LASCIA TUTTO, E SEGUITI! (F. Battiato) Dove tutto è enigma (storia, natura, cosmo) la certezza dell'insolubilità pone un invisibile seme di speranza. (Guido Ceronetti)

di-segno di Sacrilegio Tempesta
?
pARTICOLARE DI "Autunno", quadro di Diogene senza l'anima?. Foto di Sacrilegio Tempesta.
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giovedì 9 gennaio 2014
Popol Vuh - Spirit of Peace - 1985
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martedì 17 dicembre 2013
Scenari fantascientifici dall'elettronica anni '90-
(disegno di Samuel Manning, 1885 - non coperta da diritto d'autore - http://www.flickr.com/photos/britishlibrary/11307116155/
Non c'è più il futuro di una volta...
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venerdì 6 dicembre 2013
poesia.
scarno disincarnato aforisma di suono,
tetra neniuccia, onda tellurica,
dolce frastuono.
aroma di niente,
armonia del tuono.
profumo del muschio nel vento selvaggio
annusato nel colmo di segnetti sonori.
vuota astratta trasparenza con microscopici fori neri.
Se un quadro è qualcosa, se puoi toccarne i colori
Se un quadro è una cosa, una cosa che si fa, materia da
plasmare
la poesia è un amaro divertente nonsense di niente in rima,
trasparenza bianca astratta con qualche vapore opaco
effimero
che s’avvicina
e già sfuma
e già è tornato nel nulla che è sempre stato:
fantasmi, spettri, simboli
evanescenti come sogni al mattino,
durevoli un attimo
e della consistenza della brina.
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mercoledì 27 novembre 2013
Assenza
Nell'Attenzione. Le pulsioni e le illusioni, gli impeti e le chiusure, le frane, le esplosioni e le fughe, le paralisi, gli assensi, gli entusiasmi e i rifiuti, non hanno più bisogno di urlare affannarsi affrettarsi, smaniare oppure reprimersi.
Senza più nè affermazione nè negazione.
Stanno.
Immobili, increduli, tremanti, tranquilli, profondi, stupefatti, de-costruiti, semplicemente presenti, s'ammutoliscono.
Fiamma di candela. Oscilla, con ritmo vario irregolare alterno.
Luci.
Ombre.
Rappresentazioni.
Teatro d'ombre.
Caverna platonica.
Maschere.
Curiosità, consapevole ignoranza diventa la pienezza - il senso - la verità - la certa determinazione.
Per non-sapere, occorre una con-versione.
Convertirsi al silenzio senza risposte.
All'attenzione senza un centro.
Al Tao senza dottrina.
Al grande vuoto senza teorie sul grande vuoto.
Alla Grande Disperazione.
Alla completa assenza di risposte.
Alla paura della morte.
Di fronte alla quale tutto sparisce, s'annulla, perde senso.
L'ipocrisia della Luce.
La falsità della musica.
Scomposti rumori appaiono e scompaiono senza nessuna logica o ordine.
L'anima grida.
Poi ammutolisce.
Quale anima?
Quale silenzio?
Polifonia di rumori casuali sovrapposti.
C'è un'armonia?
Contraddizioni, assurdità, rumore, non senso. Casualità insensata.
Non senso che invade ogni cosa.
Ogni barlume di senso è falso e contraddittorio.
Contraddizione/crocifissione.
Attenzione.
Anche di fronte a questo, Attenzione.
Non decidere, non commentare: osservare.
Attenzione in ogni direzione, verso ogni possibilità, ogni opzione, ogni scelta, ogni interpretazione.
Abbracciare la morte e la vita, contemporaneamente.
"Il mondo è fatto di sostanze grossolane e di sostanze sottili e fa da velo a sè stesso, di modo che non può vedere Iddio proprio perchè si vede. Dio resta sempre sconosciuto, così all'intuizione come alla contemplazione, poichè l'effimero non ha presa sull'eterno. Non è possibile avvicinare la divinità sicchè abbia accesso ai nostri occhi. Non è corredata di umana testa sulle membra, nè di piedi, nè di agili ginocchia, nè di vergogne pelose, ma è Intelletto, sacro ed ineffabile, che con rapidi pensieri, per l'universo intero si squaderna." (Ibn-Arabi)
Immotivati asimmetrici tonfi aritmici.
Ritmo spezzato.
Ritmo.
Cecità casuale.
Note/tessere/atomi/molecole/rapporti geometrici.
Scale.
Arpeggi.
Melodie, non prive di una loro dolcezza.
Armonie, non pre-costituite.
Assenza completa di risposte, di senso,
vuoto spinto siderale,
e, tra gli atomi dell'universo casuale,
un segreto immenso di Silenzio,
una melodia sconosciuta,
una nota imprevista che ci fa scuotere
il cuore verso l'Alto,
scoperchiare il cervello verso l'Altro,
verso l'inconoscibilità
della Divinità Ignota.
https://www.youtube.com/watch?v=xOltVjIR1yE
Post scriptum: ho steso questo testo durante l'ascolto dell'opera di Battiato "Gilgamesh" (vedi link). Si tratta delle sensazioni, impressioni e riflessioni generate dall'incontro con questa composizione sonora.
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lunedì 11 marzo 2013
Meta-gnomica.
Ricordo che
verso la fine dell'università, dopo diversi anni a studiare filosofia, entrai
in polemica con l'esistenzialismo e l'Heidegger di Essere e tempo, entrambe filosofie
che ruotano attorno al concetto di possibilità,
e quindi all'apertura al possibile per eccellenza, l'essere per la morte;
e in cui le cose del mondo, le semplici
presenze sono una specie di
nulla per l'Esserci che è
l'essere umano, che è un essere-per-le-possibilità, per il quale quindi le cose
in quanto tali non hanno alcun valore. Entrai contemporaneamente in polemica
anche con la teologia di Simone Weil, in cui il mondo è soltanto un magma senza
senso dominato dalla forza della pesantezza,
cioè della cieca e più bassa volontà di vita, incapace di un'etica e di un
senso; in cui l'unico senso possibile arriva dalla Grazia, che è una luce che
arriva da un Dio radicalmente trascendente, radicalmente estraneo alla logica
del mondo, che ci salva facendoci fare un salto, una trasfigurazione che ci toglie alla pesantezza mondana; e in cui perciò, di nuovo, il
mondo è una specie di nulla.
Immaginai che potesse esistere una forma di pensiero anti-metafisico, ma anche estraneo alle altrettanto astratte filosofie laiche; un pensiero anti-filosofico, anti-teologico che invece si occupasse dei volti, dei luoghi, dei personaggi, dei crocicchi, degli eventi irripetibili che si incontrano nel mondo.
Un pensiero-mappa del mondo, empirista ma irriducibile ai riduzionismi del pensiero scientifico moderno e anche dell'empirismo filosofico, che si occupasse delle singole stranezze, delle singole unicità che si incontrano vagando nelle vie del mondo, degli individui, delle case, delle strade, dei boschi, dei lampioni, dei gatti randagi, dei vicoli, degli angoli bui, delle crepe del mondo, dei sentieri, dei cani, dei cuculi, dei luoghi e delle loro energie, aure, delle cose insolite, irripetibili, dei monstra, degli angeli, delle persone e delle loro storie, disegnando mappe che sono anche bestiari, racconti, disegni. Codici che contengono gli eventi, le persone, gli animali, le piante, i luoghi e le cose viste nella loro unicità, strappati a ogni generalizzazione, ma non per questo ridotti a una concatenazione meccanica di fatti successivi inanellati dal principio di causa e effetto, ma connessi anche da associazioni misteriose, nessi invisibili, analogie intuitive.
Una mappa-pensiero in cui si incontrano brandelli di narrazioni e di idee differenti, irriducibili l'una all'altra, a volte non comunicanti, non traducibili, non accostabili, lingue diverse, segni, simboli, storie senza un sostrato filosofico comune.
Immaginai che potesse essere esistito un pensiero di questo tipo soprattutto nei ghetti ebraici, lontani dalle scuole di filosofia principali, ma in pensatori non strettamente legati neanche alle metafisiche e alla mistica ebraiche, sebbene magari le conoscessero bene, e neppure ai vari filosofi ebrei. Un pensiero più vicino ai vicoli alle ombre ai personaggi e alle storie del ghetto, e a tutte le possibili riflessioni associazioni e interpetazioni su di esse, che non a una qualsiasi metafisica definita.
Un pensiero a metà fra empirismo radicale e interrogazioni metafisiche. Interrogazioni senza risposte.
Un pensiero-mappa del mondo infinito, senza una fine, ma in cui ogni singolo volto di persona, animale, luogo, pianta o cosa
appare come un unicum, una sorta di miracolo irripetibile e inspiegabile, e in cui tutte le singole cose sono avvolte nel mistero, ma anche collegate da intrecci e nessi più o meno rappresentabili.
Un pensiero del mondo, mondano, ma non materialista.
Un pensiero del frammento incompleto: tutto è frammento, sentieri interrotti si diramano dalle crepe di ogni cosa, ogni cosa ogni volta la si incontra come per la prima volta, eppure tutto è storia. Anzi, storie.
Un pensiero-letteratura-antropologia-sociologia-contraddizione-enigma-scienza naturale-metafisica-aneddoto-geografia-filosofia-fiaba-osservazione-fisica-tragedia-farsa-azione-silenzio-storia-poesia-fisiognomica-alchimia-metamorfosi-ipotesi-dubbio-analisi-ottimismo-etica-etnica-pathos-patafisica-intuizione-associazione-mito-religione-leggende-scetticismo-simboli-sentimento-emozioni-racconto-pittura-biologia-esegesi-ermeneutica-fenomenologia-esistenza-magia-fatto-barzelletta-teatro-cinema-chiacchera.
Una grande enciclopedia mistica incompiuta dell'universo nel suo sbilenco, multicentrico, eterogeneo, bizzarro, poliglotta, stralunato, vorticante manifestarsi/brulicare in frammenti sempre diversi, collegati da nessi inspiegabili.
Per citare Pasolini, una forma di empirismo eretico.
Un pensiero in cui il volto di Dio è nascosto, assente, ma in cui indizi del divino, di Dei o di Dio, possono essere osservati in ogni cosa - tracce mute, orme strambe, rumori segreti, suono corale dissonante, polimorfici indizi, enigmi indicibili, segni vitali anarchici, musica storpia, ribollire inquieto, umana inquietudine rimestata nel limite, bellezza intraducibile, squarci-urlo verso Altrovi e polvere di luna trasportata dal vento insieme a voci lontane.
Immaginai che potesse esistere una forma di pensiero anti-metafisico, ma anche estraneo alle altrettanto astratte filosofie laiche; un pensiero anti-filosofico, anti-teologico che invece si occupasse dei volti, dei luoghi, dei personaggi, dei crocicchi, degli eventi irripetibili che si incontrano nel mondo.
Un pensiero-mappa del mondo, empirista ma irriducibile ai riduzionismi del pensiero scientifico moderno e anche dell'empirismo filosofico, che si occupasse delle singole stranezze, delle singole unicità che si incontrano vagando nelle vie del mondo, degli individui, delle case, delle strade, dei boschi, dei lampioni, dei gatti randagi, dei vicoli, degli angoli bui, delle crepe del mondo, dei sentieri, dei cani, dei cuculi, dei luoghi e delle loro energie, aure, delle cose insolite, irripetibili, dei monstra, degli angeli, delle persone e delle loro storie, disegnando mappe che sono anche bestiari, racconti, disegni. Codici che contengono gli eventi, le persone, gli animali, le piante, i luoghi e le cose viste nella loro unicità, strappati a ogni generalizzazione, ma non per questo ridotti a una concatenazione meccanica di fatti successivi inanellati dal principio di causa e effetto, ma connessi anche da associazioni misteriose, nessi invisibili, analogie intuitive.
Una mappa-pensiero in cui si incontrano brandelli di narrazioni e di idee differenti, irriducibili l'una all'altra, a volte non comunicanti, non traducibili, non accostabili, lingue diverse, segni, simboli, storie senza un sostrato filosofico comune.
Immaginai che potesse essere esistito un pensiero di questo tipo soprattutto nei ghetti ebraici, lontani dalle scuole di filosofia principali, ma in pensatori non strettamente legati neanche alle metafisiche e alla mistica ebraiche, sebbene magari le conoscessero bene, e neppure ai vari filosofi ebrei. Un pensiero più vicino ai vicoli alle ombre ai personaggi e alle storie del ghetto, e a tutte le possibili riflessioni associazioni e interpetazioni su di esse, che non a una qualsiasi metafisica definita.
Un pensiero a metà fra empirismo radicale e interrogazioni metafisiche. Interrogazioni senza risposte.
Un pensiero-mappa del mondo infinito, senza una fine, ma in cui ogni singolo volto di persona, animale, luogo, pianta o cosa
appare come un unicum, una sorta di miracolo irripetibile e inspiegabile, e in cui tutte le singole cose sono avvolte nel mistero, ma anche collegate da intrecci e nessi più o meno rappresentabili.
Un pensiero del mondo, mondano, ma non materialista.
Un pensiero del frammento incompleto: tutto è frammento, sentieri interrotti si diramano dalle crepe di ogni cosa, ogni cosa ogni volta la si incontra come per la prima volta, eppure tutto è storia. Anzi, storie.
Un pensiero-letteratura-antropologia-sociologia-contraddizione-enigma-scienza naturale-metafisica-aneddoto-geografia-filosofia-fiaba-osservazione-fisica-tragedia-farsa-azione-silenzio-storia-poesia-fisiognomica-alchimia-metamorfosi-ipotesi-dubbio-analisi-ottimismo-etica-etnica-pathos-patafisica-intuizione-associazione-mito-religione-leggende-scetticismo-simboli-sentimento-emozioni-racconto-pittura-biologia-esegesi-ermeneutica-fenomenologia-esistenza-magia-fatto-barzelletta-teatro-cinema-chiacchera.
Una grande enciclopedia mistica incompiuta dell'universo nel suo sbilenco, multicentrico, eterogeneo, bizzarro, poliglotta, stralunato, vorticante manifestarsi/brulicare in frammenti sempre diversi, collegati da nessi inspiegabili.
Per citare Pasolini, una forma di empirismo eretico.
Un pensiero in cui il volto di Dio è nascosto, assente, ma in cui indizi del divino, di Dei o di Dio, possono essere osservati in ogni cosa - tracce mute, orme strambe, rumori segreti, suono corale dissonante, polimorfici indizi, enigmi indicibili, segni vitali anarchici, musica storpia, ribollire inquieto, umana inquietudine rimestata nel limite, bellezza intraducibile, squarci-urlo verso Altrovi e polvere di luna trasportata dal vento insieme a voci lontane.
(Diogene senza l'anima?)
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giovedì 6 dicembre 2012
giovedì 11 ottobre 2012
mistero della luce/assente/. notte. ombre/arabeschi su muri. linea punto fessura crepa muro manifesti strappati lampioni rotti rumore segnali. criptologia ermetica. suoni incantati da bagliori strepiti. crepitio. teoresi divergente. atomi. blu. nero.
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