di-segno di Sacrilegio Tempesta

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pARTICOLARE DI "Autunno", quadro di Diogene senza l'anima?. Foto di Sacrilegio Tempesta.
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giovedì 30 maggio 2013

Due splendidi siti di fumetto, poesia, arte, resistenza.

 L'Albero Sfregiato, il blog di Rocco Lombardi: uno sguardo visionario, apocalittico ma poetico ecologista e sognante - favole, poesie acide e surrealiste/espressioniste in cui spesso la Natura ha la meglio e ritorna padrona.

Fumetti, illustrazione, parole, un diorama post-atomico onirico per "scovare rifugi".


 http://lalberosfregiato.blogspot.it/2013/04/dino-campana-e-i-boschi-verticali.html


http://lalberosfregiato.blogspot.it/p/stampe-prints.html 


Noce Moscata, il blog di Marina Girardi: fumetto, poesia, animismo, anima, animali, mostri colorati allegri e guide a fumetti per on the road in bici sull'Appennino, e, come si sarebbe detto qualche anno fa, "resistenza umana"!


http://www.magira.altervista.org/2013/04/nostra-signora-degli-alberi-dimenticati/


http://www.magira.altervista.org/2013/04/peio-viva-viva-i-popi/


http://www.magira.altervista.org/2012/12/sulakfaht-di-natale/



martedì 8 gennaio 2013

Werner Herzog: Ognuno per sé e Dio contro tutti.

                       "La meraviglia è il sentimento filosofico per eccellenza." (Platone)

                       "Ma ciò che distingue il filosofo vero dal falso, è questo: nel primo
                         il dubbio si risveglia fin dalla prima vista del mondo reale, nell'altro
                         invece non sorge che dalla lettura di un libro, di un sistema già bell'e
                         fatto." (Arthur Schopenhauer, Il mondo come volontà e 
                         rappresentazione)

                         "E non riesco a immaginare che Dio abbia creato tutto dal niente come voi mi dite!"
                                                                                                                               (Kaspar Hauser)



In Italia gli hanno dato il titolo "L'enigma di Kaspar Hauser", ma il titolo originale è "Jeder fur sich und Gott gegen alle", cioè appunto: ognuno per sé e Dio contro tutti.

Storia della mente-tabula rasa di un uomo che è stato tenuto prigioniero in una cantina fino a venti-venticinque anni, e che perciò, una volta liberato, vede il mondo come un enigma incomprensibile, con gli occhi stupefatti, dubitanti, scettici, interrogativi di uno straniero che non capisce gli usi e costumi degli esseri umani, le loro strane abitudini e credenze e certezze, e non capisce lo stesso mondo della natura, sebbene gli sembri più amico, ospitale e in un certo senso più sincero, perché è sgombro da pregiudizi e categorie prefissate: confrontandosi con esso lo sguardo è libero, e la mente anche, il campo è sgombro da interpretazioni rigide e codificate, per gli altri ovvie, per lui assurde.

La natura gli sembra anche meno malvagia, si sente più a suo agio con gli animali, che si avvicinano a lui senza paura, mentre, con i suoi occhi non schermati di straniero al mondo, gli appaiono senza nessuna velatura o ottundimento sociale la malvagità degli uomini e la brutalità delle sue istituzioni, la Chiesa, le norme sociali, la condizione di asservimento delle donne per esempio (il film è ambientato nell'ottocento).

Non solo Kaspar, non abituato al mondo, non riesce a capire: ma si rifiuta anche di far finta di capire, si rifiuta categoricamente di accettare ciò che non capisce.

Questo tipo di sguardo, al di là del fatto che Kaspar abbia o meno mai letto in vita sua un solo libro di filosofia, è l'autentico sguardo filosofico: che precede e va al di là di qualsiasi discorso tecnico-filosofico, è la filosofia prima della filosofia, dello studio della filosofia, della storia della filosofia, della filosofia come branca del sapere, accademica e dotata di un suo specifico linguaggio, che molto spesso rischia di finire per ridurre i filosofi in mestieranti, saccenti e autocompiaciuti, aristocratici operai del sapere.

Ma invece ciò che veramente conta, per riflettere filosoficamente (cioè criticamente) sul mondo, ciò che è alla base di tutta la filosofia e che è alla fine l'unica cosa veramente importante di tutto il pensiero filosofico - sta tutto nello sguardo "alieno" e incapace di comprendere, ma anche di adattarsi senza comprendere, e desideroso in maniera smaniosa di comprendere, di Kaspar Hauser, della sua mente tabula-rasa che vede tutto per la prima volta e si domanda di tutto: perchè? che senso ha? e: ma sarà veramente così come lo spiegano tutti?

Uno sguardo di meraviglia irriducibile - che è il luogo della riflessione filosofica - ma anche il luogo della poesia, della profezia, dell'intuizione, dell'artista, del mistico, del visionario, del canto spontaneo, della distrazione rapita - di un rapporto con l'universo certamente condizionato, ma non addomesticato, dalle convenzioni sociali - un rapporto in cui l'individuo è libero, il suo sguardo è a diretto contatto con la natura, gli altri, le grandi questioni esistenziali - senza la mediazione di rassicuranti certezze convenzionali - il suo sguardo è puro - perché non parte dalle risposte già concluse - il suo cuore, la sua mente e la sua anima comunicano con il grande spazio aperto dell'universo alla deriva, indeterminato, indefinito - popolato di vita, sogni, emozioni e domande - e in cui le risposte dogmatiche rivelano il loro volto di spettri agghiaccianti.