca sfortunata..."?



No, se vivo in un deserto di rottami di plastica userò colla e colori sintetici per dipingere la tempesta


che mi abita, e ci appiccicherò pezzi di plastica impazziti trasportati dal

vento che siano un canto alla Bellezza e alla Potenza della Natura e dell'Essere!


se vivo in un'epoca il cui linguaggio è fatto di monosillabi attoniti o esaltati, userò il puro suono di questi monosillabi per comporre una sinfonia epica che sia un inno alla vita, un concerto metafisico che con questi suoni riproduca la Voce del Vento e il Mistero d'essere che in lui parla!

se vivo in un'epoca drogata di televisione e di internét, userò le immagini televisive  e le logiche binarie di internet per creare cortometraggi-nonsense in cui l'enigma senza soluzione del silenzio trovi il suo spazio per respirare e essere ascoltato!


se vivo in un'epoca in cui tutto, perfino la poesia, viene ridotto a slogan pubblicitario, refrain ossessivo automatico in cui ogni significato perde senso e vita, prenderò gli slogan degli spot pubblicitari e ne farò un canto surrealista dove la vita e il suo potentissimo nonsenso trionfino vittoriosi!!!!!!!!


se vivo in un'epoca in cui "romanticismo" da corrente di letterati sognatori è diventata una parolina televisiva buona giusto per san valentino - io creerò - se mai ne avrò i mezzi - una trasmissione televisiva autenticamente Sturm und Drang, in cui l'inquietudine l'ansia la passione più profonda i sogni azzittiti delle persone possano urlare il loro diritto all'esistenza!!!!!!!!!!!!!!!!


Che razza di harakiri esistenziale è questo, che può spingere qualcuno, per protestare contro la società impazzita in cui viviamo, lo scenario fanta-industriale che ci circonda, a soffocare dentro di sè gli oceani in tempesta, gli uragani, gli tsunami, le brezze marine, i terremoti, le voci selvatiche di animali di foresta, i canti di delfini e balene, che premono dentro di lui per fargli danzare la vita, farlo giocare con la vita, nonostante tutto, anzi entro questo tutto, proprio utilizzando lo stato di cose così com'è, spingendolo a trasformare una prateria di rifiuti urbani - con la sua fantasia, la sua gioia, la sua creatività - in una reale prateria dove galopparci felici fino allo sfinimento???????????????


- E quindi ho composto questa




POESIA TAMARRA





La vita è breve


come l'abbronzatura


piglia questo poco


e fanne un'orgasmatura


uno sballo, una figata massima


una avventura che spacca,


senza punteggiatura.


piglia sto poco


se non te lo pigli non c'è


più niente



se non te lo pigli



la tua vita è stata un incidente



se non te lo pigli




nessuno te lo dà.


se non te lo pigli


non saprai mai



che film, che flash,



che storia stonata


sarà.


Io te lo dico, e non te lo ripeto


pigliala sta vita, non


tirarti indietro



che se ti tiri indietro


nessuno ti dice grazie



ma tutti ti ridono dietro.



Non tirarti indietro, ti dico:


pigliala tutta intera


così com'è sta vita,


prendi tutto quel che vuoi

spacca il culo alla paura!




Se c'hai l'animo cazzuto,

se non dici

no in faccia

a sto vento,

se te lo strappi

fuori,

sto spavento,

e gli urli

in faccia

che

la vita

la vuoi

da schianto,

nessuno ti ferma, te lo dico

io!



nessuno ti può rompere

i coglioni,

e se te li rompono,

tu sputagli in faccia,

e gridagli:

io la vita me la vivo come voglio io!

se non sei d'accordo, sloggia!

nessuno ti può fermare

se c'hai

i coglioni

di sparare in

faccia alla vita

sta gran bellissima donna,

che la guardi

e te la scordi ogni menata,

sputargli in faccia:



"TI VOGLIO!!!!!!!!!



con quella tua faccia da campionessa imbizzarrita!!!!!!!!!"





Spaparànzati su sta barca che se ne va,

rema se c'è da remare,

e soprattutto

decidi sempre tu la rotta!