di-segno di Sacrilegio Tempesta

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pARTICOLARE DI "Autunno", quadro di Diogene senza l'anima?. Foto di Sacrilegio Tempesta.

sabato 9 febbraio 2013

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Noi nati in città straniere
noi con antenati sparpagliati
ai quattro cantoni della terra
noi privati di una terra
noi sradicati
noi sradicati dalla terra.

Noi ce ne stiamo in un limbo
mentale metropolitano di periferia
con le nostre passioni
le nostre storie
i nostri miti
i nostri amori
le nostre amicizie
le nostre mode

il nostro rumore metallico
di chiacchere
perse nei fumi-etere di plastica.

Noi che sospiriamo nostalgia di radici
di fronte a un computer.

E la terra è dappertutto un deserto spaccato.



Ma su un balcone a fumare,
ritroviamo
il nostro cuore
in una gemma del faggio di fronte.

Primo indizio di primavera
inestirpabile anima
della terra triste
della terra
che non desiste

della Terra,

eterna Madre

luogo lontano

sorriso zufolante

d'un codirosso.

                   (Diogene senza l'anima?)

2 commenti:

  1. Bella, intensa, profonda. Da questi versi si capisce che la soluzione alla nostra angoscia di “sradicati” non è tanto nella lotta, quanto nello stupore davanti alla vita,che, anche se ferita, è sempre più forte di qualsiasi deserto. E’ necessario arrendersi davanti a questo mistero.

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  2. Leggo adesso questo commento. Bello! Mi sembra fra l'altro estremamente in sintonia con quello che ho scritto oggi, partendo da un aforisma di Nietzsche. Buona serata Ettore!

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