di-segno di Sacrilegio Tempesta

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pARTICOLARE DI "Autunno", quadro di Diogene senza l'anima?. Foto di Sacrilegio Tempesta.

martedì 28 maggio 2013

Guardare il mondo come se fosse la prima volta / stare nella realtà e non nel concetto.



Due stupendi video di Nathalie Delay, esponente dello Shivaismo Tantrico del Kashmir.

Il tema è molto semplice, e nello stesso tempo infinito, inesauribile, inesauribile da comprendere, di una complessità mai schematizzabile - quanto la vita stessa.

Dove siamo?

Qui o in un piccolo rimuginio mentale un po' solipsistico, chiusi nelle pareti della nostra mente?

Come osservava Gurdjieff, basta osservare la gente in giro, per notare che ognuno è perso per la maggior parte del tempo dentro a un suo monologo interiore incessante, assolutamente soggettivo e idiosincrasico, parziale, una sovrinterpretazione costante che filtra tutto. Ognuno se ne sta chiuso perso nel suo piccolo mondo interiore, nel suo monologo egoico che ripete incessantemente sempre le stesse cose, fino allo sfinimento.

Invece di essere nel mondo, là fuori, nella realtà, nel mondo, nella vita così com'è, là fuori, o, per meglio dire: qui!

Siamo nei concetti e non nella realtà.

"E' per questo che la sera siamo così stanchi!" - osserva Nathalie Delay: perchè passiamo l'intera giornata a tu per tu con noi stessi, non c'è via di scampo, e la passiamo a ripetere tutto il tempo i nostri piccoli discorsi intellettuali/mentali ossessivi, fatti di opinioni ripetute all'infinito fino a convincercene, di punti di vista sempre uguali, di abitudini, automatismi, binari mentali precostituiti, filtri, credenze, pre-giudizi, certezze completamente soggettive mai messe in discussione, oppure messe in discussione solo a livello intellettuale.

Non c'è via di scampo: per uscire da questa prigione bisogna uscire dal mentale, dalla ripetizione del racconto/monologo che facciamo a noi stessi tutto il tempo, le "messe in discussione delle certezze" solo intellettuali restano imprigionate nel mentale, nel chiacchericcio mentale.

Osho: il mentale, la mente, ti succhia via tutte le energie, ti risucchia, ti disanima, ti uccide a forza di rinchiuderti nel tuo piccolo ego fatto di sicurezza, blablabla, opinioni e paura.

Come si esce dal mentale?

Da questo chiacchericcio in cui siamo incessantemente immersi?

Nathalie Delay propone di provare a guardare il mondo come se fosse la prima volta, lasciando stare ogni concetto, ogni "lo so già", ogni interpetazione risaputa, ogni interpretazione.

Guardare il mondo per la prima volta, cioè guardarlo così com'è, così come lo guarderebbe un marziano appena arrivato su questo mondo, o un bambino.

Pensiamo di vivere in un mondo che capiamo, a ogni cosa conferiamo un senso, un significato, un senso già noto, ovvio, risaputo, assegnato, comprensibile.

Ma capiamo cosa?

Quali delle nostre categorie interpretative sono davvero fondate, ragionate, capaci realmente di descrivere la realtà?

Ognuno vede la realtà a modo suo, diecimila maniere diverse, ma ognuno è convinto che la sua interpetazione sia la realtà, che le sue categorie siano, ovviamente, giuste.

Dio è morto, insieme ad ogni certezza metafisica o filosofica, esistono infinite interpretazioni differenti di ogni singola cosa, ma ognuno nella vita quotidiana è certo e sicuro dei significati che conferisce alle cose.

E allora forse questi significati sono dei filtri soggettivi che ci allontanano dalla realtà così com'è, dal mondo, dagli altri, dalla vita in tutta la sua pienezza, intensità ed enigmaticità.

Vedere le cose come se fosse la prima volta, invece, vedere il mondo così com'è, per come si presenta, dimenticandosi delle proprie opinioni e certezze e maniere di interpretare intellettualmente subito, immediatamente, ogni cosa che vediamo.

Curiosità.

Apertura all'enigma.

Ascolto dell'essere.

Osservare oggettivamente.

Stupore.

Meraviglia!


Uscire allo scoperto nel mondo e nella vita, per una volta, lasciando stare per una volta tutte le nostre difese, egocentrismi, mantra paranoici e paure mascherate da giudizi e idee, uscire allo scoperto, sperimentare, esplorare, cambiare, rompere gli automatismi, osare, buttarsi nel fiume in piena improvvisato della vita, improvvisare, avventurarsi, avventurarsi nella realtà così com'è, senza certezze o risposte - avventurarsi là fuori. Cioè: qui.



P.s.: il primo video è in francese, non tradotto, ma forse più o meno si capisce il senso d'insieme anche se non si sa il francese, parla piano e scandisce bene. Il secondo è tradotto in italiano e parla dell'osservazione di sè e dei propri incessanti monologhi interiori.



http://www.youtube.com/watch?v=t1lmRsfNxxg


 http://www.youtube.com/watch?feature=endscreen&v=BRc0O2rjrc0&NR=1



P.s.: naturalmente, come ho già sostenuto in altri post: ogni tipo di discorso, perfino questo, può diventare concetto e monologo interiore solipsistico - ideologia - filtro - schema - sovrinterpretazione.

"Devo guardare le cose come se fosse la prima volta, devo guardare le cose come se fosse la prima volta, devo guardare le cose come se fosse la prima volta, devo guardare le cose per la prima volta, devo provare meraviglia, devo guardare le cose con stupore, come se fosse la prima volta, devo guardare le cose come se fosse la prima volta..............."

Non c'è ricetta, non esiste risposta, non c'è definizione.


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