di-segno di Sacrilegio Tempesta

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pARTICOLARE DI "Autunno", quadro di Diogene senza l'anima?. Foto di Sacrilegio Tempesta.

martedì 23 ottobre 2012

mah. blog e social network ("rete di lavoro sociale" non è una buona traduzione ma rende bene) continuano a sembrarmi dei pianeti alieni incomprensibili e inospitali. a prescindere dai contenuti, mi sembra che i codici binari divorino qualsiasi cosa nella loro onnivora ansiosa fame di sterilizzazione appiattente trasfigurando tutto in automazione, in catena di montaggio. Evoluzione della comunicazione? Sarà. Io personalmente non mi sono ancora abituato neanche alle mail.

2 commenti:

  1. Anch’io temo le derive possibili dei social network(penso soprattutto a Facebook), laddove una falsa comunicazione, e ancor di più una falsa intimità, sembra regnare. E’ proprio il codice binario di cui parli che deforma le cose; un mondo fatto di mi piace, non mi piace, è un mondo troppo schematico per un essere pensante. Sopra ogni cosa io temo i fraintendimenti che una comunicazione del genere può causare, una comunicazione in cui mancano troppi elementi per essere reale e quindi efficace.

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  2. Ciao Ettore. Sui social network sono completamente d'accordo. Anche perchè inizialmente, devo ammetterlo, ingenuamente - me ne vergogno abbastanza, ma la fulgorescenza della tecnica a volte abbaglia - e come aggravante sul social network peggiore, Facebook - ho creduto che le bacheche dei profili potessero, se utilizzate intelligentemente, diventare una sorta di tavoli da lavoro maieutici, nei quali chiunque (un pò come nella maieutica di Danilo Dolci) di qualsiasi estrazione sociale, di diverse idee, di diversa esperienza, potesse confrontarsi liberamente - dialogando su qualsiasi tema - politico o spirituale o filosofico per esempio - in una ricerca della verità e di buone idee nuove in cui persone diversissime potessero dire la propria e ascoltare le idee o le impressioni degli altri in maniera possibilista. Una cosa del genere - pensavo - è la migliore condizione della ricerca della verità. Ricercavo forse qualcosa di simile alle lunghe chiaccherate - davvero aperte a qualsiasi punto di vista, fertili e sempre vive di nuova linfa - che, alternate allo studio, mi hanno impegnato interi pomeriggi nel cortile di Filosofia ai tempi dell'Università con i miei amici/compagni di studio. Qualcosa del genere ma aperta a chiunque, di qualsiasi livello culturale, di qualsiasi orientamento di idee. Appunto un pò l'idea che aveva della maieutica Dolci. Ma, se una cosa del genere forse è possibile, sicuramente non lo è su un social network, dove manca la presenza in carne ed ossa, e dove soprattutto trionfa fulgida, accanto a un banale perder tempo pigro - anche la vittoria iper-affermativa dell'opinione. Che poi è la vittoria dei codici binari. Mi piace/non mi piace, sono d'accordo/non sono d'accordo, pro-contro. Cause di tutti i tipi, raccolte di firme, pagine a sostegno di qualsiasi idea, personaggio o azienda (appiattendo tutto sullo stesso piano) trionfano. nessuno invece su facebook, perfino le persone più intelligenti, sono interessate a un sincero confronto e a una sincera ricerca scevra di pregiudizi. E' proprio il mezzo che disincentiva. Non è fatto per quello, è fatto per il "mi piace" e al limite per sterili polemiche ideologiche prevenute e pre-confezionate. Ho provato a lungo, testardo, con la mia testa cocciuta, dura, di mezzo-sardo, a proporre possibilità di confronto maieutico. ma sarebbe come cercare di far crescere piante di quercia su un tappeto di plastica. Gli strumenti non sono indifferenti al contenuto. Nel caso dei social network, schiacciano ogni contenuto. Per i blog non so. mi chiedo se possa essere diverso.

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