LASCIA TUTTO, E SEGUITI! (F. Battiato) Dove tutto è enigma (storia, natura, cosmo) la certezza dell'insolubilità pone un invisibile seme di speranza. (Guido Ceronetti)

di-segno di Sacrilegio Tempesta
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pARTICOLARE DI "Autunno", quadro di Diogene senza l'anima?. Foto di Sacrilegio Tempesta.
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domenica 2 marzo 2014
Neil Gaiman, la decreazione e "Obediah il disinventore"
Neil Gaiman dà - in un certo senso - la sua personale interpretazione, ironica e fantascientifica, del concetto simoneweiliano di decreazione - o discreazione - in un singolare, bizzarro racconto brevissimo tra il fantastico puro e l'umoristico assurdo, fugace visione elettrica che appartiene in tutto e per tutto al genere del mini-racconto di fantascienza, genere tradizionalmente molto basato su colpi di scena, paradossi e imprevisti inaspettati, shockanti o comunque cortocircuiti che ribaltano le prospettive, nell'arco di poche righe o poche pagine.
Qui - in una versione eterea, leggera, ludica di questo genere - divertente nonsense fantastico fine (forse) a sè stesso - un tizio dall'aria stravolta e scarmigliata entra in un pub, ordina un whisky e dichiara di essere un "disinventore". La maggior parte della gente si allontana giudicandolo un matto, qualcuno forse per ammazzare la noia abbocca all'amo e chiede spiegazioni. Mentre lo strano individuo parla, un discreto capannello di gente gli si forma attorno, continuando ad ingrossarsi.
Obediah Polkinghorn - così c'è scritto sul suo biglietto da visita - spiega: il suo lavoro, non facile, estremamente faticoso, è "dis-inventare" tutte le invenzioni che a suo giudizio hanno avuto conseguenze nefaste sulla vita degli esseri umani, a cominciare dagli zaini volanti per andarsene in giro per aria, e dalle macchine volanti, ovviamente. Naturalmente, la "dis-invenzione" è una reale decreazione: "Discreazione: far passare qualcosa di creato nell'increato." (Simone Weil): l'oggetto, tecnica, gadget, servizio, chincaglieria, macchina, apparecchio o mercanzia semplicemente smette di essere mai esistito, e naturalmente ne sparisce anche il ricordo, o meglio forse anche il suo ricordo non è mai esistito. Paradossalmente, il dis-inventore ricorda invece tutto ciò che ha dis-inventato.
Non aggiungo maggiori dettagli perchè vale la pena di andarsi a cercare la raccolta di racconti fs di autori diversi Il fantasma di Laika (tradotto in Italia in Urania Millemondi 64, uscito quest'estate) in cui è contenuto "Obediah il disinventore" e leggerselo (ci sono molti altri bei racconti nella raccolta).
Obediah Polkinghorn si sente molto utile al mondo.
In effetti avrei una lunga lista personale di invenzioni da disinventare da proporgli, se lo incontrassi....... ....per risalire la corrente del divenire fino a un attimo di inconcepibile, magico, atemporale disfarsi dell'irreversibile, dissolvenza comica del necessario in cui ripensare, creare altri mondi possibili, ricreandosi, rilassandosi, liberandosi nel fluire di possibilità d'essere, strutture mentali, possibilità emotive de-rigidificate, de-raggelate, de-create... tornate alla possibilità dell'apertura, dell'invenzione, della creatività, della possibilità di scelta: all'orizzonte verticale, trapezista, imprendibile, insondabile, ignoto, peripeziante, avventuroso, immaginifico, funambolico, aviatore, aliante, deltaplanista, aereo, solare, sognatore, artistico, audace della libertà.
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domenica 4 agosto 2013
?
Copiare da uno è plagio, copiare da tanti è ricerca. (A. Wharol)
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domenica 5 maggio 2013
libertà, dalla libertà dalla libertà!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
"Se incontri Buddha per la strada, sparagli!"
Splendido aforisma, non mi ricordo più di chi, riguardante la necessità di liberarsi di ogni guru, ogni auctoritas, qualsiasi dipendenza - qualsiasi forma di dipendenza da qualsiasi tipo di maitre a penser.
Certo.
ma, propongo questo ulteriore quesito, ti dico:
e se tu incontrassi invece colui che ha scritto quest'aforisma, cosa faresti?
Gli stringeresti la mano entusiasta , passeresti oltre indifferente, o spareresti anche a lui???????????????????????
Cioè:
è vero che dobbiamo liberarci da ogni forma di dipendenza , e dai nostri condizionamenti, in nome del libero pensiero , che è l'unica condizione di vita realmente autentica , e veramente dignitosa per qualsiasi spirito libero -
- ma, e, come la mettiamo con la nostra dipendenza - che può essere estrema -
dai vari Messia della Liberazione da ogni condizionamento e dipendenza, da ogni Maestro o Guru o auctoritas????
I vari Nietszche, J. Krishnamurti, U.G. Krishnamurti, etc...
non sono -
- in quanto promettono la Liberazione
da ogni schiavitù -
le Auctoritates, i Guru più dispotici, totalitari, dittatoriali, assoluti???????????
e allora, forse - non ci resta che accettarci così come siamo, con tutte le nostre dipendenze, condizionamenti, Guru, Maestri, maitres a penser, artisti ispiratori, filosofi di riferimento...... (spesso deliberatamente contraddittori tra di loro).
la Dipendenza da un solo Messia Liberatore che ci prometterebbe un'assoluta Libertà da tutto ciò - sarebbe forse la forma più radicale di alienazion e trascendente verso un'unica Auctoritas totalitaria, unico Filtro - nel nome della Libertà, dell'Incondizionatezza - attraverso cui leggere la Realtà in maniera veramente libera e autentica, "vera"-
ma, se accettiamo i nostri condizionamenti per come sono,
come potremmo non accettare anche questa ulteriore Illusione Salvifica di Liberazione da ogni Condizionamento??????????????????????
perciò:
l'acettazione delle dipendenze, ci espone, anche, alla possibilità della dipendenza da "maestri di libertà" o "spiriti liberi" che ci promettono la libertà da ogni dipendenza, e ci portano quindi a rifiutare ogni condizionamento.
- compresa lalibertà da loro stessi??????
(e si ritorna così all'accettazione dei condizionamenti)
E' un'eterno serpente che si morde la coda, un'eterna spirale contraddittoria senza soluzione nè assenza di soluzione, seguendo le spire della quale, nel frattempo, facciamo esperienza diretta, non-mediata, di quella "cosa che accade mentre siamo occupati in altri progetti" (J. Lennon), la Vita.
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Io non mi evolvo,
io sono. (Pablo Picasso),
non sapere
lunedì 22 aprile 2013
libero nulla in libero (?) stato della mente-
"... Si è liberi, si ha l'illusione della libertà nei gesti apparenti. Ma in fondo non si è liberi. Tutto ciò che è profondo nega la libertà. C'è una sorta di calamità, di fatalità segreta che dirige ogni cosa.
Il fatto è che chiunque agisca proietta un senso. Attribuisce un senso a ciò che fa, il che è assolutamente inevitabile e increscioso.. il motivo per cui non ho mai agito? Perché non credo nel senso. Attraverso la riflessione e l'esperienza interiore ho scoperto che niente ha senso, che la vita non ha alcun senso. Ciò non toglie che finché ci si industria si proietti un senso. Io stesso sono vissuto in simulacri di senso. Non si può vivere senza farlo. Ma chi agisce crede implicitamente che le sue azioni abbiano senso; altrimenti non si darebbe da fare. La mia esistenza quale essere vivente è in contraddizione con le mie idee. Essendo vivo faccio quello che fanno i vivi, ma non credo in ciò che faccio, eppure un po' ci credo, nonostante tutto; è questa, suppergiù, la mia posizione. La gente non riesce a credere che la storia non abbia un senso. La storia ha un corso, ma non un senso. Tutta la storia universale è così: ogni civiltà a un dato momento è matura per scomparire. Ci si chiede allora che senso abbia questo sviluppo. Ma non c'è senso, c'è sviluppo... Ci si prodiga, si fa qualche cosa, e poi si scompare [...] La negazione (nel senso) della storia è in ultima analisi la filosofia indiana: l'azione considerata insignificante, inutile. Ciò che conta è soltanto la sospensione del tempo... e infatti, se si riflette sulle cose, si dovrebbe smettere di agire, di muoversi... buttarsi per terra e piangere" (Cioran)
"Lasciare agire in sé la necessità, rinunciando alla propria volontà" (S. Weil)
"Il
sistema di controllo cognitivo è un artificio usato dal cervello per
sentirsi protetto e libero di decidere autonomamente quale regola
seguire o trasgredire.
L’insieme di convinzioni della torre di Babele del Super
io, il tribunale mentale, è un’auto-inganno involontario e tramandato
dalla notte dei tempi, un trucco evolutivo di sopravvivenza e
salvaguardia dai pericoli.
Eliminando
il sentimento (concetto) ingannevole del libero arbitrio elimini anche i
sensi di colpa (giusto o sbagliato), il senso d’inferiorità ad esso
collegato.
La Cura
radicale è accettare la natura delle cose… per gli stoici abbiamo solo
il potere di accettare o rifiutare quindi farsi trascinare dal nostro destino.
Senza
libertà di scelta non hai alcuna colpa ma neppure alcun merito. Questo è
un duro fendente per l’Ego, sovente dilaniato tra il complesso di
superiorità (prestigio) e d’inferiorità (colpevolezza).
Facciamo parte della natura, siamo
sottoposti alle leggi che governano l’universo: l’uomo non è in grado di
prender decisioni autonomi e indipendenti dalle forze esterne-interne
(visibili-invisibili) che ne determinano l’esistenza.
Potenti
emozioni, con il diritto di veto sulla ragione, intervengono per
mantenere lo status quo psichico che include la certezza (falsata
dall’evidenza) di essere o sentirsi liberi e autonomi nel decidere ->
avere la presunzione di incidere con la propria volontà personale sul
corso degli eventi (cioè sulla volontà della corrente del divenire,
fiume della vita su cui galleggiano tutte le creature).
Noi possiamo scegliere soltanto ciò che
rientra nella nostra particolare (provvisoria, limitata, superficiale)
sfera di interesse (benessere estemporaneo)."
(dal blog di Anima Libera:
http://obiettivi.wordpress.com/2013/03/26/sfatare-il-mito-del-libero-arbitrio/ )
Tutto ciò che facciamo è necessario.
Non esiste alcuna scelta.
Nel renderci conto di questo, possiamo anche renderci conto del fatto che anche questa nostra riflessione è necessaria, esattamente come sono e saranno necessari tutti i momenti in cui ci siamo e ci saremo considerati liberi e capaci di scegliere.
Quindi, che utilità ha questa riflessione? Nessuna, è semplicemente necessaria.
Ma anche credere di essere liberi, nei momenti in cui lo crediamo, è necessario.
Quindi, che valore ha qualsiasi riflessione, che senso ha affannarsi a cercare una verità, dato che ogni singolo momento dell'attività delle nostre sinapsi è comunque necessario, determinato, inevitabile?
Ma questa ulteriore riflessione è strettamente necessaria, esattamente come i nostri momenti in cui disperatamente andiamo alla ricerca di una qualche verità filosofica ultima o i momenti di oblio e incoscienza.
Dunque, non possiamo neanche decidere se smettere di affannarci filosoficamente o meno, come non siamo liberi di credere di essere liberi o meno.
"Quindi, tanto vale lasciar le cose andare per il loro verso, rilassarsi, senza intervenire!"
Ma tu dimentichi che già dicendo così stai cercando di intervenire sul naturale corso delle cose, e che in realtà tu non sei libero di lasciare andare le cose per il loro verso in maniera rilassata o di affannarti a cercare di modificare il corso spontaneo delle cose.
Se il corso naturale delle cose ti spinge a cercare di affermare il tuo libero arbitrio e cercare di modificare il corso delle cose, così farai, e ti affannerai disperatamente nel cercare di farlo, se il corso naturale delle cose ti spingerà a "lasciare andare", così farai. Ma "lasciare andare" cosa? Le cose già "vanno".
Dunque l'atteggiamento di chi pratica l'accettazione del presente, del necessario, di ciò che è, cercando di eliminare in sè il rifiuto, il volere selezionare, il volere intervenire, il volere modificare, è massimamente un "volere intervenire, volere modificare".
Mentre l'atteggiamento di chi vive semplicemente la propria naturale tensione, sforzo di ottenere, realizzare, modificare, compiere, selezionare è in realtà un'accettazione di "ciò che è" molto più completa.
Ma è un'accettazione che ci porta alla spontanea tendenza verso il rifiuto, verso la non accettazione.
E questo produce sofferenza.
Quindi cerchiamo e troviamo ancora dei momenti di più serena "accettazione".
Ma questo ci porta a "voler modificare", "non voler accettare" la nostra naturale, o comunque difficilmente evitabile, tensione verso il futuro, la fame di Altro, la nostra insoddisfazione verso il presente.
Esperti di meditazione Zen che si infuriano contro sè stessi perchè "ancora si innervosiscono, si arrabbiano, si scompongono", diventano isterici per niente. Non solo il nervosismo, ma in più la furia contro sè stessi perchè il nervosismo non dovrebbe esserci.
Quindi, "volendo modificare" l'incapacità di accettare, viviamo nella non-accettazione, sempre e comunque.
Le stesse parole dei saggi taoisti, tantrici o Zen che dicono cose tipo: "Non pensare che la spiritualità sia la ricerca di modificare, migliorare o realizzare qualcosa. La Via è semplicemente Essere Ciò che E', non c'è niente da modificare, migliorare, realizzare. Rilassati!" potrebbero apparire in questa luce come un ulteriore tentativo di modificare, migliorare o realizzare qualcosa.
Perciò, qualsiasi azione, affermazione e riflessione è equivalente, in quanto è nulla.
Perciò, davvero non c'è niente da dire o affermare.
Ma noi non siamo neanche liberi di scegliere di non affermare o di affermare.
La nostra attività sinaptica è necessaria, non ne siamo padroni, perciò come possono essere i suoi risultati attendibili?
E che significato ha poi, a questo punto, "attendibile" o "non attendibile"?
Perciò non possiamo neanche affermare di essere non liberi, esattamente come non possiamo affermare di essere liberi, esattamente come non possiamo affermare di potere o meno affermare qualcosa.
Quindi, che senso ha tutto questo?
Nessuno.
Ma non ha neanche senso affermare che non abbia nessun senso.
https://www.youtube.com/watch?v=qQ9xzi0HebI&list=LLH4TIDkE6UAer03OXoRLrpg
http://www.youtube.com/watch?v=zLckHHc25ww
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mercoledì 27 febbraio 2013
UN CAPOLAVORO CINEMATOGRAFICO DADAISTA-
"Verifica incerta", puro capolavoro di cinematografia DADA, pura, ridente, assurda, esilarante affermazione Senzasenso di anarchismo semiotico - libertà dal condizionato, scherzo sulle meccaniche massmediatiche, autonomia dalla psicologia, narrazione senza narrazione al di là della narrazione contro la narrazione, coinvolgente, appassionante a-narrazione!!!!!!!
"Non mi convince. ...Proprio non mi convince. ...Ma cosa? Tutto. Calmati. E non sono il solo! Per eventuali - per eventuali incidenti - incidenti sul lavoro - sul lavoro - chiunque venga ferito - chiunque venga ferito nel corso - nel corso dell'azione - dell'azione sarà ucciso sul posto - sarà ucciso sul posto da uno qualsiasi di noi - da uno qualsiasi di noi - Cosa?"
https://www.youtube.com/watch?v=hmhvr3RbGnA
Oppure, verifica inquieta sull'insensatezza di ogni senso.
"Non mi convince. ...Proprio non mi convince. ...Ma cosa? Tutto. Calmati. E non sono il solo! Per eventuali - per eventuali incidenti - incidenti sul lavoro - sul lavoro - chiunque venga ferito - chiunque venga ferito nel corso - nel corso dell'azione - dell'azione sarà ucciso sul posto - sarà ucciso sul posto da uno qualsiasi di noi - da uno qualsiasi di noi - Cosa?"
https://www.youtube.com/watch?v=hmhvr3RbGnA
Oppure, verifica inquieta sull'insensatezza di ogni senso.
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lunedì 24 dicembre 2012
Esercizi di scollegamento e connessione/3.
"Esci dallo stagnamento cerebrale. Evoca pensieri
differenti. Altera il tuo stato di coscienza. Provocati.
Porta la tua mente a nuovi livelli di pensiero."
(Yamada Takumi)
Aggiungo: allenati a scardinare le abitudini.
Se sei un inguaribile ottimista, forse un po' ingenuo secondo alcuni, studiati il Mondo come volontà e rappresentazione di Schopenauer, o almeno leggiti la Genealogia della morale di Nietszche, o, se non sei un gran lettore, leggiti almeno qualche aforisma di Cioran. Potrebbe essere divertente e liberatorio.
Se sei un filosofo del pessimismo cosmico, leggi Louise Hay, obbligandoti a sospendere il giudizio per un tempo che ti appaia al limite delle tue possibilità.
Se sei un sedentario, obbligati ad andare a correre una volta alla settimana, o qualsiasi altra attività fisica che impegni veramente il corpo e faccia sudare.
Se sei un tipo concreto e atletico, legati alla sedia e leggi un libro intellettualmente impegnativo per almeno tre ore.
Se sei un intellettuale, se ti occupi per gran parte del tuo tempo mentale di filosofia o fisica quantistica, costringiti a riparare ogni tanto qualcosa in casa con le tue mani, o ancora meglio: costruisci qualcosa con le tue mani.
Se sei un tipo pragmatico, leggi Novalis o Rilke, studia Platone o Heidegger, vai a una conferenza di storia della matematica o epistemologia dell'astronomia.
Se sei un poeta, vai ogni tanto in discoteca. Potrebbe essere dura, ma magari ti dà del materiale preziosisimo su cui lavorare.
Se sei un discotecaro, vai a fare da solo una passeggiata in alta montagna.
Se pensi che sia giusto "affermare/che l'intelletto ha la colpa di tutto" (Wislawa Szymborska) prova a riflettere su quanti conformismi dagli esiti nefasti ha prodotto nella storia e produce anche oggi la scarsità di un'attenta, cauta, lucida analisi critica.
Se sei un iper-mentale, fai almeno una volta in vita tua un seminario con gli allievi di Osho. Impegnativo, ma salutare sperimentare.
Ovviamente, sono solo esempi.
L'obiettivo non è arrivare a chissà quale equilibrio super-partes, omnicomprensivo, capace di superare idiosincrasie, gusti, preferenze, punti di vista. Questo è non solo impossibile, ma anche assurdo, grottesco, disumano, mostruoso. Ognuno ha il carattere che ha. Ognuno trova le sue maniere, ed è giusto che le segua.
Il punto non è questo.
Il punto è semplicemente il fatto che seguire sempre le stesse rotte, mappe, tragitti, consuetudini neurali fa ammuffire il cervello. Ogni tanto, è necessario capovolgere le cose.
Ogni giorno, pensa almeno due cose mai pensate.
Ogni giorno, fai almeno tre cose mai fatte.
Valgono anche cose banali, non per forza grandi cose. Fare una strada che non hai mai fatto per tornare a casa. Mangiare con la sinistra (o con la destra se sei mancino). Lavarsi i denti senza dentifricio, o senza spazzolino. Pensare a come può vedere il mondo una coccinella.
basta una cosa minima, banale, ma inusuale, e i neuroni si riattivano, il cervello respira, il corpo si risveglia, il cuore batte si sveglia, e noi riscopriamo la meraviglia semplice e divertita dell' abitare in questo misterioso, complessissimo, enigmatico, multisfaccettato universo.
"Dall'avvento della meccanica quantistica, gli scienziati ci hanno detto che poche cose sono come sembrano e nulla è certo. pensa alle possibilità straordinarie che questo comporta: quando nulla è certo, tutto è possibile." (Paul Wilson)
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giovedì 11 ottobre 2012
ti sei mai chiesto: quale funzione hai?
il silenzio del rumore/delle valvole a pressione
i cilindri del calore/serbatoi di produzione
anche il tuo spazio è su misura.
non hai forza per tentare/di cambiare il tuo avvenire
per paura di scoprire/libertà che non vuoi avere.
ti sei mai chiesto:/ quale funzione hai?
quale funzione hai?/ti sei mai chiesto
per paura di scoprire/libertà che non vuoi avere...
(Franco Battiato, dall'album: Pollution, 1972)
http://www.youtube.com/watch?v=Z85UOJmf-5A
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giovedì 5 luglio 2012
mordendo le stelle
"I discorsi di un filosofo devono essere intrisi di quella dolcezza acre che può mordere le umane ferite." (Diogene il Cane)
"Al modo dei cani i cinici mangiavano sulla piazza del mercato. Rifiutavano il cerimoniale del pasto regolato da orari, luoghi appropriati e abitudini. Se trovavano cespugli fornitori di bacche selvatiche, o fontane generose d'acqua chiara e fresca, i cinici si nutrivano a volontà, cogliendo le occasioni.
A chi un giorno lo rimproverava di mangiare sulla piazza del mercato, all'ombra ma sotto gli occhi dei passanti, Diogene rispose: "Nella piazza del mercato ebbi fame." Se l'argomento ad hominem non bastava, ricorreva alla logica o alla retorica, preparandole con l'ironia: "Se far colazione non è strano, neppure nella piazza del mercato è strano. Non è strano far colazione; dunque non è neppure strano fare colazione nella piazza del mercato." (M. Onfray, Cinismo - Principi per un'etica ludica)
"L'autore del Principe teorizza un certo numero di pratiche militari. Nelle sue pagine possiamo leggere anche l'elogio di una tecnica lacedemone della quale i nazisti sfrutteranno tutte le potenzialità: mostrate, dice Machiavelli, i nemici privi dei loro abiti, nudi, dinanzi ai soldati: "come tenne Agesilao spartano, il quale mostrò a' suoi soldati alcuni Persiani ignudi, acciò che, vedute le loro membra dilicate, non avessero cagione di temergli". Si pensi alle lunghe file di corpi nudi sotto il cielo invernale di Germania. In conclusione: le tecniche guerriere, quali che siano le compromissioni tecnologiche che esonerano dal coraggio, sono tutte preistoriche. Poggiano su istinti da rettile, sugli istinti primari. ma le prassi disciplinari bestiali che costituiscono la tradizione degli eserciti vengono sempre prodotte in nome della cultura, della civiltà e della intelligenza.
Il cinismo militare è volgare perchè invita all'uso dei mezzi più barbari (violenza, omicidi, delitti, torture, odio, efferatezze, stupri, saccheggi, sprezzo) per giungere a fini adorni di tutt'altri orpelli: trionfo della civiltà, dell'ordine, della libertà, dell'indipendenza. In nessun altro caso forse il regno dei fini e quello dei mezzi sono tanto distanti, tanto in contrasto. Miliziano della pace, il militare è prima di tutto professionista della morte.
Fra i cultori dell'uniforme e della disciplina marziale troviamo anche i rivoluzionari. Il 1789 inventa l'esercito di coscrizione, il 1917 l'armata rossa...
Il cinismo rivoluzionario insegna che per il progettato ordine nuovo sono leciti tutti i disordini possibili e immaginabili - in attesa del radioso domani...
Leggiamo nelle pagine di uno dei più celebri campioni della rivoluzione la formula classica del cinismo volgare: "Da un punto di vista universale la necessità giustifica il diritto d'agire; il successo giustifica il diritto dell'individuo." Un altro afferma: "Soltanto il fine può giustificare i mezzi." Il primo è Adolf Hitler, il secondo Lev Trockij - cinici volgari emblematici, se mai ve ne furono." (Idem)
"Dobbiamo continuare, e accompagnare Nietzsche più lontano, fino al punto in cui condanna "la generazione imbelle" che "oggi sulle cattedre domina"? Lasciamo perdere i sapienti e le teste sopraffine che tanto contribuiscono alla decadenza della disciplina...
I cinici insegnano a vivere, a pensare, a esistere, a agire alle prese coi frammenti del mondo reale, quando si incontrano la morte, il piacere o il desiderio. Insegnano ad essere insolenti verso tutto ciò che si agghinda con le penne del sacro: la società, gli dèi, la religione, i re, le convenzioni. Con i cinici la filosofia si occupa di quel che ci è prossimo, e scredita tutti i progetti che privilegiano la seriosità.
Dei nuovi cinici potrebbero dirci in cosa siamo ancora pii, saprebbero nuocere alla stupidità, disperare dei luoghi comuni, invitare ala pura singolarità, evitare le imprese gregarie, promuovere la verità dell'individuo. Con loro si scoprirebbe un'alternativa allo spirito di pesantezza, ai mercanti di apocalisse, ai teorici del nichilismo." (Idem)
"Rognoso, errante, amico delle stelle, il cinico fiuta le vie strette che conducono alla virtù." (Idem)
"Al modo dei cani i cinici mangiavano sulla piazza del mercato. Rifiutavano il cerimoniale del pasto regolato da orari, luoghi appropriati e abitudini. Se trovavano cespugli fornitori di bacche selvatiche, o fontane generose d'acqua chiara e fresca, i cinici si nutrivano a volontà, cogliendo le occasioni.
A chi un giorno lo rimproverava di mangiare sulla piazza del mercato, all'ombra ma sotto gli occhi dei passanti, Diogene rispose: "Nella piazza del mercato ebbi fame." Se l'argomento ad hominem non bastava, ricorreva alla logica o alla retorica, preparandole con l'ironia: "Se far colazione non è strano, neppure nella piazza del mercato è strano. Non è strano far colazione; dunque non è neppure strano fare colazione nella piazza del mercato." (M. Onfray, Cinismo - Principi per un'etica ludica)
"L'autore del Principe teorizza un certo numero di pratiche militari. Nelle sue pagine possiamo leggere anche l'elogio di una tecnica lacedemone della quale i nazisti sfrutteranno tutte le potenzialità: mostrate, dice Machiavelli, i nemici privi dei loro abiti, nudi, dinanzi ai soldati: "come tenne Agesilao spartano, il quale mostrò a' suoi soldati alcuni Persiani ignudi, acciò che, vedute le loro membra dilicate, non avessero cagione di temergli". Si pensi alle lunghe file di corpi nudi sotto il cielo invernale di Germania. In conclusione: le tecniche guerriere, quali che siano le compromissioni tecnologiche che esonerano dal coraggio, sono tutte preistoriche. Poggiano su istinti da rettile, sugli istinti primari. ma le prassi disciplinari bestiali che costituiscono la tradizione degli eserciti vengono sempre prodotte in nome della cultura, della civiltà e della intelligenza.
Il cinismo militare è volgare perchè invita all'uso dei mezzi più barbari (violenza, omicidi, delitti, torture, odio, efferatezze, stupri, saccheggi, sprezzo) per giungere a fini adorni di tutt'altri orpelli: trionfo della civiltà, dell'ordine, della libertà, dell'indipendenza. In nessun altro caso forse il regno dei fini e quello dei mezzi sono tanto distanti, tanto in contrasto. Miliziano della pace, il militare è prima di tutto professionista della morte.
Fra i cultori dell'uniforme e della disciplina marziale troviamo anche i rivoluzionari. Il 1789 inventa l'esercito di coscrizione, il 1917 l'armata rossa...
Il cinismo rivoluzionario insegna che per il progettato ordine nuovo sono leciti tutti i disordini possibili e immaginabili - in attesa del radioso domani...
Leggiamo nelle pagine di uno dei più celebri campioni della rivoluzione la formula classica del cinismo volgare: "Da un punto di vista universale la necessità giustifica il diritto d'agire; il successo giustifica il diritto dell'individuo." Un altro afferma: "Soltanto il fine può giustificare i mezzi." Il primo è Adolf Hitler, il secondo Lev Trockij - cinici volgari emblematici, se mai ve ne furono." (Idem)
"Dobbiamo continuare, e accompagnare Nietzsche più lontano, fino al punto in cui condanna "la generazione imbelle" che "oggi sulle cattedre domina"? Lasciamo perdere i sapienti e le teste sopraffine che tanto contribuiscono alla decadenza della disciplina...
I cinici insegnano a vivere, a pensare, a esistere, a agire alle prese coi frammenti del mondo reale, quando si incontrano la morte, il piacere o il desiderio. Insegnano ad essere insolenti verso tutto ciò che si agghinda con le penne del sacro: la società, gli dèi, la religione, i re, le convenzioni. Con i cinici la filosofia si occupa di quel che ci è prossimo, e scredita tutti i progetti che privilegiano la seriosità.
Dei nuovi cinici potrebbero dirci in cosa siamo ancora pii, saprebbero nuocere alla stupidità, disperare dei luoghi comuni, invitare ala pura singolarità, evitare le imprese gregarie, promuovere la verità dell'individuo. Con loro si scoprirebbe un'alternativa allo spirito di pesantezza, ai mercanti di apocalisse, ai teorici del nichilismo." (Idem)
"Rognoso, errante, amico delle stelle, il cinico fiuta le vie strette che conducono alla virtù." (Idem)
giovedì 21 giugno 2012
esercizi di scollegamento e connessione/2
andare a sessanta all'ora sulla tangenziale semideserta, di notte, prendendo il fresco col braccio fuori dal finestrino dopo una giornata di lavoro e di afa estiva, è stata una delle esperienze più rilassanti che mi siano capitate ultimamente.
quasi una vendetta verso questo mondo impazzito, drogato di velocità, frenesia, automatica, rabbiosa isteria collettiva coatta.
mi è sembrato che così dovrebbe essere l'anticonformismo: lento, rilassato, gaudente, sorridente, epicureo.
indifferente a tutto ciò che sfreccia intorno, dotato di una sana dose di menefreghismo, ma proprio per questo capace di reale attenzione a tutto ciò che accade, e capace di reale simpatia e collaborazione con i fratelli, umani, animali, vegetali, minerali.
scollegato, dai circuiti meccanici del pensiero unico.
connesso, con i profumi e le vibrazioni della terra, con le sensazioni, i suoni, le percezioni, il proprio corpo.
fisico, ma di una fisicità sottile, tolta ai nervosismi moderni.
semplice, come solo un animale sa essere.
mentre penso più o meno questo, quasi un segno, in un tratto di strada che per lavori in corso ha una sola corsia percorribile, io e altri autisti ci troviamo piazzato davanti un trasporto eccezionale che va a quaranta all'ora.
Che godimento!
poi, dopo il rilassamento e il piacere (e la soddisfazione) mi accorgo che succede qualcos'altro: i miei neuroni, in seguito al rallentamento, e soprattutto in seguito al rallentamento in quel luogo, in quel contesto, percorso tante volte in preda all'automatismo della velocità, cambiano anche loro marcia: divento estremamente più attento, più lucido, la mia vista e le altre percezioni sono più all'erta e la visuale è più rilassata e più ampia: una volta interrotto l'automatismo, guardo il mondo non più con quel quotidiano atteggiamento di "Sì, lo so già." per cui l'abitudine ci fa smettere di notare le cose, ma con una curiosità e uno spirito d'osservazione che raramente ho.
quasi una vendetta verso questo mondo impazzito, drogato di velocità, frenesia, automatica, rabbiosa isteria collettiva coatta.
mi è sembrato che così dovrebbe essere l'anticonformismo: lento, rilassato, gaudente, sorridente, epicureo.
indifferente a tutto ciò che sfreccia intorno, dotato di una sana dose di menefreghismo, ma proprio per questo capace di reale attenzione a tutto ciò che accade, e capace di reale simpatia e collaborazione con i fratelli, umani, animali, vegetali, minerali.
scollegato, dai circuiti meccanici del pensiero unico.
connesso, con i profumi e le vibrazioni della terra, con le sensazioni, i suoni, le percezioni, il proprio corpo.
fisico, ma di una fisicità sottile, tolta ai nervosismi moderni.
semplice, come solo un animale sa essere.
mentre penso più o meno questo, quasi un segno, in un tratto di strada che per lavori in corso ha una sola corsia percorribile, io e altri autisti ci troviamo piazzato davanti un trasporto eccezionale che va a quaranta all'ora.
Che godimento!
poi, dopo il rilassamento e il piacere (e la soddisfazione) mi accorgo che succede qualcos'altro: i miei neuroni, in seguito al rallentamento, e soprattutto in seguito al rallentamento in quel luogo, in quel contesto, percorso tante volte in preda all'automatismo della velocità, cambiano anche loro marcia: divento estremamente più attento, più lucido, la mia vista e le altre percezioni sono più all'erta e la visuale è più rilassata e più ampia: una volta interrotto l'automatismo, guardo il mondo non più con quel quotidiano atteggiamento di "Sì, lo so già." per cui l'abitudine ci fa smettere di notare le cose, ma con una curiosità e uno spirito d'osservazione che raramente ho.
Aaaaahhhh, la gerarchia sulla Terra è in qualunque cosa: tutti sono capi, tutti si credono superiori a qualche cosa, gli uomini si credono superiori alle donne, la gente di città a quella di campagna, gli adulti ai bambini, gli umani agli animali e alle piante, e poi... ci sono le razze!!!!!!!! (dal film: "Il pianeta verde").
Everyone is a fuckin' Napoleon. (da una canzone rock sentita al mercatino hippie di Formentera).
Superiore = Super - Io - Re!!!!!!!
Insomma, un bel delirio galoppante che ci ha contagiati tutti.
Chi, forse per difendersi, non si sente superiore agli altri, per reddito, per successo, per livello di istruzione, per razza, per cultura, per religione, per ideologia, per livello di "evoluzione spirituale", per livello di "evoluzione psicologica", per bellezza, fisica o morale, perchè si hanno tanti bei vestitini firmati, o una bella macchina, o un cervello capace di brillare in matematica o in filosofia, o perchè si canta, danza, suona bene, o perchè "tanto io ho ragione, loro non capiscono niente", o perchè si è bravi ad argomentare, o perchè si hanno tanti muscoli, o magari perchè si critica la tendenza a considerarsi superiori agli altri????
Competizione, superiorità, giudizio, guerricciuole di ogni tipo fra poveri di Vita.
Intendo dire: e se distratti da queste scaramuccie polemiche e competitive ci stessimo dimenticando di vivere???????
Ci stessimo perdendo questo istante che non tornerà mai più???????
Ci stessimo dimenticando i nostri sogni, chè se cercassimo di realizzarli veramente non ci sarebbe nè tempo nè energia per distrarsi da niente che non siano i nostri Autentici, Sacri Desideri, Ora, Adesso, ogni Istante guidato da una chiara netta Ispirazione che non ammette dubbi - ciò per cui ci siamo incarnati in questa Vita, ciò per cui siamo qui: non ci sarebbe tempo per fare altro che essere Felici o tormentati dalla reale incarnazione in atto dei nostri sogni - e questa possibilità - la possibilità di ESSERE e basta - è la cosa che ci terrorizza di più?????????
Per questo ci attacchiamo così tanto a cose senza nessuna importanza, scaramucce, guerricciuole, innervosimenti fra colleghi, faide, invidie, status symbol, successi, insuccessi, parodie di lotte per la realizzazione!!!!!
Se FOSSIMO veramente, che è la cosa più semplice - e quanto ci terrorizza la semplicità!!!!!!! - di tutto questo non ci ricorderemmo forse neanche più.
Everyone is a fuckin' Napoleon. (da una canzone rock sentita al mercatino hippie di Formentera).
Superiore = Super - Io - Re!!!!!!!
Insomma, un bel delirio galoppante che ci ha contagiati tutti.
Chi, forse per difendersi, non si sente superiore agli altri, per reddito, per successo, per livello di istruzione, per razza, per cultura, per religione, per ideologia, per livello di "evoluzione spirituale", per livello di "evoluzione psicologica", per bellezza, fisica o morale, perchè si hanno tanti bei vestitini firmati, o una bella macchina, o un cervello capace di brillare in matematica o in filosofia, o perchè si canta, danza, suona bene, o perchè "tanto io ho ragione, loro non capiscono niente", o perchè si è bravi ad argomentare, o perchè si hanno tanti muscoli, o magari perchè si critica la tendenza a considerarsi superiori agli altri????
Competizione, superiorità, giudizio, guerricciuole di ogni tipo fra poveri di Vita.
Intendo dire: e se distratti da queste scaramuccie polemiche e competitive ci stessimo dimenticando di vivere???????
Ci stessimo perdendo questo istante che non tornerà mai più???????
Ci stessimo dimenticando i nostri sogni, chè se cercassimo di realizzarli veramente non ci sarebbe nè tempo nè energia per distrarsi da niente che non siano i nostri Autentici, Sacri Desideri, Ora, Adesso, ogni Istante guidato da una chiara netta Ispirazione che non ammette dubbi - ciò per cui ci siamo incarnati in questa Vita, ciò per cui siamo qui: non ci sarebbe tempo per fare altro che essere Felici o tormentati dalla reale incarnazione in atto dei nostri sogni - e questa possibilità - la possibilità di ESSERE e basta - è la cosa che ci terrorizza di più?????????
Per questo ci attacchiamo così tanto a cose senza nessuna importanza, scaramucce, guerricciuole, innervosimenti fra colleghi, faide, invidie, status symbol, successi, insuccessi, parodie di lotte per la realizzazione!!!!!
Se FOSSIMO veramente, che è la cosa più semplice - e quanto ci terrorizza la semplicità!!!!!!! - di tutto questo non ci ricorderemmo forse neanche più.
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venerdì 19 agosto 2011
cosa ne direbbe Jiddu Krishnamurti? E (...) cosa ne direbbe invece un allievo di Jiddu Krishnamurti?
anni fa. in un centro buddhista. seminario di meditazione concentrativa. consiste, seduti con gli occhi chiusi, nello sforzarsi di restare concentrati solo e soltanto su una immagine, una sola, scelta dal praticante, ma il Lama consiglia di scegliere un'immagine sacra. magari un'immagine di Buddha. svuotare la mente da tutto il resto, e riempirla solo e solamente di quest'immagine.
Il Lama spiega che questa pratica aiuta a indebolire gli attaccamenti della mente.
Un praticante fa questa strana domanda: "...ma se uno ha un attaccamento verso il Buddha e la sua immagine?"
Il Lama non seppe, non volle, o non potè rispondere.
Il Lama spiega che questa pratica aiuta a indebolire gli attaccamenti della mente.
Un praticante fa questa strana domanda: "...ma se uno ha un attaccamento verso il Buddha e la sua immagine?"
Il Lama non seppe, non volle, o non potè rispondere.
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rilassati. spegni la mente. lasciati andare. fai silenzio dentro di te. ascolta il tuo corpo. senti. fluisci. osserva il respiro. lascia andare. lascia andare tutto.......svuotati dei pensieri, butta tutto dalla finestra e affacciati sulla Luce/Ombra segreta della tua Anima..............respira....................dolcemente............lentamente.......rilassati..........dimentica tutto.....ne volete ancora tanti di ordini mentali a cui obbedire?
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basta con la programmazione. neuro, linguistica, socio-culturale, conformista, anticonformista, intellettuale, anti-intellettuale, spirituale, materiale, sinistrorsa, destrimane, psico-religiosa, estetico-egoica, altruista, egoista, entusiasta, passionale, distaccata, cinica, nervosa, rilassata, complicata, semplice, artificiale, naturale, umil-boriosa, senile-giovanilistica, demenziale-ricercata, artefatta-naif, corrugatafluida. basta. oppure: ancora.
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