di-segno di Sacrilegio Tempesta

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pARTICOLARE DI "Autunno", quadro di Diogene senza l'anima?. Foto di Sacrilegio Tempesta.

mercoledì 5 ottobre 2011

concordia delle cose scordate

Conservo il mio umorismo sotto spirito divino, faccio a brandelli l'amor proprio, rido a crepapelle delle mie superstizioni decrepite, tolgo senso al troppo sensato, nego Dio e i suoi Angeli per ritirarmi nelle calde tane del silenzio, vomito sentenze e frasi a casaccio, senza senso o con un qualche senso del tutto casuale da meglio decifrare in seguito - se seguita - ma mi interrompo, brandisco il silenzio come un'arma, agito la contraddizione come una caracas e ascolto che razza di rumore ne viene fuori, curioso, come un bambino che gioca al piccolo chimico e fa scoppiare tutto - e ride! - ma anche un pò si spaventa, poi mi dimentico tutto, poi mi ricordo di una cosa a caso, la enfatizzo, la registro, me ne vanto, me ne faccio un canto, me la stringo al petto, mi decoro all'onore dell'amore, proprio, la scandisco, la ripeto, la imparo, la conosco, la rispetto, la riconosco, la rimetto al suo posto, su un piedistallo di latta, poi mi accorgo che è una patacca, distruggo la latta, decreo il creato, rido di me stesso e di essermi ricordato di ricordare un'inezia. Quindi volto pagina. Poi torno indietro. Vado all'indice. Metto all'indice le paure. Mi spavento della prefazione e mando al rogo tutte le parole. senza eccezione. con una eccezione: "caracas". Rido senza convinzione. Poi mando tutto a fare in culo e vado a fare una passeggiata nei boschi.

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