Jesus died for somebody's sins but not mine
meltin' in a pot of thieves
wild card up my sleeve
thick heart of stone
my sins my own
they belong to me, me
people say "beware!"
but I don't care
the words are just
rules and regulations to me, me
Patti Smith —
"Gesù è morto per i peccati di qualcuno, ma non per i miei!"
- ha un primo, immediato, semplice, anche bello, significato di ribellione rock e di furia
anticlericale.
Questo il primo significato che viene alla mente.
Se ne possono immaginare degli altri?
Potrebbe voler dire, forse:
"Io non sporcherò mai la mia anima col sangue ingiustamente versato di questo grandissimo
predicatore anarchico!!!!!!!! Non mi mischierò mai a questa forma ipocrita di cannibalismo
sacrificale!!!!!!!!!!!!!! Gesù non voleva morire, voleva vivere!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! E continuare a fare
miracoli e "scollegare" la gente!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! E soprattutto non è morto per salvare le
anime di chicchessia!!!!!!!! La salvezza dell'anima riguarda ognuno faccia a faccia con sè
stesso!!!!!!!!!!!!!!!! E' responsabilità individuale!!!!!!!!!!! E perchè mai un omicidio potrebbe
servire a qualcosa??????? Essere - utile?????????????????? E per che cosa, poi, per la
salvezza delle anime????????????????? Non è solo un delirio assurdo da farisei, ma è
anche esattamente la negazione del messaggio di questo profeta ribelle, che è venuto a
"scollegare" innanzitutto proprio ogni moralismo formale e dualista, ogni distinzione
benpensante e rituale fra "puro" e "impuro", e ogni logica sacrificale!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
E' venuto a dire che la vera etica comincia dove ognuno si assume su di sè il proprio Tao, e
la
pianta di proiettare il negativo e lo scomodo su tutto ciò che è istituito come "impuro" e tutto
ciò che è istituito come capro espiatorio!!!!!!!! "I miei peccati appartengono a me!!!!!!!" grida
Patti - "Chi è senza peccato scagli la prima pietra!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!" - la incita
facendogli coro il santo antimoralista - "Misericordia io chiedo, non
sacrifici!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!" - continua urlando nel microfono e battendo mani e piedi come
uno
scalmanato invasato da Dio, improvvisando gorgheggi gospel e aizzando il pubblico con
poesie
d'amore per il Cosmo - buttandosi sopra la folla che fa cori da stadio "Ah com'è bbello
poterselo
abbracciare/ ah, com'è bbello portarselo a ballare!!!!!!!!" (Capossela, "L'uomo vivo - Inno alla
gioia")".
Tutto questo è solo un esempio.
Per dire la seguente cosa generale.
Se qualcosa genera in me sconforto, angoscia, orrore - nell'esempio, il moralismo ipocrita e
violento di gran parte del cristianesimo contemporaneo - sembrerebbe che ho due
possibilità: o
rimuovo, faccio finta di niente, chiudo gli occhi, tiro innanzi come se niente fosse - o mi
scandalizzo, mi infurio, polemizzo, mi scaglio con tutta la mia forza contro le cause di questo
stato di cose.
Ma forse ce n'è una terza: invece di reagire e inveire contro qualcosa, e facendo così
rimanere
nei confini delimitati da quel qualcosa, nella logica che vorrei criticare - io posso agire in
maniera
creativa, usando il linguaggio e lo stato di cose di quel qualcosa che desidero cambiare, ma
in
maniera viva, vitale, rivoluzionaria - "scollegando" e sommuovendo questo qualcosa
dall'interno,
non chiamandomi fuori, ma
trasformando le sue frasi fatte in versi di poesia surrealista, usando i suoi slogan per
trasfigurarli
e farli diventare metafore vive, frasi in codice senza soluzione, enigmi, contraddizioni danzanti
allegra musica grottesca, concerti di assurdità creatrici di sensi nuovi.
Questo post è in parte una risposta al post di Ettore Fobo "Pizza, mandolino e reality show"
sul
suo blog a cui rimando (http://ettorefobo.blogspot.it/), in parte la conseguenza della visione del film
"Il pianeta verde", che mi ha letteralmente, e positivamente, sconvolto.
In questo film, su un pianeta più piccolo del nostro, la popolazione, fisiologicamente identica a noi, ha
superato da migliaia di anni lo stadio industriale (la cui storia si studia come "archeologia") ed è tornata
ad una vita basata su stretto rapporto con la natura, frequente (e divertente!) esercizio fisico,
alimentazione semplice e vegetariana, democrazia diretta egualitaria perfettamente funzionante, sviluppo
del potenziale della mente (intuizione, telepatia, teletrasporto), vita comunitaria armonica e, forse più
di tutto, comunicazione sincera, aperta e realmente disposta ad un ascolto profondo, emotivo,
possibilista.
Una abitante di questo pianeta decide di visitare il nostro arretrato pianeta per vedere a che punto siamo
con l'evoluzione. La cosa più divertente è il "programma scollegamento" di cui è stata dotata per questo
viaggio, che ha sui terrestri l'esilarante, spesso anche commovente effetto di frantumare il loro piccolo
ego quotidiano fatto di abitudine, falsità, meccanismi automatici coatti, nevrosi, logiche di potere,
e restituirli al loro essere semplicemente degli esseri umani, dotati di continenti interiori insospettati di
emozioni, sentimenti, intelligenza, creatività, meraviglia, gentilezza.
Dunque, perchè di fronte agli orrori della società dello spettacolo, invece di scandalizzarci e di inveire,
condannare, polemizzare, stigmatizzare, incraniarci, tirarci fuori - cosa che per sua natura non può che
essere una reazione sterile,
inutile, dannosa, e soprattutto in quanto re-azione rimane nella logica a cui si contrappone: come può
una critica al nichilismo essere a sua volta nichilista????
- perchè dunque di fronte a questo orrore invece non agiamo in maniera creativa, cercando di
"scollegare" i meccanismi infernali della società malata in cui viviamo dall'interno, usando il suo
linguaggio per trasfigurarlo, per connetterci a qualcosa che questi meccanismi supera???????
Se vivo in un deserto di rottami di plastica, sono autorizzato solo per questo a dire all'Essere infinito
che mi abita, alle foreste vergini che mi abitano e che vogliono esprimere la loro gioia d'essere
attraverso di me: "No, grazie, non me la sento. Lo sapete anche voi, sono nato in un'epoca sfortunata..."?
No, se vivo in un deserto di rottami di plastica userò colla e colori sintetici per dipingere la tempesta
che mi abita, e ci appiccicherò pezzi di plastica impazziti trasportati dal
vento che siano un canto alla Bellezza e alla Potenza della Natura e dell'Essere!
se vivo in un'epoca il cui linguaggio è fatto di monosillabi attoniti o esaltati, userò il puro suono di questi monosillabi per comporre una sinfonia epica che sia un inno alla vita, un concerto metafisico che con questi suoni riproduca la Voce del Vento e il Mistero d'essere che in lui parla!
se vivo in un'epoca drogata di televisione e di internét, userò le immagini televisive e le logiche binarie di internet per creare cortometraggi-nonsense in cui l'enigma senza soluzione del silenzio trovi il suo spazio per respirare e essere ascoltato!
se vivo in un'epoca in cui tutto, perfino la poesia, viene ridotto a slogan pubblicitario, refrain ossessivo automatico in cui ogni significato perde senso e vita, prenderò gli slogan degli spot pubblicitari e ne farò un canto surrealista dove la vita e il suo potentissimo nonsenso trionfino vittoriosi!!!!!!!!
se vivo in un'epoca in cui "romanticismo" da corrente di letterati sognatori è diventata una parolina televisiva buona giusto per san valentino - io creerò - se mai ne avrò i mezzi - una trasmissione televisiva autenticamente Sturm und Drang, in cui l'inquietudine l'ansia la passione più profonda i sogni azzittiti delle persone possano urlare il loro diritto all'esistenza!!!!!!!!!!!!!!!!
Che razza di harakiri esistenziale è questo, che può spingere qualcuno, per protestare contro la società impazzita in cui viviamo, lo scenario fanta-industriale che ci circonda, a soffocare dentro di sè gli oceani in tempesta, gli uragani, gli tsunami, le brezze marine, i terremoti, le voci selvatiche di animali di foresta, i canti di delfini e balene, che premono dentro di lui per fargli danzare la vita, farlo giocare con la vita, nonostante tutto, anzi entro questo tutto, proprio utilizzando lo stato di cose così com'è, spingendolo a trasformare una prateria di rifiuti urbani - con la sua fantasia, la sua gioia, la sua creatività - in una reale prateria dove galopparci felici fino allo sfinimento???????????????
- E quindi ho composto questa
POESIA TAMARRA
La vita è breve
come l'abbronzatura
piglia questo poco
e fanne un'orgasmatura
uno sballo, una figata massima
una avventura che spacca,
senza punteggiatura.
piglia sto poco
se non te lo pigli non c'è
più niente
se non te lo pigli
la tua vita è stata un incidente
se non te lo pigli
nessuno te lo dà.
se non te lo pigli
non saprai mai
che film, che flash,
che storia stonata
sarà.
Io te lo dico, e non te lo ripeto
pigliala sta vita, non
tirarti indietro
che se ti tiri indietro
nessuno ti dice grazie
ma tutti ti ridono dietro.
Non tirarti indietro, ti dico:
pigliala tutta intera
così com'è sta vita,
prendi tutto quel che vuoi
spacca il culo alla paura!
Se c'hai l'animo cazzuto,
se non dici
no in faccia
a sto vento,
se te lo strappi
fuori,
sto spavento,
e gli urli
in faccia
che
la vita
la vuoi
da schianto,
nessuno ti ferma, te lo dico
io!
nessuno ti può rompere
i coglioni,
e se te li rompono,
tu sputagli in faccia,
e gridagli:
io la vita me la vivo come voglio io!
se non sei d'accordo, sloggia!
nessuno ti può fermare
se c'hai
i coglioni
di sparare in
faccia alla vita
sta gran bellissima donna,
che la guardi
e te la scordi ogni menata,
sputargli in faccia:
"TI VOGLIO!!!!!!!!!
con quella tua faccia da campionessa imbizzarrita!!!!!!!!!"
Spaparànzati su sta barca che se ne va,
rema se c'è da remare,
e soprattutto
decidi sempre tu la rotta!
LASCIA TUTTO, E SEGUITI! (F. Battiato) Dove tutto è enigma (storia, natura, cosmo) la certezza dell'insolubilità pone un invisibile seme di speranza. (Guido Ceronetti)

di-segno di Sacrilegio Tempesta
?
pARTICOLARE DI "Autunno", quadro di Diogene senza l'anima?. Foto di Sacrilegio Tempesta.
martedì 19 giugno 2012
ESERCIZI DI SCOLLEGAMENTO E CONNESSIONE
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Questo post è dedicato - prima ancora che a Ettore Fobo o ad altri - a me stesso. Chè sono il primo che tende a chiamarsi fuori e a polemizzare in maniera inconcludente. E poi, non ho parlato proprio qui di "assumersi su di sè il proprio Tao" e uscire dalla logica proiettivo/sacrificale?
RispondiEliminaMi piace questa tua verve, in particolare la tua avversione per questo moralismo cristiano “ ipocrita” e “violento”. Violento nell’essenza, nella crocifissione del capro espiatorio. Anche Nietzsche inorridiva davanti a questa mitologia dell’innocente che muore per i peccati dell’Umanità. Per il resto penso tu abbia ragione: il linguaggio televisivo deve essere sabotato con una certa selvaggia anarchia, altrimenti si soccombe.
RispondiEliminaQuanta energia in questo post! Un saluto.