di-segno di Sacrilegio Tempesta

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pARTICOLARE DI "Autunno", quadro di Diogene senza l'anima?. Foto di Sacrilegio Tempesta.
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lunedì 27 gennaio 2014

AL MIO CANE













IL MIO CANE

NON E’ MIO

E’ DELLA MIA RAGAZZA-

IL MIO CANE

NON E’

DI

NESSUNO-


APPARTIENE

ALLA

VITA,

AL GRANDE BRANCO

COSMICO

DEI VIVENTI,

ALLA MAREA- PLANCTON

DEL TEMPO,

ALLE ONDATE DI ESSERE

CHE FIUTA NEL VENTO,

CONTENTO




AL CLAN DEI LUPI

DELLA

VIA LATTEA.




APPARTIENE

AL

SECONDO

IN

CUI

ODORA

UN

BUON

ODORE.

ALL’ARIA

FRESCA

CHE

GLI

SFERZA

IL

MUSO

QUANDO

CORRE,

QUANDO

SI

ROTOLA

FELICE

SU

UNA

CARCASSA,

QUANDO

SALTA

VERSO

UN

BUON

BOCCONE

CHE GLI

LANCIO.





APPARTIENE

A

MORFEO-CANE

(COLUI- CHE-

ULULA-

SILENZIO)

QUANDO

DORME,

NEL

NONPENSIERO

DEL

 SUO

BEL MUSO NERO.






A VOLTE

SORRIDE,

MA

CHISSA’

COSA

SIGNIFICA,

NELL’IDIOMA

DEI

CANIDI

DI

QUESTO

PIANETA.






APPARTIENE

AL

FRESCO

DELLA

SERA,

CHE

ASCOLTA

STRAVACCATO

SUL

PAVIMENTO,

QUANDO

E’

STANCO.


APPARTIENE

AL SAPORE

D’UN OSSO,

AD UN

FIORE

CHE SI

FERMA

A

ODORARE,

ROSSO.



AL LATRATO-ULULATO

CHE LANCIA VERSO

IL CIELO STELLATO,

O A TE CHE SEI RIENTRATO.





ODORA

IL

MONDO,

E

GLI

PIACE.



GLI

PIACE

QUESTO

MONDO,

E

TACE.







NON SA NIENTE.



E SA

ESATTAMENTE

COSA FARE,

SE SEI

IN PERICOLO,

SE

PIANGI,

SE TI

VUOLE

DIRE

IL SUO AMARE

SENZA

VERGOGNA

NE’

CREDO

NE’

ALCUNO

STRANO

UMANO

COMPLICARE.




 (Diogene senza l'anima?)






 ("Nel/nonpensiero/del/suo/bel muso nero", foto di Sacrilegio Tempesta)



Nella foto: Sgrinchomannus.















ATTENZIONE:

Licenza Creative Commons
Quest' opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia.

VALIDO PER TUTTE LE MIE OPERE (SCRITTI, FOTOGRAFIE O OPERE GRAFICHE) PRESENTI SU QUESTO BLOG (TUTTI GLI SCRITTI NON FIRMATI SONO OVVIAMENTE MIEI - a parte il caso, raro, di titoli di post che sono citazioni dai link subito seguenti) - E ANCHE PER LE OPERE FIRMATE "FELPATA FANNY" O "FANNY" O "SACRILEGIO" O "SACRILEGIO TEMPESTA" (è la mia ragazza, che semplicemente me le ha "prestate" per il blog).
(In sostanza, IN CASO DI RIPRODUZIONE DELLE OPERE:
1. E' OBBLIGATORIO CITARE IL NOME DELL'AUTORE (E ANCHE IL LINK AL POST SU QUESTO BLOG SU CUI LE AVETE TROVATE);
2. E' VIETATO UTILIZZARLE A SCOPI COMMERCIALI;
3. E' ASSOLUTAMENTE VIETATO MODIFICARLE O UTILIZZARLE PER PRODURRE ALTRE OPERE.)
In più, chiedo a chiunque volesse riprodurre mie opere o della mia ragazza, o loro parti (nel caso degli scritti), di INFORMARMI E CHIEDERMENE IL PERMESSO. Nel 99,9% dei casi sarà senza problemi accordato.
GRAZIE.
P.S.: NATURALMENTE, IN CASO QUESTO NON VENISSE RISPETTATO, CIOE' IN CASO DI "FURTO" DEL MATERIALE, NON ESITEREI A PASSARE ALLE VIE LEGALI.

lunedì 11 novembre 2013

Alcuni miei quadri.

Tutti i quadri di Diogene senza l'anima?.

Tutte le foto dei quadri di Sacrilegio Tempesta.





                                    Autunno, dettaglio.


                                     Autunno, dettaglio.


                                          Autunno, dettaglio.


                                      Autunno.



                                          Wild, dettaglio (dipinto su poster fotografico di cui non sono riuscito a
                                            rintracciare l'autore).


                                                  Wild, dettaglio (dipinto su poster fotografico di cui non sono riuscito a
                                            rintracciare l'autore).


                                             Wild, dettaglio (dipinto su poster fotografico di cui non sono riuscito a
                                            rintracciare l'autore).


                             Wild, (dipinto su poster fotografico di Lou Reed di cui non sono riuscito a
                                            rintracciare l'autore).


                                     I Mille Colori del Vento, dettaglio.


                                  I Mille Colori del Vento, dettaglio.


                                     I Mille Colori del Vento, dettaglio.


                                    I Mille Colori del Vento, dettaglio.


                                    I Mille Colori del Vento, dettaglio.


                                   I Mille Colori del Vento, dettaglio.


                                  I Mille Colori del Vento.




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GRAZIE.
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giovedì 30 maggio 2013

Spruzzo

Il mondo esterno ci opprime, ci schiaccia, ci compressa, ci intristisce, ci riduce il tempo e lo spazio, i movimenti. Le risa sono isteriche, i canti vuoti e sordi assenti. Le musiche sono inscatolate in cubi di tempo spazio razionale senza piacere vero.
I pochi che suonano per piacere sono piantonati, frustati frustrati, con lotte avanzano. I pochi che hanno ancora tempo per vivere non riescono più ad usarlo, sono persi nel vuoto, non riescono più a creare nulla. Raramente ci sentiamo liberi, raramente ci sentiamo utili, raramente ci sentiamo. 

Bloccati da spettri di catene, vogliamo essere sicuri di ciò che ci circonda ma non sappiamo niente di noi stessi.
 
                           (Sacrilegio Tempesta)

lunedì 27 maggio 2013

SUCCO DI MERAVIGLIA -




SUCCO DI MERAVIGLIA

CIELO GIGANTE!

SOLE ESPLOSIVO!

SOLE/BATTICUORE

INNAMORATE NEL CORE!

UN CANE-ORSO

SONNECCHIA

UN PETTIROSSO

STRIMPECCHIA

UNA VECCHIA

AL VOLANTE

INSULTA

UNA SIGNORA/PASSANTE.

LA SCIURA RISPONDE:

"MUORI AMMAZZATA!"

MA A ME PARE

'N'IMPROVVISATA

UN

TEATRINO

DELLA

STRAMBERìE.

- GUARDO OGNI

COSA

COME

SE

FOSSE

LA

PRIMA

VOLTA

COME

SE

AVESSI

APPENA

APERTO

GLI

OCCHI

SUL

MONDO.

DIFFERENZA E RIPETIZIONE,

DIFFERENZA E RIPETIZIONE,

DIFFERENZA E RIPETIZIONE.

DIFFERENZA.

COSMO INESPLORATO,

(sentieri da tracciare)

SEMPRE NUOVO

INCOMPRENSIBILE

- ESSERE

QUI

NELLA

REALTA'

E

NON

NEI CONCETTI

(I PENSIERI SONO GIA'

VECCHI

UN SECONDO

DOPO

CHE SON

NATI)

COSMO

SILENTE

SOLE COCENTE,

BREZZA SPLENDENTE

CORE STRAFOTTENTE -

- core innamorato,

occhio sorpreso.

SUCCO DI MERAVIGLIA

SPRUZZO DI INTENSITA'

FRESCA,

MELAGRANA SCARMIGLIATA

VERMIGLIA,

PICCHIO DAL POZZO,

BOH, BOH, BOH.

- ROTTO SINGHIOZZO,

CORE 'NNAMMURATO,

CORE SGUINZAGLIATO

FORESTE VERGINI

ANIMALI LIBERI

LIBERTA'.

realtà.








"dove sei?"



"DOVE SEI?????"


BUUUUM!!!!!!!!


SEI QUI?


DOVE TE NE VOLI?


REALTA'.


ENIGMA INSPIEGABILE.

risata.

barzelletta.

vento fresco.

Mondo guardato

come

se

fosse

la

prima

volta.



Guarda le cose

per

la

prima

volta,

esci dal

concetto


atrofizzato

spaventato

rincantucciato

depresso

HANDICAPPATO

FRUSTRATO

SCHISCIO, RATTRAPPITO, REPRESSO,

PAPPAMOLLE, NEVROTICO, PIANTONATO,

SCHIACCIATO, RINCHIUSO, SOTTOMESSO, PARANOICO!!!!!







"MEGLIO FUORI CHE DENTRO!!!!!!!!!!!!!!!!!"


PERCIO' ESCITENE

ORA

dA

'STO

DENTRO

SPAVENTATO,

SEMPRE UGUALE,

CHE RIPETE

SEMPRE

LE STESSE

 COSE,

(a pappagallo,

a disco incantato,

corto circuito eterno)

MONOTONO,

NOIOSO,

ANNOIATO,

ANTIPATICO,

PARALIZZATO,

OSSIDATO,

INGESSATO,

IMBALSAMATO,

SCHELETRITO,

IMPUTRIDITO,

DECADENTE,

MORTO-ZOMBIE-AUTOMA STATICO

CRISTALLIZZATO,

INUTILE.

BRUTTO.

esci dal concetto,

dal saputo, dal risaputo, dal banale, dall'ovvio, dal ripetuto, dal brontolio che ti consuma,

dall'intellettuale che ti spossa, dallo spirituale che ti succhia le energie,

dal mentale che ti schiaccia e ti uccide,

dall'interiore che ti confina in un lager.



Apriti!!!!!

La vita è ora, è fuori, è qui!!!!!!

E' REALE!!!!!!!!


- guarda la realtà

così

com'è.



(potresti

avere

delle

sorprese.......

brutte

o

 belle

non

cambia).



SUCCO

DI

MERAVIGLIA,

FRULLATO

 DI

PARAPIGLIA,

PROFUMO

DI

SALSAPARIGLIA,

gelato al limone,

pizza,

gazzosa,

terra,

tramonto al mare,

amore,

sole,

realtà,

asfalto,

insulti,

macchine,

smog,

clacson,

città,

caos,

realtà,

stramba,

inedita,

non

concettualizzabile

novità.











Rido a singhiozzo,

corro a più non posso,

scrivo fesserie,

apro gli occhi,

chiudo la luna,

esco il fiore,

esplodo il colore,

amo il sole,

amo la mia ragazza,

non so niente,

fiore segreto nel libro,

divinità ambulanti,

extraterrestri gli istanti,

stramberie,

gigantismi,

pensieri inutili,

respiro,

SUCCO DI MERAVIGLIA,

SPRUZZO DI PARAPIGLIA,

PICCHIO DAL POZZO,

BOH, BOH, BOH!






                                                   (dIOGENE SENZA L'ANIMA?)







https://www.youtube.com/watch?v=SExjS322-9c






P.s.: grazie a Sacrilegio, a Nathalie Delay, a Raffaele Morelli e a Osho per l'ispirazione.

martedì 15 gennaio 2013

UTOPIA RANDAGIA-

"Nell'evoluzione di tutti gli artisti, il germe delle opere successive è sempre contenuto nelle prime. Il nucleo intorno al quale l'intelletto dell'artista costruisce la propria opera è il suo io. L'unica influenza che io abbia mai avuto sono io stesso."        (Edward Hopper)

"Gli adolescenti avvertono dentro di sè una segreta e speciale grandezza che lotta per esprimersi. E quando cercano di spiegare questa cosa, istintivamente portano la mano al cuore: non è un indizio significativo?" (Joseph Chilton Pearce, Evolutions End)

"E' dunque questo che chiamiamo vocazione: la cosa che fai con gioia, come se avessi il fuoco nel cuore e il diavolo in corpo?" (Josephine Baker)

"Io non mi evolvo: io sono." (Pablo Picasso)

(tutti citati in: James Hillman, Il codice dell'anima)

 Un discorso analogo a quanto scritto qui sotto sulla musica, vale per qualsiasi ambito educativo, e in generale per qualsiasi ambito dell'arte, del sapere, delle innumerevoli attività umane.

"Tout ce que le monde a fait de meilleur/ca vien de là, juste pour le plaisir", "tutto ciò che il mondo ha fatto di migliore/viene da qui, giusto per il piacere", cantavano un bel po' di anni fa gli Zebda, gruppo franco-algerino, in una canzone contro ogni forma di fondamentalismo o di fanatismo.

Mi sembra il principio fondamentale di ogni successo, di ogni buona e utile attività umana, di ogni progetto destinato a produrre qualcosa di buono, il segreto di ogni forma di genio, di ogni grande artista, o in generale di chiunque abbia fatto qualcosa di significativo nella storia del genere umano.

La scuola ci insegna il Dovere -imparare a memoria elenchi infiniti di nozioni di cui ci sfugge il significato ultimo, imparare meccanicamente teorie a pappagallo - o imparare altrettanto meccanicamente e a pappagallo a copiare, a fare cose che non sfiorano neanche di lontano la sete infinita di Vita, di autenticità, di vero, di viscerale bellezza che rode la nostra anima.

E così, nella maggior parte dei casi è la vita adulta: ci sovrasta il Dover Essere, la Competizione, il dover dimostrare di valere di fronte agli occhi del Giudice esteriore o interiore, la Performatività, il Dover-raggiungere-standard-di-Produzione "adeguati". Produci-consuma-crepa-

ma il genio che è in ognuno di noi in questa maniera viene schiacciato, incatenato, azzittito, messo in punizione in un cantuccio e lasciato a morire d'inedia, assiderato, dimenticato, abbandonato, negato, picchiato.

il genio cresce ovunque l'individuo sia lasciato libero di fare nient'altro che quello che gli dà piacere, con i suoi modi, i suoi ritmi, le sue forme e la sua forma specifica di follia, direbbe Hillman, cioè d'ispirazione, anche con le stranezze, le ossesioni e le specifiche manie che sono parte integrante di questa ispirazione, il suo speciale linguiaggio magico, la sua maniera di esistere, unica, irripetibile e geniale. "Il suo marchio speciale di speciale disperazione", direbbe Faber, ma non necessariamente ha da essere disperato, 'sto canto irriducibile della nostra Anima!

L'Arte, per esempio, è necessariamente un'esperienza bastarda, randagia, al di fuori di un codice predefinito, un inseguire un destino di cui solo l'individuo conosce i segreti, un destino strappato all'anonimia meccanica dalla potenza, dalla prepotenza del dàimon dell'artista, che lo chiama, lo sfida, lo tormenta, gli impedisce di allinearsi a codici non suoi, imposti dall'esterno, gli impedisce di acquietarsi e rinunciare al proprio enigma, lo chiama, lo trascina, lo ferisce, lo dilania fino a far nascere il fiore del suo Genio.

Ma mi piace seguire un filo associativo che neanch'io so dove va a parare, perciò, a proposito di bastardi e randagi, voglio scrivere qualche riga su una splendida conferenza che ho sentito ieri sulle dinamiche e la comunicazione nei branchi di cani randagi, con il vago presentimento che qualcosa c'entri.

Splendida conferenza, dal titolo appunto Esperienza randagia, tenuta da Michele Minunno, educatore cinofilo, che ha studiato da vicino e ripreso numerosi branchi di cani randagi nel sud Italia, dove il fenomeno è comune.

Più di tutto mi ha colpito il discorso di Minunno a favore dei branchi randagi, chiaramente nel caso che non mettano in pericolo sè stessi o altri. Nella maggior parte dei casi, queste "famiglie" di cani sono perfettamente adattate al territorio e ai suoi abitanti, umani e canini, e si gestiscono perfettamente, sono molto tranquilli - se incontrano altri cani sanno perfettamente come regolarsi: sono i nostri cani d'appartamento e di città, che hanno parzialmente perso la capacità di comunicare e di confrontarsi liberamente con gli altri, e per questo sono così aggressivi, iper-eccitati, e riproducono l'ansia dei loro padroni innervosendosi, spesso, all'incontro con altri cani sconosciuti.

I cani liberi sono diversi: se incontrano cani sconosciuti, mettono in gioco le loro sviluppatisime capacità comunicative: si studiano, s'abbaiano un po', si annusano, si allontanano, sbadigliano, marchiano il terriorio, si riallontanano, si riavvicinano, finchè trovano un equilibrio. Sono molto più tranquilli dei nostri cani, e sanno sempre come regolarsi, seguendo sapientemente codici di comportamento e di comunicazione istintivi che portano al naturale "ordinamento", fluido, spontaneo e non imposto, di ogni individuo. Minunno possiede un cane che è stato per cinque anni "capo" di un branco di randagi: è un cane eccezionale, su cui non funziona nessuna forma di controllo, non sa fare nemmeno il "seduto" - eppure in questo caso il controllo è completamente inutile, perchè si tratta di un cane capace di adattarsi con estrema tranquillità e grandissima funzionalità a qualsiasi situazione, da solo, spontaneamente.

I cosiddetti "capobranco" non hanno comportamenti aggressivi, è sufficiente la loro presenza e la loro autorevolezza per creare ordine e affiatamento nel branco.

I cosiddetti "cani dominanti", invece - detti così dalla nostra ignorante cultura nevrotica cittadina - cioè cani aggressivi, sempre tesi alla competizione, sempre iper-eccitati, mettono in atto un comportamento da cane adolescente, che deve sempre dimostrare di valere di più in quanto insicuro - e se questo comportamento è presente in cani adulti è indice di una profonda insicurezza, debolezza, sofferenza, carenza di capacità comunicative "adeguate".

I personaggi più divertenti, comici di questi filmati sono: un lupo cecoslovacco adolescente, non randagio, che si trova sempre comicamente in bilico fra bisogno adolescenziale di fare il gradasso, e il confronto con questi cani randagi, molto più sgamati di lui, che, anche se spesso di taglia molto più piccola, finiscono sempre per fargli abbassare la cresta. E poi: quello che Minunno chiama il "vice-sindaco" del paesino dove sono stati girati i filmati: un piccolo simpatico bassotto, che si fa rispettare da tutti, e "gestisce" l'intera vita sociale canina del paese, a cui tutti chiedono di "metterci una buona parola" se hanno bisogno di qualcosa, che se ne scorrazza sempre da una parte all'altra del paese per i suoi innumerevoli impegni sociali. La cosa che colpisce è che il "vice-sindaco" è un cane sempre tranquillo, rilassato, che non si tende , non si stressa mai per niente e si adatta a qualsiasi interlocutore, e deve il suo ruolo alle sue abilità sociali e comunicative, estremamente affinate, alla sua estroversione, simpatia e socievolezza, si potrebbe dire, e non certo alla sua aggressività.

Ne conseguono due cose: 1) nella maggior parte dei casi, è assurdo prendere questi cani, perfettamente inseriti nel territorio e con i "vicini" canini e umani - e rinchiuderli in un canile, un lager in cui probabilemte resteranno rinchiusi tutta la vita;

2) comicissimamente appare, chiara e limpida, l'analogia fra la società dei cani e la società degli esseri umani.

Le società moderne metropolitane sono società di adolescenti insicuri, tutti tesi e stressati dall'idea di competizione, tutti terrorizzati dall'idea di poter non "valere" agli occhi degli altri, tutti sempre iper-eccitati (e in più, frenetici), tutti costantemente, meccanicamente incastrati nella modalità aggressiva, nervosa, cinica come modalità di base nel proprio rapporto col mondo e con gli altri (iper-aggressivi, e in più anche repressi).

Un lupo adulto non abbaia mai. E' un verso da lupo cucciolo, o adolescente, insicuro, che ha bisogno di fare la voce grossa per richiamare l'aiuto del branco. Un lupo adulto non ne ha bisogno, non ha bisogno di dimostrare la sua forza, proprio perchè è estremamente sicuro della sua forza.

La società degli esseri umani di oggi è invece una società di adolescenti che abbaiano in continuazione, senza fermarsi un attimo, senza una pausa di rilassamento realmente umano in cui ricominicare a tirare un reale respiro, senza un momento di una risata realmente franca, realmente affratellante, lasciando perdere le cazzate, lo stress e la competizione ininterrotti, inutili.

Dietro alle facce sgargianti di top-manager, modelle-vamp, impiegati cinici, alternativi fighetti, pompati cocainomani palestrati, o donne in carriera senza scrupoli, si apre l'abisso di anime perse, alla deriva, senza un perchè, senza una filo di poesia che gli sgorghi a fiotti imprevisto dal cuore, persone che hanno perso il contatto con la propria Anima, il proprio dàimon.







Al mondo serve un'utopia randagia!

 

 - che ci liberi dalle catene del Dover-Apparire  e ci permetta di reincontrarci, nel mondo, con lo sguardo libero da pregiudizi e la sapienza trasparente, serena, tranquilla, rilassata, aperta alla comunicazione, di anime randagie, bastarde, senza niente da dimostrare, senza tic da imporre o ideologie da difendere, senza gabbie-doveri in cui auto-immolarsi o con cui schiavizzare altri, senza stress meccanico da propagandare come "forza" (hahahahahahhaah!!!!!!!!) con niente da perdere e tutto da guadagnare nello stare al mondo insieme agli altri, seguendo ciò che ad ognuno dà piacere, gioia, allegria, divertimento, benessere, realizzazione, felicità, aritmica soddisfazione bastarda non-allineata, ognuno a stretto contatto fedele col proprio istinto, libero, sano, forte, vivo, rilassato, e con la voce della propria anima, liberata da fardelli di iper-razionalità e dal peso oppressivo di dover squadrare sempre da ogni lato in maniera mutilante l'enigma inquieto del proprio esserci indefinibile.

Gli animali, questi fratelli oscuri e leali di mistero, possono essere i migliori maestri per questo.






























Foto: Sacrilegio, "Nel nonpensiero/del suo bel muso nero"

Nella foto: Sgrinchomannus.

Il titolo della foto sono due versi di una poesia di Diogene senza l'anima?

venerdì 4 gennaio 2013

Filosofi guerrieri poeti giullari burloni.


“Il cane è una specie di giocoso guerriero che va avanti tra imprese, burla, salvataggi, conquiste, eroismi.” (Antonio Faeti)




Foto: Sacrilegio, Al salvataggio! 

Nella foto: Sgrinchomannus.

giovedì 29 novembre 2012

lunedì 5 novembre 2012

.

"Essere più indulgenti con noi stessi, ma non per lasciar perdere sempre, non muoversi mai, ma per vedere piuttosto le possibilità future e del presente prossimo, lasciare quel "si dai però adesso.....!!!".
E poi pensare che in fin dei conti siamo gli animali più ridicoli; prima di tutto per la nostra testardaggine a voler vivere, nonostante il fatto che in fin dei conti non abbiamo nessuna certezza. Secondo per il fatto che per nessun obbligo siamo estremamente creativi, fin a crearci tutto un sistema sociale e di rapporti cosi complicato, fino a crearci problemi inesistenti, fino al punto di fare tutto e il contrario di tutto, per fortuna con i nostri tempi, se in sole tre generazioni fossero passate tutte le ere storiche sarebbe stato un bel casotto.
Allargare di più gli orizzonti!!!!!! pensare di più al tragitto da casa al supermercato come una piccola porzione di un universo immenso, che dico? di un universo in espansione; e pensare che il tempo che impieghiamo ad alzarci è una piccolissima parte di una storia più che millenaria, alla quale possiamo partecipare per poco tempo, molto poco tempo, vediamo quindi di sfruttare il tempo per divertirci per più tempo possiibile, per vivere bene con noi stessi.
E dopo tutto questo discorso dimentichiamoci di tutto e chisse se ne frega rassegnamoci al fatto che non vivremo mai nei migliore dei modi,e allora viviamo e basta!!!

Sarebbe facile, ma neanche questo basta, è tutto cosi un giro dell'oca che se ci venisse da ridere, forse sarebbe la cosa migliore da fare." (da un commento di Sacrilegio)

 http://www.youtube.com/watch?v=tUUETlgTQ2Q

http://www.youtube.com/watch?v=8cpwaq7CxD4&feature=related


http://www.youtube.com/watch?v=F02mBkBoMQw&feature=g-vrec

giovedì 9 agosto 2012

De-creare.


"Discreazione: far passare qualcosa di creato nell'increato. Distruzione: far passare qualcosa di creato nel nulla. Ersatz [surrogato] colpevole della discreazione."

"La realtà del mondo è fatta da noi, col nostro attaccamento. E' la realtà dell'Io trasportata da noi nelle cose. Non è affatto la realtà esteriore. Questa può essere percepita solo col totale distacco. Quand'anche non rimanesse che un filo, vi sarebbe ancora attaccamento."

"Sospendere continuamente in se stesso il lavoro della immaginazione che colma i vuoti. Se si accetta qualsiasi vuoto, qual colpo del destino può impedire di amare l'universo? Si è certi che, qualunque cosa avvenga, l'universo è pieno."

"La creazione è un atto d'amore ed è perpetua. In ogni istante, la nostra esistenza è amore di Dio per noi. Ma Dio può amare solo se stesso. Il suo amore per noi è amore per se stesso attraverso di noi. Così egli, che ci dà l'essere, ama in noi il consenso a non essere. La nostra esistenza è fatta solo della sua attesa, del nostro consenso a non esistere. Perpetuamente egli mendica da noi l'esistenza che ci dà. Ce la dà per chiedercela in elemosina."

"Le contraddizioni contro cui urta lo spirito: sole realtà, criterio del reale. Nessuna contraddizione nell'immaginario. La contraddizione è la prova della necessità. La contraddizione sperimentata fino in fondo all'essere è lacerazione. E' la croce."

                                                                                                                 (Simone Weil)


De-creare. Cioè: non completare. Lasciare irrisolto. Lasciare il vuoto sconnesso della realtà così com'è. Lasciare nuda la contraddizione.
Lasciare la realtà "frastagliata", asimmetrica, inspiegabile, multipla-

In-creato. Cioè: non obbligato. Casuale. Indifferente. Senza adesione. Non alterato. Lasciato essere. Lasciato non essere. Frattura. Codici. Affermazioni. Vortici. Constatare la misura degli spazi - la contromisura dei moti - inabissandosi nella fedele rapida di cunicoli oscuri labirintici enigmatici magmatici dell'essere momento per momento connesso all'intermittenza molteplice mutevole imprevista.
Senza tracciati, percorro la linea esatta che traccia la non-creabilità.
Restando così, senza volere niente, senza desiderare modificare niente, senza aspettarsi niente, senza scegliere niente, senza alcuna distrazione o fuga, perfettamente aderenti a questo nulla cangiante senza fine senza scopo - il vuoto dell'uragano del reale così come è - forse - leggere crepe potrebbero comparire - accennare a, lasciare, trasparire, accenni-frammenti di bagliori di luce. Spiragli di trascendenza.
O forse no.

Brulicante sbilenco. Sospeso in moto oscillante fermo.

Lascia stare. Lascia cadere. Lascia essere. Lascia che sia semplice.

Creare, trasformare, dare forma diversa alle cose, inusuale modificare, dare vita, sbocciare.

Sono vivo nell'attimo-brulicare casuale in cui dipingo il mio arbitrario-canto - colorato della mia volontà - sulla tela-specchio dell'universo, che scelgo, che apprezzo, che creo, che progetto, per quello che posso in questa porzione di galassia in cui sono gettato.


                                                                                     

lunedì 25 giugno 2012

"L'Arte è lunga, e il tempo è troppo breve." (Baudelaire)

"Il tempo è così breve, che non voglio far altro che perdere tempo." (Felpata Fanny)

giovedì 21 giugno 2012

"Il tempo è così breve, che non voglio far altro che perdere tempo." (Felpata Fanny)

mercoledì 30 maggio 2012

(sublime piacere di sporsi di fronte alle domande e non arrivare a nessuna conclusione) - (Fanny)