di-segno di Sacrilegio Tempesta

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pARTICOLARE DI "Autunno", quadro di Diogene senza l'anima?. Foto di Sacrilegio Tempesta.

martedì 21 agosto 2012

"Addio agli anni 70": una mostra. -anzi un mostro. -anzi due.

Monstrum. 

Quanto toglie fissità incorniciata alla compiutezza statica del noto - e certezza ferrea alla solidità eterna perpetuamente ri-aderita dell'usuale meccanico - per ri-proporre di-nuovo l'irripetibile inedito manifestarsi dell'unicum, dello stupore - della meraviglia - dell'ignoto. Del decrearsi da cui straripa la creazione.

Monstrum per me è stato questo incontro con opere d'arte degli anni 70 raggruppate, in maniera forse un pò casuale, ma tant'è.

A cominciare dalle pagine fotocopiate all'entrata di numeri di quegli anni della rivista Re Nudo, e altre, appartenenti all'ala più creativo-anarcoide dei movimenti dei 70. Parole coraggiose, non tanto per le posizioni politiche espresse (non si capisce cosa questa telluricità libertaria immaginifica abbia a che spartire, fatti i conti con la storia, con tremendi progetti realizzati di società totalitaria come per esempio quello di Mao, pure ai tempi glorificato dal movimento studentesco), quanto per l'atteggiamento radicale di critica creativa all'esistente - una critica alla società "borghese" - alla falsità, alterazione, raggelamento, irrigidimento, dis-animazione, dilaniazione, costrizione, stritolamento nella meccanizzazione alienata,  incatenamento, rigidità, ottusità, ottundimento, ingabbiamento, uccisione, genocidio dell'umano, dell'autentico, della scintilla di libertà e creatività con cui nasce ogni donna o uomo.
Per esempio la scuola e l'apparato "educativo" onnipresente in tutta la società, visto come un addestramento allo starsene addomesticati, una fabbrica di schiavi che aliena e sottomette a logiche estranee all'autenticità libera di ognuno, ma congeniali al Potere, una porzione immensa di conscio e soprattutto inconscio, deprivando ognuno del libero uso di vastissime distese interiori di emozioni, sentimenti, abilità, talenti, coraggio, gentilezza, passione, creatività. L'articolo suggerisce l'uso delle droghe come metodo per esplorare e riappropriarsi di queste zone asportate del mondo interiore, ma di nuovo questo mi sembra un elemento caduco, legato a quei tempi. Quello che rimane valido e attualissimo è la descrizione dell'alienazione e l'invito a riappropriarsi della propria integrità e autenticità profonde.

Poi parole sulla musica, che dovrebbe essere più diffusamente eseguita, nelle case, nelle piazze, nelle strade, anche in maniera dilettantesca (come poi era già in passato) e non così tanto registrata e rinchiusa in perfettamente confezionati prodotti commerciali puliti e asettici-da-ripetere-sempiternamente-uguali-a-sè-stessi, i dischi, bellissimi ma distanti dalla vita.

Parole contro un atteggiamento rivoluzionario classico soltanto esteriore che non riconosce che la "falsità della società" è innanzitutto dentro ognuno di noi.

Parole di Gaber su com'è bello vivere in strada e non sempre e soltanto rinchiusi nelle case come topi.



Della mostra mi ha colpito più di tutto un video sul movimento artistico del Nuovo Realismo, estremamente interessante. Il loro manifesto dichiarava che visto il fallimento più completo di qualsiasi esperienza artistica ad esprimere la realtà o il suo senso, i Nuovi Realisti avrebbero utilizzato direttamente la realtà come terreno, strumento e materiale stesso delle opere. Un artista strappava manifesti dai muri delle città per riincollarli insieme componendo forme dai significati nuovi, o rivelanti urbane nonsensatezze da società dei consumi. Un altro impacchettava monumenti in teli di plastica per esprimere l'angoscia di una società di prigionieri. Infine, appartenevano a questo movimento anche la grandissima coppia di artisti Niki de Sainte-Falle e Jean Tinguely: nel video, il secondo fa bruciare- esplodere un enorme fallo di legno e stoffa sul sagrato del Duomo a Milano, fra fuochi d'artificio. La prima, spara a un teatrino bianco - immacolato con molteplici statuette legate all'iconografia cristiana, in particolare Madonne - tutte bianco - immacolate. Nei punti colpiti, il teatrino immacolato comincia a sanguinare vernice rossa, viola, che sgorga a fiotti sulle statue, con un effetto tragico e orrido.

Poi un Amleto che aizza una folla immaginaria (forse è diventato un segretario di partito) con uno struggente monologo in cui alle parole sono stati sostituiti numeri.

Video di danza eccezionali che simulano la meccanicità alienata e rigida del lavoro (forse anche dello studio?) nella nostra società.

Il capolavoro di Baj sull'omicidio di Pinelli, di fronte al quale lo sguardo rimane rapito e non riesce a staccarsi, shockato da tanta violenza cruenta e informe (i poliziotti e i generali sembrano degli ectoplasmi o degli alieni, sicuramente non sono umani) , insiste sui dettagli per capire, ricostruire i suggerimenti di interpretazione dell'evento, di cui l'autore ha disseminato l'opera. Infine, lo sguardo è ammaliato dall'aura di tragicomica assurda insensatezza, un insensatezza cruenta e delirante, ma questa logica del potere viene mostrata come talmente assurda che fra gli effetti dell'opera c'è anche la voglia di ridere.






Parole immagini simboli video colori segni che evocano una vitalità libertaria diffusa, e una creatività diffusa, lontanissima dalle gabbie-museo e vicinissima all'arte-vita, alla performance quotidiana; infine una socialità aperta, rilassata anche se incazzata, molta voglia di condividere molto più di quanto permetta una "normale" vita "piccolo borghese" - e di vivere in maniera più comunitaria e nello stesso tempo più libera.






Monstrum doppio, dunque. Come ogni mostro - almeno doppio, se non triplice, o centuplice, policefalo con universi interi di teste.


 

Sicuramente monstrum di creatività artistica vulcanica, eruttante tutto come arte, utilizzando qualsiasi cosa come arte, dilagante l'arte dappertutto, distruggente l'arte per ri-crearla continuamente, ma monstrum anche di un possibile monstrum-osamente diverso modello o anti-modello di socialità.


P.s.: Nella foga della scrittura mi sono totalmente dimenticato di precisare il dove e il quando. Ecco:


"ADDIO AGLI ANNI '70", PALAZZO REALE, MILANO, FINO AL 2 SETTEMBRE, INGRESSO GRATUITO.

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