di-segno di Sacrilegio Tempesta

?

?
pARTICOLARE DI "Autunno", quadro di Diogene senza l'anima?. Foto di Sacrilegio Tempesta.
Visualizzazione post con etichetta koan. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta koan. Mostra tutti i post

mercoledì 12 marzo 2014

No-logos



"Without a script, how can this moment go off script? Without a plan, how can life not go according to plan? Without a path, how can you stray from the path?" (Jeff Foster)


La vita non ha una sceneggiatura. 
Perciò ogni attimo è un'imprevedibile magia, una fonte imperscrutabile e inesauribile, incontenibile di vita allo stato puro, molto al di là delle nostre aspettative e imperativi su come dovrebbe essere o non essere, su che senso dovrebbe avere, su che storia dovrebbe incarnare, su che caratteristiche dovrebbe realizzare per essere giudicata come dotata di valore e senso. (se aspettiamo che la vita sia come la desideriamo, resteremo tutta la vita col fiato sospeso, non cominceremo mai a vivere perchè la vita non sarà mai abbastanza "ok" da essere realmente vissuta).

La vita è insolubile, inspiegabile, irriducibile a una storia, inconquistabile, in-modulabile, inplasmabile, inconchiudibile, non-forgiabile in una forma, non piegabile a un senso, non enumerabile, non sintetizzabile in uno schema, non associabile a una risposta; estesa, multiforme, misteriosa, inesauribile, inromanzabile e impossibile da rinchiudere in una vicenda narrativa, un film con una struttura lineare, un andamento lineare verso il peggio o il meglio, etc... - come anche non contenibile in un senso filosofico chiaro, determinato e dato una volta per tutte.






- parola di guru - (?) /3



"You are never "in" or "out" of the now. You are the now." (Jeff Foster)


...ma allora tutti i discorsi, esercizi, tiritere sullo "stare nel presente", che fine fanno, che senso hanno.


"Non abbandonare l'attimo." - E dove altro potremmo andare?


"Raggiungere" l'attimo, il presente, la presenza, il risveglio, l'illuminazione.


Ma se vogliamo raggiungere qualcosa stiamo già fuggendo dal così è.


Ma del resto fuggire è impossibile-






Una cosa impossibile: raggiungere il luogo in cui già siamo.





Jeff Foster propone questa possibilità:  

"Deep Acceptance
is the wordless realisation
that there's absolutely nothing to accept

because this moment
is ALREADY accepted
just as it is.

And if the mind fights the moment,
if it judges, argues and resists,
then this is also deeply accepted
- for mind is also Life!

In Deep Acceptance,
even non-acceptance is welcome."


(Jeff Foster)








lunedì 22 aprile 2013

libero nulla in libero (?) stato della mente-




"... Si è liberi, si ha l'illusione della libertà nei gesti apparenti. Ma in fondo non si è liberi. Tutto ciò che è profondo nega la libertà. C'è una sorta di calamità, di fatalità segreta che dirige ogni cosa.

Il fatto è che chiunque agisca proietta un senso. Attribuisce un senso a ciò che fa, il che è assolutamente inevitabile e increscioso.. il motivo per cui non ho mai agito? Perché non credo nel senso. Attraverso la riflessione e l'esperienza interiore ho scoperto che niente ha senso, che la vita non ha alcun senso. Ciò non toglie che finché ci si industria si proietti un senso. Io stesso sono vissuto in simulacri di senso. Non si può vivere senza farlo. Ma chi agisce crede implicitamente che le sue azioni abbiano senso; altrimenti non si darebbe da fare. La mia esistenza quale essere vivente è in contraddizione con le mie idee. Essendo vivo faccio quello che fanno i vivi, ma non credo in ciò che faccio, eppure un po' ci credo, nonostante tutto; è questa, suppergiù, la mia posizione. La gente non riesce a credere che la storia non abbia un senso. La storia ha un corso, ma non un senso. Tutta la storia universale è così: ogni civiltà a un dato momento è matura per scomparire. Ci si chiede allora che senso abbia questo sviluppo. Ma non c'è senso, c'è sviluppo... Ci si prodiga, si fa qualche cosa, e poi si scompare [...] La negazione (nel senso) della storia è in ultima analisi la filosofia indiana: l'azione considerata insignificante, inutile. Ciò che conta è soltanto la sospensione del tempo... e infatti, se si riflette sulle cose, si dovrebbe smettere di agire, di muoversi... buttarsi per terra e piangere"  (Cioran)


"Lasciare agire in sé la necessità, rinunciando alla propria volontà" (S. Weil)

"Il sistema di controllo cognitivo è un artificio usato dal cervello per sentirsi protetto e libero di decidere autonomamente quale regola seguire o trasgredire.
L’insieme di convinzioni della torre di Babele del Super io, il tribunale mentale, è un’auto-inganno involontario e tramandato dalla notte dei tempi, un trucco evolutivo di sopravvivenza e salvaguardia dai pericoli.
Eliminando il sentimento (concetto) ingannevole del libero arbitrio elimini anche i sensi di colpa (giusto o sbagliato), il senso d’inferiorità ad esso collegato.
La Cura radicale è accettare la natura delle cose… per gli stoici abbiamo solo il potere di accettare o rifiutare quindi farsi trascinare dal nostro destino.
Senza libertà di scelta non hai alcuna colpa ma neppure alcun merito. Questo è un duro fendente per l’Ego, sovente dilaniato tra il complesso di superiorità (prestigio) e d’inferiorità (colpevolezza). Facciamo parte della natura, siamo sottoposti alle leggi che governano l’universo: l’uomo non è in grado di prender decisioni autonomi e indipendenti dalle forze esterne-interne (visibili-invisibili) che ne determinano l’esistenza.
Potenti emozioni, con il diritto di veto sulla ragione, intervengono per mantenere lo status quo psichico che include la certezza (falsata dall’evidenza) di essere o sentirsi liberi e autonomi nel decidere -> avere la presunzione di incidere con la propria volontà personale sul corso degli eventi (cioè sulla volontà della corrente del divenire, fiume della vita su cui galleggiano tutte le creature). Noi possiamo scegliere soltanto ciò che rientra nella nostra particolare (provvisoria, limitata, superficiale) sfera di interesse (benessere estemporaneo)."

(dal blog di Anima Libera:

http://obiettivi.wordpress.com/2013/03/26/sfatare-il-mito-del-libero-arbitrio/   )



Tutto ciò che facciamo è necessario.


Non esiste alcuna scelta.


Nel renderci conto di questo, possiamo anche renderci conto del fatto che anche questa nostra riflessione è necessaria, esattamente come sono e saranno necessari tutti i momenti in cui ci siamo e ci saremo considerati liberi e capaci di scegliere.

Quindi, che utilità ha questa riflessione? Nessuna, è semplicemente necessaria.

Ma anche credere di essere liberi, nei momenti in cui lo crediamo, è necessario.

Quindi, che valore ha qualsiasi riflessione, che senso ha affannarsi a cercare una verità, dato che ogni singolo momento dell'attività delle nostre sinapsi è comunque necessario, determinato, inevitabile?

Ma questa ulteriore riflessione è strettamente necessaria, esattamente come i nostri momenti in cui disperatamente andiamo alla ricerca di una qualche verità filosofica ultima o i momenti di oblio e incoscienza.

Dunque, non possiamo neanche decidere se smettere di affannarci filosoficamente o meno, come non siamo liberi di credere di essere liberi o meno.

"Quindi, tanto vale lasciar le cose andare per il loro verso, rilassarsi, senza intervenire!"

Ma tu dimentichi che già dicendo così stai cercando di intervenire sul naturale corso delle cose, e che in realtà tu non sei libero di lasciare andare le cose per il loro verso in maniera rilassata o di affannarti a cercare di modificare il corso spontaneo delle cose.

Se il corso naturale delle cose ti spinge a cercare di affermare il tuo libero arbitrio e cercare di modificare il corso delle cose, così farai, e ti affannerai disperatamente nel cercare di farlo, se il corso naturale delle cose ti spingerà a "lasciare andare", così farai. Ma "lasciare andare" cosa? Le cose già "vanno".

Dunque l'atteggiamento di chi pratica l'accettazione del presente, del necessario, di ciò che è, cercando di eliminare in sè il rifiuto, il volere selezionare, il volere intervenire, il volere modificare, è massimamente un "volere intervenire, volere modificare".

Mentre l'atteggiamento di chi vive semplicemente la propria naturale tensione, sforzo di ottenere, realizzare, modificare, compiere, selezionare è in realtà un'accettazione di "ciò che è" molto più completa.

Ma è un'accettazione che ci porta alla spontanea tendenza verso il rifiuto, verso la non accettazione.

E questo produce sofferenza.

Quindi cerchiamo e troviamo ancora dei momenti di più serena "accettazione".

Ma questo ci porta a "voler modificare", "non voler accettare" la nostra naturale, o comunque difficilmente evitabile, tensione verso il futuro, la fame di Altro, la nostra insoddisfazione verso il presente.

Esperti di meditazione Zen che si infuriano contro sè stessi perchè "ancora si innervosiscono, si arrabbiano, si scompongono", diventano isterici per niente. Non solo il nervosismo, ma in più la furia contro sè stessi perchè il nervosismo non dovrebbe esserci.

Quindi, "volendo modificare" l'incapacità di accettare, viviamo nella non-accettazione, sempre e comunque.

Le stesse parole dei saggi taoisti, tantrici o Zen che dicono cose tipo: "Non pensare che la spiritualità sia la ricerca di modificare, migliorare o realizzare qualcosa. La Via è semplicemente Essere Ciò che E', non c'è niente da modificare, migliorare, realizzare. Rilassati!" potrebbero apparire in questa luce come un ulteriore tentativo di modificare, migliorare o realizzare qualcosa. 


Perciò, qualsiasi azione, affermazione e riflessione è equivalente, in quanto è nulla. 


Perciò, davvero non c'è niente da dire o affermare.


Ma noi non siamo neanche liberi di scegliere di non affermare o di affermare.


La nostra attività sinaptica è necessaria, non ne siamo padroni, perciò come possono essere i suoi risultati attendibili?

E che significato ha poi, a questo punto, "attendibile" o "non attendibile"? 


Perciò non possiamo neanche affermare di essere non liberi, esattamente come non possiamo affermare di essere liberi, esattamente come non possiamo affermare di potere o meno affermare qualcosa.


Quindi, che senso ha tutto questo?

Nessuno.



Ma non ha neanche senso affermare che non abbia nessun senso.






https://www.youtube.com/watch?v=qQ9xzi0HebI&list=LLH4TIDkE6UAer03OXoRLrpg

















http://www.youtube.com/watch?v=zLckHHc25ww





sabato 26 gennaio 2013

giovedì 20 dicembre 2012

le tele dell'Universo.

"Praticamente tutti gli uomini hanno la sensazione che la realtà sia più vasta di ciò che appare a prima vista.
Tra le nebbie dei nostri ricordi più ancestrali, sappiamo di avere dentro di noi poteri magici e miracolosi; l’ambiente intorno a noi ce lo ricorda costantemente. La scienza moderna ha dimostrato, al di là di ogni dubbio, che la “materia” quantistica di cui siamo fatti si comporta in modi apparentemente miracolosi. Se le particelle di cui siamo composti possono comunicare istantaneamente tra loro, essere in due luoghi allo stesso tempo, guarire spontaneamente e perfino cambiare il passato attraverso scelte operate nel presente, anche noi possiamo le stesse cose. L’unica differenza tra noi e quelle singole particelle è che noi siamo composti da molte particelle tenute insieme dal potere della consapevolezza.
I mistici antichi ricordavano al nostro cuore (e la scienza moderna lo ha dimostrato alla nostra mente) che la forza più potente dell’universo sono le emozioni presenti all’interno di ciascuno di noi. E questo è il grande segreto della creazione stessa: il potere di creare nel mondo ciò di cui nella nostra immaginazione siamo convinti. Forse sembra troppo semplice per essere vero, ma sono convinto che l’universo funziona precisamente così.


(...)


Come gli antichi iniziati avevano scoperto che tutto ciò che occorreva loro per vedere il mondo in modo diverso era una piccola spinta, forse tutto ciò di cui noi abbiamo bisogno è un leggero spostamento per vedere che siamo gli architetti del nostro mondo e del nostro destino, architetti cosmici che esprimono le proprie convinzioni interiori sulle tele dell’universo." (Gregg Braden, da un'articolo comparso in Italia sulla rivista Scienza e Conoscenza)


Prospettiva interessante.

Mi viene solo da aggiungere: se l'Universo è una tela su cui dipingiamo la Vita, la Morte, il Tempo, le Scelte, i Dissidi, le Contraddizioni, gli Enigmi, l'Ombra-Luce, la Vita-Morte-Vita, l'Amore, l'Odio, la Pace, la Guerra, la Felicità, la Disperazione, i Sogni, l'assenza di sogni, paesaggi apocalittici piuttosto che mari aperti con un buon sole caldo e un buon vento nella giusta direzione, in rotta verso isole di sconosciuto benessere, allora l'Arte, in tutti i suoi aspetti, è davvero il linguaggio magico dell'Esistenza.

giovedì 11 ottobre 2012

ti sei mai chiesto: quale funzione hai?





























                il silenzio del rumore/delle valvole a pressione

               i cilindri del calore/serbatoi di produzione

               anche il tuo spazio è su misura.

               non hai forza per tentare/di cambiare il tuo avvenire

              per paura di scoprire/libertà che non vuoi avere.

                 ti sei mai chiesto:/ quale funzione hai?

              quale funzione hai?/ti sei mai chiesto

               per paura di scoprire/libertà che non vuoi avere...

(Franco Battiato, dall'album: Pollution, 1972)

http://www.youtube.com/watch?v=Z85UOJmf-5A




mercoledì 5 ottobre 2011

Iride iridescente fra i frantumi

Chi cerca di non giudicare, non sta per caso forse giudicando la sua tendenza a giudicare? Chi cerca di accettarsi, non ha, forse, delle serissime difficoltà ad accettare la propria incapacità di accettarsi? Chi cerca la semplicità e la spontaneità, la naturalezza, non sta, forse, inserendo un ulteriore elemento di tensione, complicazione, artificio? Se tutto è perfetto, che bisogno c'è di cambiare la mia percezione della realtà come imperfetta? Se "lascio essere", cosa cambia? L'essere ha bisogno della mia autorizzazione? Il risveglio - se sto dormendo - come posso fiutarlo? Il risveglio - se è connettersi con l'armonia di qualsiasi cosa - è già connesso con la mia disarmonia di ora? Il risveglio - essere ora - se ora non è, quando sarà? Come posso voler essere - se non sono? C'è una qualche differenza fra lo stato di profonda meditazione e lo stato di chi è posseduto dallo stress frenetico? Se Tutto è Uno, se il Chi pervade ogni singola manifestazione dell'essere, come può esserci differenza? Voglio respirare a pieni polmoni. Bene. Ma nell'in-differenziato, che differenza può esserci se invece respiro teso e contratto, a scatti nervosi, a piccoli sorsi?

E la vera vita?

venerdì 2 settembre 2011

Rincorrere, per poi accorgersi che è passato.

E' un controsenso "sforzarsi", "cercare" di "essere presenti". La presenza c'è già. Il presente è qui. Cosa c'è da cercare? Che sforzi si potranno mai fare, quali misteriose tecniche e complesse strategie per cercare di "produrre" qualcosa che è già qui di fronte a me? Il presente è qui, c'è sempre stato. Dov'è il problema? Come può essere un problema? Che problema può comportare "essere presenti" al presente, dato che siamo già qui di fronte al presente, immersi nel presente, presenti al presente, presenti nel presente, una sola cosa con il presente? Come si può "realizzare" la presenza? "Realizzare"??????????????? Il presente??????????????? E quando??????????????? E perchè? E' forse assente? Bisogna fare l'appello????????????? Chissà, magari non è assente, arriva in ritardo... Bisogna forse rincorrerlo? Crearlo? Produrlo? Fabbricarlo? Realizzarlo????? Connettersi?????? Ricominciare a fluire con esso?????????????? Con cosa, scusa??????? Ah, il presente. Eccolo. E' qui, c'è sempre stato. Presente! E' arrivato anche in perfetto orario. Esercitarsi a "essere presenti" è assurdo: di più: è una contraddizione. La rana si esercita a essere una rana???? Il cielo si esercita a "essere lì adesso con il sole che splende"? La terra si allena a terrigneggiare????? Il vento d'autunno sospira: "Ah, come vorrei essere vento d'autunno"? Chi sta fra le braccia dell'amata sospira: "Ah, come vorrei essere fra le braccia del mio amore......."?????? Il sole si impone una disciplina e recita il mantra: "Io sono il sole e devo soleggiare"??????????? Il cavallo mentre galoppa osserva la propria respirazione - inspiro, espiro - per arrivare, forse un giorno, a realizzare la cavallinità????????????? E la nostra essenza è sparita????????????? Chi l'ha rubata???? La società??????? La famiglia??????? La mente?????????? E se la mente mente, la non - mente si siede nella posizione del loto e socchiude gli occhi per allenarsi a non mentire?????????????????????????????????????????????????

venerdì 19 agosto 2011

cosa ne direbbe Jiddu Krishnamurti? E (...) cosa ne direbbe invece un allievo di Jiddu Krishnamurti?

anni fa. in un centro buddhista. seminario di meditazione concentrativa. consiste, seduti con gli occhi chiusi, nello sforzarsi di restare concentrati solo e soltanto su una immagine, una sola, scelta dal praticante, ma il Lama consiglia di scegliere un'immagine sacra. magari un'immagine di Buddha. svuotare la mente da tutto il resto, e riempirla solo e solamente di quest'immagine.

Il Lama spiega che questa pratica aiuta a indebolire gli attaccamenti della mente.

Un praticante fa questa strana domanda: "...ma se uno ha un attaccamento verso il Buddha e la sua immagine?"

Il Lama non seppe, non volle, o non potè rispondere.
rilassati. spegni la mente. lasciati andare. fai silenzio dentro di te. ascolta il tuo corpo. senti. fluisci. osserva il respiro. lascia andare. lascia andare tutto.......svuotati dei pensieri, butta tutto dalla finestra e affacciati sulla Luce/Ombra segreta della tua Anima..............respira....................dolcemente............lentamente.......rilassati..........dimentica tutto.....ne volete ancora tanti di ordini mentali a cui obbedire?