di-segno di Sacrilegio Tempesta

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pARTICOLARE DI "Autunno", quadro di Diogene senza l'anima?. Foto di Sacrilegio Tempesta.

martedì 22 aprile 2014

svegliandosi nell'Ombra -

Non c’è presa di coscienza senza sofferenza.
In tutto il mondo la gente arriva ai limiti dell’assurdo per evitare di confrontarsi con la propria anima.
Non si raggiunge l'illuminazione immaginando figure di luce, ma portando alla coscienza l'oscurità interiore.
Chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si sveglia.

Carl Gustav Jung

2 commenti:

  1. L’ombra che ci abita, è il nostro maestro interiore. Le ferite che ci lacerano, una volta cicatrizzate, sono la luce che ci guida fuori dal tunnel. Bellissimo questo pensiero di Jung. Colmo di una saggezza antica e al tempo stesso vibrante nel cuore della modernità.

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  2. In chiave più spirituale, c'è chi dice che questi shock servono a sbriciolare, smaterializzare l'ego, o quantomeno l'eccesso di ego. Battiato: lo shock, la sofferenza, ti fanno vedere chi realmente sei, nudo, senza illusioni. Jeff Foster: attraverso lo shock si sgretola l'ego e ciò che rimane è qualcosa di più vasto, non più limitato (o certamente meno). Secondo i mistici bisogna attraversare la "lunga notte dell'anima" per arivare poi a ricongiungersi con l'Uno. Jung, in termini psicologicamente molto più concreti forse, sottolinea la capacità dei momenti di sofferenza di obbligarci a fare i conti con noi stessi, a guardarci dentro, a smetterla di fuggire, e a guardare con imparzialità la nostra Ombra, tutti quei contenuti inquuietanti, scomodi che non vogliamo guardare. Ciò che nella cultura sciamanica avrebbero chiamato "demoni", in altre culture esoteriche "draghi".

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