ma se la vita è Tempesta Tempesta allora sarà."
LASCIA TUTTO, E SEGUITI! (F. Battiato) Dove tutto è enigma (storia, natura, cosmo) la certezza dell'insolubilità pone un invisibile seme di speranza. (Guido Ceronetti)

di-segno di Sacrilegio Tempesta
?
pARTICOLARE DI "Autunno", quadro di Diogene senza l'anima?. Foto di Sacrilegio Tempesta.
Visualizzazione post con etichetta preghiera. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta preghiera. Mostra tutti i post
sabato 1 marzo 2014
Pregando per nuove tempeste
"la rotta giusta solo il Signore la sa
ma se la vita è Tempesta Tempesta allora sarà."
ma se la vita è Tempesta Tempesta allora sarà."
Etichette:
Angelo Branduardi,
Forze,
ignoranza,
ignoto,
infinità,
interrogare le vastità,
labirinti,
libertà,
mistero,
musica,
non sapere,
percorsi esistenziali,
poesia,
potenza della Natura,
preghiera,
trascendenza,
vita
venerdì 7 febbraio 2014
Lama Gyurme & Jean-Philippe Rykiel
Mantra tradizionali del Buddhismo Tibetano, accompagnati da bellissima musica elettronica.
Una musica che ti fa fermare. A riflettere, ad ascoltare, a rilassarsi, a essere, a meditare sul senso delle cose.
A meditare e ad ascoltare l'armonia e la Pace che si può trovare al di sotto, o al di sopra, o comunque al di là delle frenesia quotidiana. Mantra che, rilassando, accendono, fanno baluginare, svegliano anche l'attenzione e la capacità più-che-egoica di guardare al di là della propria piccola visuale abitudinariamente soggettiva, ascoltare e osservare con equanimità tutto ciò che si presenta alla coscienza, e interrogarsi sul senso e sulla direzione da dare alle nostre vite.
https://www.youtube.com/watch?v=vDvEt2qSFbU&list=PL0ABDC60F3FC58C7D
Etichette:
Armonia,
buddhismo,
Buddhismo Tibetano,
ego,
Essere,
illuminazioni,
Inter-Connessione,
interdipendenza,
libertà,
Mantra,
meditazione,
non-mente,
non-senso,
Pace,
poesia,
preghiera,
risvegli,
senso,
Uno,
vacuità
martedì 21 gennaio 2014
Il "Tempo di altre Leggi"
Nel sonno a volte ci ricordiamo del "Tempo di altre Leggi", di profumi rumori suoni e ritmi evanescenti che paiono provenire da misteriose Età dell'Oro dimenticate, che hanno la sottile aura e l'odore inidentificabile dei miracoli, sapori arcani aurei delicati infiniti di nettari inimmaginabili, la fragranza santa eterna e sacra, magica, pura, ineffabile di albe in Giardini di Eden sconosciuti, echi antichi di canti arcani innominabili impossibili indefinibili inconoscibili dolcissimi armoniosi incantati impossibili a credersi in cui ci pare di riconoscerci, noi o una versione ancestrale antica di noi stessi di cui ci eravamo dimenticati, di cui ci pareva di aver perso ogni
traccia.
Sogni in cui voliamo, in cui ritroviamo pezzi di Anima perduti, in cui corriamo liberi in una foresta, in cui ci bagnamo e beviamo a piene mani in sorgenti di elisir medicamentosi miracolosi, in cui galleggiamo nello Spazio, ci riconnettiamo a una impensabile Fonte Cosmica Eterna, in cui ci sprofondiamo senza bombole in Abissi Oceanici immensi, nell'oscurità fertile avvolgente calorosa accogliente (o nelle fredde sterminate distese) dei quali ci perdiamo, incontriamo esseri incredibili, nuotiamo verso il Centro della Terra, troviamo antichi Tesori nascosti in galeoni pirata, danziamo con sirene e delfini, cantiamo insieme a balene, voliamo verso il Centro del Sole, bruciamo, rinasciamo, facciamo capriole nel cielo, beviamo Cielo, nuotiamo tra le nuvole, abbracciamo Dei, navighiamo verso continenti sconosciuti alla deriva, viaggiamo alla velocità della luce in astronavi intergalattiche, riviviamo tutte le età passate e possibili,
erriamo, ritroviamo noi stessi, la
Terra originaria della nostra Anima,
di nuovo integra, piena, alla ricerca dei suoi
sentieri
avventure interrogativi viaggi metafisici da portare a
compimento,
forzieri da trovare ed aprire con chiavi magiche,
Storia Infinita di sentieri interrotti che sempre
ricominciano.
http://www.jamendo.com/it/track/1092891/music-for-cloud-of-concepts
Etichette:
Armonia,
atemporalità,
canto,
il Tempo di altre Leggi,
inconscio,
magia,
Mantra,
minimalismo,
miracoli,
Morfeo,
musica,
Notte,
preghiera,
rilassamento,
ripetizione,
rumore,
silenzio,
sogni,
suono,
Tempo circolare
giovedì 9 gennaio 2014
Popol Vuh - Spirit of Peace - 1985
Etichette:
amore,
Anima,
Anima Mundi,
Armonia,
contraddizione,
Dee,
Dei,
Dio,
dio ignoto,
gnosticismo,
Grande Spirito,
invocazioni,
libertà,
musica,
Pace,
Pistis Sophia,
poesia,
preghiera,
Spirito,
trascendenza
mercoledì 8 gennaio 2014
Preghiera Apache.
Svegliati! Svegliati! La terra ti sorride.
Svegliati, e sta’ pronto al giorno che comincia.
La madre della vita ti sta chiamando,
ti saluta, dunque svegliati, non indugiare più.
Potente Sole, dacci la luce perchè ci guidi, perchè ci aiuti.
Guarda come sorge, guarda come la terra ne risplende,
e come gode lo spirito nel petto, ascoltando la musica del
Sole.
Svegliati! Svegliati! La terra ti sorride.
Svegliati, e sta’ pronto al giorno che comincia.
La madre della vita ti sta chiamando,
ti saluta, e allora… forza,
Svegliati!
(canto Apache)
Etichette:
Apache,
canti,
Energia,
guerrieri,
Madre Terra,
nativi nordamericani,
preghiera,
sciamanesimo,
sole,
vita
lunedì 14 ottobre 2013
LETTERA A MADRE TERRA
Terra, Madre,
ti scrivo questa lettera perchè è tanto che non parliamo.
Mi è presa una nostalgia folle di te, del tuo corpo,
dei tuoi odori,
una smania di mangiare pane e fichi selvatici,
correre nell’erba,
rotolarmi in un prato,
sentire sentire che ci sei ancora, che ancora esisti,
che ancora il tuo cuore batte sotto di noi, attorno a noi,
che ci abbraccia,
che ci accarezza, che non ci odi tutti quanti,
che hai ancora hai ancora frutti per noi, frutti di amore,
di bellezza di pianto di allegria, di pienezza,
di materia, di vita,
che non ti hanno ancora uccisa,
che respiri,
che respiri ancora dentro ognuno di noi,
che canti, che ridi, che soffri, che speri, che gioisci, che
parli, che t’innamori.
Ho bisogno di immergere le mie mani
nella tua terra,
ho bisogno di materia, di materia non quella no non quella
però colorata-plastificata-codificata-
[etichettata
Prevedibile-meccanica-robotica-virtuale
Perfetta-confezionata-incellophanata-piana-asettica-lucida-stroboscopica-industriale
quella fango e germogli, foglie sassi erba corteccia humus
rami fiori
quella con vermi, con locuste, con larve con
coccinelle con talpe con formiche con porcellini
d’india con lumache con lucciole con radici con emozioni con
istinti
feroci con amore con amore di pancia, con amore vero, con
amore di viscera, con amore bestiale, con essere, essere,
con essere, ho voglia
di smettere di pensare,
piantarla di strapiroettarmi fra apparenze e parole
e immergermi
nel tuo cuore
nella tua materia viva,
nel tuo essere abissale,
nel tuo cupo cantare mormorante,
nella tua pancia taumaturgica
nella tua caverna oscura infinita
cavità apotropaica di Dea-della-Vita,
cuore-centro-della-vita,
centro-di-essere,
vita vita vita vita
che ama
altre forme di vita,
in una rete-della-vita,
di alleanze pre-logiche
in cui risprofondare
in arcaiche, antiche, oscure
pre-mentali assolutezze ctonie di co-essere.
(Diogene senza l'anima?)
Etichette:
alberi,
Alterità,
Anima,
animali,
animismo,
ecologia profonda,
emisfero destro,
Estraneo,
foreste,
istinto,
pancia,
poesia,
preghiera,
radici,
succhiareilmidollodellavita!,
terra,
Voce della Madre,
voci antiche
venerdì 11 ottobre 2013
Di che abbiamo bisogno???
Quando chiesero al maestro Zen Thich Nhat Hanh « Di che abbiamo bisogno per salvare il nostro mondo ? », si aspettavano che identificasse le migliori strategie per intraprendere un’azione sociale e ambientale.
Ma Thich Nhat Hanh rispose :
« Ciò di cui abbiamo più bisogno è ascoltare in noi stessi l’eco della Terra che piange ».
tratto da Macy Joanna et Young Brown Molly,“Echopsycologie pratique et rituels pour la Terre”, édition le Souffle d’Or, 2008.
- dal sito:
http://ecopsy.ch/
Etichette:
Alterità,
Altro,
animali,
autodistruzione della razzaumana,
caos,
disastro,
ecologia profonda,
Estraneo,
istinto,
nichilismo,
pianto,
preghiera,
selvatichezza,
Tempo circolare,
terra,
urlo,
Voce della Madre
mercoledì 14 agosto 2013
Preghiera degli animali alla terra per ogni cucciolo d'uomo (Mariangela Gualtieri)
Preghiera degli animali alla terra
per ogni cucciolo d'uomo
Fa' che non si facci uomo per intero, ma',
che poi si inficca ne lo stretto del pensiero
e si assepàra dalle zanne e dai peli e
dalle nostre tane di silenzio.
Non dargli voce, ma', fa' che non parla
fa' che non costruisce le città
fa' che non dà i nomi a tutte cose,
che sennò perde il regno.
Fa' che i suoi piedi parlano a la terra
e le sue mani a l'aria
e nel sonno fatti maestra ancora
con la tua voce vento
tua musicata voce, ma'.
Fa' che non s'addimentica il tuo ridere,
tuo fiorire, tuo scorrere, tuo
far notte, tuo corpo stellato e corpo
nuvolato e minerale corpo duro
e vegetale sconosciuto corpo.
E tuo ombroso stare addistesa
tuo gonfiore ne le maree, tuo
cascare con acqua con foglia
tuo salire in ala e in stella
e in fiamma abbruciare.
Sconosciuta ma', noi ti sappiamo,
tu ci respiri addentro il respiro
tu ci dormi addentro il dormire e ti fai
cibo per noi nutrire ti fai silenzio
per noi morire. Bella, ma'.
Tu sei bella.
(da: Mariangela Gualtieri, Parsifal. Contenuta anche nella raccolta della Gualtieri Fuoco
centrale. Poesie per il teatro)
sabato 23 marzo 2013
A volte gli Dei sono ancora, con noi.
Etichette:
alberi,
animali,
Cernunnos,
Dee,
Dei,
Diana,
Dioniso,
enigma,
Fate,
foreste,
Gea,
immaginazione,
in-definito,
mistero,
paganesimo,
Pan,
piccolo popolo,
preghiera,
silenzio,
voci antiche
venerdì 22 marzo 2013
Manifesto del contadino impazzito
Amate pure il guadagno facile,
l'aumento annuale di stipendio, le ferie pagate.
Chiedete più cose prefabbricate,
abbiate paura di conoscere i vostri prossimi e di morire.
Quando vi vorranno far comprare qualcosa
vi chiameranno.
Quando vi vorranno far morire per il profitto,
ve lo faranno sapere.
Ma tu, amico,
ogni giorno fa qualcosa che non possa essere misurato.
Ama la vita. Ama la terra.
Conta su quello che hai e resta povero.
Ama chi non se lo merita.
Non ti fidare del governo, di nessun governo.
E abbraccia gli esseri umani:
nel tuo rapporto con ciascuno di loro riponi la tua speranza politica.
Approva nella natura quello che non capisci,
perché ciò che l'uomo non ha compreso non ha distrutto.
Fai quelle domande che non hanno risposta.
Investi nel millennio... pianta sequoie.
Sostieni che il tuo raccolto principale è la foresta che non hai seminato,
e che non vivrai per raccogliere.
Poni la tua fiducia nei cinque centimetri di humus
Che crescono sotto gli alberi ogni mille anni.
Finché la donna non ha molto potere,
dai retta alla donna più che all'uomo.
Domandati se quello che fai
potrà soddisfare la donna che è contenta di avere un bambino.
Domandati se quello che fai
disturberà il sonno della donna vicina a partorire.
Vai con il tuo amore nei campi.
Riposati all'ombra.
Quando vedi che i generali e i politicanti
riescono a prevedere i movimenti del tuo pensiero,
abbandonalo.
Lascialo come un segnale della falsa pista,
quella che non hai preso.
Fai come la volpe, che lascia molte più tracce del necessario,
diverse nella direzione sbagliata.
Pratica la resurrezione.
W E N D E L L B E R R Y
traduzione di Giannozzo Pucci
(trovato sul bel blog del mio amico Jasper:
W. Herzog: Dove sognano le Formiche Verdi-
Un film sul Silenzio.
Il Silenzio della Fine.
Il silenzio del Deserto, della Terra spaccata dalla nostra dinamite, dai nostri ascensori, dai nostri supermercati, dai nostri cellulari, dal nostro rumore, dalle nostre chiacchere inutili.
Il Silenzio della Terra, che si prepara a deflagrare per annientare i suoi carnefici.
Il Silenzio delle Formiche Verdi, che hanno smesso di Sognare, e, sveglie, volano a sciami enormi, giganteschi, oscurando il cielo, per distruggerci, per distruggere chi ha ferito mortalmente la Terra e dissacrato i suoi Luoghi Sacri.
Un margine, è lasciato, per sognare, la possibilità, che oltre l'orizzonte, oltre la Fine, nel Silenzio, nuovi Inizi - stanno incubando nella Terra del Sogno.
Ma ovunque regna e regnerà il Silenzio.
Le chiacchere non bastano più a coprire l'assordante frastuono del suo enigma, quel frastuono che riempie di terrore di disperazione e di abisso i volti degli aborigeni australiani in questo film, volti scavati nella roccia, nella terra, nell'orrore di chi questo Abisso lo percepisce chiaramente, perchè è da sempre connesso con la terra, le radici della Visione sprofondate nell'Anima del Deserto.
Sguardi persi nella Visione dell'Apocalissi.
Guardiani del Tempio.
Immobili seduti a guardare in silenzio la Fine che avanza, cercando di difendere lo Spazio Sacro, la Terra Sacra fuori e dentro di loro-
Guardiani inerti, inermi, con le mani incatenate-
-O forse non tanto-
Guardiani che sapranno difendere il Cuore della Terra, il Sogno, attraversando l'Apocalissi verso la terra oltre l'orizzonte dove sono volate le Formiche Verdi.
-traghettatori, forse-
-Forse solo apparentemente impotenti-
-
-Intanto, le parole si inceppano, gli ascensori si fermano, gli orologi digitali cominciano a squillare all'improvviso, la Macchina si spacca, gli ingranaggi vanno in tilt, il sistema economico impazzisce, l'Automa collassa, e appare sempre più evidente che ogni parola, ogni discorso, ogni azione sono completamente inutili e fuori luogo, nel moltiplicarsi fragoroso del Silenzio che si approssima.
"Ma allora è tutto inutile?" commenta a fine film Sacrilegio.
Dopo un po' di titubazione, nell'inquietudine estrema che lascia questo film, con poc voglia di parlare, di dire una cosa qualsiasi, provo a mormorare il detto ebraico: "Chi salva una vita salva il mondo intero."
-Risuona incerto questo filo di speranza.
Ma forse, nel prenderci cura di un cane, una persona o una pianta, nel coltivare piccoli Sogni con la nostra piccola, attenta, microscopica passione, possiamo - io spero - farci simili ai Guardiani delle Formiche Verdi, inamovibili moniti sacri con il cuore sprofondato nel Cuore della Terra. Custodi esili. Sacerdoti minimi. Silenziosi strambi sacerdoti del piccolo.
"Anche per Dostoevskij [oltre che per Nietzsche] la prognosi è ottimistica; egli non vede nel nichilismo la fase ultima, mortale, ma anzi lo ritiene guaribile e, precisamente, guaribile attraverso il dolore. Il destino di Raskol'nikov fa vedere, prefigurandola, la grande trasformazione che coinvolgerà milioni di uomini. Anche qui si ha l'impressione che il nichilismo sia concepito come fase necessaria all'interno di un movimento orientato a scopi ben precisi.
(...)
L'ottimismo, come anche il pessimismo, di questa risposta, si abbarbica, è vero, alle prove, ma non si fonda su di esse. Si tratta di ordini diversi; ciò che conferisce forza di persuasione all'ottimismo è la profondità, alla prova è la chiarezza. L'ottimismo può raggiungere strati in cui il futuro, ancora assopito, viene fecondato. In tal caso lo si incontra come un sapere che raggiunge profondità maggiori che non la forza dei fatti - che addirittura può suscitarli. Il suo fulcro è più nel carattere che nel mondo. Un ottimismo fondato su queste basi va apprezzato in se stesso, dal momento che proprio la volontà la speranza e la stessa prospettiva futura devono dare a chi lo professa la forza di resistere nel mutevole corso della storia e dei suoi pericoli. Molte cose dipendono da questo." (E. Junger, Oltre la linea [scritto del 1950], in E. Junger - M. Heidegger, Oltre la linea. Sottolineatura in corsivo mia.)
P.S.: Chiedo scusa per essermi permesso di scrivere questo breve articolo nella quasi totale ignoranza sulla cultura degli Aborigeni d'Australia.
Chiedo scusa se, come è probabile, le mie parole non sono coerenti con queste Tradizioni.
Questo articolo vuole solo esprimere le mie suggestioni emotivo-analogiche di fronte alla visione di questo film, che comunque penso abbia anche un valore e un linguaggio universali.
Il Silenzio della Fine.
Il silenzio del Deserto, della Terra spaccata dalla nostra dinamite, dai nostri ascensori, dai nostri supermercati, dai nostri cellulari, dal nostro rumore, dalle nostre chiacchere inutili.
Il Silenzio della Terra, che si prepara a deflagrare per annientare i suoi carnefici.
Il Silenzio delle Formiche Verdi, che hanno smesso di Sognare, e, sveglie, volano a sciami enormi, giganteschi, oscurando il cielo, per distruggerci, per distruggere chi ha ferito mortalmente la Terra e dissacrato i suoi Luoghi Sacri.
Un margine, è lasciato, per sognare, la possibilità, che oltre l'orizzonte, oltre la Fine, nel Silenzio, nuovi Inizi - stanno incubando nella Terra del Sogno.
Ma ovunque regna e regnerà il Silenzio.
Le chiacchere non bastano più a coprire l'assordante frastuono del suo enigma, quel frastuono che riempie di terrore di disperazione e di abisso i volti degli aborigeni australiani in questo film, volti scavati nella roccia, nella terra, nell'orrore di chi questo Abisso lo percepisce chiaramente, perchè è da sempre connesso con la terra, le radici della Visione sprofondate nell'Anima del Deserto.
Sguardi persi nella Visione dell'Apocalissi.
Guardiani del Tempio.
Immobili seduti a guardare in silenzio la Fine che avanza, cercando di difendere lo Spazio Sacro, la Terra Sacra fuori e dentro di loro-
Guardiani inerti, inermi, con le mani incatenate-
-O forse non tanto-
Guardiani che sapranno difendere il Cuore della Terra, il Sogno, attraversando l'Apocalissi verso la terra oltre l'orizzonte dove sono volate le Formiche Verdi.
-traghettatori, forse-
-Forse solo apparentemente impotenti-
-
-Intanto, le parole si inceppano, gli ascensori si fermano, gli orologi digitali cominciano a squillare all'improvviso, la Macchina si spacca, gli ingranaggi vanno in tilt, il sistema economico impazzisce, l'Automa collassa, e appare sempre più evidente che ogni parola, ogni discorso, ogni azione sono completamente inutili e fuori luogo, nel moltiplicarsi fragoroso del Silenzio che si approssima.
"Ma allora è tutto inutile?" commenta a fine film Sacrilegio.
Dopo un po' di titubazione, nell'inquietudine estrema che lascia questo film, con poc voglia di parlare, di dire una cosa qualsiasi, provo a mormorare il detto ebraico: "Chi salva una vita salva il mondo intero."
-Risuona incerto questo filo di speranza.
Ma forse, nel prenderci cura di un cane, una persona o una pianta, nel coltivare piccoli Sogni con la nostra piccola, attenta, microscopica passione, possiamo - io spero - farci simili ai Guardiani delle Formiche Verdi, inamovibili moniti sacri con il cuore sprofondato nel Cuore della Terra. Custodi esili. Sacerdoti minimi. Silenziosi strambi sacerdoti del piccolo.
"Anche per Dostoevskij [oltre che per Nietzsche] la prognosi è ottimistica; egli non vede nel nichilismo la fase ultima, mortale, ma anzi lo ritiene guaribile e, precisamente, guaribile attraverso il dolore. Il destino di Raskol'nikov fa vedere, prefigurandola, la grande trasformazione che coinvolgerà milioni di uomini. Anche qui si ha l'impressione che il nichilismo sia concepito come fase necessaria all'interno di un movimento orientato a scopi ben precisi.
(...)
L'ottimismo, come anche il pessimismo, di questa risposta, si abbarbica, è vero, alle prove, ma non si fonda su di esse. Si tratta di ordini diversi; ciò che conferisce forza di persuasione all'ottimismo è la profondità, alla prova è la chiarezza. L'ottimismo può raggiungere strati in cui il futuro, ancora assopito, viene fecondato. In tal caso lo si incontra come un sapere che raggiunge profondità maggiori che non la forza dei fatti - che addirittura può suscitarli. Il suo fulcro è più nel carattere che nel mondo. Un ottimismo fondato su queste basi va apprezzato in se stesso, dal momento che proprio la volontà la speranza e la stessa prospettiva futura devono dare a chi lo professa la forza di resistere nel mutevole corso della storia e dei suoi pericoli. Molte cose dipendono da questo." (E. Junger, Oltre la linea [scritto del 1950], in E. Junger - M. Heidegger, Oltre la linea. Sottolineatura in corsivo mia.)
P.S.: Chiedo scusa per essermi permesso di scrivere questo breve articolo nella quasi totale ignoranza sulla cultura degli Aborigeni d'Australia.
Chiedo scusa se, come è probabile, le mie parole non sono coerenti con queste Tradizioni.
Questo articolo vuole solo esprimere le mie suggestioni emotivo-analogiche di fronte alla visione di questo film, che comunque penso abbia anche un valore e un linguaggio universali.
Etichette:
aborigeni d'Australia,
cinema,
deserto,
disastro,
ecologia profonda,
Ernst Junger,
filosofia,
frammenti,
futuro,
Herzog,
ignoto,
libertà,
nichilismo,
preghiera,
radicinellaterra,
ritmi,
sogni,
speranza,
voci antiche
mercoledì 13 marzo 2013
13/03/2013 - sentire un prete cantare De Andrè -
Novate, 13/03/2013
In effetti Don Gallo non ha cantato De Andrè, ma è come se lo avesse fatto. Ha citato numerose volte Faber, in particolare i versi sugli emarginati e gli sbandati, le vittime, gli ultimi, i drogati, etc...
Ha addirittura dedicato una lunga parte conclusiva a spiegare perchè secondo lui bisognerebbe aggiungere un quinto vangelo ai quattro canonici: un Vangelo composto dalle canzoni di De Andrè.
Un vangelo che aggiunge secondo Gallo questi fondamentali elementi rispetto ai canonici: la poesia, la musica, la non-violenza, l'anti-fascismo, l'anti-capitalismo, e, infine "una spruzzata d'anarchia!".
Ha poi letto una commovente lettera che ha scritto insieme alle persone della sua comunità (una comunità composta da "puttane, drogati, impiccati, barboni, emarginati, adolescenti sbandati, bambini impazziti per la guerra atomica", cito a braccio, ma sono sicuro dell'esattezza o della quasi esattezza dell'espressione, da vero poeta Beat, "bambini impazziti per la guerra atomica") per salutare De Andrè nel '99 al suo funerale.
Ha invece cantato, dopo aver dichiarato che è la sua principale preghiera, Bella Ciao, accompagnato da noi del pubblico, è la prima cosa che ha fatto salito sul palco.
Anche questo è stato molto emozionante, mi ha colpito, non solo per il naturale carisma di quest'uomo di 84 anni, che ha cantato bella ciao marciando furiosamente e allegramente da una parte all'altra del palco in maniera decisamente coinvolgente, ma anche per il fatto che questa persona è un prete.
Colpisce molto l'inconscio profondo, sentire un prete (un prete!) cantare Bella Ciao, citare in maniera appassionata e poetica De Andrè, dire che la sua assistente principale è una transessuale, e che fra le sue preghiere più frequenti ci sono i primi 12 articoli della Costituzione. Ah, dimenticavo: e che il suo teologo di riferimento è Paolo Rossi, perchè una volta l'ha visto con su una maglietta con su scritto:
DIO C'E'
NON SEI TU
RASSEGNATI!
Se non esistessero preti così, bisognerebbe creare performances artistiche che creino questo tipo di shock culturale, ma comunque la presenza di una persona reale di fronte, che in carne ed ossa nella vita reale porta avanti da sempre le sue idee cercando di applicarle e restando ai margini della Chiesa, è sicuramente diverso e molto più potente.
Don Gallo ha idee decisamente laiche, repubblicane e democratiche (è stato partigiano), direi filo-socialiste, libertarie, anti-fasciste e anti-autoritarie (e quindi anche contro l'autoritarismo delle gerarchie cattoliche) anti-maschiliste (e quindi anche contro il maschilismo della Chiesa) per i diritti delle donne (e quindi se ho capito bene, ma mi è sembrato abbastanza chiaro, anche per il sacerdozio femminile) contro le norme imposte nella vita sessuale e medica, ma soprattutto due cose: per un cristianesimo povero, dalla parte dei poveri, dei derelitti, degli emarginati, etc... (che secondo Gallo è l'unico vero cristianesimo); e per una religione in cui al centro sta la libertà di coscienza di fronte a Dio, con cui nessuno può interferire.
Ha usato parole feroci contro le ricchezze vaticane, contro la banca vaticana ("Gesù ha mai parlato di banche????") ma soprattutto contro l'ipocrisia di chi vive la religione come un perbenista forma borghese di moralismo normativo, autoritario, giudicante ed escludente - escludente moltissimi: gli emarginati, le prostitute, i suicidi, i divorziati-risposati-preti sposati-i separati, etc... e che in realtà è lontanissima anche dalle persone a cui dovrebbe essere più vicina, i poveri.
"Ma chi sei tu per dire chi può stare dentro la Chiesa e chi no???? Chi sei per dire che un divorziato dev'essere escluso o un suicida non può avere un funerale??????? chi sei??????? Dio????????"
Una delle aspettative del pubblico, e anche mia, era un commento su Papa Francesco, eletto la sera stessa. Prendendomi in contropiede, Gallo ha dimostrato entusiasmo verso questo nuovo papa che si è voluto chiamare come San Francesco e che non ha benedetto la folla ma ha chiesto ad essa di benedirlo.
Anch'io avevo avuto un attimo di entusiasmo, un'ora prima, a sentire in televisione quel nome, "Francesco". Ma poi avevo subito pensato ad un'operazione di facciata per arginare il crollo della Chiesa Cattolica.
Il fatto che uno come Don Gallo invece abbia dimostrato entusiasmo e consideri questo Papa una persona con reali intenzioni riformiste mi dà più speranza, anche se lo stesso Gallo ha subito aggiunto che il compito è impervio e le istituzioni e le logiche di potere ostacoli enormi.
Che dire? Vedremo.
A me personalmente resta la strana sensazione che ho provato, per circa un minuto, a conclusione della serata. Io, non credente, o per meglio dire libero pensatore/libero "sentitore" eretico, mi sono ritrovato alla fine della conferenza in una situazione che mi è parsa un breve istante di reale "comunione", nello spirito semplice e gioioso dei primi cristiani (per come io lo immagino almeno): Don Gallo e noi del pubblico, abbiamo intonato per due volte un semplicissimo, appassionante coro che consisteva nella ripetizione per quattro-cinque volte di una stessa misteriosa parola (non so neanche se una parola cristiana o appartentente a qualche altra tradizione) in un climax crescente, con Gallo che tremante sollevava in alto un bicchiere di plastica pieno a metà di acqua, come fosse il Graal dei poveri.
In quel momento mi sono sentito realmente "unito" a quel gruppo di gente, un misto di credenti e non credenti accomunati forse solo da una certa sensibilità verso gli ultimi della Terra.
Il fatto di aver sperimentato questo proprio questa sera, resta per me personalmente una specie di segno, indecifrabile ma comunque bello.
In effetti Don Gallo non ha cantato De Andrè, ma è come se lo avesse fatto. Ha citato numerose volte Faber, in particolare i versi sugli emarginati e gli sbandati, le vittime, gli ultimi, i drogati, etc...
Ha addirittura dedicato una lunga parte conclusiva a spiegare perchè secondo lui bisognerebbe aggiungere un quinto vangelo ai quattro canonici: un Vangelo composto dalle canzoni di De Andrè.
Un vangelo che aggiunge secondo Gallo questi fondamentali elementi rispetto ai canonici: la poesia, la musica, la non-violenza, l'anti-fascismo, l'anti-capitalismo, e, infine "una spruzzata d'anarchia!".
Ha poi letto una commovente lettera che ha scritto insieme alle persone della sua comunità (una comunità composta da "puttane, drogati, impiccati, barboni, emarginati, adolescenti sbandati, bambini impazziti per la guerra atomica", cito a braccio, ma sono sicuro dell'esattezza o della quasi esattezza dell'espressione, da vero poeta Beat, "bambini impazziti per la guerra atomica") per salutare De Andrè nel '99 al suo funerale.
Ha invece cantato, dopo aver dichiarato che è la sua principale preghiera, Bella Ciao, accompagnato da noi del pubblico, è la prima cosa che ha fatto salito sul palco.
Anche questo è stato molto emozionante, mi ha colpito, non solo per il naturale carisma di quest'uomo di 84 anni, che ha cantato bella ciao marciando furiosamente e allegramente da una parte all'altra del palco in maniera decisamente coinvolgente, ma anche per il fatto che questa persona è un prete.
Colpisce molto l'inconscio profondo, sentire un prete (un prete!) cantare Bella Ciao, citare in maniera appassionata e poetica De Andrè, dire che la sua assistente principale è una transessuale, e che fra le sue preghiere più frequenti ci sono i primi 12 articoli della Costituzione. Ah, dimenticavo: e che il suo teologo di riferimento è Paolo Rossi, perchè una volta l'ha visto con su una maglietta con su scritto:
DIO C'E'
NON SEI TU
RASSEGNATI!
Se non esistessero preti così, bisognerebbe creare performances artistiche che creino questo tipo di shock culturale, ma comunque la presenza di una persona reale di fronte, che in carne ed ossa nella vita reale porta avanti da sempre le sue idee cercando di applicarle e restando ai margini della Chiesa, è sicuramente diverso e molto più potente.
Don Gallo ha idee decisamente laiche, repubblicane e democratiche (è stato partigiano), direi filo-socialiste, libertarie, anti-fasciste e anti-autoritarie (e quindi anche contro l'autoritarismo delle gerarchie cattoliche) anti-maschiliste (e quindi anche contro il maschilismo della Chiesa) per i diritti delle donne (e quindi se ho capito bene, ma mi è sembrato abbastanza chiaro, anche per il sacerdozio femminile) contro le norme imposte nella vita sessuale e medica, ma soprattutto due cose: per un cristianesimo povero, dalla parte dei poveri, dei derelitti, degli emarginati, etc... (che secondo Gallo è l'unico vero cristianesimo); e per una religione in cui al centro sta la libertà di coscienza di fronte a Dio, con cui nessuno può interferire.
Ha usato parole feroci contro le ricchezze vaticane, contro la banca vaticana ("Gesù ha mai parlato di banche????") ma soprattutto contro l'ipocrisia di chi vive la religione come un perbenista forma borghese di moralismo normativo, autoritario, giudicante ed escludente - escludente moltissimi: gli emarginati, le prostitute, i suicidi, i divorziati-risposati-preti sposati-i separati, etc... e che in realtà è lontanissima anche dalle persone a cui dovrebbe essere più vicina, i poveri.
"Ma chi sei tu per dire chi può stare dentro la Chiesa e chi no???? Chi sei per dire che un divorziato dev'essere escluso o un suicida non può avere un funerale??????? chi sei??????? Dio????????"
Una delle aspettative del pubblico, e anche mia, era un commento su Papa Francesco, eletto la sera stessa. Prendendomi in contropiede, Gallo ha dimostrato entusiasmo verso questo nuovo papa che si è voluto chiamare come San Francesco e che non ha benedetto la folla ma ha chiesto ad essa di benedirlo.
Anch'io avevo avuto un attimo di entusiasmo, un'ora prima, a sentire in televisione quel nome, "Francesco". Ma poi avevo subito pensato ad un'operazione di facciata per arginare il crollo della Chiesa Cattolica.
Il fatto che uno come Don Gallo invece abbia dimostrato entusiasmo e consideri questo Papa una persona con reali intenzioni riformiste mi dà più speranza, anche se lo stesso Gallo ha subito aggiunto che il compito è impervio e le istituzioni e le logiche di potere ostacoli enormi.
Che dire? Vedremo.
A me personalmente resta la strana sensazione che ho provato, per circa un minuto, a conclusione della serata. Io, non credente, o per meglio dire libero pensatore/libero "sentitore" eretico, mi sono ritrovato alla fine della conferenza in una situazione che mi è parsa un breve istante di reale "comunione", nello spirito semplice e gioioso dei primi cristiani (per come io lo immagino almeno): Don Gallo e noi del pubblico, abbiamo intonato per due volte un semplicissimo, appassionante coro che consisteva nella ripetizione per quattro-cinque volte di una stessa misteriosa parola (non so neanche se una parola cristiana o appartentente a qualche altra tradizione) in un climax crescente, con Gallo che tremante sollevava in alto un bicchiere di plastica pieno a metà di acqua, come fosse il Graal dei poveri.
In quel momento mi sono sentito realmente "unito" a quel gruppo di gente, un misto di credenti e non credenti accomunati forse solo da una certa sensibilità verso gli ultimi della Terra.
Il fatto di aver sperimentato questo proprio questa sera, resta per me personalmente una specie di segno, indecifrabile ma comunque bello.
Etichette:
allegria,
amore,
anarchia?,
asimmetrie,
autoritarismo,
Chiesa Cattolica,
contraddizione,
cristianesimo,
Don Gallo,
Fabrizio De Andrè,
futuro,
ingranaggi,
libertà,
musica,
pancia,
preghiera,
religione,
ultimi,
utopia
giovedì 7 febbraio 2013
Iscriviti a:
Post (Atom)