(...)
Dal mito della caverna, contenuto nella Repubblica di Platone, al velo leggerissimo, che c’impedisce di “vedere” un oltre, descritto da William James, dalla danza dell’illusione di Maya al genio maligno e ingannatore di Cartesio, dalla trappola di Reich alla ruota dei pensieri collettivi di Gaiarsa o alla prigionia dell’ego descritta dagli psicologi transpersonali, tutti noi possiamo essere prigionieri di matrix.
Il film dei fratelli
Wachowski ci ammonisce a non credere in ciò che si vede, c’invita a
porre in dubbio ogni cosa, ciò che si percepisce come realtà. Tutto
questo potrebbe essere facilmente definito come una condizione
paranoica, una follia vera e propria. Se non è reale quello che noi
crediamo sia reale, sani e pazzi potrebbero scambiarsi i ruoli.
(...)
Le parole d’ordine della controcultura sono: “lasciarsi andare” e scardinare le porte chiuse di un pensiero controllato e organizzato dall’alto, proprio come avviene in matrix, parole, queste, che hanno segnato la nascita, a partire dagli anni sessanta, di una nuova etica e una nuova morale, basate sulla libertà di pensiero. L’individuo viene chiamato a cercare se stesso, a cercare i propri valori, senza lasciarsi condizionare da una visione del mondo preconfezionata. Il film dei fratelli Wachowski ripropone questo invito ad un viaggio individuale che potrebbe anche diventare un viaggio collettivo, il cui fine è quello di cogliere la parte più umana di se stessi, affinché assuma il proprio compito esistenziale.
(...)
Nell’ultimo decennio il
problema della realtà è riemerso in ambito letterario nella
rivalutazione di autori come Philip K. Dick, che ricercava una vera
realtà, nascosta dietro le apparenze e, nel cinema, in pellicole come
Dark City di Alex Proyas e The Truman Show di Peter Weir che descrivono
mondi abitati da persone che vengono deliberatamente tenute all’oscuro
dell’artificialità della propria esistenza, mondi artefatti e illusori,
mondi dai quali si vuole fuggire e nei quali il protagonista lotta
eroicamente per la propria liberazione. In questi film vengono descritte
la lotta e la fuga da tali mondi, mondi nei quali l’artificiosità è
prodotta dalla manipolazione della realtà a opera del potere: politico,
economico, psicologico e d’informazione."
(Virginia Salles, dall'articolo Wilhelm Reich, passeggero della Nebuchadnezzar, qui sotto al primo link)
nel secondo link Orgonauti, evviva!!! - un cortometraggio di delirantemente iper-lucido anti-cinema di A. Grifi ispirato a Reich e alle sue teorie-
http://www.centrostudipsicologiaeletteratura.org/arsal57.html
https://www.youtube.com/watch?v=iuRGr8TsoBY
http://www.centrostudipsicologiaeletteratura.org/arsal57.html
https://www.youtube.com/watch?v=iuRGr8TsoBY
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