di-segno di Sacrilegio Tempesta

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pARTICOLARE DI "Autunno", quadro di Diogene senza l'anima?. Foto di Sacrilegio Tempesta.
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giovedì 21 febbraio 2013

Nudi verso la follia.

Uno dei documentari più belli, forse il più bello, che ho mai visto (insieme a "Lia") sui movimenti studenteschi e giovanili degli anni '70 in Italia.

C'è tutto, le contraddizioni, i sogni, la contrapposizione fra "compagni" poveri e "compagni" ricchi, fra caos anarchico e "nuova polizia", fra "fantasia al potere" e comunismo pragmatico, fra fricchettoni e politicizzati, fra femministe e leader uomini del movimento, fra mode e ideologie politiche e concreta, viscerale, reale, radicale esigenza di libertà, di vitalità spasmodica, di creatività vitale, di amore, di liberazione dalle gabbie e maschere e catene di un'esistenza percepita come falsa, repressa, costretta e inautentica (e come gabbie molti percepivano anche l'organizzazione gerarchica dei movimenti organizzati, con i loro capi, il loro servizio d'ordine, i divi della musica alternativa sul palco, etc...) - fra creatività libera sfrenata sognante e anarchica e reali concreti pragmatici problemi sociali, fra sogni di libertà e aspetto nichilista, distruttivo, anarchico in senso degradato, assurdo, insensato. Ciò che può apparire come estrema libertà e autenticità e autoorganizzazione libera e amore, etc... da un altro punto di vista può essere percepito come sperpero insensato e folle. Alla stesa maniera, tutto in questo documentario può essere visto in decine di maniere diverse contraddittorie. Personalmente ho visto questo documentario con un misto contraddittorio di simpatia e spaesamento, entusiasmo e orrore, sfiducia e divertimento, amarezza e risate, sguardo lucido ironico e nostalgia per una vitalità collettiva mai vissuta, paura per il degrado a cui può arrivare la folla nella condizione anarchica e identificazione nella radicale esigenza di libertà, di amore, di urlo, di autenticità, di spezzare le catene anche se in maniera folle e disordinata. 

In ogni caso, un documentario dai mille spunti di riflessione, su molti piani diversi.

Sicuramente estremamente divertente e liberatorio.

Segue un altro documentario realizzato oggi sempre con il girato di Grifi, sicuramente meno bello e fresco, ma con il pregio di presentare anche il punto di vista di oggi di alcuni dei protagonisti del documentario. Inoltre il secondo documentario, meno ricco di girati lunghi, "freschi", senza interruzione o montaggio - i girati non interrotti (così come sono presentati nel primo documentario) catturano molto meglio quel che dev'essere stato essere là allora - è però più ricco di eccezionali pezzi musicali.