Com'è futile proiettare nozioni di essere e non essere sulla realtà continua, informe e inconcepibile !
Che miseria aggrapparsi a illusioni circa una sostanza irreale !
Ripara dunque nello spazio del piacere senza concetti e senza forme.
Scaccia dalla mente ogni dualità e contrapposizione di puro e impuro,
bene e male, sé e altri, successo e fallimento, vita presente e dopo la
morte, nascita e decesso... Giungerai a comprendere a fondo che tutto è creato dal proprio pensiero, il quale è insussistente.
A quel punto ci si ritroverà avvolti di beatitudine, vuoti e limpidi si
raggiungerà quel nulla che non ha né passato né futuro né presente, il
quale appare, ma si sottrae all'espressione verbale.
Questo
stato naturale di quiete è sempre con noi, ma non può provenire da
niente di tangibile: è simile ad un vento che arrivi improvviso da
nessuna parte.
Non ha materia né colore, non è oggetto né soggetto,
non si lascia afferrare essendo una vacua limpidezza che non si
ghermisce con alcun senso, ma si intuisce. Non c'è niente da afferrare
né fuori né dentro di noi e non si deve desiderare niente, ci si trova
in questo stato spontaneo in un lampo che sarà ineffabile a parole.
Tutto è vacuità e consapevolezza. Basta coglierle senza agire, senza
ricorrere a formalismi e contorsionismi verbali.
- G. Chowong
P.s.: grazie ad Anima Libera per la segnalazione.
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