di-segno di Sacrilegio Tempesta

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pARTICOLARE DI "Autunno", quadro di Diogene senza l'anima?. Foto di Sacrilegio Tempesta.

martedì 19 giugno 2012

ESERCIZI DI SCOLLEGAMENTO E CONNESSIONE

Jesus died for somebody's sins but not mine
meltin' in a pot of thieves
wild card up my sleeve
thick heart of stone
my sins my own
they belong to me, me
people say "beware!"
but I don't care
the words are just
rules and regulations to me, me

Patti Smith — 


 

"Gesù è morto per i peccati di qualcuno, ma non per i miei!" 

- ha un primo, immediato, semplice, anche bello, significato di ribellione rock e di furia


anticlericale.


Questo il primo significato che viene alla mente.


Se ne possono immaginare degli altri?


Potrebbe voler dire, forse:


"Io non sporcherò mai la mia anima col sangue ingiustamente versato di questo grandissimo 


predicatore anarchico!!!!!!!! Non mi mischierò mai a questa forma ipocrita di cannibalismo 


sacrificale!!!!!!!!!!!!!! Gesù non voleva morire, voleva vivere!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! E continuare a fare 


miracoli e "scollegare" la gente!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! E soprattutto non è morto per salvare le 


anime di chicchessia!!!!!!!! La salvezza dell'anima riguarda ognuno faccia a faccia con sè 


stesso!!!!!!!!!!!!!!!! E' responsabilità individuale!!!!!!!!!!! E perchè mai un omicidio potrebbe  


servire a qualcosa??????? Essere - utile?????????????????? E per che cosa, poi, per la 


salvezza delle anime????????????????? Non è solo un delirio assurdo da farisei, ma è 


anche esattamente la negazione del messaggio di questo profeta ribelle, che è venuto a 


"scollegare" innanzitutto proprio ogni moralismo formale e dualista, ogni distinzione 


benpensante e rituale fra "puro" e "impuro", e ogni logica sacrificale!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!



E' venuto a dire che la vera etica comincia dove ognuno si assume su di sè il proprio Tao, e 


la 


pianta di proiettare il negativo e lo scomodo su tutto ciò che è istituito come "impuro" e tutto 


ciò che è istituito come capro espiatorio!!!!!!!! "I miei peccati appartengono a me!!!!!!!" grida 


Patti - "Chi è senza peccato scagli la prima pietra!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!" - la incita 


facendogli coro il santo antimoralista - "Misericordia io chiedo, non 


sacrifici!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!" - continua urlando nel microfono e battendo mani e piedi come


 uno 


scalmanato invasato da Dio, improvvisando gorgheggi gospel e aizzando il pubblico con 


poesie 


d'amore per il Cosmo - buttandosi sopra la folla che fa cori da stadio "Ah com'è bbello 


poterselo 


abbracciare/ ah, com'è bbello portarselo a ballare!!!!!!!!" (Capossela, "L'uomo vivo - Inno alla 


gioia")".







Tutto questo è solo un esempio. 




Per dire la seguente cosa generale.



Se qualcosa genera in me sconforto, angoscia, orrore - nell'esempio, il moralismo ipocrita e 



violento di gran parte del cristianesimo contemporaneo - sembrerebbe che ho due 



possibilità: o 



rimuovo, faccio finta di niente, chiudo gli occhi, tiro innanzi come se niente fosse - o mi 



scandalizzo, mi infurio, polemizzo, mi scaglio con tutta la mia forza contro le cause di questo 



stato di cose.




Ma forse ce n'è una terza: invece di reagire e inveire contro qualcosa, e facendo così 


rimanere



nei confini delimitati da quel qualcosa, nella logica che vorrei criticare - io posso agire in 



maniera 



creativa, usando il linguaggio e lo stato di cose di quel qualcosa che desidero cambiare, ma 


in 



maniera viva, vitale, rivoluzionaria - "scollegando" e sommuovendo questo qualcosa 



dall'interno,


non chiamandomi fuori, ma



trasformando le sue frasi fatte in versi di poesia surrealista, usando i suoi slogan per 



trasfigurarli 



e farli diventare metafore vive, frasi in codice senza soluzione, enigmi, contraddizioni danzanti 



allegra musica grottesca, concerti di assurdità creatrici di sensi nuovi.



Questo post è in parte una risposta al post di Ettore Fobo "Pizza, mandolino e reality show" 


sul 


suo blog a cui rimando (http://ettorefobo.blogspot.it/), in parte la conseguenza della visione del film


"Il pianeta verde", che mi ha letteralmente, e positivamente, sconvolto.


In questo film, su un pianeta più piccolo del nostro, la popolazione, fisiologicamente identica a noi, ha


superato da migliaia di anni lo stadio industriale (la cui storia si studia come "archeologia") ed è tornata


ad una vita basata su stretto rapporto con la natura, frequente (e divertente!) esercizio fisico,


alimentazione semplice e vegetariana, democrazia diretta egualitaria perfettamente funzionante, sviluppo

 del potenziale della mente (intuizione, telepatia, teletrasporto), vita comunitaria armonica e, forse più

di tutto, comunicazione sincera, aperta e realmente disposta ad un ascolto profondo, emotivo,


possibilista.


Una abitante di questo pianeta decide di visitare il nostro arretrato pianeta per vedere a che punto siamo


con l'evoluzione. La cosa più divertente è il "programma scollegamento" di cui è stata dotata per questo


viaggio, che ha sui terrestri l'esilarante, spesso anche commovente effetto di frantumare il loro piccolo


ego quotidiano fatto di abitudine, falsità, meccanismi automatici coatti, nevrosi, logiche di potere,


e restituirli al loro essere semplicemente degli esseri umani, dotati di continenti interiori insospettati di


emozioni, sentimenti, intelligenza, creatività, meraviglia, gentilezza.



Dunque, perchè di fronte agli orrori della società dello spettacolo, invece di scandalizzarci e di inveire,


condannare, polemizzare, stigmatizzare, incraniarci, tirarci fuori - cosa che per sua natura non può che

 essere una reazione sterile,


inutile, dannosa, e soprattutto in quanto re-azione rimane nella logica a cui si contrappone: come può


una critica al nichilismo essere a sua volta nichilista????



- perchè dunque di fronte a questo orrore invece non agiamo in maniera creativa, cercando di 


"scollegare" i meccanismi infernali della società malata in cui viviamo dall'interno, usando il suo 


linguaggio per trasfigurarlo, per connetterci a qualcosa che questi meccanismi supera???????






Se vivo in un deserto di rottami di plastica, sono autorizzato solo per questo a dire all'Essere infinito


che mi abita, alle foreste vergini che mi abitano e che vogliono esprimere la loro gioia d'essere


attraverso di me: "No, grazie, non me la sento. Lo sapete anche voi, sono nato in un'epoca sfortunata..."?



No, se vivo in un deserto di rottami di plastica userò colla e colori sintetici per dipingere la tempesta


che mi abita, e ci appiccicherò pezzi di plastica impazziti trasportati dal

vento che siano un canto alla Bellezza e alla Potenza della Natura e dell'Essere!


se vivo in un'epoca il cui linguaggio è fatto di monosillabi attoniti o esaltati, userò il puro suono di questi monosillabi per comporre una sinfonia epica che sia un inno alla vita, un concerto metafisico che con questi suoni riproduca la Voce del Vento e il Mistero d'essere che in lui parla!

se vivo in un'epoca drogata di televisione e di internét, userò le immagini televisive  e le logiche binarie di internet per creare cortometraggi-nonsense in cui l'enigma senza soluzione del silenzio trovi il suo spazio per respirare e essere ascoltato!


se vivo in un'epoca in cui tutto, perfino la poesia, viene ridotto a slogan pubblicitario, refrain ossessivo automatico in cui ogni significato perde senso e vita, prenderò gli slogan degli spot pubblicitari e ne farò un canto surrealista dove la vita e il suo potentissimo nonsenso trionfino vittoriosi!!!!!!!!


se vivo in un'epoca in cui "romanticismo" da corrente di letterati sognatori è diventata una parolina televisiva buona giusto per san valentino - io creerò - se mai ne avrò i mezzi - una trasmissione televisiva autenticamente Sturm und Drang, in cui l'inquietudine l'ansia la passione più profonda i sogni azzittiti delle persone possano urlare il loro diritto all'esistenza!!!!!!!!!!!!!!!!


Che razza di harakiri esistenziale è questo, che può spingere qualcuno, per protestare contro la società impazzita in cui viviamo, lo scenario fanta-industriale che ci circonda, a soffocare dentro di sè gli oceani in tempesta, gli uragani, gli tsunami, le brezze marine, i terremoti, le voci selvatiche di animali di foresta, i canti di delfini e balene, che premono dentro di lui per fargli danzare la vita, farlo giocare con la vita, nonostante tutto, anzi entro questo tutto, proprio utilizzando lo stato di cose così com'è, spingendolo a trasformare una prateria di rifiuti urbani - con la sua fantasia, la sua gioia, la sua creatività - in una reale prateria dove galopparci felici fino allo sfinimento???????????????


- E quindi ho composto questa




POESIA TAMARRA





La vita è breve


come l'abbronzatura


piglia questo poco


e fanne un'orgasmatura


uno sballo, una figata massima


una avventura che spacca,


senza punteggiatura.


piglia sto poco


se non te lo pigli non c'è


più niente



se non te lo pigli



la tua vita è stata un incidente



se non te lo pigli




nessuno te lo dà.


se non te lo pigli


non saprai mai



che film, che flash,



che storia stonata


sarà.


Io te lo dico, e non te lo ripeto


pigliala sta vita, non


tirarti indietro



che se ti tiri indietro


nessuno ti dice grazie



ma tutti ti ridono dietro.



Non tirarti indietro, ti dico:


pigliala tutta intera


così com'è sta vita,


prendi tutto quel che vuoi

spacca il culo alla paura!




Se c'hai l'animo cazzuto,

se non dici

no in faccia

a sto vento,

se te lo strappi

fuori,

sto spavento,

e gli urli

in faccia

che

la vita

la vuoi

da schianto,

nessuno ti ferma, te lo dico

io!



nessuno ti può rompere

i coglioni,

e se te li rompono,

tu sputagli in faccia,

e gridagli:

io la vita me la vivo come voglio io!

se non sei d'accordo, sloggia!

nessuno ti può fermare

se c'hai

i coglioni

di sparare in

faccia alla vita

sta gran bellissima donna,

che la guardi

e te la scordi ogni menata,

sputargli in faccia:



"TI VOGLIO!!!!!!!!!



con quella tua faccia da campionessa imbizzarrita!!!!!!!!!"





Spaparànzati su sta barca che se ne va,

rema se c'è da remare,

e soprattutto

decidi sempre tu la rotta!













2 commenti:

  1. Questo post è dedicato - prima ancora che a Ettore Fobo o ad altri - a me stesso. Chè sono il primo che tende a chiamarsi fuori e a polemizzare in maniera inconcludente. E poi, non ho parlato proprio qui di "assumersi su di sè il proprio Tao" e uscire dalla logica proiettivo/sacrificale?

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  2. Mi piace questa tua verve, in particolare la tua avversione per questo moralismo cristiano “ ipocrita” e “violento”. Violento nell’essenza, nella crocifissione del capro espiatorio. Anche Nietzsche inorridiva davanti a questa mitologia dell’innocente che muore per i peccati dell’Umanità. Per il resto penso tu abbia ragione: il linguaggio televisivo deve essere sabotato con una certa selvaggia anarchia, altrimenti si soccombe.
    Quanta energia in questo post! Un saluto.

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