di-segno di Sacrilegio Tempesta

?

?
pARTICOLARE DI "Autunno", quadro di Diogene senza l'anima?. Foto di Sacrilegio Tempesta.

mercoledì 13 novembre 2013

Sottile come l'Attenzione

"Ricordarsi di sé".

Questo monito di Gurdjieff mi è sempre sembrato misterioso, enigmatico.

Presa di per sé, a questa frase si potrebbero associare numerosi significati: per esempio: ricordarsi di ciò che si sente in maniera più autentica. Oppure: ricordarsi di una propria ipotetica identità profonda.

Da quel poco che ho letto di e su Gurdjieff, "ricordarsi di sé" non significa nessuna di queste due cose.
O forse significa anche queste due cose, ma questo non basta a definirlo.

Attenzione. Questa Attenzione metafisica, enigmatica, trascendente che, se applicata in maniera continua, costante sarebbe qualcosa di trasformativo, trasfigurante.
Anche qui: non mi pare si possa ridurre questa Attenzione al semplice concetto di "stare nel presente", "fare attenzione al presente".

Forse l'Attenzione è simile a queste gocce di pioggia sottile che mentre penso a tutto questo sono cominciate a cadere, prima non notate, poi quasi impercettibili, poi in un leggero crescendo, sul parabrezza della macchina che sto guidando.

Qualcosa di imprevisto, sottile, leggero, etereo.

Mi ha molto colpito qualche giorno fa guardare ed ascoltare il "Concerto di Baghdad" di Battiato (che se non sbaglio risale a un periodo in cui il cantante faceva parte di una confraternita Sufi): non solo perché è un bellissimo concerto, veramente un balsamo per le nostre orecchie ferite, per la nostra anima accecata dai bagliori cinetici del mondo; ma soprattutto perché mi è parso che Battiato canti in questo concerto in uno stato di costante Attenzione: nonostante canti canzoni di cui è autore, e che avrà cantato innumerevoli volte, pare che ascolti con stupore e divertita sorpresa le parole e le note che via via gli sgorgano dalla voce. Come se da una parte cantasse, dall'altra il suo Altro osservasse ciò che viene fuori e lo sentisse come per la prima volta, come qualcosa di imprevedibile, nuovo, strano, enigmatico, interrogativo, inedito, a volte buffo, non riconducibile a un tracciato, inconcluso, aperto, non definito, imprendibile, obliquo, elusivo.


Cioè, trascendente.


Questa mi pare Attenzione.

Di per sé "fare attenzione al momento presente" non necessariamente è trasformativo e trasfigurante.

Lo è la peculiare qualità di un'Attenzione che è anche un "ricordarsi di sé", cioè secondo me qualcosa di estremamente sottile ed enigmatico, non definibile, misterioso - luminoso ed imprendibile come i riflessi di questa pioggia leggera sul parabrezza che mi ha colto di sorpresa, indicibile ed invisibile come la repentina fine delle gocce di pioggia dopo una manciata di secondi.


Nessun commento:

Posta un commento

Pensate...? E allora parlate!