me ne sto selvaggio
solo nel centro della tempesta
nel cielo grigio uniforme deserto di tempo infranto
intatta la mia vocazione
al nulla
al
richiamo del selvatico
dell'informe
dell'enigma
del Caos pulsante sogni senza misura
- tutto il resto è distrutto.
Se qualcuno mi vorrà trovare,
se mi vorrai trovare,
io sono sempre lì
nell'occhio calmo del ciclone
in quel turbinio magnetico sonoro
caleidoscopio di echi di tempi incalcolabili
al centro esatto di me stesso
nell'occhio di Dio
Dio senza certezze nè affermazioni
Dio impersonale
Dio silente
Dio assente
- mi troverai lì,
dove le aquile si librano alte feroci,
perfette nella loro ardua
vacuità celeste,
nella loro autosufficenza sognante,
nella loro estasi possente,
nelle loro ali che si dispiegano al
vento furibondo,
nel loro sguardo imperscrutabile
che trasforma l'uragano
in volo,
nel centro immobile
imperturbabile
in perpetua tempesta immobile
in Caos oscuro avventuroso calmo,
in fiorifulmini di sogni-tuoni sempre nuovi cangianti,
in danza convulsa innamorata di stelle
del loro
cuore
alto
inamovibile
sognante
ridente
libero.
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