di-segno di Sacrilegio Tempesta

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pARTICOLARE DI "Autunno", quadro di Diogene senza l'anima?. Foto di Sacrilegio Tempesta.

lunedì 23 dicembre 2013

Sei "tragedie in due battute" di Achille Campanile


LA CREAZIONE DEL MONDO


Personaggi:
UN ANIMALE DIMENTICATO

La scena si svolge subito dopo la creazione del mondo.


UN ANIMALE DIMENTICATO
Oh, rabbia! Tutti sono stati creati e io no!
                        (sipario)

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PROFITTIAMO DELLE COMODITA'


Personaggi:
IL MARITO
LA MOGLIE


IL MARITO
rincasando con un grosso involto: Ho portato le maschere antigas.

LA MOGLIE
Benissimo. Allora stanotte possiamo lasciare il gas aperto.
                               (sipario)

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MANI IN ALTO!


Personaggi:
CHARLES JOHNSON
IL BANDITO

CHARLES JOHNSON traversava nottetempo una foresta. A un tratto gli si parò davanti l'ombra minacciosa di un BANDITO  e contemporaneamente s'udì un grido minaccioso: Mani in alto!

CHARLES JOHNSON non si mosse. Chi invece alzò tremando tutte e due le braccia, fu né più né meno che il BANDITO.

Come si spiega questo fatto?
Semplicissimo: a gridare "mani in alto" era stato CHARLES JOHNSON  e non il BANDITO.
                                    (sipario)

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DUBBI


Personaggi:
IL CREDENTE
L'ATEO


IL CREDENTE
Io sono un credente, signore, afflitto dal dubbio che Dio non esista.

L'ATEO
Io, peggio. Sono un ateo, signore, afflitto dal dubbio che Dio, invece, esista realmente. E' terribile.
                                                (Sipario)

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UN UOMO PRATICO


Personaggi:
UN TALE 
UN ALTRO

Dove che sia, ai nostri giorni.


IL TALE
In Italia, la rovina del teatro è l'usanza della prima rappresentazione, con quel pubblico speciale, più o meno presuntuoso, più o meno ignorante. Ergo, aboliamo la "prima" e cominciamo senz'altro dalla seconda.

L'ALTRO
Ma così la seconda diventa la prima e saremo da capo.

IL TALE
Bene. Si cominci, allora, dalla terza rappresentazione.
                                 (sipario)

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DRAMMA INCONSISTENTE


Personaggi:
NESSUNO

La scena si svolge in nessun luogo.


NESSUNO
tace.



                                              (Achille Campanile, da Tragedie in due battute)



 

Una poesia di Davide Van de Sfroos



Forse forse forse
giunge l'ombra a riparare le onde,
a contare le viti e i motoscafi,
l'ombra che disegna
e l'ombra che non sogna.
Forse forse forse
forse la notte ha gli occhi storti,
sbatte le sue ossa nere
come pietre focaie,
raggiunge una scintilla per bearsi del buio
che la circonda.
Forse forse forse
ho perso le rotaie,
le risposte, i condimenti,
ma conservo questa mano
che accarezza i porcospini
e lo sguardo marinaio tra le vele
in controtempo,
e una lama di cipolla.


                      (Davide Van de Sfroos)


Jaco Pastorius - Jaco Pastorius - 1976


Jaco Pastorius, uno dei più grandi bassisti di sempre.



Una storiella sciamanica della tradizione dei nativi nordamericani.



"La leggenda dei due lupi.


Una sera un anziano capo Cherokee raccontò al nipote la battaglia che avviene dentro di noi.
Gli disse: "Figlio mio la battaglia è fra due lupi che vivono dentro di noi.

Uno è infelicità, paura, preoccupazione, gelosia, dispiacere, autocommiserazione, rancore, senso di inferiorità.

L'altro è felicità, amore, speranza, serenità, gentilezza, generosità, verità, compassione.

...il piccolo ci pensò su un minuto poi chiese: "Quale lupo vince?"

L'anziano Cherokee rispose semplicemente: "Quello a cui dai da mangiare". "


(storia raccontata - tra gli altri - da Manitonquat, detto anche "Medicine Story", uomo-medicina e raccontatore di storie della tradizione nativa nordamericana)

Un breve passo di un teologo medievale francescano.


«Bisogna che tu rientri in te stesso. Il tuo spirito, infatti, ama di amore potente se stesso. Ma non 

potrebbe amare se stesso, se non si conoscesse. […] Il puro e semplice essere è la prima 

nozione che si presenta alla mente ripulita e calma, e si identifica con l'atto puro di essere - 

semplicemente essere che si è. […]

Ma come l'occhio del corpo, distratto dalla verità dei colori, non vede la luce, che pure è 


l'elemento che glieli rende visibili o, se anche la vede, non vi pone attenzione; così l'occhio del 

nostro spirito, attratto dagli esseri particolari e dai concetti, perde di vista proprio quell'essere 

semplice e puro, che è al di là di ogni specificazione e descrizione [poiché semplicemente è e 

basta]. Eppure quest'essere semplice e puro è la prima nozione che gli si presenti all'umano, e 

tutte le altre cose non si possono comprendere se non partendo da questa sensazione di 

presenza, di puramente e concretamente essere. […] Tale essere purissimo ti si presenterà 

come essere primo, eterno, semplicissimo, attualissimo, perfettissimo e assolutamente uno senza 

secondo. 
 
Ma c'è ancora dell'altro che può aumentare il tuo stupore. Se continuerai la tua riflessione con la 


mente pulita e calma, si farà ancor più "luce" in te, e "vedrai" che questo puro e semplice essere 

è anche ultimo, proprio perché è primo; è continuamente presente, perché eterno; è il più 

grande, perché il più semplice; è il più immutabile, perché il più attuale; è immenso, perché 

perfettissimo; è inesauribile verità, perché somma unità» (Bonaventura da Bagnoregio, 

1217/1221 circa - 1274).

lunedì 9 dicembre 2013

"Sacro mi sia, allora, lo sterpaio disordinato dove trovano rifugio le serpi e le vipere, che del loro veleno ho decisamente meno paura e più rispetto."

"Era primavera e tanto giallo abbaglia. Giorgio rimase estasiato e fermò l'auto per avvicinarsi, guardare, camminarci in mezzo. Immaginava di poter cogliere il ronzio degli insetti già a distanza, com'era capitato anni prima, ma non fu così. Immaginava che nuvole di api abitassero gli stimmi soleggiati, ubriache di nettare e pollini squisiti. Rimase attonito quando si rese conto che l'unico rumore era quello dei petali e delle foglie tenere al vento. 

Annusò l'aria, e un odore acre e pungente lo ferì. 

La terra era vuota di qualsiasi altra vita che non fossero lei, la Colza. Allora capì: su quella coltura era stato sparso con dovizia un insetticida. Giorgio prese alcuni fiori, e li portò al laboratorio. L'insetticida utilizzato era un derivato della dieldrina. 

Non sono ancora finiti i tempi in cui l'uso di pesticidi, prospettato come necessario alle produzioni agricole dalle multinazionali, assume le forme di vero e proprio consumismo. Gli agricoltori, plagiati dalle pressioni di mercato e dalla paura di veder perduto un raccolto su cui, erroneamente, son già stati spinti a investire più del dovuto, finiscono per attuare interventi pesanti senza rendersi conto delle reali conseguenze dei loro atti. In questo caso, ad esempio, la sola presenza delle api garantirebbe alla Colza un'impollinazione massiccia e un incremento della produzione fino al 90%; somministrare insetticidi per abbattere minacce spesso solo ipotetiche e sovrastimate in grado di compromettere il 30% della produzione per rinunciare al 90% è un pò come darsi la zappa sui piedi. E per un agricoltore è davvero il colmo. Ma, tant'è....
Il Giorgio del racconto è Giorgio Celli, etologo, studioso e scienziato. Lui è ancora vivo, ma le api e gli altri insetti del racconto sono tutti morti. E la dieldrina è finita nella terra, nella Colza, nell'aria, nelle falde acquifere.

Quando ci fermiamo estasiati a mirare un campo esteso di fiori tutti uguali, per quanto bella possa essere quell'immagine, ricordiamoci che forse nasconde un veleno. O più di uno. 

Sacro mi sia, allora, lo sterpaio disordinato dove trovano rifugio le serpi e le vipere, che del loro veleno ho decisamente meno paura e più rispetto." (Primiana Leonardini Pieri, dalla sua pagina Facebook, con il permesso dell'autrice)

renzi=berlusconi=grillo.

Incoscienza subliminalista populista massmediatica = Incoscienza subliminalista populista massmediatica = Incoscienza subliminalista populista massmediatica.

Una poesia di Wislawa Szymborska


UTOPIA



Isola dove tutto si chiarisce.

Qui ci si può fondare su prove.

L'unica strada è quella d'accesso.

Gli arbusti fin si piegano sotto le risposte.

Qui cresce l'albero della Giusta Ipotesi
con rami districati da sempre.

Di abbagliante linearità è l'albero del Senno
presso la fonte detta Ah Dunque E' Così.

Più ti addentri nel bosco, più si allarga
la Valle dell'Evidenza.

Se sorge un dubbio, il vento lo disperde.

L'eco prende la parola senza che la si desti
e chiarisce volenterosa i misteri dei mondi.

A destra una grotta in cui giace il senso.

A sinistra il lago della Profonda Convinzione.
Dal fondo si stacca la verità e lieve viene a galla.

Domina sulla valle la Certezza Incrollabile.
Dalla sua cima si spazia sull'Essenza delle Cose.

Malgrado le sue attrattive l'isola è deserta,
e le tenui orme visibili sulle rive
sono tutte dirette verso il mare.
Come se da qui si andasse soltanto via,
immergendosi irrevocabilmente nell'abisso.
Nella vita inconcepibile.

venerdì 6 dicembre 2013

poesia.










scarno disincarnato aforisma di suono,

tetra neniuccia, onda tellurica,

dolce frastuono.

aroma di niente,

armonia del tuono.



profumo del muschio nel vento selvaggio

annusato nel colmo di segnetti sonori.



vuota astratta trasparenza con microscopici fori neri.



Se un quadro è qualcosa, se puoi toccarne i colori

Se un quadro è una cosa, una cosa che si fa, materia da plasmare

la poesia è un amaro divertente nonsense di niente in rima,

trasparenza bianca astratta con qualche vapore opaco effimero

che s’avvicina

e già sfuma

e già è tornato nel nulla che è sempre stato:

fantasmi, spettri, simboli

evanescenti come sogni al mattino,




durevoli un attimo



















e della consistenza della brina.