(Maeterlinck, citato da R. Musil come epigrafe de Il giovane Törless)
Corpus, oris
1.
Corpo
2. Carne
3. Individuo, essere vivente, persona
4. Corpo morto, cadavere, corpo inanimato
5. Sostanza, elemento, materia, massa
6. Ogni complesso unitario, corpo, organismo, struttura, insieme
7. Gruppo organizzato, società, corporazione, classe, casta, unione
8. Raccolta di scritti, opera, volume
9. Essenza, sostanza
2. Carne
3. Individuo, essere vivente, persona
4. Corpo morto, cadavere, corpo inanimato
5. Sostanza, elemento, materia, massa
6. Ogni complesso unitario, corpo, organismo, struttura, insieme
7. Gruppo organizzato, società, corporazione, classe, casta, unione
8. Raccolta di scritti, opera, volume
9. Essenza, sostanza
Il corpo. Libro cangiante multiforme inrappresentabile che
tutto contiene, da cui tutto parte, a cui tutto ritorna, da cui sale ogni
interrogazione, che riceve ogni sfida e ogni invito e che si predispone ad ogni
possibile risposta; luogo-crocicchio informe a cui giunge ogni traccia, da cui
ha origine ogni concezione di ogni possibilità; luogo desolato, espanso,
solitario, deserto, spazio vuoto indeterminabile, sordo e opaco, terra secca
spaccata piena di crepe nelle quali incubano sogni e incubi; matrice numinosa
del desiderio, della paura, delle luci intermittenti dell'intuizione
inspiegabile, irriducibile a un concetto; patria incoercibile e inalienabile,
intima, indicibile del dolore, del piacere, di sensazioni mai consumate e mai
definite dalla significazione - ma a volte dalla significazione ferite,
appassionate, svuotate, germinate, risvegliate, infettate, alienate,
dissotterrate, rianimate, scosse, stravolte, terremotate, distillate
alchemicamente nella loro più pura essenza (è quest'ultimo un caso miracolosamente
raro). Luogo dell'assenza, della carenza, del bisogno, dell'impulso, della
mancanza, della disperata feroce vacuità che spinge al relazionarsi,
all'incontro, incontro che è già prima di ogni contatto reale, incontro che è
ciò che il corpo è, incontro che è ciò che il corpo non è mai, incontro che è
la nuda contraddittoria relazionalità nella lontananza insanabile, nuda
contraddittoria relazionalità impossibile ma inscritta nell'essenza dell'essere
un corpo. Punto informe, deforme, non collassabile in alcuna immagine, punto
ottuso da cui nasce ogni punto interrogativo. De-siderio, lontananza dalle
stelle, cumulo di ferite e cicatrici e organi e muscoli e tensioni e carne in
movimento, in sussulto, in ascolto, in ristagno, in putrefazione autobloccante
o in slancio o in fremito o in collasso o in quiete mormorante - proteso verso
l'Altro - altri mondi - altri corpi - altre dimensioni - verso segnali
insondabili di enigmi sottili.
Cavità inconoscibile, grotta dell'inumano, del bestiale, del
mostruoso, dell'ostinatamente insensato - grotta oscura dove covano i sogni e
si perdono le ragioni dell'argomentabile. Cavità misteriosa, profonda,
abisso-Tempio-Ade in cui aleggiano spiriti, ricordi, desideri, feti di
pensieri, barlumi di parole, proto-emozioni, impossibilità necessarie non
dicibili e mai azzittibili, plancton di esseri intraducibili, poesie mute di
sangue e vuoti, cellule sperdute, ognuna con un suo messaggio, con una sua preghiera
da avverare, simboli imperscrutabili scritti nella notte delle molecole che
gridano bestemmie oscenità o litanie sacre, ognuno in una direzione diversa,
ognuno con un suo canto irriducibile, popolo confuso e policefalo dalle mille
grida discordi, dalle mille voci inascoltate.
Trascendenza fallica del'abisso corpo - oceanica oscura
infinità dioramica - che si erge come una stele, si fa direzione, azione,
parola, e si auto-traghetta verso lo Spazio aperto espondendosi come un araldo,
un messaggero totemico, un Totem individuale mandato avanti come un avamposto
per nuove imprese, nuove guerre, nuove esplorazioni, nuove alleanze, nuovi
baratti di simboli intimi con simboli sconosciuti da decifrare, nuove amicizie,
nuovi viaggi, nuovi dialoghi, nuove scoperte, nuove iniziazioni, nuovi
progetti, nuove asperità, nuove sfide, nuove delizie, nuovi incontri, nuovi
stupori; Spirito che si propaga, si
espande negli spazi smisurati dell’Esterno; Dàimon tutelare che cavalca nella
prateria aperta per cercare nuove sorgenti di acqua rivivificante, che si inerpica
sui crinali e sulle creste dell’enigma, del Più-Che-Sensibile, vette vergini
che generano una vertigine che è struggimento, sbigottimento e desiderio
inarrestabile per la sua sete; che si inoltra nei territori dell’ignoto,
dell'estraneo, dell'alterità, dello scambio, del mistero, dell'avventura
ulteriore, dell'esperienza non già nota, dell'arte, del linguaggio, della
conoscenza.
Ho appena finito di leggere un libro di Bernard Noël, che s’intitola” Estratti del corpo”. Questa tuo intenso e affascinante scritto me l’ha ricordato. Soprattutto quando parli del corpo come cavità. E’ così anche nella visione del poeta francese. Presto pubblicherò sul mio blog un’analisi di questo poema.
RispondiEliminaP.s.: grazie a Paolo Calabrò, che con questo articolo sul blog Filosofia e nuovi sentieri: http://filosofiaenuovisentieri.it/2014/06/08/simbolo-e-corpo-lessere-delluomo-nella-speculazione-di-eduardo-nicol/#comments - ha ispirato questo mio testo.
RispondiEliminaA Ettore: ti ringrazio per l'apprezzamento del mio testo e per la segnalazione, che mi sembra interessante. Il corpo è un terreno misterioso e indefinibile, perchè è la matrice della nostra soggettività, lo strumento migliore per indagarlo mi sembra essere qualcosa che sta a metà tra filosofia e poesia. Il corpo mi sembra essere cavità/abisso che contiene qualsiasi cosa, qualsiasi pensiero ed esperienza, e contemporaneamente trascendimento fallico che esce da questo oceano polimorfo orizzontale, rompendo l'involucro per fuoriuscire dalla pelle e muoversi verso l'Altro, verso possibili superamenti di sè, verso orizzonti da scavalcare per conoscere orizzonti ulteriori.
RispondiEliminaAlcuni splendidi deliri sul corpo che mi hanno accompagnato negli anni delle grandi letture: in Artaud, Carmelo Bene, Deleuze-Guattari, Nietzsche, Spinoza.
RispondiEliminaTutti grandi Sovrani del delirio sul corpo, da leggere o rileggere.
RispondiEliminaMa ti propongo anche qualcosa di diverso:
http://de-crea-zione.blogspot.it/2014/05/la-natura-e-una-foresta-di-simboli.html
http://de-crea-zione.blogspot.it/2013/10/da-geografia-commossa-dellitalia.html
http://de-crea-zione.blogspot.it/2013/06/luomo-selvatico-o-green-man-o-khidr.html
http://de-crea-zione.blogspot.it/2014/05/lasciar-scomparire-larte-per-lasciar.html
http://vimeo.com/73530054
http://de-crea-zione.blogspot.it/2013/05/jose-angelo-gaiarsa-fame-daria.html
http://de-crea-zione.blogspot.it/2013/05/ad-amsterdam-nel-luglio-1948-viene.html
http://de-crea-zione.blogspot.it/2013/05/happenings-happen.html
http://de-crea-zione.blogspot.it/2013/03/caos-anima-le-contro-aspirazioni.html
http://de-crea-zione.blogspot.it/2013/05/spruzzo.html
http://de-crea-zione.blogspot.it/2013/03/sulle-tracce-di-wilhelm-reich.html
http://de-crea-zione.blogspot.it/2013/04/libero-o-arbitrio.html
Nella misura della tua voglia di approfondire questi diversi punti di vista sul tema: corpo, selvatichezza, corazza caratteriale, corpo umano come inserito in un Corpo più vasto, il corpo della Terra, buona lettura!
http://lalberosfregiato.blogspot.it/2014/06/crack-festival-la-genesi.html
RispondiEliminahttp://de-crea-zione.blogspot.it/2013/10/lettera-madre-terra.html
RispondiElimina(Un'ottica che può sembrare altrettanto "irrazionale" ma che secondo me non è affatto delirante.)
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