di-segno di Sacrilegio Tempesta

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pARTICOLARE DI "Autunno", quadro di Diogene senza l'anima?. Foto di Sacrilegio Tempesta.

lunedì 15 settembre 2014

FUGA DALLA PIRAMIDE ROVESCIATA



La morte ha forma di piramide
e moltiplica la paura ad un terzo.

Dov’è il mio albero
in quale Africa oppure
la frazione franta dal fonema?

Ha forma di piramide la morte
e saccheggia il sempre
con l’effimero.

In quale Africa
si saccheggia l'effimero?

Quale fonema saccheggia il presente?

il Serpe
serpeggia nel giardino dell'Effimero
occhieggia ai piedi della Sfinge
fingendo sfinimenti e vaneggiamenti cosmici
lo osserva un albero
che sussurra ricami di quiete e ombra e enigma
la Piramide ignora tutto quanto
Serpe, albero, ombra, crisma e miasma
e grida rigida
scandendo ritmi ripidi
i suoi Decreti minimi
Sacerdoti muti del Simmetrico
inerte perfetto responso
del Solido Invisibile.

Che Sacro Effimero Equivalente Teorema
saccheggia il Serpente?

Il serpente lo sventra
Nella tundra una sciamana
Occhi stretti neri e fondi
Con in mano una campana
Sale ad ogni dong
La sciamana, ora animale,
E di volta in volta
Scala il cielo: aquila immane.
Non vede altro che distese
Innevate tolte al tempo
"Eppure c'era qualcosa
Io lo sento. Sì lo sento"

Fu allora che ridiventò serpente
e topo e lontra e bestia strana
e si scavò un rifugio nel ventre della terra
per incubare un sogno
lontano da tutto
in cui fiutare ancora inviolate
le piste dimenticate dell'arcano.












Questa poesia è frutto di un'improvvisazione poetica a 4 mani su Facebook. Ossimoro paradossale, ma a volte evidentemente perfino su Facebook è possibile essere "creativi".


Il tutto è partito dai versi iniziali di Sebastiano A. Patanè Ferro (dall'inizio a "con l'effimero."), ha proseguito As Sauari (fino a "saccheggia il presente") poi io (fino a "saccheggia il serpente") poi Lu LacrymaeRerum Pathos (fino a "sì lo sento") poi di nuovo io fino alla fine.

Il titolo l'ho inventato io a posteriori.


Il gioco poetico, per quanto solo virtuale, mi ha ricordato che la matrice ancestrale della poesia è qualcosa di pre-personale, anche pre-letterario, e probabilmente risale ad improvvisazioni orali corali, in tempi in cui ancora sicuramente non si dava così tanta ingigantita ed effimera importanza a concetti come quello di "autore" e neanche a quello di "opera".

Improvvisare insieme versi (un po' come facevano i surrealisti con i loro giochi di scrittura casuale-collettiva, "I cadaveri eccellenti") mi sembra una bella maniera di ricordarsi del fuoco originario della poesia, energia viva, Logos in azione, jam session musicale-sonoro-onomatopeico-verbale, anima pre-razionale del linguaggio e delle relazioni umane.



domenica 7 settembre 2014

Goga e Magoga


Goga e Magoga: che significa? (spiegazione di Davide van De Sfroos)


"Ho questa fissazione: ...che il proiettarsi in avanti a una velocità smodata a tutti i costi non è il futuro possibile. ...Il tornare indietro e vivere nel passato è una gran cagata. Ma il coraggio di guardare avanti accettando di rallentare... e di capire cosa c'è stato prima, di ricordare cosa c'è stato insegnato dai tempi.. da tutti i tempi, possa essere una vaga.. e dico vaga, speranza."  (Davide Van De Sfroos)





Goga e Magoga, la canzone





Varda scià,semm rüaa,saraa dent ne l'aragusta curazada.
Giruaghen nella nebbia che süghen el diluvio cunt i strasc.
E vureum tüt quel che gh'erum menga,per cercà tüt quel che gh'erum piö
E scapaum de ogni sit in duè rüaum,per truà un oltru sit de lassa indree..

Goga e magoga, l'è una danza sö l'angoscia che la giüga.
Goga e magoga, la macumba sö la tera che sufega.
Goga e magoga, il futuro in barca a vela chi lo paga?
Goga e magoga, el to santo prutetur urmai se droga!

Varda scià,semm rüaa,ne la crapa gh'emm un pesce motosega.
La girandula sö i ball,e i sogn di oltri li sistemum cul mazzott.
Gh'emm i öcc a damigiana e quaranta mungulfier tüt piee de ball.
I ricami sul cuscino e mitragliatrici a nastro suta 'l lecc.

Goga e magoga, l'è una danza sö l'angoscia che la giüga.
Goga e magoga, la macumba sö la tera che sufega.
Goga e magoga, il futuro in barca a vela chi lo paga?
Goga e magoga, el to santo prutetur urmai se droga!

E vabè, fa nagott, vemm a burlà ma l'è culpa della crisi.
I rifiuti,quelli brutti,li ho scundüti e non li ritroverai.
Akuaduulza! Acqua stüfa! De sta che a quatà la mia vergogna.
Giù sul fondo c'è il passato,ma 'l rifless de quel che semm l'è in süperfis.
Verde rame! La speranza! E il cemento armato di pazienza.
E l'arcangel el te presta la sua ala,per sügà i lacrim di to öcc.
E l'arcangel el te presta la sua ala ma,nöm ghe se netum dent el naas.
E se non bastano quadri,fiori e picche,
duperum anca i cör cumè curtej.

Sulla scala dei ricordi, sulla scala dei ricordi c'è la melma
E l'è un sit in duè l'è facil, l'è un sit in duè l'è facil sbrissigà.

Goga e magoga, e se s'cepa anca la sfera della maga.
Goga e magoga ,l'è una danza per cantà chi se ne frega.
Goga e magoga, se spargiamo un po' di sangue dopo asciuga.
Goga e magoga, vören tücc fà tumbula, rüga!!

(Davide Van De Sfroos)


Guarda qua, siamo arrivati, rinchiusi nell'aragosta corazzata.
Girovagano nella nebbia e asciugano il diluvio con gli stracci.
E volevamo tutto quello che non avevamo, per cercare tutto quello che non avevamo più.
E scappavamo da ogni luogo in cui arrivavamo, per trovare un altro luogo da lasciarci dietro...

Goga e magoga, è una danza sull'angoscia che gioca.
Goga e magoga, la macumba sulla terra che soffoca.
Goga e magoga, il futuro in barca a vela chi lo paga?
Goga e magoga, il tuo santo protettore ormai si droga!

Guarda qua, siamo arrivati, nella testa abbiamo un pesce motosega.
La girandola sulle palle, e i sogni degli altri li sistemiamo con la mazza.
Abbiamo gli occhi a damigiana e quaranta mongolfiere tutte piene di balle.
I ricami sul cuscino e mitragliatrici a nastro sotto il letto.

Goga e magoga, è una danza sull'angoscia che gioca.
Goga e magoga, la macumba sulla terra che soffoca.
Goga e magoga, il futuro in barca a vela chi lo paga? 
Goga e magoga, il tuo santo protettore ormai si droga!

E vabè, non fa niente, ci suicidiamo ma è colpa della crisi.
I rifiuti, quelli brutti, li ho nascosti e non li ritroverai.
Acqua dolce, acqua stufa! Di star qui a coprir la mia vergogna.
Giù sul fondo c'è il passato, ma il riflesso di quello che siamo è in superfice.
Verde rame! La speranza! E il cemento armato di pazienza.
E l'arcangelo ti presta la sua ala, per asciugare le lacrime dei tuoi occhi.
E l'arcangelo ti presta la sua ala, ma noi ci puliamo il naso.
E se non bastano quadri, fiori e picche,
Usiamo anche i cuori come coltelli.

Sulla scala dei ricordi, sulla scala dei ricordi c'è la melma.
Ed è un luogo in cui è facile, è un luogo in cui è facile scivolare.

Goga e magoga, e si rompe anche la sfera della maga.
Goga e magoga, è una danza per cantar chi se ne frega.
Goga e magoga, se spargiamo un po' di sangue tanto asciuga.
Goga e magoga, vogliono tutti far tombola,mescola!!


(traduzione di Cane - testo e traduzione trovati a questo link: