di-segno di Sacrilegio Tempesta

?

?
pARTICOLARE DI "Autunno", quadro di Diogene senza l'anima?. Foto di Sacrilegio Tempesta.

giovedì 30 maggio 2013

Spruzzo

Il mondo esterno ci opprime, ci schiaccia, ci compressa, ci intristisce, ci riduce il tempo e lo spazio, i movimenti. Le risa sono isteriche, i canti vuoti e sordi assenti. Le musiche sono inscatolate in cubi di tempo spazio razionale senza piacere vero.
I pochi che suonano per piacere sono piantonati, frustati frustrati, con lotte avanzano. I pochi che hanno ancora tempo per vivere non riescono più ad usarlo, sono persi nel vuoto, non riescono più a creare nulla. Raramente ci sentiamo liberi, raramente ci sentiamo utili, raramente ci sentiamo. 

Bloccati da spettri di catene, vogliamo essere sicuri di ciò che ci circonda ma non sappiamo niente di noi stessi.
 
                           (Sacrilegio Tempesta)

I partiti, il diavolo e il PARTITO 5 stelle.

I partiti e il diavolo
"Quando in un Paese esistono i partiti,
ne risulta prima o poi uno stato delle
cose tale che diventa impossibile
intervenire efficacemente negli affari
pubblici senza entrare a far parte di un
partito e stare al gioco. Chiunque si
interessi alla cosa pubblica desidera
interessarsene efficacemente. Così,
chiunque abbia un'inclinazione a
interessarsi al bene pubblico o rinuncia a
pensarci e si rivolge ad altro, o passa dal
laminatoio dei partiti. Anche in questo
caso sarà preso da preoccupazioni che
escludono quella per il bene pubblico. I
partiti sono un meraviglioso meccanismo
in virtù del quale, in tutta l'estensione di
un Paese, non uno spirito dedica la sua
attenzione allo sforzo di discernere, negli
affari pubblici, il bene, la giustizia, la
verità. Ne risulta che - eccezion fatta per
un piccolo numero di coincidenze fortuite
- vengono decise e intraprese soltanto
misure contrarie al bene pubblico, alla
giustizia e alla verità. Se si affidasse al
diavolo l'organizzazione della vita
pubblica, non saprebbe immaginare
nulla di più ingegnoso". Simone Weil,
Manifesto per la soppressione dei partiti
politici 


Una splendida citazione di Simone Weil sul blog di Beppe Grillo.........

......peccato però che la spietata disamina della Weil sulla inevitabile parzialità ed utilitarismo dei partiti, che per loro natura mirano all'interesse del partito, a vincere, ad avere potere, a prendere il potere..

.....e quindi non possono mirare al bene comune, perchè tutte le loro parole e decisioni saranno condizionati dalla "linea" del partito, dalle opinioni ufficialmente appoggiate dal partito, dalla difesa delle dichiarazioni dei leader del partito, dall'interesse del partito...........

.........E', IN MANIERA SEMPRE PIU' CHIARA ED INEQUIVOCABILE, VALIDA PIENAMENTE ED ANZI IN MANIERA ESPONENZIALE, PER IL CASO SPECIFICO DEL PARTITO 5 STELLE.


Due splendidi siti di fumetto, poesia, arte, resistenza.

 L'Albero Sfregiato, il blog di Rocco Lombardi: uno sguardo visionario, apocalittico ma poetico ecologista e sognante - favole, poesie acide e surrealiste/espressioniste in cui spesso la Natura ha la meglio e ritorna padrona.

Fumetti, illustrazione, parole, un diorama post-atomico onirico per "scovare rifugi".


 http://lalberosfregiato.blogspot.it/2013/04/dino-campana-e-i-boschi-verticali.html


http://lalberosfregiato.blogspot.it/p/stampe-prints.html 


Noce Moscata, il blog di Marina Girardi: fumetto, poesia, animismo, anima, animali, mostri colorati allegri e guide a fumetti per on the road in bici sull'Appennino, e, come si sarebbe detto qualche anno fa, "resistenza umana"!


http://www.magira.altervista.org/2013/04/nostra-signora-degli-alberi-dimenticati/


http://www.magira.altervista.org/2013/04/peio-viva-viva-i-popi/


http://www.magira.altervista.org/2012/12/sulakfaht-di-natale/



martedì 28 maggio 2013

Guardare il mondo come se fosse la prima volta / stare nella realtà e non nel concetto.



Due stupendi video di Nathalie Delay, esponente dello Shivaismo Tantrico del Kashmir.

Il tema è molto semplice, e nello stesso tempo infinito, inesauribile, inesauribile da comprendere, di una complessità mai schematizzabile - quanto la vita stessa.

Dove siamo?

Qui o in un piccolo rimuginio mentale un po' solipsistico, chiusi nelle pareti della nostra mente?

Come osservava Gurdjieff, basta osservare la gente in giro, per notare che ognuno è perso per la maggior parte del tempo dentro a un suo monologo interiore incessante, assolutamente soggettivo e idiosincrasico, parziale, una sovrinterpretazione costante che filtra tutto. Ognuno se ne sta chiuso perso nel suo piccolo mondo interiore, nel suo monologo egoico che ripete incessantemente sempre le stesse cose, fino allo sfinimento.

Invece di essere nel mondo, là fuori, nella realtà, nel mondo, nella vita così com'è, là fuori, o, per meglio dire: qui!

Siamo nei concetti e non nella realtà.

"E' per questo che la sera siamo così stanchi!" - osserva Nathalie Delay: perchè passiamo l'intera giornata a tu per tu con noi stessi, non c'è via di scampo, e la passiamo a ripetere tutto il tempo i nostri piccoli discorsi intellettuali/mentali ossessivi, fatti di opinioni ripetute all'infinito fino a convincercene, di punti di vista sempre uguali, di abitudini, automatismi, binari mentali precostituiti, filtri, credenze, pre-giudizi, certezze completamente soggettive mai messe in discussione, oppure messe in discussione solo a livello intellettuale.

Non c'è via di scampo: per uscire da questa prigione bisogna uscire dal mentale, dalla ripetizione del racconto/monologo che facciamo a noi stessi tutto il tempo, le "messe in discussione delle certezze" solo intellettuali restano imprigionate nel mentale, nel chiacchericcio mentale.

Osho: il mentale, la mente, ti succhia via tutte le energie, ti risucchia, ti disanima, ti uccide a forza di rinchiuderti nel tuo piccolo ego fatto di sicurezza, blablabla, opinioni e paura.

Come si esce dal mentale?

Da questo chiacchericcio in cui siamo incessantemente immersi?

Nathalie Delay propone di provare a guardare il mondo come se fosse la prima volta, lasciando stare ogni concetto, ogni "lo so già", ogni interpetazione risaputa, ogni interpretazione.

Guardare il mondo per la prima volta, cioè guardarlo così com'è, così come lo guarderebbe un marziano appena arrivato su questo mondo, o un bambino.

Pensiamo di vivere in un mondo che capiamo, a ogni cosa conferiamo un senso, un significato, un senso già noto, ovvio, risaputo, assegnato, comprensibile.

Ma capiamo cosa?

Quali delle nostre categorie interpretative sono davvero fondate, ragionate, capaci realmente di descrivere la realtà?

Ognuno vede la realtà a modo suo, diecimila maniere diverse, ma ognuno è convinto che la sua interpetazione sia la realtà, che le sue categorie siano, ovviamente, giuste.

Dio è morto, insieme ad ogni certezza metafisica o filosofica, esistono infinite interpretazioni differenti di ogni singola cosa, ma ognuno nella vita quotidiana è certo e sicuro dei significati che conferisce alle cose.

E allora forse questi significati sono dei filtri soggettivi che ci allontanano dalla realtà così com'è, dal mondo, dagli altri, dalla vita in tutta la sua pienezza, intensità ed enigmaticità.

Vedere le cose come se fosse la prima volta, invece, vedere il mondo così com'è, per come si presenta, dimenticandosi delle proprie opinioni e certezze e maniere di interpretare intellettualmente subito, immediatamente, ogni cosa che vediamo.

Curiosità.

Apertura all'enigma.

Ascolto dell'essere.

Osservare oggettivamente.

Stupore.

Meraviglia!


Uscire allo scoperto nel mondo e nella vita, per una volta, lasciando stare per una volta tutte le nostre difese, egocentrismi, mantra paranoici e paure mascherate da giudizi e idee, uscire allo scoperto, sperimentare, esplorare, cambiare, rompere gli automatismi, osare, buttarsi nel fiume in piena improvvisato della vita, improvvisare, avventurarsi, avventurarsi nella realtà così com'è, senza certezze o risposte - avventurarsi là fuori. Cioè: qui.



P.s.: il primo video è in francese, non tradotto, ma forse più o meno si capisce il senso d'insieme anche se non si sa il francese, parla piano e scandisce bene. Il secondo è tradotto in italiano e parla dell'osservazione di sè e dei propri incessanti monologhi interiori.



http://www.youtube.com/watch?v=t1lmRsfNxxg


 http://www.youtube.com/watch?feature=endscreen&v=BRc0O2rjrc0&NR=1



P.s.: naturalmente, come ho già sostenuto in altri post: ogni tipo di discorso, perfino questo, può diventare concetto e monologo interiore solipsistico - ideologia - filtro - schema - sovrinterpretazione.

"Devo guardare le cose come se fosse la prima volta, devo guardare le cose come se fosse la prima volta, devo guardare le cose come se fosse la prima volta, devo guardare le cose per la prima volta, devo provare meraviglia, devo guardare le cose con stupore, come se fosse la prima volta, devo guardare le cose come se fosse la prima volta..............."

Non c'è ricetta, non esiste risposta, non c'è definizione.


lunedì 27 maggio 2013

SUCCO DI MERAVIGLIA -




SUCCO DI MERAVIGLIA

CIELO GIGANTE!

SOLE ESPLOSIVO!

SOLE/BATTICUORE

INNAMORATE NEL CORE!

UN CANE-ORSO

SONNECCHIA

UN PETTIROSSO

STRIMPECCHIA

UNA VECCHIA

AL VOLANTE

INSULTA

UNA SIGNORA/PASSANTE.

LA SCIURA RISPONDE:

"MUORI AMMAZZATA!"

MA A ME PARE

'N'IMPROVVISATA

UN

TEATRINO

DELLA

STRAMBERìE.

- GUARDO OGNI

COSA

COME

SE

FOSSE

LA

PRIMA

VOLTA

COME

SE

AVESSI

APPENA

APERTO

GLI

OCCHI

SUL

MONDO.

DIFFERENZA E RIPETIZIONE,

DIFFERENZA E RIPETIZIONE,

DIFFERENZA E RIPETIZIONE.

DIFFERENZA.

COSMO INESPLORATO,

(sentieri da tracciare)

SEMPRE NUOVO

INCOMPRENSIBILE

- ESSERE

QUI

NELLA

REALTA'

E

NON

NEI CONCETTI

(I PENSIERI SONO GIA'

VECCHI

UN SECONDO

DOPO

CHE SON

NATI)

COSMO

SILENTE

SOLE COCENTE,

BREZZA SPLENDENTE

CORE STRAFOTTENTE -

- core innamorato,

occhio sorpreso.

SUCCO DI MERAVIGLIA

SPRUZZO DI INTENSITA'

FRESCA,

MELAGRANA SCARMIGLIATA

VERMIGLIA,

PICCHIO DAL POZZO,

BOH, BOH, BOH.

- ROTTO SINGHIOZZO,

CORE 'NNAMMURATO,

CORE SGUINZAGLIATO

FORESTE VERGINI

ANIMALI LIBERI

LIBERTA'.

realtà.








"dove sei?"



"DOVE SEI?????"


BUUUUM!!!!!!!!


SEI QUI?


DOVE TE NE VOLI?


REALTA'.


ENIGMA INSPIEGABILE.

risata.

barzelletta.

vento fresco.

Mondo guardato

come

se

fosse

la

prima

volta.



Guarda le cose

per

la

prima

volta,

esci dal

concetto


atrofizzato

spaventato

rincantucciato

depresso

HANDICAPPATO

FRUSTRATO

SCHISCIO, RATTRAPPITO, REPRESSO,

PAPPAMOLLE, NEVROTICO, PIANTONATO,

SCHIACCIATO, RINCHIUSO, SOTTOMESSO, PARANOICO!!!!!







"MEGLIO FUORI CHE DENTRO!!!!!!!!!!!!!!!!!"


PERCIO' ESCITENE

ORA

dA

'STO

DENTRO

SPAVENTATO,

SEMPRE UGUALE,

CHE RIPETE

SEMPRE

LE STESSE

 COSE,

(a pappagallo,

a disco incantato,

corto circuito eterno)

MONOTONO,

NOIOSO,

ANNOIATO,

ANTIPATICO,

PARALIZZATO,

OSSIDATO,

INGESSATO,

IMBALSAMATO,

SCHELETRITO,

IMPUTRIDITO,

DECADENTE,

MORTO-ZOMBIE-AUTOMA STATICO

CRISTALLIZZATO,

INUTILE.

BRUTTO.

esci dal concetto,

dal saputo, dal risaputo, dal banale, dall'ovvio, dal ripetuto, dal brontolio che ti consuma,

dall'intellettuale che ti spossa, dallo spirituale che ti succhia le energie,

dal mentale che ti schiaccia e ti uccide,

dall'interiore che ti confina in un lager.



Apriti!!!!!

La vita è ora, è fuori, è qui!!!!!!

E' REALE!!!!!!!!


- guarda la realtà

così

com'è.



(potresti

avere

delle

sorprese.......

brutte

o

 belle

non

cambia).



SUCCO

DI

MERAVIGLIA,

FRULLATO

 DI

PARAPIGLIA,

PROFUMO

DI

SALSAPARIGLIA,

gelato al limone,

pizza,

gazzosa,

terra,

tramonto al mare,

amore,

sole,

realtà,

asfalto,

insulti,

macchine,

smog,

clacson,

città,

caos,

realtà,

stramba,

inedita,

non

concettualizzabile

novità.











Rido a singhiozzo,

corro a più non posso,

scrivo fesserie,

apro gli occhi,

chiudo la luna,

esco il fiore,

esplodo il colore,

amo il sole,

amo la mia ragazza,

non so niente,

fiore segreto nel libro,

divinità ambulanti,

extraterrestri gli istanti,

stramberie,

gigantismi,

pensieri inutili,

respiro,

SUCCO DI MERAVIGLIA,

SPRUZZO DI PARAPIGLIA,

PICCHIO DAL POZZO,

BOH, BOH, BOH!






                                                   (dIOGENE SENZA L'ANIMA?)







https://www.youtube.com/watch?v=SExjS322-9c






P.s.: grazie a Sacrilegio, a Nathalie Delay, a Raffaele Morelli e a Osho per l'ispirazione.

O LA PAURA O LA VITA!

L'opposto dell'amore non è l'odio, ma è la paura. L'odio è amore a testa in giù, non è l'opposto dell'amore. Il vero opposto dell'amore è la paura. Quando ami ti espandi; quando hai paura ti rattrappisci. Quando hai paura ti chiudi; quando ami ti apri. Quando hai paura ti assalgono i dubbi; quando ami hai fiducia.
Osho

sabato 25 maggio 2013

Happenings happen./2


"Ad Amsterdam, nel luglio 1948, viene fondato il Nederlandse Experimentele Groep, confluito quello stesso autunno in una squadra transnazionale e nomade che lascerà il segno nella storia dell'arte. L'8 novembre 1948 nasce CoBrA, il cui nome è un acronimo delle tre città di provenienza dei suoi membri: Copenhagen (...) Bruxelles (...) e Amsterdam (...).
Un gruppo furiosamente vitale, ansioso di partecipare e di far partecipare alla vita, ideatore di un'imagerie selvaggia e fantastica, pena di riferimenti magici e mistici legati al folklore nordico, mirata ad affrancare il subconscio dalle costrizioni dell'intelletto.

"L'atto creativo è di per sè più importante dell'oggetto creato e questo guadagna in significato nella misura in cui porta i segni del lavoro che l'ha generato (...) Un dipinto non è una costruzione di linee e colori, ma un animale, una notte, un uomo o tutte queste cose insieme."

 La loro prima mostra, Exposition  Internationale d'Art Expérimental, si tiene allo Stedelijk Museum, nel 1949, ed è marcata da pesanti dissidi fra i componenti e da una gigantesca rissa tra poeti e spettatori durante il reading d'apertura. Constant Nieuwenhuis, più noto come Constant, elaborerà all'interno del gruppo tematiche intriganti quali l'urbanismo unitario, il soggetto desiderante e la creatività rivoluzionaria, che porterà in dote all'Internazionale Situazionista, quando, dopo aver abbandonato la pittura, rivolgerà i suoi interessi all'indagine sui problemi abitativi, in contatto con le più radicali avanguardie europee. In città sarà attiva, per un breve periodo, una sezione dell'Internazionale Situazionista (...), che verrà smantellata dopo la classica scomunica lanciata dalla casa madre francese.

Strettamente legata a CoBrA è la scuola di poeti, cantori del verso in libertà, chiamata De Veijftigers (...).

Uno degli appartenenti a questa scuola, Lucebert, crea un certo scompiglio nell'imbalsamato mondo della cultura ufficiale quando, nel 1954, si presenta a ritirare un premio di poesia conferitogli dal Comune vestito con un mantello di ermellino, una corona in testa e al suo fianco una regina tutta in ghingheri.
Entra in municipio scortato da armigeri (impersonati da suoi amici poeti).
La trovata è ritenuta di dubbio gusto dall'autorità, che chiamano la polizia per liberarsi del premiato.
L'episodio inaugura una tradizione di rapporti poco amichevoli tra il Comune e la scena creativa.
Una perfetta situazione di reciproca incomunicabilità che di lì a poco esploderà in un'esaltante guerriglia artistica da strada.

La mancata incoronazione di Lucebert è un perfetto esempio di happening, anche se la parola all'epoca non è stata ancora coniata."

(da Matteo Guarnaccia, Gioco Magia Anarchia - Amsterdam negli anni sessanta)








venerdì 24 maggio 2013

Due poesie di Jasper Diaspro.





PIOGGIA FRUSCIANTE DI MADRE TERRA

Pioggia frusciante
Che allontana L'ego dalla mia mente
Madre terra rimuove i suoi vincoli ed eccede in contraddizioni allarmanti
Porterà tragedie nell'uomo se non sarà ascoltata
Demetri spicca il volo
Stavolta non ci sarà josuè a salvarti.

(Jaspere)

http://animadidiaspro.weebly.com/1/post/2013/05/pioggia-frusciante-di-madre-terra.html


PACE

Pace
Questa stupenda danzatrice interiore
Che mi inebria di benessere
Che mi tinge di mille colori esorbitanti
Esorbitanti manifestazioni di luna a chiaro colle
Luna e stella
Rossa purpurea e bianco giallo
Luna e stella.
Sole è stella.

(Jaspere)

http://animadidiaspro.weebly.com/1/post/2013/05/pace.html




lunedì 20 maggio 2013

Happenings happen-

"Lo spazio espositivo non mi soddisfaceva più. Pensai che sarebbe stato molto più interessante uscire dalla galleria e far fluttuare l'ambiente che avevo creato nella vita di tutti i giorni, per eliminare ogni tipo di divisione (...). L'evento deve terminare prima che sopraggiunga l'abitudine. L'artista compie un happening e vive il più puro dei melodrammi. La sua opera è una perfetta rappresentazione del mito del Non Successo, perchè gli happening non possono essere venduti o portati a casa, ma solo incoraggiati. Inoltre, a causa della loro natura fluttuante, solo poche persone possono seguirli: Rimangono un evento isolato e orgoglioso. Chi li crea è un vero avventuriero, perchè gran parte di quello che fa è assolutamente imprevedibile. Chi li fa è un vero truffatore." (Allan Kaprow)

"- L'happening non è arte, l'arte è happening.

- Può accadere anche a te.

- Sta accadendo qui e adesso.

- L'happening risponde a tutte le domande!

- L'happening risponde a ogni tuo desiderio.

- ogni parola è un happening.

- ogni persona è un happening.

- Accadi ora, sii umano!

- Le persone sono un happening ben accetto.

- Diventa un happening rispondendo immediatamente alla domanda:

CHE COS'E' UN HAPPENING?"

  (Simon Vinkenoog)


Tutta la vita è un immenso happening teatrale-artistico-dadaista improvvisato e interattivo.

Dunque, perchè fare un happening? Che senso ha? Cosa aggiunge?

Oppure: dunque, perchè non fare happenings tutti i giorni?

Oppure: dunque, perchè non sedersi su una panchina e osservare lo spettacolo più divertente, surrealista, drammatico, autentico, viscerale, esplosivo e potente che ci sia, il mondo, invece di pagare un biglietto per un banalissimo cinema?

Oppure: dunque, perchè non divertirci, cambiare, creare, vitalizzare, deserializzare, deseriosizzare, de-diserotizzare, de-raggelare, dedepressizzare, deconsuetudinare, dedisanimare, demeccanizzare, deabituare, deappiattizzare, dedisinnescare, dedecolorare, decontrarre, destereotipare, deazzerare, demistificare, smascherare, derumororizzare, de-alienare, deinimicizzare, de-dividere, de-disperare, de-livellare, de-rinunciare, de-costruire, de-creare, inventare, decontestualizzare, rianimare, spiazzare, improvvisare un po' di più, visto che siamo in un happening?

oppure: va bene così com'è.

Ma fra l'altro: che cos'è un happening?





Mancanza.

"Per mancanza di intraprendenza e fede gli uomini sono ciò che sono, impegnati a comprare e vendere, e passando la vita come servi." (Henry David Thoreau)


https://www.youtube.com/watch?v=Ig124dG9E2c 


P.s.: grazie a Jasper per la citazione di Thoreau e per avermi ricordato la faccenda del 432 Hz. 





lunedì 13 maggio 2013

percepire senza credere-

"Posso pretendere di avere una percezione chiara ?
Sto deformando ciò che percepisco ?
Sto interpretando ciò che percepisco ?
Attraverso il mio immaginario, ovvero attraverso le mie credenze, il mio sapere, i miei a priori, i miei giudizi
Non c’è per caso un filtro permanente, che mi vela il reale e snatura la mia percezione ?
Sono capace di vedere gli esseri, ciò che mi circonda, gli eventi e il mondo come se fosse la prima volta ?
Sono capace di vivere una percezione sensoriale o emotiva come se la ricevessi per la prima volta ?
Senza sapere, senza memorie, senza a priori, senza giudizi.
Il filtro della mia memoria, del mio sapere, delle mie abitudini, del mio bisogno di sicurezza, ricopre il reale rendendolo inaccessibile ?
Sto percependo solo il mio immaginario, la mia proiezione ?"

        Nathalie Delay, dall'articolo:



credere che non si sta credendo-

"La credenza che la realtà che ognuno vede sia l'unica realtà è la più pericolosa di tutte le illusioni."

Paul Watzlawick









domenica 12 maggio 2013

Use your Illusions/1.

Credere.

Non credere.

Credere di credere.

Credere di non credere.


Illusioni.


Credere in qualcosa è un'illusione.

Credere di non credere, credere di poter non credere in niente, è un'illusione forse ancora maggiore.


Viviamo in un mondo di proiezioni della mente, fuochi fatui che dopo aver brillato per un tempo insignificante rivelano la loro natura di spettri evanescenti.

Chi può dire di aver creduto sempre nelle stesse cose negli ultimi vent'anni?

Forse qualche pazzo fanatico.

Tutti gli altri non possono non essere consapevoli della natura transitoria, evanescente, sfuggente e aleatoria - quindi illusoria - di qualsiasi forma di credenza.

Ma chi pensa di essersi emancipato in larga misura da questo gioco di specchi, questo velo di Maya polimorfo, e con distacco e disprezzo giudica con ironico sarcasmo chi crede con tutto sè stesso in qualcosa, "magari è perfino entusiasta..." - è inconsapevolmente doppiamente schiavo di questo teatro delle apparenze.

Schiavo primariamente perchè resta - come tutti - preda delle suggestioni caleidoscopiche delle sensazioni psicofisiche cangianti in cui è immerso - della cui sostanza è perfino lui fatto.

Schiavo secondariamente - ed esponenzialmente - perchè credendosi libero, superiore, distaccato, critico, capace di giudizio oggettivo, "centrato", stabile, razionale, autentico, capace di vedere le cose per come veramente sono - sta tradendo il naturale flusso di associazioni/volizioni/desideri/giudizi/azioni/emozioni/idee/interazioni per cercare vanamente di astrarsi, isolarsi, appartarsi in una dimensione di torre d'avorio/osservatorio imparziale perfettamente centrato, razionale e critico - e così facendo invece di liberarsi sta fissandosi sui singoli contenuti da negare/criticare/analizzare/ridimensionare, invece che perdersi nel naturale flusso della vita in cui queste illusioni si succedono con fluidità - e in questa maniera si sta legando in maniera molto più rigida e inattaccabile alle illusioni stesse: è molto più coinvolto e attaccato ad esse che non l'uomo comune naturale, visto che si sofferma su di esse per confutarle, dichiarando in questa maniera un segreto profondo innamoramento per queste, un'incapacità di lasciarle andare - mentre l'uomo comune vive, poi vive altro e lascia andare in un ciclo continuo più superficiale e quindi più capace di dire "lassa, passa, tir'a 'ccampa'!", voltando pagina ogni giorno.

Una volta quello che fu il mio Maestro di Yoga, disse che in realtà il sanscrito Maya non va tradotto come illusione o come apparenza, ma va reso in italiano con manifestazione.


Quale illusioni???? Quelle che ci fanno vivere ogni giorno, facendoci vivere "la risa" e "el llanto" come dice la stupenda canzone "Gracias a la vida", quelle che ci fanno vivere la sofferenza ma anche l'amore, gli istanti di felicità, che ci trasportano di fronte alla Bellezza, che creano le sottili vibrazioni di simpatia e risonanza profonda reciproca nei confronti della natura, o di animali, o di persone??????? quelle che ci portano a perderci nella Bellezza di un dipinto o di una foresta, che ci ispirano poesie, che ci ispirano frasi cariche di emozioni potenti e viscerali, che ci portano a fare follie mossi da amore passione o Sogni, ("Solo di una cosa nella vita non ci si pente mai: della follie. - O. Wilde, citato a braccio) che ci portano a commuoverci di fronte all'amore incondizionato di un cane o di fronte a una scena di imprevista e insperata solidarietà??????? Quelle che ci portano a fare errori, intraprendere progetti fallimentari, non capire cosa ci accade attorno in momenti importanti, non comprendere le persone che amiamo, dire la cosa sbagliata al momento sbagliato ma che ci portano anche a realizzare dei capolavori artistici o una singola parola sincera che smuove anni di repressione congelata??????? Ma quali illusioni???????????????

E' sì un gioco di specchi e di immagini mutevoli mutaforma, ma in questo spettacolo-diorama, in questo carnevalesca farsa, in questo teatro dell'assurdo e dell'incomprensione, segreti divini si manifestano e si rivelano nella successione degli scenari, prendendo parte all'azione e alla successione degli atti: entrando nella parte, entrando nel flusso, entrando in scena coraggiosamente e pienamente e sinceramente, autenticamente, visceralmente, troverai colpi di scena, porte segrete che si spalancano improvvisamente su verità inaspettate, alleati inattesi, guide che ti porteranno in luoghi di bellezza inaudita, Deus ex Machina e sciarade che contengono frammenti di Eterno.

Se credere è illusorio, e non credere è doppiamente illusorio, allora, invece di cercare di sottrarti al gioco delle illusioni:




attraversa, cavalca le Illusioni, sfruttane la potenza propulsiva, galoppa su di esse come un cavaliere che controlla il suo cavallo, ma che gli lascia le briglie sciolte, e si fida della direzione che vuole prendere!!!!

Usa con furbizia ma anche con un rispetto profondo il naturale funzionamento della tua mente, usalo per progredire, per fare eperienze, per imparare, sperimentare, crescere, esperire, imparare a fare cose nuove, viaggiare, procedere a tentativi, vivere, amare, cantare, ballare, improvvisare, spontaneitare, jamsessionare con irrequietezza e fluidità, tirare fuori tutte le emozioni, aprire il cuore, respirare, spaccare vecchi schemi, essere felici, tristi, incazzati, depressi, malinconici, nervosi, inquieti, folli, innamorati, ispirati, sereni, angosciati, gioiosi, allegri, creativi, creatori!!!!!!!!!!!!!!!


Non distaccandoti e cercando di allontanarti dall'immediato flusso diventerai regista della tua vita,

ma sarai il Regista dell'Opera vivendo, entrando in scena, prendendo parte al Gioco, osando, scommettendo, illudentoti, disilludendoti, agendo: vivendo, credendo, sentendo, agendo, facendo esperienze, buttandoti, provando, sarai contemporaneamente il Creatore della tua Vita, un Creatore situato, nella situazione, nel bel mezzo del gioco, compromesso, coinvolto, sbilanciato: solo così la Potenza Creatrice Spontanea della Vita sarà libera di esprimersi in te, l'Evoluzione Creatrice, pilotata dalla saggezza della tua Anima - Regista e Genio Sovrano  della tua Esistenza- sarà libera di agire.







Perciò, come dicevano molti anni fa i Guns'n'Roses:



"Use your Illusions!"


José Angelo Gaiarsa: FAME D'ARIA!!!!


"Nessuna costituzione
E nessuna rivoluzione
Mai hanno pensato di garantire agli uomini
Il Diritto di Respirare.



Nessun diritto è più necessario,
in quanto viviamo tutto il tempo soffocandoci gli uni con gli altri,

Tu mi soffochi:


  • Ogni volta che non posso dire a te quel che faccio quel che sento e quel che penso.

  • Ogni volta che devo controllare la mia voce e i miei gesti, per far sì che tu non percepisca le mie intenzioni.

  • Ogni volta che devo giustificare ciò che faccio dinanzi al mio Giudice  interiore – che sei tu.

  • Ogni volta che reprimo i miei desideri perché tutti vigilano su tutti, perché nessuno faccia quel che tutti vorrebbero fare e che sarebbe bene che tutti facessero: amare, cantare, ballare…
La mia vendetta è fare lo stesso con te.

Per questo viviamo tutti soffocandoci,
   e mai si è pensato di garantire a tutti il diritto di respirare.
            Noi ci neghiamo il più fondamentale dei diritti: il diritto di vivere.
            Per questo viviamo soffocati, angosciati, infelici.


            È necessario rinascere, è possibile rinascere."








(dalla quarta di copertina di “Respirazione angoscia e rinascita” di José Angelo Gaiarsa, psichiatra e psicoanalista decisamente eretico, che ha messo a punto una psicologia che è una sintesi tra psicologia simbolica del profondo Junghiana e analisi corporea Reichiana.


Le seguenti citazioni sono tratte dall'eccellente articolo di Virginia Salles su Gaiarsa al link:



http://www.artiterapielecce.it/index.php?option=com_content&task=view&id=298&Itemid=155




(p.s.: l'articolo a questo link non è firmato, ma si vede che è un articolo di Virginia Salles a questi due altri link, con estratti più brevi, firmati:



 http://www.virginiasalles.it/pag_estr_fame.php


http://www.centrostudipsicologiaeletteratura.org/arsal1.html 








"Nelle sue opere Gaiarsa compie una sintesi, una vera e propria congiunzione di opposti tra la “psicologia del profondo” di C. G. Jung e quella “del corpo” di W. Reich offrendo una visione dell’uomo più completa. I libri di Gaiarsa sono allo stesso tempo l’esposizione di una teoria e la storia di questa teoria. In essi l’autore, con un linguaggio molto spontaneo, frasi scherzose, racconta fatti personali, peculiarità della propria vita, le sue battaglie esistenziali lungo un difficile e travagliato percorso evolutivo. Nel capitolo intitolato“Io e il mio cuore” Gaiarsa si racconta: “Prima di approfondire lo studio della respirazione, parlo di me e del mio cuore. Sono stato un angosciato cronico durante la metà della mia vita, e tutto ciò che è scritto qui  proviene dal mio sentire e dal mio soffrire…”. “Ho vissuto con questa oppressione per molti anni, sembrava una ferita aperta dolente e sempre sanguinante, ed io tiravo la spalla sinistra sul corpo nell’intenzione di proteggere il cuore. Non percepivo che nel proteggerlo lo stringevo ancora di più. Ma io dovevo trattenere quello che nel mio petto voleva espandersi… La mia vita, l’aria respirata che si diffondeva dentro di me, il sangue che si espandeva nel mio corpo. Questo è ciò che si può sentire come vita. Questo io lo so adesso che ho 70 anni…Allora non stavo vivendo, stavo morendo…”.   “Ma la paura continuava, di morire di cuore. Era profonda. Era quasi desiderio. Vivere male fa venire la voglia di morire…”. “Molti, molti anni fa, quasi morii il giorno in cui mi sentii felice. Il petto ha iniziato a espandersi tanto che ho avuto paura che quella cosa, la felicità, il mio petto non la contenesse. Erano sentimenti, sensazioni nel petto, e li ho trattenuti, è chiaro…è molto difficile imparare a lasciarsi andare. È molto difficile sentirsi felice, non ci è permesso, non siamo abituati, è proibito…voler espandere il petto, sentire il cuore che galoppa come il cavallo del cavaliere errante di desiderio, di ricerca, di eroismo, di fuoco, di vita piena, densa, forte…voler amare è questo…”."



"Già dai tempi più remoti le parole relazionate con l’aria, l’atmosfera, o la   “respirazione” sono le stesse usate per descrivere concetti religiosi. Per esempio, in alcune lingue antiche come il greco o il latino le parole aria, vento, soffio, sono le stesse che esprimono idee come Vita, Spirito, Dio… Gaiarsa ci propone alcune analogie: l’atmosfera come Dio è infinita, l’aria, così come Dio sta misteriosamente in tutti i posti allo stesso tempo, è onnipresente. Dio vede tutto, è il Trasparente e il Luminoso per eccellenza: è luce. Le parole camminano nell’aria che le contiene tutte: è onnisciente. Gli uomini hanno sempre fatto la guerra per tutto ciò che esiste di concreto, immaginario o simbolico che sia… Ma non hanno mai lottato tra loro per l’aria che respirano, aria che esiste in abbondanza per tutti: i buoni e i cattivi. Quindi l’aria come Dio è amore."


"Le parole di Durckheim: "Nella respirazione partecipiamo inconsciamente alla Vita più grande",  e quelle di Lowen: "Attraverso la respirazione diveniamo consapevoli della pulsante vitalità del nostro corpo e sentiamo di essere una sola cosa con tutte le creature pulsanti in un universo pulsante"  ci ricordano la visione orientale secondo la quale l'Atman, l'individualità, il piccolo spirito contenuto nel profondo del nostro petto è lo stesso Grande Spirito che soffia la vita nell'universo. Quest'universalizzazione del singolo si avvicina ad alcune riflessioni di Jung che sottolinea l'aspetto terapeutico dell'allargamento della prospettiva individuale verso una dimensione più ampia e universale. I buddisti esprimono l’idea che la realtà ultima, Sunyata (vuoto o vacuo), è un vuoto vivo che genera tutte le forme del mondo dei fenomeni. Lao Tse utilizza varie metafore per illustrare questo vuoto, comparando il Tao a un vaso permanentemente vuoto che contiene un’infinità di cose. Quindi per gli orientali la Divinità è un Vuoto Creatore, il che ci fa pensare al vuoto polmonare, senza il quale non esisterebbero né vita né parola.Il polmone non è un organo in senso attivo, cioè nel senso che fa qualcosa, è piuttosto un luogo o un vuoto. I polmoni non “fanno” la respirazione, appena permettono che questa avvenga (un passaggio dell’ossigeno attraverso le membrane dell’alveolo polmonare). La sua funzione respiratoria è quindi quella di essere un vuoto e niente più, ed è da questo vuoto che nascono tutti i processi vitali! Da questo punto di vista, secondo Gaiarsa, il vuoto creatore sono i polmoni. La respirazione non è soltanto una funzione interna all’organismo; è soprattutto un atto di “relazione”: relazione con il mondo, con l’atmosfera, relazione  con gli altri attraverso la voce/parola, relazione con se stessi."



"Tutti noi soffriamo una dissociazione più o meno grave tra quello che abbiamo appreso dall’esterno, dagli altri, e quello che percepiamo interiormente, quello che in un certo senso “apprendiamo” dalla nostra esperienza non verbale di vita. È verbale quasi tutto l’“insegnamento” che riceviamo dal mondo. Da piccoli ascoltiamo dalle autorità una serie di regole e “verità” a volte molto discutibili, che ci vengono presentate come verità sacre. Queste “verità” hanno a loro favore l’adesione di quasi tutti, che in coro ripetono sempre le stesse cose (Gaiarsa parla di “voce del coro”); essere plasmati da questo insegnamento trasmesso tramite parole, significa perdersi nel collettivo, cioè “vivere secondo i precetti del super-io”. Nello stesso tempo noi viviamo le nostre esperienze di vita, sentiamo, vediamo, sperimentiamo, godiamo e soffriamo sulla nostra pelle, particolari sensazioni, stati d’animo, percezioni corporee alle quali spesso non viene data voce e che quindi rimangono la maggior parte delle volte inconsce. Infatti “cosciente” vuole dire soprattutto verbale; “inconscio” significa principalmente non verbale: sensazioni fisiche, smorfie o contrazioni viscerali, suoni vocali, relazioni e forme che non hanno un nome. Tutti noi abbiamo tratto, da questa esperienza vissuta non verbale, una certa personale filosofia di vita, più o meno inconscia, che si esprime attraverso la nostra voce interiore. Abbiamo però paura di ascoltarla, perché questa voce della nostra esperienza molto spesso  contraddice la “voce del coro” che sentiamo tutti i giorni,  non solo intorno a noi ma anche dentro di noi (interiorizzata), e che è più rassicurante. Abbiamo paura della nostra voce, della nostra intima verità perché diverge dalla opinione collettiva: seguirla ci potrebbe portare alla solitudine o ad essere vittime del pettegolezzo, dell’ostracismo. Le vittime dello Spirito del Coro trascorrono la vita nella continua e penosa sensazione che qualcosa li soffoca, tutta la vita aspettando un momento di respirazione libera, con l’anelito di espandersi e con la paura di farlo; respirare sino in fondo significa abbandonare lo Spirito del Coro e rimanere soli. Nella pratica psicoterapeutica è importante riconoscere la voce dello Spirito del Coro (lo spirito di tutti), secondo Gaiarsa il più pericoloso di tutti i demoni che possono possedere un essere umano. Una volta interiorizzato esso ci “parla” da dentro”, la sua musica è diversa dalla musica della voce autentica. Secondo le differenti intonazioni, modulazioni, inflessioni e ritmo della voce si può percepire “chi” o “cosa” sta parlando in ogni momento."





"Il pensiero come la respirazione può essere volontario, ma generalmente non lo è. Come ci “vengono” i pensieri in testa? Sembra che i nostri antenati, ignorando da dove arrivassero la parola e il pensiero, attribuissero all’aria la proprietà di portarli fino a loro. I nostri pensieri allora “ci arrivano” come la respirazione. “Ci arrivano” attraverso l’aria che inaliamo, generando in noi idee, immagini, poemi… È un processo molto somigliante all’invisibile a cui aspiriamo e che in noi si concretizza in vita. In questo caso si potrebbe dire, con Gaiarsa, che quello che ispira il poeta sia l’aria che lui inspira.Così il nostro vuoto creatore sembra contenere idee, messaggi, trasportati dalla respirazione. Idee, messaggi e pensieri che “ci vengono” in mente dall’aria che inaliamo e che poi escono, tramutate in parole, formate dallo stesso invisibile che ci ha ispirato.  Il “pensiero” quindi galleggia nell’aria, sta nell’invisibile che mi dà vita, se io me ne approprio. È come se ci fosse un grande spirito fuori di noi e un equivalente di questo grande spirito dentro di noi (Jung lo chiama inconscio collettivo) che ci trascende e in un certo senso ci governa, indipendente dalla nostra volontà e dalle nostre intenzioni. Analogamente esistono tante parole dentro di noi quante ne esistono fuori di noi, molte dalle quali aleggiano nell’aria…in attesa di essere pronunciate. Nell’“inspirazione” il polmone viene assimilato alla testa, dove “le idee arrivano” misteriosamente, così come misterioso è lo spirito."


"Per il neonato espirare tutta l’aria è morire, quindi è costantemente minacciato di asfissia e riesce ad evitarla attraverso uno sforzo continuo contro il “collasso dei polmoni” che significa soffocamento e morte. È questo movimento espansivo della muscolatura toracica che in un certo senso “fabbrica” i polmoni. Il movimento respiratorio è eseguito da muscoli obbedienti alle nostre intenzioni e, nel realizzarsi, provoca sensazioni sia nella muscolatura sia nei propri polmoni. È attraverso questo movimento che secondo Gaiarsa, il neonato indifferenziato “si fa ego”.  Il proto-ego del neonato quindi si fa e si disfa a ogni movimento respiratorio. Le sensazioni più fondamentali dell’ego sarebbero quindi quelle di formarsi e fondersi, integrarsi e disintegrarsi. Il timore di lasciare andare l’espirazione “fino in fondo” e quindi “morire” sussiste, secondo Reich, in tutte le nevrosi. L’espirazione è un fenomeno passivo, significa “lasciarsi andare”, è il momento della resa, del “non io”, dell’abbandono,   dell’incoscienza, non viene fatta, ma semplicemente “accade”, mentre l’ispirazione è attiva, è espansione, autoaffermazione, è un “darsi la vita”. Per questo la definizione fondamentale di nevrosi è il controllo, la rigidezza di comportamento, il non lasciarsi mai andare. Il contrario della nevrosi, in termini positivi, sarebbe allora “arrendersi” e “pulsare”, vivere in quanto trasformazione, oscillare sempre tra ispirazione e espirazione, tra creazione e distruzione. Ogni volta che ci vogliamo “controllare”, che non vogliamo fare emergere un’emozione, respiriamo in modo insufficiente fino all’apnea. È trattenendo la respirazione che, già da molto piccoli, iniziamo a controllare le nostre emozioni e i nostri sentimenti.  Dalla libertà respiratoria nasce invece la sensazione di essere vivi, in comunione con il Tutto, e questo vissuto può essere talmente intenso e dilagante che può sfociare persino nel delirio di onnipotenza, nella sensazioni di magia e di potere eccezionale."


"Tutte le scuole di psicologia condividono il valore e l’importanza di vivere e sentire il presente, il “qui e ora” che scaturisce dal contatto profondo con se stessi, con le proprie emozioni. Un’emozione è sempre accompagnata da un’alterazione viscerale e motoria che avviene spontaneamente e molto rapidamente ogni volta che ci troviamo dinanzi ad un ostacolo, una minaccia o una promessa, dinanzi a qualsiasi situazione affettivamente significativa. I primi segnali di emozione/desiderio sono l’accelerazione cardiaca e la variazione respiratoria. Se tratteniamo il respiro, senza l’ossigeno, viene a mancare al desiderio la forza della passione. Le emozioni toraciche sono perciò i segnalatori più sensibili e più veloci della repressione o liberazione emotiva. “Non esiste”, afferma Reich, “repressione senza restrizione respiratoria”. Noi civilizzati respiriamo molto al di sotto delle nostre potenzialità respiratorie, e quindi sentiamo molto meno delle nostre potenzialità emotive. È come se avessimo  perso il contatto con la vita che pulsa dentro di noi. A volte non percepiamo ne’anche di essere vivi e che la  vita è emozione; preferiamo il controllo e la sicurezza. Preferiamo, come sostiene Gaiarsa, la routine, che è “l’incoscienza o la coscienza di ‘tutto uguale’ e ‘sempre uguale’. È la vita a livello automatico. È essere senza percepire. È stare con il cadavere qui e la mente non so dove. È trovarsi a reagire nei confronti delle persone come se fossero altre, o nate per rispondere ai miei desideri e timori… È  un passare senza guardare, un guardare senza vedere, un passare senza percepire e un vivere senza sentire…” . È bello il volto di una persona triste, è vivo e ha una sua pienezza. La tristezza è un’emozione e così come la rabbia ha la sua dignità e autenticità. Qualsiasi emozione (anche un’emozione “negativa”) in un modo o nell’altro ci rende più vivi, più che in quei momenti in cui “non sentiamo niente”. “Se sono vivo, sono quindi emozione, movimento, creazione continua, instabilità totale, incertezza permanente”.


"Qualcosa ci stringe e ci angoscia quando siamo limitati, stretti nelle nostre possibilità di espressione; quando ci vengono imposti modelli, formule o principi, quando è ristretta la libertà. Parole come anelito, struggimento, logorio…significano “un desiderio che non respira bene”, un desiderio “che stringe”, un desiderio imprigionato…un’ispirazione impedita. Come già diceva Freud tutte le aspirazioni contenute così come tutti i desideri che non si realizzano si trasformano in “una stretta”, cioè in ansietà o angoscia. Tutta l’angoscia nasce da un desiderio o da una necessità di compiere un’azione, prendere una decisione o assumere un atteggiamento, che io non compio, non prendo, non assumo; può essere comparata alla situazione di un automobilista che simultaneamente affonda i piedi nell’acceleratore e nel freno. Non posso (o non devo) fuggire, scappare via, piangere, esprimere la mia rabbia o il mio amore. La preparazione organica si blocca, e le contrazioni muscolari e viscerali che accompagnano questa preparazione dell’organismo all’azione si irrigidiscono. È così che nascono le corazze muscolari del carattere descritte da Reich…e il cuore rimane stretto, chiuso, oppresso…e accelera per alimentare una grande risposta organica che non avviene. È questo il fondamento di tutta la patologia psicosomatica. Non conosciamo la causa della maggior parte dell’ansietà e dell’angoscia che proviamo: essa viene rimossa dai pregiudizi."


(...)

"L’educazione diventa qualcosa di perverso quando, invece di controllare il comportamento, si controlla l’emozione: invece di un “non puoi fare…questo o quello”, un “non puoi sentire…”. Ci sono alcune emozioni che “non si debbono sentire”. Come sostiene Gaiarsa “tutti vigilano e controllano tutti…questa è l’ansietà del mondo, quella di tutti e di ognuno”.Esempi di alcune malattie interpretate da Gaiarsa dal punto di vista psicosomatico: ( un’ipotesi che  non esclude altre interpretazioni) Ulcera: (mordere dentro), dato che non posso mordere l’altro veramente.
Cancro: dopo anni di imprigionamento, la persona si fa, si trasforma in prigione. Rinuncia a vivere perché vivere non vale la pena.
Diarrea: “lasciami fare almeno qualcosa…”.
Vomito: “lasciami liberare di questa amarezza, disperazione, voler fare e non poter fare”.
Infiammazione della gola: “Non posso dire ciò che vorrei, né gridare”.
I casi clinici dimostrano che la respirazione può subire alterazioni considerevoli a causa di situazioni relazionali oppressive o esperienze infelici e traumatiche, molte disfunzioni respiratorie croniche hanno questa base. Queste esperienze il più delle volte sono vissute nell’ambito delle relazioni familiari, essendo la famiglia la più frequente e potente causa di stress e inibizioni respiratorie, ambito della “lunga durata” e dal quale molto spesso non si può fuggire. All’interno della famiglia alcuni si esprimono troppo, altri troppo poco e altri ancora non si esprimono mai e vivono in uno stato di apnea perenne.  Secondo Gaiarsa si può e si deve parlare di repressione respiratoria."



"Quando si respira più del solito, l’inconscio guadagna forza ed invade la muscolatura allo scopo di muovere la persona nella direzione del desiderio (anche se paradossalmente molto spesso, nella clinica, si osserva un’intensificazione dell’inibizione). Questa modalità respiratoria agisce in senso contrario a ciò che facciamo abitualmente con le nostre emozioni, provoca un decongelamento emozionale, apre le porte chiuse e libera i vissuti emotivi rimossi, facilitando così non solo il ricordo ma la “ri-esperienza” e il conseguente “scioglimento” delle esperienze traumatiche, l’emergenza degli archetipi, la riattivazione di forme istintive di comportamento. Possiamo dire che, in un certo senso, ciò ci permette di attraversare il tunnel dell’angoscia viva ed uscirne fuori, appunto “rinati”. È impressionante, per chi non ha dimestichezza con certe manifestazioni, l’aspetto di “patio dei miracoli” o “terreiro de macumba” dell’insieme delle esteriorizzazioni dei vissuti che emergono durante questo tipo di esperienza. Alla metodologia iniziale di questo tipo di terapia sono stati aggiunti molti elementi importanti tratti dalla psicologia reichiana. La psicologia di Reich è quella che meglio ci permette di comprendere le manifestazioni osservate quando si respira volontariamente, più del necessario, durante molti minuti, così come il parallelo tra queste manifestazioni e i conflitti inconsci relazionati ai complessi familiari. La sintesi del pensiero reichiano sulla respirazione potrebbe essere così espressa: la più vitale delle repressioni è quella respiratoria e a questa si associano tutte le altre, come se questa fosse il fulcro del groviglio delle nostre catene. Quel che avviene in realtà durante questo tipo di esperienza è un’inibizione dell’inibitore: “é proibito proibire”. Da un lato inibisce tutte le esigenze sociali (la voce del coro, il collettivo) che ci sono impresse nell’anima dall’educazione, e dall’altro potenzia, dà forza al bambino interiore, al primitivo, alla nostra parte istintuale. Forse in certi momenti della vita la salvezza sta proprio nel ritornare bambini, come viene detto in un brano del vangelo. Quindi “disimparare”, liberarci di tutto ciò che ci è stato insegnato o imposto. Educazione nel nostro mondo a volte può significare repressione, controllo, restrizione del movimento, dell’affetto e persino dell’intelligenza. Riassumendo, possiamo dire che, attraverso il respiro, possiamo da una parte ridurre i nostri condizionamenti sociali, il nostro adulto (il normopata, il morto-vivo, come lo chiama Gaiarsa), attenuare la forza delle parole sulla coscienza, e la forza di tutti su ognuno, dall’altra possiamo sperimentare “l’esistere senza parole”, uno dei passi fondamentali della meditazione. Alcuni autori insistono sul raggiungimento dell’estasi o l’illuminazione,  esperienze definite da Grof “transpersonali”. Phil Laut e Jim Leonard, collaboratori di Orr e autori del libro Rinascimento, la scienza del Piacere Totale, affermano: “In verità solo il piacere e la felicità (l’estasi) sono repressi. Basta vedere animali salutari per capire che essere vivo è la felicità, il che rende comprensibile la leggenda del paradiso perduto”. È importante cogliere il significato delle varie posture e modalità respiratorie. Secondo Reich, A. Lowen, Gaiarsa, tutte le posture sono psicosomatiche e sono allo stesso tempo una posizione fisica e  psicologica, un “modo di stare nel mondo”, un “punto di vista”. Il male degli uomini è il “petto chiuso”, rigido, espressione, allo stesso tempo relativa sia alla postura sia ai sentimenti, che esprime, con forza, inaccessibilità emozionale, durezza, implacabilità. Diversamente il petto aperto e i polmoni pieni suggeriscono che “sono pronto per accogliere, espongo il mio cuore, mi abbandono, sono aperto, ho fiducia…”. È essenziale che la muscolatura respiratoria si mantenga elastica. La morbidezza e fluidità respiratoria favoriscono il sentire, il percepire e il vivere le emozioni, le più variate, le più forti e travolgenti e le più delicate.  Essere veramente vivi significa sperimentarsi, aprirsi, esporsi senza timore, interamente al flusso delle proprie emozioni. Siamo abituati a vivere a pezzi, separati dal fluire della vita; divisi dentro di noi e tra noi, siamo abituati alla paura di vivere e di sentire. Saper respirare, essere consapevole della propria respirazione, favorisce il collegamento con la vita interiore, produce un risveglio spirituale e una notevole vivacità dei sentimenti d’amore in senso ampio. Favorisce l’apertura del petto, nel  profondo significato umano di questa espressione."



(dall'articolo di Virginia Salles  a questo link:

 http://www.rivistaartiterapie.it/anno-i-numero-7/82-fame-d%E2%80%99aria-la-psicologia-di-jos%C3%A9-angelo-gaiarsa-tra-il-corpo-e-lo-spirito.html

giovedì 9 maggio 2013

libertà, dalla libertà dalla libertà!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!/2

L'amico Jasper descrive perfettamente, con due frasi, semplici, quella che anche io considero la soluzione, semplice, ma impegnativa, a tutto questo intrico paradossale di cui ho parlato nella prima parte.

Ecco il post in questione, vero e proprio diaspro raro e prezioso di semplicità fattiva, profondità spirituale-filosofica e completezza sintetica, risolutiva: taglia la testa - come ogni altro esempio di profondità semplice e risolutiva - a ogni toro possibile e immaginabile, dando spazio alla VITA al di là di qualsiasi "se" e "ma".







Credere è energia.......

Si può trarre energia positiva da qualcosa di falso ?

Non penso.....

Ne segue che ogni credenza contiene verità.

Tutte vere,nessuna falsa.

Scegli tra queste

O scegli di essere libero. Trai le tue energie da te stesso. Credi in te stesso. in te e nella tua anima.

Jasper



http://animadidiaspro.weebly.com/1/post/2013/05/may-07th-2013.html








domenica 5 maggio 2013

libertà, dalla libertà dalla libertà!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!









"Se incontri Buddha per la strada, sparagli!"









Splendido aforisma, non mi ricordo più di chi, riguardante la necessità di liberarsi di ogni guru, ogni auctoritas, qualsiasi dipendenza - qualsiasi forma di dipendenza da qualsiasi tipo di maitre a penser.





Certo.






ma, propongo questo ulteriore quesito, ti dico:




e se tu incontrassi invece colui che ha scritto quest'aforisma, cosa faresti?




Gli stringeresti la mano entusiasta , passeresti oltre indifferente, o spareresti anche a lui???????????????????????




Cioè:

è vero che dobbiamo liberarci da ogni forma di dipendenza , e dai nostri condizionamenti,   in nome del libero pensiero , che è l'unica condizione di vita realmente autentica , e veramente dignitosa per qualsiasi spirito libero -



-  ma, e, come la mettiamo con la nostra dipendenza - che può essere estrema -

dai vari Messia della Liberazione da ogni condizionamento e dipendenza, da ogni Maestro o Guru o auctoritas????



 

I vari Nietszche, J. Krishnamurti, U.G. Krishnamurti, etc...

non sono -

 - in quanto promettono la Liberazione

da ogni schiavitù -


le Auctoritates, i Guru più dispotici, totalitari, dittatoriali, assoluti???????????







e allora, forse - non ci resta che accettarci così come siamo, con tutte le nostre dipendenze, condizionamenti, Guru, Maestri, maitres a penser, artisti ispiratori, filosofi di riferimento...... (spesso deliberatamente contraddittori tra di loro).







la Dipendenza da un solo Messia Liberatore che ci prometterebbe un'assoluta Libertà da tutto ciò - sarebbe forse la forma più radicale di alienazion e trascendente verso un'unica Auctoritas totalitaria, unico Filtro - nel nome della Libertà, dell'Incondizionatezza - attraverso cui leggere la Realtà in maniera veramente libera e autentica, "vera"-








ma, se accettiamo i nostri condizionamenti per come sono,

come potremmo non accettare anche questa ulteriore Illusione Salvifica di Liberazione da ogni Condizionamento??????????????????????






perciò:

l'acettazione delle dipendenze, ci espone, anche, alla possibilità della dipendenza da "maestri di libertà" o "spiriti liberi" che ci promettono la libertà da ogni dipendenza, e ci portano quindi a rifiutare ogni condizionamento.






- compresa lalibertà da loro stessi??????







(e si ritorna così all'accettazione dei condizionamenti)





E' un'eterno serpente che si morde la coda, un'eterna spirale contraddittoria senza soluzione nè assenza di soluzione, seguendo le spire della quale, nel frattempo, facciamo esperienza diretta, non-mediata, di quella "cosa che accade mentre siamo occupati in altri progetti" (J. Lennon), la Vita.