LASCIA TUTTO, E SEGUITI! (F. Battiato) Dove tutto è enigma (storia, natura, cosmo) la certezza dell'insolubilità pone un invisibile seme di speranza. (Guido Ceronetti)

di-segno di Sacrilegio Tempesta
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pARTICOLARE DI "Autunno", quadro di Diogene senza l'anima?. Foto di Sacrilegio Tempesta.
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lunedì 3 marzo 2014
Mantra per gente postmoderna
Una specie di preghiera smorzata, sperduta e disillusa, di flusso di coscienza incerto e sospeso, di flusso di emozioni inquiete, interrogative, che cercano il loro ritmo, il loro calore, la loro risposta non si sa in quale cielo, la loro energia liberatoria, la loro libera espressione, la loro saggezza in linguaggi ancora da inventare. Un mantra crescente che si interrompe restando indefinito, senza una conclusione.
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domenica 11 agosto 2013
-sganciando-
Stare attaccati a Facebook o ad un telefonino è solo la versione più evidente, letterale dello "stare attaccati alla Macchina".
Ma si può essere "connessi alla Macchina" in molte maniere diverse.
Guardando il telegiornale (o leggendo un giornale) e accalorandoci nel nostro scandalizzarci o fare il tifo, in base a luoghi comuni pre-pensati da qualcun altro.
Leggendo un libro e appassionandoci alle idee lì sostenute con un'adesione acritica (anche qui, entriamo in un "meccanismo", e una volta che questo è "acceso", funzioniamo in maniera automatica).
Fissandoci su idee sclerotizzate, oppure su dubbi-brusio-di-folla della mente.
Scattando in reazioni irriflesse.
Pensando di poter "acquisire" definitivamente certezze, risultati, identità-definizione, accumulare e confermare in maniera definitiva, rigida, possessiva, eterna soluzioni e risposte, bramare e stringere strette "proprietà" psichiche, cristallizzate, raggelate "verità" esistenziali.
Aderendo a un qualsiasi "-ismo", e perciò stesso delegando ad esso la libertà ed il rischio di pensare, sentire, scegliere, vivere liberamente, essere.
La Macchina è sempre esistita. Oggi c'è certo un'ipertrofizzazione e un'apoteosi paradossale, universale, totalizzante, assolutizzante della Macchina, ma il problema non sono tanto gli strumenti tecnici, quanto un processo interiore.
Disconnettersi dalla Macchina è staccare la spina alla continuità della realtà virtuale ottundente del Già-Tutto-Noto, strappare gli ormeggi e fluire sull'apertura-Oceano della vita, della realtà Ogni-Volta-Diversa, ogni volta sorprendente, priva di etichette e direzioni, senza risposte, senza soluzioni aprirsi all'esplorazione del reale, dell'essere, del Grande Ignoto-
Ma si può essere "connessi alla Macchina" in molte maniere diverse.
Guardando il telegiornale (o leggendo un giornale) e accalorandoci nel nostro scandalizzarci o fare il tifo, in base a luoghi comuni pre-pensati da qualcun altro.
Leggendo un libro e appassionandoci alle idee lì sostenute con un'adesione acritica (anche qui, entriamo in un "meccanismo", e una volta che questo è "acceso", funzioniamo in maniera automatica).
Fissandoci su idee sclerotizzate, oppure su dubbi-brusio-di-folla della mente.
Scattando in reazioni irriflesse.
Pensando di poter "acquisire" definitivamente certezze, risultati, identità-definizione, accumulare e confermare in maniera definitiva, rigida, possessiva, eterna soluzioni e risposte, bramare e stringere strette "proprietà" psichiche, cristallizzate, raggelate "verità" esistenziali.
Aderendo a un qualsiasi "-ismo", e perciò stesso delegando ad esso la libertà ed il rischio di pensare, sentire, scegliere, vivere liberamente, essere.
La Macchina è sempre esistita. Oggi c'è certo un'ipertrofizzazione e un'apoteosi paradossale, universale, totalizzante, assolutizzante della Macchina, ma il problema non sono tanto gli strumenti tecnici, quanto un processo interiore.
Disconnettersi dalla Macchina è staccare la spina alla continuità della realtà virtuale ottundente del Già-Tutto-Noto, strappare gli ormeggi e fluire sull'apertura-Oceano della vita, della realtà Ogni-Volta-Diversa, ogni volta sorprendente, priva di etichette e direzioni, senza risposte, senza soluzioni aprirsi all'esplorazione del reale, dell'essere, del Grande Ignoto-
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Welcome to the Machine
domenica 30 giugno 2013
REPORTAGE FOTOGRAFICO DA VIA DELL'IRONIA, MILANO./2
Seconda puntata del reportage fotografico da Via dell'Ironia, Milano.
Tutte le foto di Diogene senza l'anima?, tranne quelle (dove indicato) di Sacrilegio Tempesta.
Tutti i diritti riservati.
I volantini con poesie sono firmati con sigle. Su tutti compare come sito di riferimento:
La foto qui sopra è di Sacrilegio Tempesta.
La foto qui sopra è di Sacrilegio Tempesta.
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lunedì 13 maggio 2013
credere che non si sta credendo-
"La credenza che la realtà che ognuno vede sia l'unica realtà è la più pericolosa di tutte le illusioni."
Paul Watzlawick
Paul Watzlawick
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