di-segno di Sacrilegio Tempesta

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pARTICOLARE DI "Autunno", quadro di Diogene senza l'anima?. Foto di Sacrilegio Tempesta.
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giovedì 8 maggio 2014

La natura è una foresta di simboli-


"La natura non è un posto da visitare, è casa nostra. I nostri corpi sono selvatici. Il gesto involontario e rapido di girare la testa se udiamo un grido, la vertigine se vediamo un precipizio, il cuore in gola nei momenti di pericolo, il riprendere fiato, i momenti di quiete, quando ci rilassiamo e riflettiamo: sono tutte risposte universali di questo corpo mammifero...

Ci sono più cose nella mente, nell’immaginazione, di quante ne possiamo controllare: pensieri, ricordi, immagini, rabbia, delizie, sorgono non chiamati. Le profondità della mente, l’inconscio, sono le nostre aree selvagge interiori, il luogo dove la lince si trova in questo esatto momento. Non intendo linci personali dentro psichi personali, ma la lince che si muove di sogno in sogno.

L’agenda pianificata dell’io conscio occupa un territorio molto esiguo, una celletta accanto al cancello interno della mente, e conserva qualche traccia di quel che entra ed esce e il resto si arrangia da solo. Il corpo sta, per così dire, dentro la mente. Entrambi sono selvatici. Le lezioni che impariamo dal mondo selvatico diventano il galateo della libertà.

Possiamo godere della nostra umanità, del suo cervello favoloso e della sua sessualità vibrante, le sue ambizioni sociali e i suoi malumori ostinati... Possiamo accettare gli altri come esseri uguali a noi, che dormono a piedi nudi sulla stessa terra. Possiamo rinunciare alla speranza di diventare eterni e smettere di combattere la sporcizia.

Possiamo tenere lontane le zanzare e i parassiti senza odiarli. Senza aspettative, attenti e sufficienti, riconoscenti e premurosi, generosi e diretti. Calma e chiarezza ci appartengono nel momento in cui, tra un lavoro e l’altro, ci puliamo le mani dal grasso e guardiamo in alto le nuvole che passano. Un’altra gioia è prendere finalmente una tazza di caffè con un amico.

Il mondo selvatico ci chiede di conoscere il terreno, di dare un cenno di saluto a tutti gli animali, a piante e uccelli, di attraversare i torrenti e salire sui crinali e di raccontare una bella storia quando torniamo a casa”.

(tratto da "La pratica del selvatico" di Gary Snyder, poeta, ambientalista e saggista statunitense, teorico dell'ecologia profonda e del bioregionalismo)

venerdì 14 febbraio 2014

Un mondo in pericolo


"Se l'ape si estinguesse, all'uomo resterebbero solo quattro anni di vita." (Albert Einstein)


Il 6 Marzo esce anche in Italia il dvd di "Un mondo in pericolo", un documentario pare molto bello sulle api, la loro società, il loro rischio di estinzione, e le possibili, disastrose conseguenze di questa funesta eventualità.


Qui il trailer:

http://www.youtube.com/watch?v=-KjfWbO4BX8&feature=c4-overview&list=UUi1KSLoeAe0bbB1FWCxLiNQ

La pagina Facebook dedicata al film:

https://www.facebook.com/unmondoinpericolo

lunedì 27 gennaio 2014

AL MIO CANE













IL MIO CANE

NON E’ MIO

E’ DELLA MIA RAGAZZA-

IL MIO CANE

NON E’

DI

NESSUNO-


APPARTIENE

ALLA

VITA,

AL GRANDE BRANCO

COSMICO

DEI VIVENTI,

ALLA MAREA- PLANCTON

DEL TEMPO,

ALLE ONDATE DI ESSERE

CHE FIUTA NEL VENTO,

CONTENTO




AL CLAN DEI LUPI

DELLA

VIA LATTEA.




APPARTIENE

AL

SECONDO

IN

CUI

ODORA

UN

BUON

ODORE.

ALL’ARIA

FRESCA

CHE

GLI

SFERZA

IL

MUSO

QUANDO

CORRE,

QUANDO

SI

ROTOLA

FELICE

SU

UNA

CARCASSA,

QUANDO

SALTA

VERSO

UN

BUON

BOCCONE

CHE GLI

LANCIO.





APPARTIENE

A

MORFEO-CANE

(COLUI- CHE-

ULULA-

SILENZIO)

QUANDO

DORME,

NEL

NONPENSIERO

DEL

 SUO

BEL MUSO NERO.






A VOLTE

SORRIDE,

MA

CHISSA’

COSA

SIGNIFICA,

NELL’IDIOMA

DEI

CANIDI

DI

QUESTO

PIANETA.






APPARTIENE

AL

FRESCO

DELLA

SERA,

CHE

ASCOLTA

STRAVACCATO

SUL

PAVIMENTO,

QUANDO

E’

STANCO.


APPARTIENE

AL SAPORE

D’UN OSSO,

AD UN

FIORE

CHE SI

FERMA

A

ODORARE,

ROSSO.



AL LATRATO-ULULATO

CHE LANCIA VERSO

IL CIELO STELLATO,

O A TE CHE SEI RIENTRATO.





ODORA

IL

MONDO,

E

GLI

PIACE.



GLI

PIACE

QUESTO

MONDO,

E

TACE.







NON SA NIENTE.



E SA

ESATTAMENTE

COSA FARE,

SE SEI

IN PERICOLO,

SE

PIANGI,

SE TI

VUOLE

DIRE

IL SUO AMARE

SENZA

VERGOGNA

NE’

CREDO

NE’

ALCUNO

STRANO

UMANO

COMPLICARE.




 (Diogene senza l'anima?)






 ("Nel/nonpensiero/del/suo/bel muso nero", foto di Sacrilegio Tempesta)



Nella foto: Sgrinchomannus.















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In più, chiedo a chiunque volesse riprodurre mie opere o della mia ragazza, o loro parti (nel caso degli scritti), di INFORMARMI E CHIEDERMENE IL PERMESSO. Nel 99,9% dei casi sarà senza problemi accordato.
GRAZIE.
P.S.: NATURALMENTE, IN CASO QUESTO NON VENISSE RISPETTATO, CIOE' IN CASO DI "FURTO" DEL MATERIALE, NON ESITEREI A PASSARE ALLE VIE LEGALI.

sabato 26 ottobre 2013

Proverbi dal futuro (o da antiche ere passate).

Chi va lontano, va sano e contromano.

Tanto cresce l'erba nel prato, che mi ci sdraio.

Tanto vanno i gatti nella notte a zonzo, che esco anch'io.

Can che abbaia t'aiuta a non demordere.

Can che abbaia morde la sfortuna.

Can che non abbaia è depresso.

Can che è depresso, aiutalo a mordere la morte!

Can che t'ama, che t'ama a fare  se non sei anche te un po' n'animale?

Passato passa, futuro fugge, presente non sa niente.

Lascia stare la gatta che va al lardo: ti benedirà col suo zampino.

Musica non mente. In vino musica. Buon sangue scongiura la mediocrità fetente.

Niente scompare. Se vuoi scampare alla morte, tracanna questa verità e abbandona il niente.

Sincronizza il tuo orologio interiore con la pulsazione del ritmo del cuore della Terra. Arriverai sempre in tempo.

Chi incontra un nano, e va piano e lo saluta, e non muta, e muta il suo accento in allegria gentile, e non mente, e organizza la sua mente in nuove dimensioni, e non s'incanta in paranoie stantie, e s'incanta davanti al suo cane, o a un gatto randagio o a un cielo prodigio, inganna la morte, e va sano e lontano.


lunedì 14 ottobre 2013

LETTERA A MADRE TERRA






Terra, Madre,

ti scrivo questa lettera perchè è tanto che non parliamo.






Mi è presa una nostalgia folle di te, del tuo corpo,

dei tuoi odori,

una smania di mangiare pane e fichi selvatici,

correre nell’erba,

rotolarmi in un prato,



sentire sentire che ci sei ancora, che ancora esisti,

che ancora il tuo cuore batte sotto di noi, attorno a noi,

che ci abbraccia,


che ci accarezza, che non ci odi tutti quanti,

che hai ancora hai ancora frutti per noi, frutti di amore,



di bellezza di pianto di allegria, di pienezza,



di materia, di vita,

che non ti hanno ancora uccisa,



che respiri,

che respiri ancora dentro ognuno di noi,





 

che canti, che ridi, che soffri, che speri, che gioisci, che parli, che t’innamori.









Ho bisogno di immergere le mie mani

nella tua terra,


ho bisogno di materia, di materia non quella no non quella però colorata-plastificata-codificata-
                                                       [etichettata



Prevedibile-meccanica-robotica-virtuale

Perfetta-confezionata-incellophanata-piana-asettica-lucida-stroboscopica-industriale






quella fango e germogli, foglie sassi erba corteccia humus rami fiori



quella con vermi, con locuste, con larve con

coccinelle con talpe con formiche con porcellini


d’india con lumache con lucciole con radici con emozioni con istinti





feroci con amore con amore di pancia, con amore vero, con





amore di viscera, con amore bestiale, con essere, essere,




con essere, ho voglia

 

di smettere di pensare,

piantarla di strapiroettarmi fra apparenze e parole

e immergermi

nel tuo cuore

nella tua materia viva,

nel tuo essere abissale,

nel tuo cupo cantare mormorante,



nella tua pancia taumaturgica




nella tua caverna oscura infinita



cavità apotropaica di Dea-della-Vita,




cuore-centro-della-vita,



centro-di-essere,



vita vita vita vita



che ama



altre forme di vita,


in una rete-della-vita,




di alleanze pre-logiche




in cui risprofondare





in arcaiche, antiche, oscure








pre-mentali assolutezze ctonie di co-essere.







                                                      (Diogene senza l'anima?)










venerdì 11 ottobre 2013

Di che abbiamo bisogno???

Quando chiesero al maestro Zen Thich Nhat Hanh « Di che abbiamo bisogno per salvare il nostro mondo ? », si aspettavano che identificasse le migliori strategie per intraprendere un’azione sociale e ambientale.
Ma Thich Nhat Hanh rispose :
« Ciò di cui abbiamo più bisogno è ascoltare in noi stessi l’eco della Terra che piange ».
 tratto da Macy Joanna et Young Brown Molly,
“Echopsycologie pratique et rituels pour la Terre”, édition le Souffle d’Or, 2008.

                             - dal sito:


http://ecopsy.ch/




 

lunedì 7 ottobre 2013

Da "Geografia commossa dell'Italia interna" di Franco Arminio

"Concedetevi una vacanza
intorno a un filo d'erba,
dove non c'è il troppo di ogni cosa,
dove il poco ancora ti festeggia
con il pane e la luce,
con la muta lussuria di una rosa."

                              (Franco Arminio)




"Aria di terra

 (...)

Chi dobbiamo imputare per questo delirio della crescita infinita che sta distruggendo la Terra? La mentalità capitalistica o il cristianesimo. Cristo ha parlato di povertà, ma ci hanno messo in testa una vita che mette a frutto tutto, una vita che non spreca niente, orientata ad accrescere la propria spiritualità, orientata al fine di arrivare in paradiso. E' un capitalismo dal volto umano, ma sempre capitalismo è, sempre si è schiavi di questa ossessione di mettere a frutto la giornata.

(...)

Usare il mondo come una cava, scavarci dentro, non potremo mai fare altro se non ci arrendiamo. La paesologia è una scienza arresa, è una scienza radicalmente ecologica. Piuttosto che militare per la ricchezza, meglio militare per il fallimento dell'arroganza, per la morte, per Dio, per la poesia. Il pensiero della morte è il più ecologico che esista. Per salvare il mondo dobbiamo pensare che siamo mortali, dobbiamo usare i nostri corpi, camminare, abbracciarci, stenderci al sole e sgretolarci, annusarci, danzare, suonare, salutare il sole, scrivere poesie, non ci sono altre strade, dobbiamo congedarci da ogni idea di progresso, dobbiamo congedarci da ogni fissità, muoverci sciolti, muoverci nel provvisorio, scatenare immaginazioni, lasciare i caselli delle mete obbligate, muoverci verso l'impensato, tenere il miracolo del mondo nel nostro fiato, raccontarci la meraviglia di essere qui assieme ai cani, ai vermi, ai conigli, alle nuvole, alle foglie, ai pesci, agli uccelli, assieme alla pioggia, assieme al vento, stare qui a sentire l'aria che gira senza mai fermarsi, raccontarci storie belle, mutilare l'efficienza, l'indifferenza, sgangherare l'idea del profitto, disarmare il disincanto. Con queste munizioni dello spirito possiamo guarire qualcosa, il nostro compito non è allungare la permanenza a niente e a nessuno, ma rendere più lieve e lieto quello che c'è e quello che siamo. Poi tutto avrà fine e buona notte."

                                  (da Franco Arminio, Geografia commossa dell'Italia interna)



"Comunità provvisorie", il blog di Franco Arminio e dei paesologi:


http://comunitaprovvisorie.wordpress.com/


domenica 29 settembre 2013

A message from Neil Young-




Sunrise
As the sun rises today I wonder. How hard should I try? As I spread awareness of Climate change and make that my priority, am I losing sight of day to day life? Is this more important than making music?

Why should it matter so much to me?

I know what I feel. I am always seeing ways I could improve my own behavior towards preserving Planet Earth. Today I took a ride in a cool old car but I was thinking about the pollution I was causing, not care free like I once was. Then I looked ahead and saw all the other cars. They were mostly brand new but still just like mine. They ran the same way and burned the same dirty fuel as my fifty-five year old car.

Why should I blame myself?

Anyway, there is no other fuel available at gas stations. Big Oil still has the monopoly there.
No Freedom of Choice on that decision exists anywhere near here in corporate run America. That's odd, I thought to myself. Wasn't the president elected on promises of a cleaner renewable energy future?

Isn't Freedom of Choice part of Liberty?

Then I thought about my family. My daughter was just married and I may be a grandfather some day. What about those kids? What will I be doing to make sure they have a better world? The sun rose over the horizon then, blinding me when I looked at it.

How hard should I try?

Neil Young
West Coast of California
9/27/13 



-preso dal blog:

 http://nutopia2sergiofalcone.blogspot.it/2013/09/a-message-from-neil-young.html


  

domenica 1 settembre 2013

MI BASTA (JAM SESSION TERRIGNALUNARETERICANIMALFORESTICAUMBRATILEPULSANTETREMANTEINNAMORATACONNESSARADICATAVISCERALESILVESTRECOSMICOMICATELLURICADIAFANARADICATASOLIDAFORTERADICALEPROFONDAVEGETALECORPOREAMUSCHIATACORIACEAMINERALEIMMENSA)















A ME COME RELIGIONE MI BASTA LA TERRA,

ESATTA CENTRATURA SMISURATA

SELVAGGIA ESPLOSIONE LUSSUREGGIANTE

FIORITURA PULLULANTE VITA

PULSANTE DA OGNI PARTE,

STRARIPANTE DANZA DISTESA

VORTICANTE PROFUMATA TERRIGNA

BRULICANTE TERAPEUTICA SOGNANTE OMBROSA UMBRATILE SOLARE

CANTO DILAGARE IN OGNI DIREZIONE

ALL'INFINITO MAGMA FERTILE

SMISURATO TREMORE CIRCONDATO

STO DA OGNI PARTE ASSEDIATO

DA SUONI ODORI TREMITI

CANTI SOGNI PROFUMI VERSI RUMORI

VIBRAZIONI CONVULSE

PULSAZIONE COSTANTE

CORTECCIA INDISTRUTTIBILE

TRASMISSIONE ELETTRICA SOTTILE

MUSICALE,

SINFONICA

POLIFONICA

MULTIARMONICA

ROCK!!!

VULCANICA

ALCHEMICA

ANIMICA

ANIMISTA

FENOMENICA

ANIMALE

TELLURICA

STREPITANTE

STROKE!

BEAT!

STONE!

THUNDER!!!!!!

STORM!!!!!!!!

SBANG!!!!!

SKRAK!!!!!!!!

VEGETAL THRONE!!!!

VISIONE TATTILE MULTIFORME MULTICOLOREVORTICEVITACOMICASACRASELVATICAAMARA

BENEFICATRISTEALLEGRATOTEMICADILAGANTEINTREPIDACONVULSATREMITASAPIDASANARUDEFORTESOLIDAFISICAISTINTUALESELVAGGIASTRARIPANTETERICAEROTICAAFFERMATIVATELLURICAESPLOSIVASTUPEFACENTEMAGICAVIVA,

 LUMINOSA BENEDIZIONE OSCURA E BUONA.

mercoledì 14 agosto 2013

Preghiera degli animali alla terra per ogni cucciolo d'uomo (Mariangela Gualtieri)




Preghiera degli animali alla terra 
per ogni cucciolo d'uomo

Fa' che non si facci uomo per intero, ma',
che poi si inficca ne lo stretto del pensiero
e si assepàra dalle zanne e dai peli e
dalle nostre tane di silenzio.
Non dargli voce, ma', fa' che non parla
fa' che non costruisce le città
fa' che non dà i nomi a tutte cose,
che sennò perde il regno.
Fa' che i suoi piedi parlano a la terra
e le sue mani a l'aria
e nel sonno fatti maestra ancora
con la tua voce vento
tua musicata voce, ma'.
Fa' che non s'addimentica il tuo ridere,
tuo fiorire, tuo scorrere, tuo
far notte, tuo corpo stellato e corpo
nuvolato e minerale corpo duro
e vegetale sconosciuto corpo.
E tuo ombroso stare addistesa
tuo gonfiore ne le maree, tuo
cascare con acqua con foglia
tuo salire in ala e in stella
e in fiamma abbruciare.
Sconosciuta ma', noi ti sappiamo,
tu ci respiri addentro il respiro
tu ci dormi addentro il dormire e ti fai
cibo per noi nutrire ti fai silenzio
per noi morire. Bella, ma'.
Tu sei bella.

               (da: Mariangela Gualtieri, Parsifal. Contenuta anche nella raccolta della Gualtieri Fuoco 
                centrale. Poesie per il teatro)






mercoledì 17 luglio 2013

Ecologia profonda e animali-


Sulle tanto concitatamente dibattute diatribe tra vegetarianismo/veganismo/onnivorismo rurale/onnivorismo tout court devo ammettere che non ho per niente le idee chiare, anzi ce le ho parecchio confuse, e perciò sospendo ogni giudizio, almeno temporaneamente.

(Mi capita, mio malgrado, di non riuscire ad avere un'opinione sulla maggior parte delle questioni più dibattute e "opinionate" - e questo non nasce da uno snobismo fine a sè stesso, ma da una sincera incapacità di orientarmi in un mare di opinioni argomentate spesso con una visceralità passionale che è proporzionale alla parzialità non approfondente delle informazioni e dei ragionamenti)-

Mi interessa invece affrontare un altro nodo, più sottile, ma secondo me importantissimo, del nostro relazionarci agli animali.

Si potrebbe sintetizzare questo nodo, intricato, profondo, radicale, difficile da sciogliere, con questo slogan:

"Lasciar essere gli animali."

Lasciar essere: e cioè, innanzitutto: ritirarsi. Ritrarsi. Scappare in ritirata. Arrendersi, e decolonizzare, lasciare che sia come voglia essere.

Ridurre al minimo ogni possibile interferenza.

L'ecologia e l'animalsimo militanti si occupano, innanzitutto, di: "salvare" le specie in via di estinzione, "proteggerle", "salvare" i cani e i gatti randagi, "salvare" animali selvatici in difficoltà, "prendersi cura", "amare", "occuparsi di", diffondere informazioni, aiutare, attivarsi per, difendere, prendersi carico di, etc...

Io dico (senza negare la necessità delle cose elencate qui sopra, nella situazione in cui siamo) che forse invece un'ecologia profonda e un animalismo profondo, radicale dovrebbero mirare al ritiro, alla disfatta, alla debacle totale: ritirarsi il più possibile e interferire il meno possibile con la Natura e con gli Animali, in particolare con quelli selvatici.

Non: salvare, proteggere, prendersi cura, ma: lasciar liberi, lasciar essere, lasciar fare, lasciare che le cose accadano come vogliono accadere, rinunciando consapevolmente all'idea tecnocratica di dominare Natura e animali, ma quindi anche a quella di controllare, intervenire, alterare, aiutare, modificare, direzionare.

 Ritirare il più possibile la nostra colonizzazione e lasciar essere, lasciare che sia, lasciare che Natura e animali facciano ciò che vogliono, separati, lasciati autonomi, lasciati ininfluenzati, Altri, Enigmatici, lontani.

Estranei selvatici quali sono, non antropomorfizzate caricature da ecologismo buonista.



Il discorso è più complesso e delicato per gli animali domestici, ma anche lì il principio non cambia:

"Lasciar essere gli animali."

Il che non vuole dire che non sia possibile un rapporto di amore profondo con i nostri amati cani e gatti (o altri) ma significa fare questa presa di coscienza e assumerci questa responsabilità:

"Io sono consapevole che questo Essere, discendente di un lupo o di un felino selvatico, è un Essere selvatico radicalmente estraneo, una Alterità assoluta, radicale, un Enigma che appartiene ai regni della Natura selvaggia e che io ho portato in casa mia."

Va bene, è così e va bene così.

Ma bisogna avere la consapevolezza, il rispetto e l'ampiezza di vedute per capire che avere un animale in casa significa accogliere in casa l'Enigma, il non-familiare, il Selvatico (per quanto addomesticato da millenni) un Essere che appartiene ad un universo radicalmente altro, separato, misterioso, inaddomesticabile, incomprensibile, inappropriabile, Altero, Altro, misterioso, silenzioso, incomunicante con noi.

L'ultima espressione, in particolare, può sembrare un po' forte, e disturbante forse, forse addirittura traumatica, per chiunque ami profondamente il suo cane o il suo gatto (e sono uno di questi!).

E infatti è una provocazione: la comunicazione, l'amore, l'Incontro tra uomo e animale (anche eventualmente selvatico, se capita, quando capita) sono sicuramente possibili, ma per far sì che questi incontri siano reali ed autentici, dobbiamo ripristinare lo spazio, la distanza dell'Alterità siderale, assoluta, selvaggia, enigmatica, geroglifica tra noi e gli animali.

Incontrare l'altro è possibile solo se la radicale, fondamentale estraneità dell'essere-Altro è l'orizzonte di consapevolezza in cui ci muoviamo.

Incontrare è possibile, se accade, quando accade, ma non accade se pensiamo di muoverci in un orizzonte continuo di iper-familiarità snaturante in cui siamo convinti che l'incontro sia un già dato, scontato, che succede sempre.

Siamo noi a doverci adattare, noi abbiamo portato l'Estraneo in casa nostra: se il nostro cane ci cerca, cerchiamo di dargli tutto l'amore di cui siamo capaci, e insieme all'amore le cure, il divertimento, il gioco, etc...




Quando il nostro cane se ne sta per conto suo, lasciamolo per conto suo, nel Suo Regno.


Senza consapevolezza dell'Alterità Radicale dell'Estraneo Selvatico che abbiamo in casa, senza coscienza del fatto che appartiene e abita una Dimensione e un Linguaggio completamente estranei e separati da noi, per noi incomprensibili, rimaniamo nella dimensione antropocentrica, ego-centrica, antropomorfizzante e iper-affettivizzante in cui l'animale domestico è ridotto a oggetto, strumento per non sentirci soli.


Quando parlo di incomprensibilità e incomunicabilità, non sto dicendo che sia inutile leggere libri di etologia, fare corsi per esempio di educazione cinofila o simili (anzi, libri e corsi, se ben fatti, per esempio se si muovono nell'orizzonte teorico-pratico della Zooantropologia, danno molte spallate al nostro antropocentrismo e antropomorfismo): tuttavia la consapevolezza dell'Alterità Radicale è la base: noi possiamo imparare tantissimo sui nostri cani e gatti, imparare a relazionarci meglio a loro, capire i loro segnali, i loro bisogni, eccetera, e tuttavia il loro sguardo silenzioso, misterioso, istintivo e selvatico rimarrà in fin dei conti pur sempre un Enigma per noi: un Essere che appartiene a un'altra Dimensione, a un'altro Linguaggio.


Ma questo non ci deve scoraggiare, è secondo me anzi la base per incontrare, con più autenticità e più libertà reciproca l'Estraneo selvatico che abbiamo di fronte, quando l'abbiamo di fronte.

Questo è il punto di partenza per incontri ravvicinati con i "nostri" ("nostri"?????????") Selvatici-in-Casa rispettosi e consapevoli della Differenza, e quindi più liberi, più veri, con meno pretese, meno proiezioni, meno idealizzazioni forzate in cui costringerli, più autonomia, più distanza, più vero amore.


Qualsiasi forma di amore autentico ha uno stretto rapporto con il Mistero.


Infine un ultimo significato dello slogan.


"Lasciar essere gli animali."


Può, forse, avere un significato anche nel nostro relazionarci a noi stessi: lasciare che l'Estraneo Selvatico, l'Enigma silenzioso, il terrigno animale naturale corporeo istintivo intuitivo inaddomesticabile che vive dentro di noi, sia, respiri, pulsi, vibri, si esprima, dia segni, segnali, versi, parli, ma con il suo linguaggio, sia come sia, lontano e Altro rispetto al nostro ego iper-civilizzato.










mercoledì 19 giugno 2013

L'Uomo Selvatico, o Green Man, o Khidr.

"Nelle chiese e cattedrali della Spagna, della Francia, dell’Inghilterra e della Germania tra il 1000 e il 1500, cominciarono ad apparire nelle sculture decorative una figura che il folklore inglese conosce come il “Green Man”, “l’Uomo Verde”. In verità questa è una riapparizione, perché l’Uomo Verde ha le sue origini nella figura del dio figlio, amante e guardiano della Grande Dea dell’antica Europa, quello che Marija Gimbutas chiama “il dio mascherato ittifallico”, il dio sacrificato, sepolto e rinato, il dio della vita vegetativa, l’angelo dell’albero sacro che si ritrova in tutte le culture dai Veda alla mitologia nordica e in generale in tutta l’Europa pre-cristiana, dove la religione era una religione di luogo e il luogo era foresta. Ha precedenti nella Domus Aurea a Roma, nei dipinti descritti da Vitruvius: piante con piccole figure umane sedute fra le fronde. E’ molto strano come l’immagine dell’Uomo Verde sia riuscita ad entrare ai margini della cultura cristiana, nell’arte romanica, gotica e rinascimentale, nonostante la lotta cristiana contro il culto degli alberi sacri che è continuata fino al 1200 circa. Chi osserva le sculture in pietra sulle cattedrali (di Chartres, Le Mans, Auxerre, Freiburg im Breisgau, Ulm, Bomberg, Ely, Exeter, Norwich, S.Pietro in Toscania a Viterbo e S.Maria del Mar a Barcelona, per citarne solo alcune) può vedere centinaia di esempi del suo viso composto di foglie, con foglie che escono dalla bocca e dagli occhi: è un’immagine dell’unione dell’umanità con il mondo vegetale, un’immagine di vita esuberante, dì rinnovamento e di rinascita. Il Green Man conosce le segrete leggi della natura, le foglie che escono dalla sua bocca sono il canto con cui gli spiriti degli alberi parlano con gli esseri umani, parlano dell’intelligenza e dell’intenzionalità della natura. L’Uomo Verde è il guardiano e il rivelatore di misteri silenziosi. E’ l’immagine con cui gli esseri umani hanno cercato di visualizzare la loro intima esperienza del mondo vegetale come tramite intelligente dell’anima mundi. Negli ultimi anni sono stati fatti alcuni studi della figura dell’uomo Verde: uno da Kathleen Basford nel 1978 The Green Man, (Ipswich) e l’altro, Green Man (Harper Collins) da William Anderson e Clive Hicks nel 1990. E’ interessante che questo archetipo riemerga dalle ombre ora che sta riemergendo nella coscienza umana l’immagine della Dea. Mi sembra molto importante per l’immaginario di quegli uomini che stanno cercando in questi anni di ritrovare il rapporto arcaico ma forse più cosciente con la natura. Non è possibile che la Dea rappresenti l’unica immagine positiva per il nuovo abbraccio fra la terra e l’umanità, un abbraccio che richiede un’unione fertile e gioiosa fra uomini e donne. Nella chiesa di St. Bernard de Comminges c’è una scultura in legno della Grande Madre che partorisce Uomo Verde, un’immagine molto rara della loro connessione. E chiaro che queste immagini sono sopravvissute solo perché passavano per decorazioni attorno alle immagini cristiane, ma è interessante chiedersi quale ruolo avessero nell’immaginario degli artigiani che materialmente le hanno scolpite E’ possibile che ancora nelle loro vite il rapporto fra essere umano e natura non fosse del tutto spezzato e che le correnti pagane fossero vicine alla superficie del sentimento religioso, anche se questo era apparentemente cristiano?"



(dallo stupendo articolo di Etain Addey sull'ecologia profonda , nel bellissimo blog:



http://selvatici.wordpress.com/rete-bioregionale-italiana/lincontro-con-il-khidr/comment-page-1 /#comment-2877   )


Sacrilegio, ti ricordi??????? L'abbiamo visto sulla chiesa di Torno!!!!!



lunedì 20 maggio 2013

Mancanza.

"Per mancanza di intraprendenza e fede gli uomini sono ciò che sono, impegnati a comprare e vendere, e passando la vita come servi." (Henry David Thoreau)


https://www.youtube.com/watch?v=Ig124dG9E2c 


P.s.: grazie a Jasper per la citazione di Thoreau e per avermi ricordato la faccenda del 432 Hz. 





domenica 12 maggio 2013

Use your Illusions/1.

Credere.

Non credere.

Credere di credere.

Credere di non credere.


Illusioni.


Credere in qualcosa è un'illusione.

Credere di non credere, credere di poter non credere in niente, è un'illusione forse ancora maggiore.


Viviamo in un mondo di proiezioni della mente, fuochi fatui che dopo aver brillato per un tempo insignificante rivelano la loro natura di spettri evanescenti.

Chi può dire di aver creduto sempre nelle stesse cose negli ultimi vent'anni?

Forse qualche pazzo fanatico.

Tutti gli altri non possono non essere consapevoli della natura transitoria, evanescente, sfuggente e aleatoria - quindi illusoria - di qualsiasi forma di credenza.

Ma chi pensa di essersi emancipato in larga misura da questo gioco di specchi, questo velo di Maya polimorfo, e con distacco e disprezzo giudica con ironico sarcasmo chi crede con tutto sè stesso in qualcosa, "magari è perfino entusiasta..." - è inconsapevolmente doppiamente schiavo di questo teatro delle apparenze.

Schiavo primariamente perchè resta - come tutti - preda delle suggestioni caleidoscopiche delle sensazioni psicofisiche cangianti in cui è immerso - della cui sostanza è perfino lui fatto.

Schiavo secondariamente - ed esponenzialmente - perchè credendosi libero, superiore, distaccato, critico, capace di giudizio oggettivo, "centrato", stabile, razionale, autentico, capace di vedere le cose per come veramente sono - sta tradendo il naturale flusso di associazioni/volizioni/desideri/giudizi/azioni/emozioni/idee/interazioni per cercare vanamente di astrarsi, isolarsi, appartarsi in una dimensione di torre d'avorio/osservatorio imparziale perfettamente centrato, razionale e critico - e così facendo invece di liberarsi sta fissandosi sui singoli contenuti da negare/criticare/analizzare/ridimensionare, invece che perdersi nel naturale flusso della vita in cui queste illusioni si succedono con fluidità - e in questa maniera si sta legando in maniera molto più rigida e inattaccabile alle illusioni stesse: è molto più coinvolto e attaccato ad esse che non l'uomo comune naturale, visto che si sofferma su di esse per confutarle, dichiarando in questa maniera un segreto profondo innamoramento per queste, un'incapacità di lasciarle andare - mentre l'uomo comune vive, poi vive altro e lascia andare in un ciclo continuo più superficiale e quindi più capace di dire "lassa, passa, tir'a 'ccampa'!", voltando pagina ogni giorno.

Una volta quello che fu il mio Maestro di Yoga, disse che in realtà il sanscrito Maya non va tradotto come illusione o come apparenza, ma va reso in italiano con manifestazione.


Quale illusioni???? Quelle che ci fanno vivere ogni giorno, facendoci vivere "la risa" e "el llanto" come dice la stupenda canzone "Gracias a la vida", quelle che ci fanno vivere la sofferenza ma anche l'amore, gli istanti di felicità, che ci trasportano di fronte alla Bellezza, che creano le sottili vibrazioni di simpatia e risonanza profonda reciproca nei confronti della natura, o di animali, o di persone??????? quelle che ci portano a perderci nella Bellezza di un dipinto o di una foresta, che ci ispirano poesie, che ci ispirano frasi cariche di emozioni potenti e viscerali, che ci portano a fare follie mossi da amore passione o Sogni, ("Solo di una cosa nella vita non ci si pente mai: della follie. - O. Wilde, citato a braccio) che ci portano a commuoverci di fronte all'amore incondizionato di un cane o di fronte a una scena di imprevista e insperata solidarietà??????? Quelle che ci portano a fare errori, intraprendere progetti fallimentari, non capire cosa ci accade attorno in momenti importanti, non comprendere le persone che amiamo, dire la cosa sbagliata al momento sbagliato ma che ci portano anche a realizzare dei capolavori artistici o una singola parola sincera che smuove anni di repressione congelata??????? Ma quali illusioni???????????????

E' sì un gioco di specchi e di immagini mutevoli mutaforma, ma in questo spettacolo-diorama, in questo carnevalesca farsa, in questo teatro dell'assurdo e dell'incomprensione, segreti divini si manifestano e si rivelano nella successione degli scenari, prendendo parte all'azione e alla successione degli atti: entrando nella parte, entrando nel flusso, entrando in scena coraggiosamente e pienamente e sinceramente, autenticamente, visceralmente, troverai colpi di scena, porte segrete che si spalancano improvvisamente su verità inaspettate, alleati inattesi, guide che ti porteranno in luoghi di bellezza inaudita, Deus ex Machina e sciarade che contengono frammenti di Eterno.

Se credere è illusorio, e non credere è doppiamente illusorio, allora, invece di cercare di sottrarti al gioco delle illusioni:




attraversa, cavalca le Illusioni, sfruttane la potenza propulsiva, galoppa su di esse come un cavaliere che controlla il suo cavallo, ma che gli lascia le briglie sciolte, e si fida della direzione che vuole prendere!!!!

Usa con furbizia ma anche con un rispetto profondo il naturale funzionamento della tua mente, usalo per progredire, per fare eperienze, per imparare, sperimentare, crescere, esperire, imparare a fare cose nuove, viaggiare, procedere a tentativi, vivere, amare, cantare, ballare, improvvisare, spontaneitare, jamsessionare con irrequietezza e fluidità, tirare fuori tutte le emozioni, aprire il cuore, respirare, spaccare vecchi schemi, essere felici, tristi, incazzati, depressi, malinconici, nervosi, inquieti, folli, innamorati, ispirati, sereni, angosciati, gioiosi, allegri, creativi, creatori!!!!!!!!!!!!!!!


Non distaccandoti e cercando di allontanarti dall'immediato flusso diventerai regista della tua vita,

ma sarai il Regista dell'Opera vivendo, entrando in scena, prendendo parte al Gioco, osando, scommettendo, illudentoti, disilludendoti, agendo: vivendo, credendo, sentendo, agendo, facendo esperienze, buttandoti, provando, sarai contemporaneamente il Creatore della tua Vita, un Creatore situato, nella situazione, nel bel mezzo del gioco, compromesso, coinvolto, sbilanciato: solo così la Potenza Creatrice Spontanea della Vita sarà libera di esprimersi in te, l'Evoluzione Creatrice, pilotata dalla saggezza della tua Anima - Regista e Genio Sovrano  della tua Esistenza- sarà libera di agire.







Perciò, come dicevano molti anni fa i Guns'n'Roses:



"Use your Illusions!"


martedì 2 aprile 2013

una giornata di sole.

E nella gioia di un cucciolo di cane c'è più saggezza, che nei vostri Libri Sacri, nei vostri editti legulei, nei vostri codici tecnocratici, nei vostri giudizi soppesati e cavillosi, prudenti e intolleranti, nei vostri testamenti biologici.

                                   

giovedì 28 marzo 2013

Caos anima-le contro aspirazioni trascendenti/dualistiche. Per una decrescita felice della mente.





(Quadri di Pablo Echaurren)

  1. Il problema di rispettare gli animali è importantissimo, ed è una cosa estremamente positiva il fatto che pian piano la sensibilità della gente stia cambiando. Secondo me però, c'è anche un altro problema, ugualmente importante, e secondo me strettamente legato al primo: rispettare, riconoscere e permettere di vivere alla nostra parte animale (a me la parola animale piace molto, e l'origine della parola è legata alla parola anima), alla nostra parte selvatica, terrigna, istintiva, legata alla Terra, al corpo, ai suoi bisogni e alle sue sensazioni ed emozioni. Senza di questo, fra l'altro, non ci può essere fine alla violenza sugli animali, perchè finchè facciamo violenza alla nostra parte anima-le non saremo mia capaci di reale compassione verso questi nostri fratelli di esistenza. Sono d'accordo sul fatto che noi abbiamo anche altre parti e che anche queste sono molto importanti. Penso che anche gli animali, comunque, in maniera diversa abbiano anche pensiero, eccome, e, chi può escluderlo, anche spiritualità. Ma quello che mi premeva dire è soprattutto il fatto che, anche se siamo fatti di diverse parti e queste sono tutte importanti, la parte con cui abbiamo più perso il contatto, che abbiamo più a lungo e più ferocemente represso, negato, mutilato è la parte animale. In gran parte sulla base dell'etica ascetica cristiana, in passato, oggi sulla base del consumismo, che è un'altra forma di negazione del corpo e dell'istinto, con i suoi bisogni indotti, la sua frenesia, la sua virtualità, la sua dimensione edulcorata pubblicitaria o esasperata televisiva. Quello che voglio dire è che questa parte è la base non solo della nostra sopravvivenza fisica ma dell'intero nostro essere. Sono le nostre radici, la nostra "base", la nostra Terra, la nostra comunicazione con la Terra, e finchè questo è ferito, negato, non riconosciuto, non vissuto pienamente, sanamente, selvaggiamente, finchè non abbiamo un rapporto sano, pieno, forte, diretto e viscerale con questa parte, è molto difficile avere una qualsiasi "evoluzione". E' come cercare di volare senza neanche sapere prima camiminare. Per dirla con le parole di una mia ex insegnante di Yoga, noi esseri umani moderni, abbiamo molti problemi sia con il Cielo che con la Terra. Ma se con il Cielo, con le parti "alte", in qualche maniera ce la caviamo ancora, è con la Terra, con le nostre radici fisiche e animali, che abbiamo completamente perso il contatto, è nel rapporto con la Terra e con l'istinto che siamo completamente imbranati, mutilati, analfabeti, zoppi, ciechi, handicappati. E questa parte è la base di noi stessi, la base di tutto il resto. Senza di quello non raggiungiamo neanche il livello di lucidità, di presenza, di chiarezza, di libera volontà, di forza, di fierezza, di consapevolezza, di vitalità e di bellezza degli animali (sempre ammesso che esistano questi ipotetici gradini gerarchici di "evoluzione").

    Questo anche in polemica con certe posizioni new age antropocentriche che 

    vedono negli 

    animali dei gradini di evoluzione inferiori e nella nostra parte animale una 

    parte "bassa" da superare o "trasformare" in un'ottica evolutiva che però 

    troppo spesso assomiglia a una logica di negazione e repressione, una 

    logica in cui in vista di un dover essere astratto moraleggiante e 

    spiritualeggiante, in un'ottica perfezionista e idealizzatrice, si prosegue la 

    logica di raggelamento e paralisi, mutilazione del corpo e dell'istinto tipiche 

    del cristianesimo, e in realtà, in maniera diversa, anche del consumismo.








    per fuggire il caos di sensazioni ed emozioni in cui siamo immersi, ci si

    proietta in una logica trascendente, negatrice, ordinatrice in maniera 

    artificiale e artefatta.









    saremo veramente i giardinieri e i custodi della terra, o non siamo forse solo

     esseri fra altri esseri, in cui ognuno ha il suo ruolo la sua responsabilità e in

     cui ognuno è giardiniere e custode della terra? le api si prendono cura di 

    noi. gli alberi si prendono cura di noi. il sole si prende cura di noi. il vento si

     prende cura di noi. il mare si prende cura di noi. le rondini si prendono cura

     di noi. aquile e lupi (come qualsiasi altro animale ci ispiri) possono essere 

    addirittura figure-guida per alcuni di noi. e allora chi siamo noi per crederci i

     depositari della creazione e i custodi della terra???? non è un pensiero un 

    po' arrogante.?


    forse più che "prenderci cura" degli animali e della terra, un pensiero un po' 

    meno antropocentrico è lasciar essere, lasciar vivere animali, piante e la 

    terra, che sanno vivere benissimo da soli anche senza di noi!!!!!!




    penso che, ora come ora, per molti versi abbiamo molto più noi da imparare 

    da loro piuttosto che non il contrario. Rapportandoci con gli animali non solo 

    proviamo dei sentimenti e impariamo a rapportarci al "diverso", ma, 

    soprattutto, riscopriamo il nostro istinto, il nostro corpo, la nostra pancia, la

     nostra animalità, la nostra concretezza, la nostra fisicità solida, materiale,

     organica, molecolare, empirica, emotiva!!!!! E penso che la repressione, la

     mutilazione, l'asportazione, la rimozione, la paralisi, l'oblio, la rimozione, il 

    raggelamento, la negazione con una parola di questa dimensione, 

    ricchissima e fitta di una potente, articolata, saggia, complessa,

     profondissima forma di conoscenza del mondo, la conoscenza fisica, di 

    pancia, istintiva, emotiva, viscerale, animale. La repressione di questa parte

     non solo è alla base secondo me della stragrande maggioranza delle 

    innumerevoli forme di sofferenza psichica, psico-fisica e emotiva degli esseri 

    umani, ma io arrivo a dire che questa repressione innaturale è anche alla 

    base dell'intero nostro sistema sociale alienato, autoritario, guerrafondaio, 

    ecocida, mortifero, sessista, liberista, iper-competitivo, tecnocratico. se 

    imparassimo di più la concretezza, la semplicità, la capacità di dire "no" e 

    "sì" con forza e chiarezza, d'istinto, la capacità di seguire la pancia, il 

    linguaggio delle emozioni e del prendersi cura e dell'"empatia", dagli 

    animali, saremmo esseri molto più in pace con noi stessi, molto più semplici, 

    molto più rilassati e molto più affratellati dalla capacità di vivere insieme di 

    piaceri e gioie semplici e povere.


    "Mi sono sviluppato abbastanza, non ne posso più! Mi sono sviluppato anche 

    troppo, anche di più!!!!!!!" (G.L. Ferretti). Decrescita felice è uno slogan che

     vale anche per la nostra mente!!!!!